Conferenza Psd: al governo degli irresponsabili

Conferenza Psd: al governo degli irresponsabili

“Fermiamoli prima che sia troppo
tardi”. È un accorato appello quello che lancia il Partito dei
socialisti e dei democratici al termine della seduta segreta del
Consiglio grande e generale, culminata con l’accettazione a
maggioranza delle dimissioni dei vertici di Banca centrale. Un
appello lanciato ai colleghi di opposizione, ma anche agli
esponenti della maggioranza che cominciano a dare segno di
insoddisfazione. Cosi’ come ai cittadini sammarinesi.

Dunque, il Consiglio grande e generale a porte chiuse sulle
dimissioni del presidente, Biagio Bossone, e del direttore
generale, Luca Papi, di Bcsm, potrebbe lasciare il segno sulla
politica sammarinese. E se non sull’intera maggioranza, dato che
secondo il partito “le elezioni non sono la soluzione ideale data
la confusione politica”, almeno sui fantomatici segretari di
Stato “alfa” e “beta”, che, secondo le spiegazioni dei due
dimissionari, avrebbero esercitato pressioni vuoi per influenzare
un’indagine, vuoi per impedire una liquidazione, o in generale
per limitare l’autonomia dell’organo di vigilanza. “Bossone e
Papi- analizza con la stampa il consigliere Fiorenzo Stolfi-
hanno messo tutto nero su bianco e nonostante i nomi siano in
codice ci sono tutti gli elementi per saper chi sono alfa e beta,
cosi’ come le aziende coinvolte”. Cio’ che interessa pero’ sono
proprio i nomi dei due politici: “Il Consiglio deve sapere”.
Stolfi non si sbilancia su beta, ma “non credo ci siano dubbi-
aggiunge- che alfa sia il segretario di Stato per le Finanze”.
Sia come sia, rimarca, “questa tre giorni di Consiglio ci
consegna una situazione politica confusa e aggravata. Siamo molto
preoccupati perche’ questo governo non e’ all’altezza e si infila
in scelte che peggiorano la situazione”. Creando pericolosi
effetti all’esterno. Lo dimostrano le reazioni di Banca d’Italia
e del Fondo monetario internazionale.

L’esecutivo, prosegue nel suo
attacco l’esponente Stolfi, prima ha chiesto approfondimenti
sulle accuse dei vertici di Bcsm e poi li ha secretati per il
tribunale: “Un modo abile per mantenere tutto sotto segreto, ma
il gioco delle tre carte non funziona e anche nel Consiglio della
prossima settimana insisteremo per conoscere i comportamenti non
corretti dei segretari di Stato”. Sembra quasi, sottolinea
l’esponente del Psd, che il governo abbia cambiato strategia:
“Prima una assoluta sottomissione all’Italia, mentre oggi le
dichiara guerra”. Evidentemente “si doveva accontentare qualcuno
ma non si sono valutate le conseguenze”.
“Maggioranza e governo sono trincerati dietro il silenzio piu’
assoluto”, rincara la dose il presidente del partito, Denise
Bronzetti, segnalando comunque che dai banchi del Patto per San
Marino cominciano ad alzarsi degli strali di tempesta.
D’altronde, spiega, “si corre un grave rischio per la democrazia:
si opera per fini personalistici, senza dire niente al Consiglio
grande e generale, mettendo in difficolta’ i rapporti con
l’Italia e l’esterno in generale”. Purtroppo, sottolinea amaro il
presidente, “non c’e’ via d’uscita finche’ questa maggioranza non
prende coscienza di dove sta traghettando il Paese e non rimuove
l’ostacolo alla risoluzione di tutti i problemi, il segretario di
Stato per le Finanze Gabriele Gatti”.
Insomma, stigmatizza il consigliere Stefano Macina, “il Paese
naviga a vista, non si pensa agli effetti di certe scelte, ma
solo agli interessi di bottega”. E l’effetto sara’ quello di
“riposizionare su San Marino la lente degli organismi
internazionali: presto ci saranno sorprese”. D’altronde,
aggiunge, “le violazioni sono state tante”, non solo quelle
segnalate da Bossone e Papi. “Siamo di fronte a una deriva
autoritaria e solo un an-al-fa-beta- ricorre all’ironia il
segretario del partito Gerardo Giovagnoli- non se ne
accorgerebbe”. Invece qualcuno nella maggioranza da’ segni di
risveglio, su tutti Alleanza popolare, con il suo richiamo al
rinnovamento, e gli Europopolari con le loro critiche proprio
alla politica economica di Gatti. Il Psd, conclude Giovagnoli,
vuole fare la sua parte con responsabilita’, negli interessi del
Paese, per fermare questo esecutivo e la sua “escalation di
conflitti”.

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