Solidarietà ai lavoratori e sostegno alle ragioni dello sciopero
In tempi di crisi le parti in causa, accomunate da un unica sorte, solidarizzano e concorrono a fare, ognuna per la propria parte, il possibile per uscire dal pantano.
Si chiama patto sociale, dove si rafforza il senso di appartenenza e di partecipazione.
Quando una parte, invece, tenta di scaricare sull’altra i costi della crisi, quando una parte, cerca di approfittare della profonda crisi che il Paese sta attraversando, per cancellare interi lustri di conquiste sociali e sindacali, per annullare il potere contrattuale dei lavoratori, si chiama invece conflitto.
Fanno bene i sindacati della CSU a chiamare alla mobilitazione tutti i lavoratori per dare una risposta decisa e concreta a non confondere la competitività ed il costo del lavoro per le imprese con i diritti inviolabili dei lavoratori.
Non si tratta dalla storica contrapposizione di specifici interessi, è in gioco un pericoloso ed inaccettabile arretramento dei diritti e della dignità delle persone.
Nessuno si sottragga dalle proprie responsabilità. Il Governo svolga il proprio ruolo di mediazione anziché propendere sfacciatamente per le ricette ultra-liberiste dell’ANIS, ormai fallite in tutto il mondo, e porti a compimento le riforme attese come quella fiscale e degli ammortizzatori sociali.
Basterebbe che il Governo dedicasse al lavoro ed al comparto industriale, artigianale e commerciale almeno la stessa attenzione che sta investendo sul sistema bancario e finanziario per poter guardare al futuro con meno incertezza e meno conflittualità.
Si scende in piazza per rilanciare il principio della solidarietà fra tutti i cittadini, che va ricordato è un valore fondamentale per ogni società che voglia perseguire il bene comune.
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