Commissione Consiliare Permanente Finanze 4-5, 12-13 aprile

Commissione Consiliare Permanente Finanze 4-5, 12-13 aprile

COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE FINANZE 4-5, 12-13 APRILE

MERCOLEDI’ 4 APRILE

Seduta della commissione Finanze dedicata all’esame della riforma tributaria messa a punto dal governo e alla proposta di legge del Partito socialista riformista sammarinese per l’introduzione del quoziente familiare. I lavori si sono aperti con le comunicazioni del presidente della commissione Federico Bartoletti sull’organizzazione del dibattito e sulla richiesta da parte della commissione Finanze della Repubblica Ceca per una seduta congiunta. Sono seguiti poi il riferimento in merito del segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, e gli interventi dei consiglieri.

    Concluso il comma comunicazioni, Valentini e il capogruppo del Psrs, Paolo Crescentini, hanno illustrato i due progetti di legge. Nel pomeriggio scatterà il dibattito.      

Comunicazioni:

Federico Bartoletti, Pdcs, presidente: “La commissione Finanze della Repubblica Ceca a fine maggio sarà in visita in Italia, Vaticano e a San Marino. Per l’occasione ha richiesto un incontro ufficiale alla nostra commissione da concludersi con un memorandum o un ordine del giorno comune. Gli argomenti di reciproco interesse che vorrebbero trattare sono quelli relativi alle doppie imposizioni fiscali. La Repubblica Ceca con San Marino ha già stipulato un accordo Tiea e dovrebbe procedere a breve a quello sulle doppie imposizioni.  Potremmo organizzare la commissione congiunta il 28 maggio in mattinata. Seguirà poi l’invito per la reciprocità della visita a Praga nel loro Parlamento.
Sulla seduta odierna: il presidente ha partecipato all’incontro dei capigruppo in preparazione alla riforma tributaria e ha ricevuto l’incarico di riferire la proposta di dedicare i primi due giorni esclusivamente al dibattito.
Riguardo l’ordine del giorno approvato in Consiglio grande e generale, il segretario di Stato Valentini farà un riferimento. Valentini, inoltre, potrebbe non essere presente il 13 aprile di pomeriggio, per cui riterrei opportuno sospendere i lavori per riprenderli poi. Sarà sicuramente necessario convocare la commissione anche nei giorni 16-17-18 aprile per portare a termine l’esame dell’articolato e rispettare l’impegno preso di concluderlo prima della prossima visita al Fmi”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Dovremmo organizzare le cose in modo tale che si possa, prima del 20 aprile, aver esaurito l’esame della riforma tributaria. Come emerso nel gruppo di lavoro dei capigruppo, riunito in queste settimane più volte, nell’ordine del giorno approvato in Consiglio grande e generale si fa riferimento alle novità emerse dalla relazione preliminare del Fmi, quella conclusiva sarà formulata dopo il summit a Washington del 20-22 aprile, in cui siamo chiamati a portare lo stato di avanzamento dei lavori rispetto alle priorità individuate. Tra queste c’è la riforma tributaria, ma anche la messa in sicurezza del bilancio, il contenimento dei costi e la ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio. Unico momento istituzionale prima del 20 aprile è questa commissione, che oggi e nelle prossime giornate può fare il punto anche sugli altri argomenti.  
Rispetto alla messa in sicurezza del bilancio, diversi temi sono stati affrontati durante l’esame del bilancio. A partire dall’istituzione dell’ente finanziario pubblico: si tratta di rendere attuativo questo impegno, prevedere a breve la presentazione di un atto costitutivo e il percorso che si deve fare. Poi la riduzione del 10% dei costi degli enti in tre anni e il pareggio di bilancio nel 2013, per non generare disavanzi dell’amministrazione che possano incidere sul debito pubblico. Inoltre la gestione dei residui passivi, su cui il Fmi ha osservato che abbiamo volumi consistenti. Se rivisti, potrebbe portare a un intervento sul consuntivo 2011 e a un’ipotesi di spesa per gli anni successivi. E ancora, il tema dell’individuazione di forme di finanziamento. Poi, riguardo al tema del contenimento della spesa, oltre al rispetto dei vincoli contenuti nella legge di bilancio, sarebbe opportuno individuare uno strumento per rendere attuativa questa riduzione, un organismo che possa in maniera più precisa supportare lo Stato nella programmazione dei costi e nel loro contenimento. Infine, sulla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio, il primo segnale importante da dare è dire che riteniamo urgente e utile che lo Stato intervenga, anche per il valore strategico e per quello che è il peso attribuito alla riorganizzazione dell’istituto. Ultimo punto connesso alla riforma riguarda il fatto che non si può non tener conto del riesame dell’impianto normativo sulle imposte indirette. E’ un impegno contenuto anche in legge di bilancio quello di provvedere a un piano di fattibilità del passaggio al sistema di imposizione sul valore aggiunto. A ciò si aggiunge il completamento della riforma del catasto.
Questi sono i temi che cercano di concretizzare gli obiettivi evidenziati dal Fmi. A riguardo, se la commissione in questa seduta fosse in grado di condividere un altro passaggio, poi anche in sede di confronto con il Fmi sarebbe un segnale ulteriore rispetto all’attuazione delle raccomandazioni”.
Massimo Cenci, Nps: “L’appuntamento con il Fmi del 20 aprile è cruciale per il Paese. Per cui dobbiamo presentarci attrezzati. In merito al riferimento del segretario di Stato Valentini l’auspicio è che le enunciazioni possano calarsi in interventi concreti. Dobbiamo per esempio concentrarsi sulla riduzione della spesa pubblica, su cui si può fare di più. Condivido la necessità di ricercare fonti di finanziamento ed è molto interessante il discorso dell’organo per fare un’analisi dei costi e programmare la spesa pubblica. Ma le sue indicazioni, anche se dolorose, andranno poi seguite. La ricapitalizzazione della Cassa di risparmio è un passaggio impegnativo: se lo Stato interviene occorrono garanzie che non ci siano rischi. E’ inoltre molto condivisibile prendere una decisione sulle imposte indirette.
Si potrebbe preparare un ordine del giorno riepilogativo degli obiettivi e risultati da portare, oltre al testo approvato della riforma tributaria, al Fmi”.
Stefano Macina, Psd: “Cercare fino in fondo convergenze è un aspetto molto importante. Il riferimento del segretario di Stato Valentini ci ha fornito un quadro di interventi di portata rilevante. Occorre però capire se la maggioranza chiede un appoggio formale o ha deciso di non chiudersi e di dialogare; se si chiede l’ennesima approvazione di un odg per poi vedere il governo marciare da solo. Occorre insomma chiarire come le altre forze politiche possono condividere i vari passaggi: l’odg deve contenere elementi chiari sugli obiettivi, su i provvedimenti e sui tempi.
Sulle politiche fiscali c’è un testo ed è una base di confronto. Ma sul catasto e sull’Iva non bastano i titoli, occorre dire qualcosa in più. Per l’obiettivo del pareggio di bilancio serve un quadro complessivo degli interventi. Occorre riflettere sulla riduzione della spesa corrente. Da un lato va chiarita la contabilità dello Stato, servono scelte precise per avere controllo sui conti; dall’altro occorre uscire dalla teoria per la riduzione della spesa corrente, in particolare per la Pa. Anche in maniera straordinaria occorre pensare a un organismo che esca fuori dalla Pa e puntare su accorpamenti e sburocratizzazione. Serve una cura straordinaria.
Sulla ricapitalizzazione di Cassa di risparmio non siamo in grado ora di dire come sarà l’intervento, va individuato il percorso su cui serve il concorso di tutte le forze politiche”.      
Federico Pedini Amati, Psrs: “Siamo disponibili a ragionare sui vari punti per l’ordine del giorno conclusivo per il Fmi. Serve grande impegno per porre in essere le sue correzioni: per la messa in sicurezza del bilancio ci sono una serie di passaggi da fare, dalla costituzione di un ente finanziario pubblico all’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, dalla gestione dei residui passivi all’individuazione di fonti di finanziamento.
Nella Pa contenere la spesa corrente è indispensabile, per cui occorre rivedere la gestione, finora non controllata, senza ridurre i servizi. Per quanto riguarda la ricapitalizzazione della Cassa di risparmio occorre ricercare forme appropriate.
L’attenzione sulla riforma tributaria è molto alta, dobbiamo bandire la demagogia e noi vogliamo dare il nostro contributo. Anche per quanto riguarda l’Iva: c’è un nostro progetto di legge già andato in prima lettura che potrebbe essere un punto di partenza per una futura discussione”.
Roberto Giorgetti, Ap: “C’è ampia disponibilità sull’incontro con la repubblica Ceca da parte del mio gruppo. Rispetto alla proposta dei lavori di dedicare oggi e domani alla discussione generale e la settimana prossima e la seguente all’esame dell’articolato, il mio gruppo si trova d’accordo per questioni di operatività.  Rispetto alla proposta del segretario di Stato Valentini, ritengo utile cercare di dare una prospettiva di insieme su temi di carattere economico e finanziario. Il tema della riduzione della spesa pubblica sottintende la volontà di conseguire risparmi di spesa, poi elementi strutturali, come la riforma della Pa appena licenziata. Ci sono inoltre problemi che richiederebbero una riforma della contabilità generale dello Stato. Certamente quindi ‘ci azzecca’ una discussione di questo tipo con la riforma di cui stiamo parlando.
Le imposte indirette sono legate al sistema fiscale complessivo del Paese, ma si tratta di un argomento complesso e non credo si possano fare enunciazioni di principio. E’ comunque opportuno cominciare ad approfondire il discorso. Questa commissione deve delineare una visione organica di questi temi strettamente correlati. L’ordine del giorno, che è uno strumento operativo, può servire in questo senso, ma per non fermarsi a un indirizzo generico. Bisogna invece dare prospettive operative e delineare tempi, modi e interlocutori. Non sono un amante delle soluzioni originali, mi sembra opportuno utilizzare gli strumenti istituzionali che abbiamo già, come la commissione Finanze”.
Angela Venturini, Udm: “Sulla tempistica proposta credo ci sia la massima disponibilità e anche sull’incontro con la delegazione ceca. Ho notato con piacere che finora, di fronte alle necessità del Paese, c’è una presa di coscienza diffusa e generalizzata sull’opportunità di intervenire in modo globale. Gli interventi precedenti dimostrano il senso di responsabilità della classe politica nel dover affrontare anche temi ostici. Il carnet è piuttosto pieno, gli obiettivi sono onerosi dal punto di vista del confronto, dell’elaborazione e del passaggio in Aula. Probabilmente il tempo è poco e non si possono fare le cose in fretta. Dovremo dare dimostrazione di grande capacità.
Il mio partito già nel 2006 riteneva opportuno pensare al passaggio all’Iva e, rispetto al contenimento della spesa pubblica, credo ci sia la possibilità di tagliare un buon 20%, senza togliere nulla a qualità e quantità dei servizi. Bisognerà inaugurare una stagione ecologica della spesa pubblica”.
Ivan Foschi, Su: “In primo luogo credo si debba agire per interesse nostro, per tutelare le finanze e il patrimonio pubblico, non solo per seguire le raccomandazioni del Fmi, che sono importanti e fondamentali. La classe politica in gran parte è ancora composta dai principali responsabili degli ultimi 20 anni che hanno portato il Paese a fare i conti con buchi di bilancio, Pa gonfiata e cattive abitudini. Ma oggi deve dare dimostrazione che tutto è cambiato. Le risorse del passato sono state dilapidate e ora, senza più le entrate di un tempo, paghiamo il non aver creato dei tesoretti. Il cambio di mentalità si realizza se il quadro normativo è propedeutico al cambiamento e se si creano le premesse per lavorare allo sviluppo. Si fa presto a venire in Aula per dire ‘faremo e ci impegneremo’. Sono giunti segnali contraddittori in questa direzione, si parla di diminuire l’incidenza della Pa, ma non mi sembra che le riforme varate vadano in questa direzione, non mi sembra che siano stati realizzati investimenti tecnologici che potevano portare risparmi. Rispetto al processo di rinnovamento e messa in sicurezza della nostra economia mi pare che anche qui si tentenni. Quando andremo nell’esame dell’articolato farò degli esempi a riguardo”.
Marco Gatti, Pdcs: “Condivido che la riforma tributaria ha aspetti più ampi, è parte di un progetto economico che tocca vari aspetti del sistema San Marino. E per questo occorre ricercare la massima condivisione, la maggioranza non deve andare avanti a testa bassa.
La Pa è un organismo composto non solo da soggetti pubblici e serve una svolta per tutti gli enti, attraverso un organismo che faccia una panoramica completa. La riorganizzazione è sostanziale per il bilancio per cui tutti gli enti vanno riconsiderati.
Sulla ricapitalizzazione della Cassa di risparmio, che ha una rilevanza per lo Stato e va discussa, alcuni elementi vanno approfonditi e condivisi. Anche la riforma tributaria va concordata, riammoderniamo un sistema sulla base delle nuove regole internazionali, includendo imposte indirette e dirette. Dobbiamo riconsiderare tutto e capire cosa è ancora valido e cosa va riformato.
Bene vengano allora un tavolo di confronto per trovare i punti comuni tra i partiti e un ordine del giorno, in continuità ma anche come passo in avanti rispetto a quello approvato in Consiglio, per scadenzare gli interventi, a partire dalla riforma tributaria. In merito, oggi dedichiamo la seduta di commissione al confronto politico per condividerne gli obiettivi e la prossima settimana affrontiamo quello tecnico sull’articolato. Occorre poi precisare i tempi anche per la costituzione dell’ente finanziario pubblico, per il pareggio di bilancio e per definire l’organismo misto che aiuti la Pa nella sua riorganizzazione. Infine serve uno studio vero sui i pro e i contro del passaggio all’Iva”.
Gian Carlo Capicchioni, Psd: “Rispetto al bilancio, i residui passivi hanno rilevanza notevole e il Fmi ha difficoltà a leggere queste poste passive e attive, per questo hanno dato un’indicazione sulla possibilità di chiarirle. Volevo sottolineare al collega che è stato fatto uno studio sull’ordinamento contabile dello Stato, in cui viene avanzata l’ipotesi sul passaggio della contabilità pubblica da un sistema finanziario per competenza o ibrido a un vero e proprio bilancio per cassa. In questo modo, automaticamente i residui verrebbero eliminati. Va sottolineato poi che una componente dei residui passivi è fisiologica, perché dovuta al meccanismo dell’imposta monofase. Siamo favorevoli all’istituzione di una finanziaria pubblica. Raggiungere il pareggio a fine 2013 sarà a mio parere difficile da ottenere in così breve tempo. Rispetto al finanziamento eventuale del debito consolidato, si potrebbero trovare forme di finanziamento come titoli e altro. Sulla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio concordo con chi ha detto che su questo è necessario un confronto approfondito. A mio avviso i soci dovrebbero fare uno sforzo maggiore di finanziamento. Il Fmi ci dice che la riforma dell’ Igr non basta ma che è di importanza vitale per il nostro Paese rivedere il sistema dell’imposizione indiretta. Come Psd lo diciamo da diversi anni, siamo per il passaggio al sistema Iva. Infine, anche la riforma del catasto è un altro tassello che deve essere adottato in tempi brevi”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Ho idee confuse su come procedere, ho l’impressione che si voglia procedere per titoli ed enunciazioni da inserire in ordini del giorno fatti in Consiglio, poi in Commissione, senza entrare nel merito dei problemi veri. L’opposizione da mesi sta urlando che la situazione del Paese sta degenerando, che è necessaria una responsabilità comune per affrontare le problematiche e tutto questo viene velocizzato e chiesto dalla maggioranza a fronte di una data limite del 22 aprile per l’incontro con l’Fmi. Non credo che la questione del meeting di Washington sia risolutiva di tutti i problemi del Paese. Non capisco perché si sia enfatizzata la relazione provvisoria del Fondo monetario, se poi emergono problemi tali per cui bisogna portare provvedimenti molto forti a Washington, altrimenti è un disastro. Queste contraddizioni mi creano difficoltà nel capire quel  è la strategia di fondo per salvare il Paese. Più che come raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, dovremmo pensare a come evitare il default. Noi come Upr vogliamo esserci e ci siamo tra le forze responsabili, ma non con la testa nel sacco. Se parliamo di gestione dei residui passivi, ci dovete spiegare come e perchè il segretario di Stato al Territorio sta raspando tutti i residui per portare avanti lavori che sembrano da campagna elettorale e perchè il governo li avvalli. E’ una gestione contro-legge avvallata da delibere del congresso. Quando parliamo di ente finanziario pubblico è bene entrare nel merito, abbiamo paura che sia un altro ente per infornare dipendenti e sperperare risorse pubbliche. Per il contenimento dei costi nella Pa vanno fatti interventi pesanti. Sono questi i temi su cui condividere responsabilità tra maggioranza e opposizione. La legge di riforma fiscale va collegata al progetto strategico e a un progetto di sviluppo. Si dice che non aumenta la pressione fiscale, ma senza utili nelle aziende, è difficile aumentare introiti per lo Stato e non credo ci sia la possibilità di un allargamento della base imponibile. Possiamo fare 100 ordini del giorno, ma bisogna decidere dove si va incidere in questo Paese”.

Esame dei progetti di legge “Disciplina dell’imposta generale sui redditi”, presentato dalla segreteria di Stato per le Finanze; “Modifiche alla legge 13 ottobre 1984 n.91 (Istituzione dell’Imposta generale sui redditi)”, presentato dal Partito socialista riformista sammarinese:

Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Dal 2008, e come riconosciuto dagli organismi internazionali, abbiamo fatto molti interventi per cambiare il Paese. Per esempio sull’accordo monetario, bloccato, abbiamo tolto tutte le obiezioni e siamo arrivati alla firma di pochi giorni fa. Ed è una delle condizioni per aderire al Sepa. Dunque abbiamo fatto un passo fondamentale e ora è indispensabile adottare una serie di normative e direttive europee. Si apre dunque un ulteriore percorso e non ci sono alternative: o lo valorizziamo o non lo facciamo.
La riforma tributaria nasce in questo percorso, semplifica e chiarisce il nostro sistema fiscale, ora poco certo. Inoltre dobbiamo consolidare il gettito. Per il Fmi ci sono due estremi su cui riflettere: la bassa fiscalità, un terzo di quella media europea, e la spesa ai massimi livelli della Pa.
Attraverso la riforma puntiamo a fare emergere i redditi meno tassati o non tassati per nulla, prima di procedere a un inasprimento della pressione fiscale, che la popolazione mal sopporterebbe in un clima di non equità. L’obiettivo della riforma è dunque costruire una piattaforma in cui l’equità è più evidente, per poi adeguarla alle esigenze del Paese.
Tra le variazioni più importanti, per i lavoratori dipendenti la parte forfettaria viene ridotta, mentre aumentano le deducibilità e le detrazioni per i carichi familiari. Così la media della pressione fiscale aumenta, ma tenendo in maggior conto il carico familiare. Identificare i nuclei è difficile per cui il quoziente familiare è difficile da applicare. Meglio puntare su un maggiore rilievo ai carichi familiari, con le detrazioni che passano da 100 a 500 euro. Per il lavoro autonomo dalle categorie è arrivato un rilievo sulla scelta tra sistema progressivo o proporzionale. Abbiamo introdotto una serie di incentivi per creare valore aggiunto nelle imprese, sulla base di parametri documentabili.
Abbiamo anche toccato l’aspetto penale della fiscalità. La filosofia è chiara e non è cambiata l’impostazione iniziale della riforma: il sistema fiscale ha bisogno di controlli, senza che venga appesantito troppo. Dunque abbiamo confermato il potenziamento delle funzioni dell’Ufficio tributario per quanto riguarda la valutazione della corrispondenza delle dichiarazioni, dell’esistenza di truffe o di elementi che non vanno, prevedendo una gradualità dall’errore materiale fino appunto alla frode che può diventare oggetto di procedimento penale. Il contribuente ha la facoltà di fare ricorso amministrativo. Dunque interviene l’aspetto penale quando c’è ipotesi di una dichiarazione fraudolenta. Ci siamo ispirati alle legislazioni europee e non a quella italiana, che è anomala, e si tratta di un passo significativo, ma senza che venga introdotto un sistema giustizialista. Abbiamo anche rivisto l’aspetto sanzionatorio. Insomma c’è grande rilievo sull’evasione.
L’auspicio è che il dibattito di oggi faccia emergere tutte le problematiche da approfondire”.
Paolo Crescentini, Psrs: “Il gruppo del Psrs il 13 giugno scorso ha presentato un provvedimento sull’Igr che prevede l’introduzione del quoziente familiare. In fase di elaborazione del provvedimento ci siamo soffermati sull’importanza di andare a rivedere le nuove regole che determinano la riforma tributaria e abbiamo optato per l’introduzione del quoziente familiare perché lo riteniamo uno strumento a tutela delle famiglie più numerose, in un momento di grave crisi economica, in cui le famiglie sono in difficoltà per la precarietà del lavoro e la difficoltà di percepire un reddito.
Una politica responsabile deve colmare queste carenze e dare garanzie per mettere in sicurezza il futuro delle famiglie, con l’introduzione di una serie di misure di tutela. Per questo il mio gruppo consiliare vede importante l’introduzione del quoziente da applicare a tutti i redditi delle famiglie, fino a un ammontare da decidere in Consiglio grande e generale. Si deve poi rispettare la facoltà dei contribuenti di optare per una tassazione su base individuale, purché consentita a entrambi i coniugi. Per noi è uno strumento di maggior equità. Non intendiamo contestare l’impostazione del governo, ma l’introduzione del quoziente andrebbe a sostenere le famiglie più in difficoltà. Abbiamo sentito dal segretario di Stato Valentini che il governo aveva preso in considerazione questa ipotesi poi, fatti i dovuti calcoli, ha optato per una nuova strada. Vorrei precisare che questa, come le altre proposte di legge del Psrs, vuole essere una linea di indirizzo da sviluppare perché dall’opposizione non possiamo avere dati sensibili della contabilità pubblica. Infine, non credo che il fenomeno delle famiglie allargate possa rappresentare un problema per l’applicazione del quoziente”.
San Marino, 4 aprile 2012/01

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