Come uscire dalla crisi. Riflessione del Consiglio Confederale della CDLS

Come uscire dalla crisi. Riflessione del Consiglio Confederale della CDLS

San Marino, 6 marzo 2009

Come si esce della crisi? L’interrogativo è stato al centro dei lavori del Consiglio Confederale della CDLS nel pomeriggio di venerdì 6 marzo, dove è intervenuto Alberto Berrini, economista e ricercatore dell’Università Bocconi.

“L’origine principale dell’attuale instabilità dell’economia mondiale – ha osservato Berrini – risiede nello squilibrio tra finanza ed economia reale, squilibrio iniziato negli anni ’80, e che attende ancora una risposta. Le crisi finanziarie sono oramai parte integrante, e non accidentale, del nostro modello di sviluppo, dunque ‘democratizzare’ la finanza per riformare il capitalismo è la sfida fondamentale che ci attende”.

Alla domanda: come si esce dalla crisi? Berrini ha risposto che “si esce non solo con più Stato, ma si può e si deve uscire con più società”, sottolineando che i “i possibili sbocchi si chiamano democrazia economica e responsabilità sociale d’impresa”. “La vera politica economica che serve – ha concluso – è un maggiore equilibrio nella distribuzione di tutti i redditi. In Usa lo hanno chiamato ‘spread the wealth’, diffondere la ricchezza. In questo contesto l’iniziativa sindacale assume un ruolo fondamentale per due motivi: da un lato perché è legittimata dalle aspirazioni e dai bisogni dei lavoratori, dall’altro perché assume un ruolo economico fondamentale per l’intera società, in quanto determina il riequilibrio tra domanda e offerta”.

Riferendosi a San Marino, il segretario CDLS, Marco Beccari, ha detto che la “prima concreta risposta ai colpi della recessione è quella di assicurare e ampliare i meccanismi di tutela sociale ai lavoratori e alle loro famiglie, in primo luogo la cassa integrazione e la rivalutazione dell’indennità di disoccupazione”.

Ma questa è una risposta all’emergenza occupazionale. Per il segretario della Confederazione Democratica dalla crisi si esce “con un progetto in grado di valorizzare l’economia reale, investendo sul lavoro, sulla qualificazione professionale e sulle capacità imprenditoriali”. “Anche a San Marino – ha detto Beccari – per troppo tempo c’è chi ha inseguito l’illusione dell’economia di carta, dell’eccessiva finanziarizzazione del nostro sistema. C’è invece da consolidare e rafforzare quel tessuto di aziende industriali, artigianali e commerciali che da anni producono ricchezza e occupazione e dobbiamo mettere in campo strategie per attirare nuovi investimenti produttivi nei settori chiave della nostra economia”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy