Ciavatta risponde a Crescentini

Ciavatta risponde a Crescentini

È spiacevole rubare spazio ai giornali con futilità del genere, ma sono costretto a chiederne ancora per rispondere alle inesattezze di Crescentini, anticipando che sarà la mia ultima risposta.

Caro Crescentini (perdonerai il tu), è lecito che tu, come scrivi, preferisca essere un burattino che me, ma io non ho mai scritto che sei un burattino. Evidentemente, dai per scontato di non essere un burattinaio, e su questo chi sono io per contraddirti?

C’è chi porta acqua ai mulini, chi contro i mulini, da buon Chisciotte, si scaglia!

Ciò che mi preme chiarirti è che non sono il “maitre penser” di Sinistra Unita: semplicemente non sono mai stato iscritto ad SU. Mi sono limitato a candidarmi come indipendente alle ultime elezioni, con la lista che aveva manifestato più sintonia con le tante attività di pressione politica e sociale (referendum, leggi popolari, istanze ecc) che ho sempre condotto da indipendente: prima nel sindacato, una volta espulso con R&T. Cos’hai fatto tu per il paese oltre a servire un partito?

Quando parli con me, dato che io non parlo mai per conto terzi, dovresti riferirti solo a me.

Non so cosa pensi Sinistra Unita dell’unificazione (?) del PSD: io penso che sia stato un atto miope di masochismo dell’ex PC, un’ottima strategia per farsi fagocitare col sorriso sulle labbra.
Non m’interessa nemmeno che relazione abbiano i dirigenti Su con quelli del PSD. Per me chi ha avuto ruoli centrali nella politica del paese negli ultimi venti anni, avendo fallito, deve andarsene qualunque casacca indossi. È così difficile da capire? Difendo solo il diritto del paese a non essere preso per il culo dai vostri giochi di potere.

Non fare la morale a me sul voto estero: nel 2006 sono stato io ad inseguire e riprendere le carovane dagli hotel alle urne, ho presentato due denunce e nessuno ha fatto in modo che non venissero insabbiate. Perciò che i voti esteri andassero ad SU, DC, PSD o pincopallino poco m’importa, ognuno dovrebbe pagare. Ma SU con un emendamento ha impedito che quello scandalo si ripetesse, e il tuo capo non ha gradito quell’emendamento al punto da ergerlo ad uno dei motivi centrali di frizione col PSD. Di che parli?
La mia partecipazione ad Anno Zero… ancora? Riguardala: ho sostenuto l’assenza di controlli sull’effettiva esistenza di attività domiciliate in territorio, e detto che molte attività sono in territorio presumibilmente per evadere il fisco italiano. Oggi il caso Licenzopoli, e le affermazioni dei politici di ogni coalizione (anche i tuoi “riformisti”) dicono le stesse cose. Non ero in anticipo con le analisi, erano in ritardo loro.
Piuttosto chiediti come mai i politici contattati non siano andati a difendere un sistema che oggi tutti (costretti da pressioni internazionali), dicono indifendibile se non modificato radicalmente.
In fondo la differenza tra me e te l’hai scritta. Dici: “Caro Roberto Ciavatta, tutti compreso tu, pensano solo al proprio destino politico e personale”. Evidentemente, scrivendolo, pensi anche questo (Freud docet), cosa che invece non mi riguarda. Io non ho mai ottenuto nulla dalla politica, e nemmeno miro ad ottenerlo. Le cose che ho fatto mi sono costate soldi, ferie, fatica gratuita, e ti sarà difficile crederlo: non l’ho fatto per me, ma solo perché mi piange il cuore vedere il mio paese piegato agli interessi di pochi, gettato in pasto alla criminalità e ai blocchi di potere.
La differenza tra me e te è questa. Tu hai le strade aperte davanti a te, io devo guardarmi le spalle ad ogni passo per non essere distrutto. Tutto qua.

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