Commissione Finanze 24 luglio 2014

Commissione Finanze 24 luglio 2014


COMUNICATO STAMPA

COMMISSIONE
CONSILIARE PERMANENTE FINANZE, BILANCIO E PROGRAMMAZIONE;
ARTIGIANATO, INDUSTRIA, COMMERCIO
;
TURISMO, SERVIZI, TRASPORTIE TELECOMUNICAZIONI, LAVORO E COOPERAZIONE

GIOVEDI’ 24 LUGLIO

I
lavori della commissione partono dal riferimento del segretario di
Stato per le Finanze, Claudio Felici, sul Programma economico 2015.
Il documento è stato consegnato solo lunedì scorso, per cui si
concorda di rimandare la discussione alla seduta del Consiglio grande
e generale di settembre o a una seduta ad hoc della commissione. Il
segretario di Stato Felici si limita così a una illustrazione del
Programma economico.

Si passa ai comma
successivi: il segretario di Stato risponde alla mozione,
conseguentemente all’interpellanza presentata da Luca Lazzari di Su
sull’ingresso di San Marino in Sepa (Single euro payments area – area
unica dei pagamenti in euro).

Segue
la presentazione del progetto di legge “
Tetto
massimo per le retribuzioni”, promosso dal movimento civico Rete:
al momento dell’esame dell’articolato è stato rigettato l’articolo 1
e quindi

la
votazione del provvedimento è stata interrotta.

Sono
stati affrontati quindi i comma 6 e 7, ovvero i riferimenti del
segretario di Stato per il Turismo e i rapporti con l’Aass, Teodoro
Lonfernini, sui provvedimenti presi a seguito dell’approvazione di
due istanze d’Arengo. Infine, ultimo punto affrontato all’ordine del
giorno, la presentazione del progetto di legge di di Civico 10,
“Politiche fiscali e contributive a sostegno dell’occupazione di
lavoratori iscritti alle liste di avviamento”. L’articolo 1 è
respinto con 8 voti contrari e 5 a favore, non si procede quindi con
l’esame del resto del testo.

Di seguito un
riassunto degli interventi

Riferimento in
merito alla presentazione del Programma economico 2015 da parte del
segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici

Claudio
Felici, segretario di Stato per le Finanze
:
“La segreteria di Stato e il governo affida a questo documento una
rilevanza importante. Un anno fa abbiamo fatto la scelta di
discuterne in sede consiliare. Al di là dei contenuti, c’è la
disponibilità a un passaggio ulteriore in commissione, dato che il
testo è stato consegnato lunedì. E’ intenzione del governo nella
sessione di settembre del Consiglio grande e generale portare
l’assestamento di bilancio. In quella sede potrebbe esserci una
riflessione complessiva.

Nella
prima parte del documento si descrive il contesto economico in cui si
trova la Repubblica. La crescita è ancora tiepida a livello
internazionale e ci sono difficoltà nell’area euro. Lo scenario
sammarinese per il 2014 prevede una crescita economica in base alla
firma degli accordi con l’Italia che danno certezze agli operatori, e
all’uscita dalla black list.
Nel
quinquennio 2008-2012 si è registrata una perdita complessiva del
25,4% del Pil. Il 2012 ha fatto registrare un calo del Pil del 7,5% e
le previsioni stimano un’ulteriore flessione del 4,5% per il 2013.
Secondo le previsioni del Fmi la recessione per il 2014 dovrebbe
attenuarsi, segnando una variazione sempre negativa, pari all’1,0%.
Dunque
c’è un rallentamento della discesa fino all’azzeramento. I primi
dati delle imprese fanno pensare in un inversione di tendenza. Sono
cresciute di 28 unità rispetto al 2013. Il tasso di disoccupazione è
alto ma inferiore alla media europea. C’è una leggera diminuzione,
di 179 unità, da inizio anno.

Il consuntivo 2013,
ancora provvisorio, prevede un disavanzo di 24,3 milioni di euro, in
sede di assestamento era a 33 milioni. Il debito per mutui e
finanziamenti è di 176 milioni, cui aggiungere il debito dei
residui, il totale è di 299 milioni di euro.

Per il bilancio di
previsione 2014 e pluriennali, l’obiettivo prioritario è lo
sviluppo, anche attraverso un nuovo sistema economico. Ci sono alcune
operatività e decisioni che vengono anche dal recente passato e
scelte nuove. Non vengono abbandonate le politiche di contenimento di
disavanzo del bilancio. La riforma fiscale da questo punto ci aiuta,
mentre martedì presenteremo le linee di indirizzo del nuovo modello
di imposte indirette. Puntiamo all’allargamento della base imponibile
non a un inasprimento fiscale.

Dobbiamo mantenere
anche la strutturale riduzione della spesa pubblica. Alcuni contenuti
sono stati realizzati, ma la parte strutturale la stiamo affrontando
ora, in particolare l’impegno sulla razionalizzazione della spesa
nella Pa: accorpamenti e fabbisogno. Sia nei rapporti con il Fmi che
con le agenzie di rating, si parla di razionalizzare la spesa nel
sistema previdenziale e nella sanità. Ho già detto la nostra
posizione: una copertura sociale è un elemento di sovranità che ci
caratterizza, per cui riteniamo sia ancora necessario recuperar
qualcosa sulla fiscalità, sulle spese, per mantenere il welfare così
com’è. La gestione della liquidità è un punto complicato. La
diminuzione al 31 maggio è del 14,45% rispetto allo stesso periodo
del 2013. c’è la necessità di ripristino di una parte delle
riserve. Questo è un elemento centrale. I due elementi principali di
novità, convenzione con Italia e uscita dalla black list, hanno
provocato un’onda positiva. C’è un’attenzione diversa e ci sono già
imprese interessate a investire a San Marino. Ma lo Stato deve fare
da traino per moltiplicare le energie economiche, deve recuperare
risorse per immettere nel mercato nuove finanze per fare partire le
iniziative economiche.

Il
Paese deve ricominciare a costruire opere e infrastrutture, così
stiamo stilando le priorità. Per realizzarle occorre esplorare le
possibilità di un finanziamento, attraverso l’emissione di titoli si
debito pubblico, come per la ricapitalizzazione di Carisp può esser
un’opportunità; c’è poi un ragionamento sui fondi pensione. Il
sistema ha bisogno di risorse fresche. Per cui si pensa anche a un
finanziamento estero. Non erogato dal Fmi o da organismi
sovranazionali. Ma di soggetti interessati a investire sul nostro
Paese, a produrre opere. L’esempio di un’amministrazione che investe
nel Paese con nuove risorse è un esempio concreto per tutti gli
operatori privati che sul Titano si riparte. Questo è il centro del
ragionamento. Quest’anno si parla di un impegno forte per lo
sviluppo, dopo i sacrifici del passato.

C’è in corso il
completamento dell’ordine contabile dello Stato, ci sono interventi
sul sistema bancario e finanziario, l’implementazione della Smac.
Sulla politica estera c’è il percorso verso l’Europa e l’Italia, lo
scambio automatico. Il sistema sta imprimendo molto cambiamenti, il
Paese sta mutando. E’ un momento di passaggio e dobbiamo essere
disposti al confronto e alla condivisione. La discussione di questo
documento può essere un momento di grande responsabilità rispetto
al momento politico che vive il Paese”.

Mozione,
conseguentemente all’interpellanza presentata dal Consigliere Luca
Lazzari di SU, per appurare le ragioni del perdurante mancato
inserimento della Repubblica di San Marino nell’ambito della c.d.
SEPA (single euro payments area – area unica dei pagamenti in euro) e
le intenzioni del Governo in merito.

Claudio
Felici, segretario di Stato per le Finanze:

“Nei fatti la questione posta dall’interpellanza è formalmente
superata, San Marino è a pieno titolo nel sistema Sepa, c’è poco da
dire, senza vincoli multilaterali verso altre giurisdizione. Colgo
l’occasione per illustrare, come è stato oggetto di confronto tra
associazioni dei lavoratori e quelle di categoria, che per mancanze
registrate da parte delle autorità italiane, è capitato che società
di diritto italiano ritenessero che il nostro Paese fosse esterno al
sistema di pagamenti, vedi Sky, e sono state imposte misure che hanno
penalizzato i sammarinesi. Banca d’Italia, su sollecitazione di Bcsm,
ha emesso direttive e circolari che hanno informato le banche
italiane sulla novità e chiesto che qualora si ripetessero
situazioni analoghe facessero opera di conoscenza. E’ stato fatto con
aziende di grandi dimensioni- Sky, Tim- ci potrebbero essere
situazioni meno evidenti su cui vorremmo intervenire in caso di
disfunzioni”.

Progetto
di Legge Tetto massimo per le retribuzioni (Rete)
Articolo
1 è rigettato, con 5 voti a favore e 8 contrari, non si può
procedere all’esame degli articoli seguenti.

Roberto
Ciavatta, Rete: “
Il
progetto di legge è composto di 4 articoli e pone il problema,
affrontato anche in Finanziaria dal governo, del tetto massimo delle
retribuzioni. Il limite introdotto è stato di 180 mila euro, al di
là dei quali c’è una tassazione della parte eccedente superiore, ma
sostanzialmente viene stabilito questo tetto. La nostra proposta è
più radicale, abbiamo dato l’indicazione di un tetto per le
retribuzioni a San Marino di 100 mila euro in aziende pubbliche,
private quali imprese bancarie e finanziarie. In Svizzera, su questo
è stato fatto un referedum.

Da parte nostra c’è
piena disponibilità a discutere sull’intervento e sui soggetti cui
si riferisce. Nella Pa questo tipo di intervento comporterebbe poi
una riduzione significativa delle spese a carico del bilancio dello
Stato. Siamo comunque disponibili a valutare deroghe, per esempio per
la professione medica. Si stabilisce infine che il tetto sia
considerato complessivo delle indennità, premi, etc. Significa che
la norma non è aggirabile”.

Claudio
Felici, segretario di Stato per le Finanze:

“Chiedo un chiarimento, capisco le intenzioni per il pubblico e per
il pubblico allargato, non riesco però a cogliere l’elemento di
discrimine rispetto il privato, perché si identificano infatti
imprese assicurative, bancarie e finanziarie. Mi sfugge la ragione
per cui siano escluse, per esempio, figure dirigenziali di grandi
imprese dell’economia reale. Altra cosa: è chiaro il contenuto
simbolico della cifra stabilita e non parametrabile, ma ragionando
potrebbe essere più logico individuale una figura di riferimento
istituzionale apicale e a scalare da questa”.

Andrea
Belluzzi, Psd: “
Mentre
noi nel 2013 parlavamo di spending review, abbiamo votato un ordine
del giorno che ha orientato il contenimento dei costi nella Pa e che
si è concretizzato anche in una misura di contenimento degli
stipendi. Di fatto, la proposta del referendum Svizzero mi risulta
non sia stata accolta. Il fatto che abbiamo votato un odg e siamo
intervenuti in Finanziaria, significa che ci siamo posti il problema
del contenimento delle retribuzioni. Però credo che passare subito a
una legge come questa, dopo 7 mesi dall’introduzione di quella norma,
sia incoerente. E’ necessario valutare prima con i numeri alla mano
l’impatto ed eventualmente tarare ulteriori provvedimenti rispetto
tetti ad emolumenti. Vorrei portare un contributo che viene dalla
sport. Nel basket si è tentato di introdurre un tetto, negli Usa non
ce l’hanno fatta,in Italia sì. Ma si è arrivati ad una fuga dei
migliori talenti verso altri Paesi. Quindi, pur percependo il bisogno
di contenere spese e di introdurre una moralità sui compensi
elargiti in rapporto alla produttività dell’azienda, credo ciò vada
bilanciato con altri aspetti che sono quelli di evitare la fuga delle
competenze. I limiti vanno parametrati non con termini così
assoluti, possono esistere parametri standard commisurati al
contributo che un manager dà all’azienda e al Paese”.

Andrea
Zafferani, C10
:
“Con un po’ di disponibilità a ragionare si può fare un buon
lavoro. Felici ha posto problemi di ordine specifico. Per esempio
perché non mettere un tetto nelle retribuzioni delle banche, perché
metterne uno rigido piuttosto che uno parametrato? Invece la
maggioranza boccia in partenza il progetto. In una fase di spending
review e sacrifici, ci sono stipendi fuori logica, per cui l’Aula
dovrebbe prendere in considerazione il tetto. Sarebbe un esempio di
morigeratezza e andrebbe tenuto in considerazione. Perché non si
propongono mai emendamenti ai progetti di legge dell’opposizione che
vengono sempre bocciati? Noi condividiamo il principio del tetto
negli enti pubblici e vicini allo Stato. E occorre ragionare anche
per le banche”.

Massimo
Cenci, Ns
:
“In posizioni apicali non sempre spendere meno in stipendi vuol
dire fare il bene dell’azienda. Per competenze alte esiste un
mercato. Il problema è spendere il giusto per le persone giuste. In
passato forse sono state pagate troppo le persone sbagliate. Un
direttore di banca che costa 10 non è uguale a uno che costa 100.
Certo follie non vanno fatte, ma mettere dei paletti di questo tipo
non credo portino ai risultati che vogliamo. Inoltre andrebbero
riparametrati tutti i livelli”.

Tony
Margiotta, Su
:
“Sposo in pieno la filosofia del progetto di legge. Certo le
competenze si pagano, però da noi ci sono persone che prendono
stipendi paragonabili a ruoli di primo piano, strategici a livello
mondiale. Basti pensare allo scandalo dei premi di produzione ai
dirigenti di Bcsm. Siamo in un periodo storico difficile, c’è
necessità di trovare un nuovo sistema economico, il Pil ha perso il
25% negli ultimi anni. Siamo alla deriva, per cui va messa mano alle
spese più pesanti per il bilancio. Tutti devono fare la loro parte.
C’è chi prende 100 o 200 volte di più di uno stipendio normale, ci
vuole equità. Serve un impegno e questa legge ha una direzione
chiara, anche se alcune cose possono essere riviste”.

Rossano
Fabbri, Ps
:
“E’ un ottima base di ragionamento allargata, rispetto alla
situazione della Pa. C’è delusione per gli stipendi esagerati, ma
soprattutto per i doveri di organizzazione e vigilanza. E’ vero che
esiste un mercato delle competenze e occorre avere le persone giuste
che rendono il giusto. Questo progetto di legge è il frutto del
momento. Nei ruoli apicali alcune persone hanno preso molto e dato
molto poco. Gli stipendi in Bcsm gridano vendetta. Occorre
reimpostare il meccanismo degli emolumenti. Un dirigente prende il
doppio di un congressista. Forse c’è qualcuno dietro. Chi ha
maggiori responsabilità deve essere remunerato per il ruolo che ha.
Lo Stato va cambiato e questo progetto di legge è un ottimo spunto
di riflessione. Serve coraggio per cambiare”.

Roberto Ciavatta,
Replica:
“Questo progetto di legge ha come intenzione primaria
di imporre la discussione sulla necessità di intervenire per mettere
un tetto sugli stipendi a partire da Pa e Enti allargati. Rispondo
innanzitutto al commissario Cenci, io la vedo in questo modo, in
realtà i dati sociologici dicono il contrario rispetto quanto
sostenuto. I manager più pagati erano quelli delle grandi banche che
hanno portato alla crisi finanziaria ed economica globale. C’è una
forbice sempre più larga tra figure apicali e livelli base. Da un
punto di vista teorico condivido il pensiero di Cenci, ma da quello
pratico no. Anzi, alla fine, i danni dei manager li paga lo Stato e
quindi tutti i lavoratori. A San Marino si interviene con tasse, come
la patrimoniale, e riforme che dimezzano lo stipendio d’ingresso.
Stiamo introducendo la figura del lavoratore povero anche a San
Marino. Nel 2013 il governo ha dato premi ai dirigenti pubblici e nel
2014 Banca centrale premi di produzione da 300 mila euro, questo
mentre all’altra parte della cittadinanza si chiedono sacrifici.
Forse c’è qualcosa che non va. Da parte nostra ribadisco la piena
disponibilità a introdurre un parametro di scala piuttosto che un
tetto fisso. La domanda posta dal segretario mi sembra retorica, non
ho in mano emendamenti e sto rispondendo a vuoto, perché la proposta
di legge verrà bocciata, ma ci piace poter discutere di cose
importanti. E’ vero che a novembre la Svizzera ha detto no al tetto
degli stipendi, ma ha detto sì a quelli dei bonus. Perché allargare
a assicurazioni, banche e finanziarie? Ribadisco che c’è piena
disponibilità a emendare e tirare una riga sopra, c’è provocazione
da parte nostra per il senso di frustrazione rispetto certi
emolumenti. Dobbiamo riconoscere che in questo Paese sono poche le
aziende finanziarie che vivono per i meriti dei loro manager, allora
forse uno Stato piccolo dovrebbe porre alle attività finanziarie il
problema. Sarebbe stato apprezzabile, a conclusione di questo
dibattito, visto che il progetto verrà rigettato, che la maggioranza
avesse presentato un ordine del giorno per impegnare il governo a
intervenire sul tetto degli stipendi”.

Riferimento
sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza
d’Arengo per l’uso, al fine di idratazione – da parte di mense
e uffici pubblici prima e poi da parte delle scuole e infine anche in
ambienti domestici e privati – di acqua corrente tramite l’ausilio
di depuratori, colonnine erogatrici, fontanelle, ecc. o, in
alternativa, perché sia introdotta l’alternativa a “km zero”
in modo che il consumatore possa scegliere consapevolmente quale
acqua acquistare o consumare (istanza n.14 del 6 ottobre 2013)

Teodoro
Lonfernini, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass
:
“L’Aass ha avviato una importante campagna di comunicazione in
merito. Sono previsti incentivi per la riduzione dei rifiuti e la
progressiva eliminazione delle bottigliette dagli uffici pubblici,
con l’uso di caraffe nelle segreterie di Stato. Anche nelle mense dal
prossimo anno, attraverso una modalità progressiva di eliminazione
delle bottigliette in plastica. La segreteria di Stato ha inviato una
nota scritta alla direzione della funzione pubblica per
sensibilizzare tutti i dipendenti, favorendo la diminuzione di
rifiuti plastici. Con la Camst è stata effettuata una
sperimentazione nella mensa di Città con un erogatore d’acqua per
scegliere tra bottiglia di plastica e acqua in bicchiere. Avremo così
uno storico per rendere operativa l’azione”.

Riferimento,
ai sensi dell’articolo 7, sui provvedimenti adottati a seguito
dell’approvazione dell’istanza d’Arengo per l’installazione
di un sistema di illuminazione adeguata nel tratto stradale di Cà
Valentino (Falciano), anche ricorrendo all’utilizzo di lampade a
led (istanza n.29 del 6 ottobre 2013)

Teodoro
Lonfernini, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass
:
“E’ stato inviato all’ufficio giunte un preventivo di oltre 6mila
euro per lampade a vapore di sodio in via Ca’ Valentino. La spesa è
in corso di autorizzazione. E’ stato predisposto un progetto anche
per l’illuminazione della rotatoria per 52 mila euro. I riferimenti
possono essere riscontrati nella documentazione della mia segreteria
di Stato all’Azienda per i servizi pubblici”.

Roberto
Ciavatta, Rete
:
“Lampade a vapore di sodio? Cosa sono? Sui preventivi: 6mila euro
per via Ca’ Valentino e 52mila per la rotonda? Come mai questa
differenza?”.

Teodoro
Lonfernini, segretario di Stato per i rapporti con l’Aass, replica
:
“Anche la mia competenza è limitata. Non so quale funzionalità
maggiore hanno, l’Azienda valuta su tutti gli impianti di
illuminazione pubblica per una maggiore efficienza e un maggiore
risparmio vari tipi di lampade. Credo che quelle a vapore di sodio
consentano un risparmio maggiore. La rotatoria ha un intervento non
solo per le lampade ma per un grande impianto”.

Progetto
di legge “Politiche fiscali e contributive a sostegno
dell’occupazione di lavoratori iscritti alle liste di avviamento”,
presentato da C10
.
L’articolo 1 è respinto con 8 voti contrari e 5 a favore, non si
procede con il resto del testo.

Andrea
Zafferani, C10
:
“Il progetto è volto a favorire occupazione interna rispetto ai
frontalieri, tema molto sentito visto il largo numero di risorse
residenti disoccupate e di richieste di lavoratori frontalieri giunte
in commissione Lavoro, non sempre giustificate. Lo sappiamo tutti,
capitano richieste molto dettagliate cui non corrispondono livelli di
assunzione consoni, a dimostrazione di come siano solo un modo per
eludere la legge ed assumere frontalieri in luogo dei sammarinesi
iscritti alla liste. La nostra legge punta sul sistema dei divieti,
non si può assumere se c’è disponibilità interna per quelle
mansioni, non si può assumere più del 50% di frontalieri però poi
c’è possibilità di deroga decisa dalla Commissione per il Lavoro,
dove in maggioranza ci sono sindacati e associazione dei datori di
lavoro che concordano sull’assunzione di frontalieri. E’ un sistema
che non funziona più perché si trova il modo di eludere i divieti.

A fronte
di un divieto normativo, esiste una situazione di fatto per cui il
lavoratore residente costa di più e questo porta a cercare una
serie di possibilità per assumere non residenti. Il meccanismo di
divieto/obbligo non sta più funzionando in questa situazione di
crisi e andrebbe superato ribaltando il concetto, dicendo cioè che
il meccanismo viene a cadere, dando alle aziende la possibilità di
assumere il lavoratore che ritengono adeguato, guadagnando in
velocità, efficacia e professionalità, a fronte dell’eliminazione
del divieto si ribalta il costo, rendendo più vantaggiosa
l’assunzione di sammarinesi e residenti attraverso l’introduzione di
incentivi fiscali per interni e disincentivi contributivi per i
frontalieri.

Si
dovrebbe così giungere a un mercato più dinamico e fare in modo che
le aziende stesse abbiano interesse e vantaggio ad assumere residenti
e così dovrebbe venire meno la ricerca di scappatoie per assumere
frontalieri. Se poi davvero le risorse necessarie non sono interne,
le aziende saranno disposte a costi maggiori. Si ribalterebbe il
concetto, è conveniente per l’azienda assumere sammarinesi e
residenti. La legge per lo Sviluppo 2013 ha già compiuto una scelta
in questa direzione, solo sul fronte degli incentivi e non sui
disincentivi, rispetto agli incrementi occupazionali, mira a premiare
le aziende che assumono sammarinesi e residenti. Noi con il progetto
non parliamo di incrementi, ma anche solo di numero di assunzioni
interne. Non pensiamo questa norma sia in contrasto con la libera
circolazione dei lavoratori prevista dall’Ue, è il contrario, si
eliminano i divieti, è solo una questione di costi contributivi, ma
non c’è discriminazione contrattuale e retributiva. Non pensiamo
comunque che su questo tema non si debbano poi chiedere deroghe nel
negoziato con l’Ue, qualche deroga la dobbiamo avere su questo
fronte”.

Roberto
Ciavatta, Rete:

“Sdrammatizzo dicendo che mi auguro si arrivi all’articolo 2 perché
abbiamo un emendamento. Sul progetto di legge, ribaltare la logica
dai divieti agli incentivi credo sia la strada da percorrere. Abbiamo
visto cosa ha condotto l’imposizione di un obbligo, quello
dell’apertura serale dei negozi. Interesse collettivo, dello Stato, è
fare in modo che sia interesse del datore di lavoro assumere un
sammarinese. Altro interesse degli imprenditori e potenziali
investitori è la semplificazione normativa e burocratica”.

Andrea
Belluzzi, Psd:

“Un progetto di legge deve comunque essere preso in considerazione
sia che lo si condivida o meno. E’ un momento di emergenza e il
provvedimento presentato deve comunque inserirsi in un contesto di
interventi già presi, come la legge che prevedeva incentivi forti
per gli iscritti alle liste di collocamento e la legge sullo
sviluppo. In un quadro di stabilità vedrei questa normativa con
attenzione, in un momento di emergenza, con interventi già fatti,
pongo i miei dubbi. Noi oggi dobbiamo contrastare il fatto che molte
aziende richiedono lavoratori non residenti, questo il principio
della legge. Ma visto gli incentivi già esistenti, forse si deve
analizzare meglio il problema. Forse si deve adeguare meglio la
formazione del lavoratore sammarinese, se non corrisponde
all’esigenza dell’azienda, il migliore incentivo dovrebbe essere
quello di rendere vantaggioso non economicamente, ma renderlo
appetibile all’impresa che decide di nascere a San Marino. Elemento
di competitività dovrebbe essere che la forza lavoro sammarinese sia
più appetibile di quella vicina, il miglior investimento dovrebbe
essere questo. Poi con il negoziato con l’Ue verranno fuori i limiti
su assunzioni, ma non sulla formazione. Superata l’emergenza, certe
riflessioni si possono fare, ma inserirle in un quadro di incentivi
già avviato, mi fa sorgere dubbi e il mio voto sarà per questo
negativo al progetto”.

Rossano
Fabbri, Ps:

“Do atto ai proponenti di aver individuato la direzione giusta per
inquadrare la collocazione dei lavoratori. I promotori si pongono il
problema di incentivare il datore di lavoro a reperire risorse e
manovalanza interna, senza però che ci siano paletti e problematiche
che costringano il ricorso a escamotage. Bisogna prendere atto che
l’evoluzione del mercato moderno impedisce che sia lo Stato a dire
quale sia l’esigenza interna, dobbiamo scegliere la politica degli
incentivi come hanno fatto altri. Questo progetto di legge
meriterebbe un confronto a tutto tondo, anche in Consiglio grande e
generale. Non si può certo solo pretendere dallo Stato, serve lavoro
di squadra anche da parte dei lavoratori che devono fare uno sforzo
per ricollocarsi e capire che mamma-Stato non arriva ovunque.
Dichiaro il mio voto favore al progetto di legge”.

Tony
Margiotta, Su:
“I
frontalieri hanno contribuito per anni alla crescita del mondo
produttivo e alla macchina economica del nostro territorio. In linea
di principio però comprendo questo progetto di legge perché il
momento storico è particolare e abbiamo più di 1.500 sammarinesi
che si trovano senza lavoro. Ci sono già regole per assumere chi non
è iscritto alle liste di collocamento, ma è vero, sono regole cui
si ricorre spesso per assumere personale non legato alla mansione
richiesta. I controlli funzionavano relativamente. Credo che non si
debba diversificare i lavoratori, ma in questo momento storico, vista
la situazione di crisi, può essere inserito questo principio di
incentivazione. Per questo darò voto favorevole”.

Massimo
Cenci, Ns:
“Tutti
siamo d’accordo che a parità di competenze debba esserci un canale
privilegiato per l’occupazione sammarinese, ci mancherebbe altro. Ma
non mi piace sia fatta passare che ogni assunzione di un frontaliere
sia fatta per scavalcare un residente. Il più delle volte non ci
sono le qualifiche, così come concordo che i nostri lavoratori
debbano fare un percorso di adeguamento a un mondo del lavoro che sta
cambiando. Questa legge è stata presentata diverso tempo fa e nel
frattempo sono state prese diverse iniziative, da riforma fiscale a
legge sullo sviluppo, con cui si è intervenuti sull’occupazione.
Quando faremo il punto degli effetti di queste leggi si compierà la
dovuta riflessione anche su ulteriori incentivi”.

Iro
Belluzzi, segretario di Stato per il Lavoro
:
“Si condivide la preoccupazione sulla possibilità di collocamento
di lavoratori residenti a San Marino, ma mi rendo conto come questo
progetto si vada ad inserire su una serie di provvedimenti già
approvati e sul fatto che c’è una legge sviluppo che utilizza lo
stesso strumento di abbattimenti fiscali, c’è poi una legge
incentivi che agisce a livello contributivo per agevolare assunzione
di sammarinesi mai occupati o in mobilità. Credo sia necessario un
tempo minimo, anche di un anno, per poter vedere i risultati di
questi provvedimenti. Nel momento in cui si andrà a fare questa
verifica, anche quanto indicato nel progetto di legge credo possa
essere preso a spunto. Il sistema economico non può però
penalizzare le aziende che in fase iniziale necessitano di figure non
reperibili a San Marino”.

Andrea
Zafferani, C10, replica:
“Il
progetto di legge è stato presentato mesi fa e oggi dite che c’è
disponibilità al confronto, ma mi sembra che non l’abbiate avuta.
Nei fatti condivisione non c’è.

Non
vogliamo sfavorire le aziende che hanno necessità di lavoratori non
residenti tanto che eliminiamo il divieto di assumerli, c’è solo, a
fronte della libertà concessa, il disincentivo. C’è anche una norma
di salvaguardia, che consente assunzione senza disincentivo, perché
siamo consapevoli di aziende che vogliono affacciarsi alla nostra
realtà, a volte bisogna avere solo la voglia di leggere. Rispetto
alle novità della legge sviluppo e della legge sugli incentivi: la
prima prevede incentivi per gli incrementi occupazionali, la nostra
anche per la sostituzione, guarda al numero di lavoratori
sammarinesi. Oggi non tutte le aziende sono in grado di fare
incrementi. Preferisco invece stendere un velo pietoso sulla legge
sugli incentivi”.

San Marino, 24
LUGLIO 2014/01

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