Due tatuaggi sul collo e uno sul corpo.
Tre farfalle.
Capelli rasati, 26 anni, operaio.
In casa gli agenti gli hanno trovato fascicoli rilegati su Mussolini e Hitler, e alcuni manifestini, fatti a mano, assemblando le parole ritagliate, in cui si inneggia alla violenza contro gli immigrati.
Razzismo, intolleranza, odio e violenza: sembrano essere queste le principali pulsioni di questi ragazzi che a chiamarli naziskin quasi non li si rende reali.
I naziskin, le teste rasate, quelli che credono nella supremazia della razza, non sempre si riconoscono subito.
Perché alle volte, hanno il viso pulito e i capelli lunghi, come quelli di uno dei due studenti arrestati insieme all’operaio.
Figli di gente per bene, medici e professionisti pesaresi che quando hanno visto alla loro porta i carabinieri, non hanno preso le difese dei figli, ma della legge.
E oggi c’è chi dice che a Pesaro sono conosciuti, che sono degli ultras della Vis Pesaro, che si incontrano sempre nello stesso posto e che dovevano e potevano essere fermati prima.
Fonte: “Nuovo Quotidiano di Rimini” – www.nqnews.it