Civico10 sulla ratifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni

Civico10 sulla ratifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni

E’ finalmente arrivata la tanto attesa ratifica dell’accordo contro le doppie imposizioni fiscali fra Italia e San Marino.

Un passaggio fondamentale che pone le basi per varcare anche l’ultima porta, l’uscita dalla black list.

Tuttavia non aspettiamoci ora un percorso tutto in discesa; il lavoro è solamente all’inizio!

Gli accordi che sono stati ratificati impostano le basi di una nuova economia: non più furberie e attività “di confine” ma economia sana, imprese che svolgono attività vere e che si stabiliscono a San Marino perché offre condizioni di competitività migliori di altri Paesi, e non perché consente arbitraggi normativi o protezione all’illegalità.

D’altro canto, sfortunatamente, per rendere concrete queste possibilità San Marino ha bisogno di rinnovarsi nella sostanza, oltre che nella forma. Serve un nuovo progetto Paese che punti a riformare la giustizia, il fisco, il lavoro, le politiche sociali, in un ottica di equità, trasparenza, onestà e certezza delle regole. E questo non dipende certamente dall’Italia ma dalle scelte di chi ci governa.

E qui nasce il nostro disappunto. Il Governo che oggi si compiace del proprio operato, ha dimostrato fino ad ora di non avere la minima idea di quale Progetto Paese e nello specifico di quale politica economica adottare per favorire uno sviluppo compatibile con gli accordi firmati.

A titolo di esempio citiamo gli articoli 10, 11 e 12 dell’accordo, quelli che trattano di dividendi, interessi e canoni. All’interno di questi articoli vi si possono trovare svariate possibilità di sviluppo che si aprono per la nostra Repubblica: possibilità di attrazione di holding finanziarie a San Marino, imprese che fanno investimenti finanziari, imprese che utilizzano le opere dell’ingegno e simili. Questo perché negli accordi viene sancito il principio di tassazione definitiva nel Paese di residenza dell’impresa (in questo caso San Marino).

Di fronte a queste possibilità, che cosa sta facendo il Governo per far crescere queste nuove economie? Quale progetto di sviluppo ha in mente? Quali azioni ha portato avanti in questi anni in attesa di questo momento?

Poco, troppo poco. Qualche annuncio e un progetto, quello del Parco Scientifico Tecnologico, portato avanti nelle “segrete stanze” e rimasto ancora un’idea interessantissima ma solo sulla carta.

D’altro canto tutti hanno potuto notare le resistenze nei confronti dell’applicazione pratica del concetto di trasparenza. La mancata applicazione dell’art.26 della finanziaria sulla trasparenza degli assetti di banche e finanziarie sta li a dimostrarlo.

Compiacendoci perciò del risultato ormai prossimo dell’uscita dalla Black List, non possiamo fare altro che chiedere per l’ennesima volta al Governo di mettere in campo non interventi tappabuchi ma provvedimenti coraggiosi e innovativi che riescano a riformare tutta la macchina statale e ridisegnare una nuova San Marino.

Onesta, tecnologica, efficiente e business oriented.

 

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