Commento intervista a Gianfilippo Dughera. Civico 10

Commento intervista a Gianfilippo Dughera. Civico 10

Ci preme sottolineare come le parole contenute nell’intervista del quotidiano “La Voce” di martedì 15 settembre a Gianfilippo Dughera, siano molto gravi.

Dopo la pubblicazione su “L’Informazione”, nei giorni scorsi, di stralci dell’interrogatorio del manager della Compagnia Sammarinese di Assicurazione nell’ambito dell’indagine “Conto Mazzini”, in cui si racconterebbe dei suoi rapporti con Fiorenzo Stolfi e del meccanismo necessario alla concessione della licenza per operare a San Marino, quello di Dughera appare a tutti gli effetti come uno sfogo.

Uno sfogo personale, certo, ma in quanto reso pubblico, pericolosissimo per l’immagine di una Repubblica che ancora non si è ripresa dal fango che l’ha inondata a causa della risonanza mediatica delle vicende legate appunto al Conto Mazzini e alla Galassia Bacciocchi.

Dughera non si limita infatti a rispondere piccato alla pubblicazione degli atti del processo, ma continua parlando al presente (non al passato) di politica dominata da famiglie e consorterie, di assunzioni pilotate nella PA, di espropriazioni di attività finanziarie mirate, di regime concessorio tuttora attivissimo, insomma, di un Paese per furbi in cui non si fa impresa senza passare dalle “forche caudine della politica”.

Non a caso il titolone a caratteri cubitali dell’intervista è “San Marino è vietata agli onesti”.

Diciamolo chiaramente, certi passaggi dell’intervista non stupiscono affatto. Da tempo denunciamo come senza l’avvallo politico a San Marino si possa fare poco o nulla, e che le regole possono essere cambiate a beneficio di Tizio o Caio a seconda della cerchia di appartenenza. 

Certo è che se a dirlo pubblicamente è un imprenditore che addirittura vuole rinunciare alla residenza, diventa un biglietto da visita terribile per altri investitori che si volessero affacciare ad investire in Repubblica.

A rotazione, i partiti di Governo a noi hanno sempre risposto con veemenza, dicendo che quella San Marino appartiene al passato e che i metodi oggi sono cambiati. Allora visto che oggi si parla spesso di marketing, di brand reputation, di rilancio dell’immagine del Paese, di una credibilità ritrovata, ecc ecc ecc, ci chiediamo se sia il caso di fare passare sotto silenzio un’accusa come questa.

Di fronte al dito puntato contro corruzione, nepotismo, e chi più ne ha più ne metta, nei confronti della sua Azienda, un imprenditore non perderebbe neppure un secondo ad alzare la cornetta e mobilitare i propri avvocati.

Se il Governo, e ribadiamo il “se”, ritiene che le accuse di Dughera siano infondate, dovrebbe perlomeno rispondere chiaramente che si tratta di pure falsità.

In caso contrario dovrebbe spiegare alla cittadinanza i motivi per cui non lo fa.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy