Coltivare e vendere cannabis ad uso terapeutico a San Marino, ecco la legge

Coltivare e vendere cannabis ad uso terapeutico a San Marino, ecco la legge

Tempo qualche mese e nella Repubblica di San Marino potrebbero nascere le prime piantagioni di cannabis ad uso medicinale.

 

LA STORIA

Del tema si parla sul Titano da anni anche grazie alla spinta dei cittadini. È infatti dell’ottobre 2015 l’Istanza d’Arengo che chiedeva la legalizzazione della cannabis ad uso terapeutico (prima firmataria Alba Montanari), istanza poi approvata dal Consiglio nel gennaio 2016 (anche se i medicinali a base di cannabis erano già disponibili nelle farmacie ISS ovviamente su prescrizione medica).

Così il governo di allora si mosse istituendo un gruppo di lavoro guidato dal capo dell’Authority Andrea Gualtieri, che anche pubblicamente parlò della possibilità di coltivazione della stessa pianta sul Titano. Del tema si tornò a parlare nel settembre 2018 quando il sottosegretario alla Sanità Armando Bartolazzi alla San Marino Rtv dichiarò di un possibile accordo tra Italia e San Marino per consentire al Titano di produrre cannabis “sotto la vigilanza dell’Istituto farmacologico militare di Firenze”.


IL PDL

Dopo anni di incubazione, e dopo diversi governi, ora il traguardo sembra molto vicino. Nei giorni scorsi infatti la Segreteria di Stato alla Sanità ha depositato in Segreteria Istituzionale il Progetto di legge “Discliplina della coltivazione, trasformazione, commercio e utilizzo di prodotti a base di cannabis destinati esclusivamente ad uso medicinale o terapeutico“, che ha ricevuto il placet del Congresso di Stato a fine marzo.

La norma, di 24 articoli, da un lato offre la possibilità a specifici soggetti autorizzati di coltivare e lavorare la cannabis, dall’altra consente di venderne i prodotti al dettaglio (ma esclusivamente a soggetti muniti di ricetta e soltanto dalle farmacie dell’ISS) e all’ingrosso. Un aspetto, quello della ricaduta economica, espressamente richiamato dalla norma: “Il progetto – scrive infatti il Segretario Ciavatta nella relazione che accompagna il Pdl – è volto anche al rllancio dell’economia sammarinese, in quanto la domanda mondiale non viene soddisfatta dall’offerta“.

 

LE CURE

Il Segretario ricorda che “in altri Paesi i prodotti a base di cannabis per scopi terapeutici sono prescrivibili sin dai primi anni 2000, con effetti veramente efficaci su diverse patologie: morbo di Parkinson, sclerosi multipla, epilessia, dolore cronico, ecc”. Su questo gli studi scientifici compiuti negli anni sono copiosi così come le testimonianze dei malati.

 

LA PIANTA 

La norma precisa che per cannabis “si intende la pianta di Cannabis sativa L. o parti di essa compresi i semi, fiori e infiorescenze, resina, resina separata, cruda o purificata ottenuta da tutte le parti della pianta, con percentuale di tetraidrocannabinolo (THC) superiore allo 0,2 per cento”.

 

NASCE L’ASCC

Responsabile di tutto il processo sarà l’Agenzia Sammarinese di Controllo sulla Cannabis (ASCC), ente che a sua volta dipenderà dall’Authority Sanitaria. Sarà composta da un referente dell’Unità Organizzativa Complessa Farmacia, un referente dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole e un referente del Corpo della Gendarmeria in rappresentanza dei Corpi di Polizia. Inoltre potrà avvalersi a propria discrezione di specifiche professionalità e competenze, anche esterne alla Pubblica Amministrazione.

L’Authority Sanitaria dovrà riferire con cadenza annuale al Congresso di Stato e alla IV Commissione Consiliare Permanente in merito all’attività dell’ASCC.

L’ASCC avrà il compito di:

-istruire le richieste di coltivazione, trasformazione e commercio di cannabis, infiorescenze, semilavorati, preparati galenici e medicinali derivati e le trasmetterle al Congresso di Stato;

-autorizzare l’importazione, l’esportazione, la distribuzione all’ingrosso, il mantenimento di scorte delle piante e materiale vegetale a base di cannabis, le giacenze in possesso dei fabbricanti di medicinali autorizzati;

-autorizzare le quote di fabbricazione della sostanza attiva di origine vegetale a base di cannabis e informare l’International Narcotics Control Boards (INCB) delle Nazioni Unite;

-vigilare e predisporre controlli di qualità, d’intesa con i Corpi di Polizia, affinché le attività di coltivazione, trasformazione e vendita di cannabis, infiorescenze, semilavorati, preparati galenici, e medicinali derivati avvengano nell’osservanza di tutte le condizioni imposte e delle garanzie richieste nell’atto autorizzativo e delle prescrizioni successivamente emanate dalla stessa Authority Sanitaria.

CHI PUO’ OPERARE?

Sarà il Congresso di Stato a stabilire chi potrà coltivare, trasformare, commercializzare all’ingrosso cannabis o prodotti medicinali derivati, a seguito di opportuna istruttoria da parte dell’Authority Sanitaria.

Con apposito decreto delegato saranno specificati i requisiti in capo al titolare o legale rappresentante dell’ente o impresa del direttore tecnico, del responsabile della tenuta dei registri, nonché dei dipendenti, volti a verificare la sussistenza dei requisiti professionali e di onorabilità e i requisiti di tabelle merceologiche e di codici ATECO che devono già essere presenti nell’oggetto sociale dell’ente o impresa, le caratteristiche strutturali, tecnologiche e organizzative richieste, le garanzie e prescrizioni cui gli enti o imprese instanti devono adempiere nella conduzione dell’attività, le modalità di presentazione della domanda, e altri elementi utili all’istruttoria.

Inoltre il Congresso di Stato potrà fissare la quantità di produzione massima annuale di coltivazione della cannabis e della produzione dei
prodotti da essa derivati nella Repubblica di San Marino.

Sarà invece l’ASCC a stabilire le quantità di piante di cannabis, che possono essere coltivate, i prodotti che possono essere lavorati e i medicinali che possono essere commercializzati nel corso dell’anno successivo. 

CONTROLLI H24

Come prevedibile il Pdl prevede un altissimo livello di controllo e di sicurezza sia sulle aziende che possono coltivare e lavorare la canapa, sia per quanto riguarda gli impianti stessi.

Viene infatti previsto un servizio di sicurezza h24 “al fine di prevenire e reprimere qualsiasi tentativo di violazione della sicurezza dei prodotti”.

Inoltre l’ASCC, in collaborazione con i Corpi di Polizia, svolgerà controlli periodici presso gli enti o imprese autorizzati alla coltivazione, trasformazione o commercializzazione di cannabis o medicinali derivati, “onde accertare l’osservanza delle condizioni imposte, delle prescrizioni impartite per la conduzione dell’attività e la sussistenza delle garanzie poste a base del provvedimento di autorizzazione”.


VENDITA AI PRIVATI

Il Pdl precisa che ai privati “potranno essere venduti medicinali o prodotti farmaceutici di origine vegetale a base di cannabis, sostanze e preparati vegetali esclusivamente presso le farmacie dello Stato e dietro presentazione di prescrizione medica, così come previsto da apposito regolamento”.


VENDITA ALL’INGROSSO

La vendita all’ingrosso invece è “consentita esclusivamente tra enti e imprese autorizzati, o da enti e imprese autorizzati nei confronti del Senizio farmaceutico statale”.

 

REGOLE PER L’UTILIZZO

L’utilizzo dei prodotti ad uso terapeutico a base di cannabis è consentito “solo dietro presentazione di prescrizione medica anche telematica, rilasciata da un medico o veterinario abilitato”. La Direzione sanitaria dell’ISS di concerto con l’Authority dovrà prevedere linee guida o protocolli particolari destinati ai medici relativi all’individuazione delle patologie da trattare, alle terapie da adottare e alle modalità di somministrazione del farmaco a base di cannabis”.

LA ‘CANNABIS TAX’

All’articolo 22 il Pdl anticipa che con successivo Decreto Delegato verrà istituita l’imposta “coltivazione cannabis” a carico dei soggetti autorizzati alla produzione. Ne saranno esentati i passaggi intermedi di trasformazione, o la vendita all’ingrosso. 

 

SANZIONI PESANTI 

Infine non potevano mancare le sanzioni a chi sgarra. Ad esempio resta reato penale per chi non ha l’autorizzazione, fare attività di coltivazione, trasformazione o commercializzazione di cannabis, semilavorati, infiorescenze o medicinali derivati.

Per l’inosservanza delle prescrizioni e delle garanzie poste a ragione dell’atto di autorizzazione sono previste multe da 15 mila a 60 mila euro.

Per la mancata osservanza, in tutto o in parte, delle prescrizioni dell’ASCC le multe andranno da 5 mila a 30 mila euro.

Chi invece, ancorché autorizzato, produce volontariamente sostanze a base di cannabis in quantità superiore a quelle consentite è punito con la reclusione sino ad un anno o con la multa fino a 15 mila euro.

Inoltre c’è l’arresto sino a due anni o la multa da 1.500 euro a 25 mila euro per chiunque non ottempera alle norme sulla tenuta dei registri di entrata e uscita, di carico e scarico e di lavorazione, nonché all’obbligo di trasmissione dei dati e di denunzia.

 

LE TEMPISTICHE

Come detto il progetto di legge è stato depositato in Segreteria istituzionale pertanto verrà discusso in prima lettura in una delle prossime sessioni del Consiglio Grande e Generale. Seguirà il passaggio nella Commissione consiliare preposta in cui potranno essere apportate modifiche, ed infine dovrà tornare in Consiglio per la discussione e l’approvazione finale. A livello teorico in 3 mesi l’iter si può completare ma vista la delicatezza dell’argomento è probabile che serva qualche tempo in più.

 

PALETTI PRECISI MA TABU’ INFRANTO 

In tutto il progetto di legge è chiarito che si parla esclusivamente di uso terapeutico ma è fuori discussione che questa norma vada a infrangere il tabù della legalizzazione della coltivazione e commercializzazione della cannabis a San Marino.

Tanto più che il tema della depenalizzazione e anzi della regolamentazine dell’uso di canapa a scopo ricreativo è sempre più dibattuto nel paese. Dall’anno scorso ad esempio è sbarcato anche a San Marino il gruppo “Cannabis for future”, movimento italiano che lotta per la legalizzazione.

Non solo. A settembre 2019 è stata approvata dal Consiglio Grande e Generale l’Istanza d’Arengo per la regolamentazione dell’uso ricreativo della canapa. Ciò significa che il Governo dovrebbe legiferare in merito. Il condizionale però è d’obbligo visto che sono molteplici le Istanze approvate  poi rimaste lettera morta.

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