MAFIE. CRIMINAL MINDS, CASALI-MORRI: “COMMISSIONE INCHIESTA”
“RISULTATI IN CONSIGLIO PARZIALI, CHIAREZZA SU INTERO SISTEMA”
Per capire come stanno veramente le
cose sul Titano, rispetto alle infiltrazioni mafiose, non basta
una commissione d’inchiesta. Buttano legna sul fuoco, Augusto
Casali, del Ps, e Romeo Morri, dei Moderati, i due fautori della
crisi di governo. Alla vigilia del Consiglio grande e generale
dedicato quasi interamente alla relazione finale della
commissione chiamata a investigare i rapporti tra politica e
malaffare, incontrando la stampa, rispolverano infatti un’altra
vicenda, indicandola come vera chiave di volta per comprendere
fino a che punto San Marino e’ inguaiata. “La vicenda Criminal
minds- sostegono- tra le diverse indagini che hanno interessato
San Marino, e’ una cartina tornasole per comprendere la portata
dei fatti che hanno coinvolto la nostra Repubblica”.
Quindi, “per quanto i risultati della commissione consiliare
antimafia possano essere interessanti- manda a dire l’ex
segretario di Stato per la Giustizia- secondo noi possono essere
solo parziali”. E quindi troppo limitati “ad aspetti specifici
dell’inchiesta Staffa-Fincapital”. Casali ricorda invece “che
dopo quegli avvenimenti, si sono aperte altre indagini importanti
di cui stranamente non ne parla piu’ nessuno”. L’ex Guardasigilli
torna a battere il chiodo sull’inchiesta della Guardia di finanza
di Rimini, che ha portato, nel maggio scorso, prima in carcere e
poi agli arresti domiciliari Marco Bianchini, l’ex patron della
Bi Holding, il gruppo cui fa parte Karnak.
E lancia un’appello: “Le forze che si presenteranno alle
elezioni- manda a dire- si impegnino affinche’ il nuovo Consiglio
grande e generale istituisca una commissione di inchiesta che
lavori senza reticenze su Criminal minds”.
Perche’ “solo componendo il puzzle
in tutte le sue parti si puo’ spiegare meglio la situazione del
sistema esistente a San Marino”, e prendere cosi’ le dovute
precauzioni. Intanto, molti interrogativi restano e molti
riguardano l’affidabilita’ delle forze dell’ordine e della stessa
magistratura. “Al di la’ delle responsabilita’ giudiziarie e
penali, che saranno definite nei tribunali- spiega- pensiamo che
la politica abbia il dovere di capire alcuni fenonemi: perche’ e’
stata possibile la penetrazione mafiosa e perche’ ci sono state
fughe di notizie devastanti per il rapporto con l’Italia e che
hanno concorso a un declino preoccupante per il Paese”. In
dettaglio, Casali elenca cinque domande cui occorrerebbe dare
risposta.
“Per quale motivo- e’ il primo interrogativo del socialista-
non si e’ mai saputo nulla in congresso di Stato su un appunto
che denunciava l’aumento della criminalita’ organizzata a San
Marino, consegnato nell’ottobre 2008, poco prima della nomina in
Consiglio e quindi dell’insediamento del nuovo governo, da un
gendarme graduato a due segretari di Stato?”.
E ancora: “Perche’ nulla si e’ saputo di un esposto presentato
a un segretario di Stato da un’altro gendarme graduato, nel 2009,
dove, per fatti personali, si osserva che la Gendarmeia e’ un
luogo in cui si compiono illegalita’?” La terza domanda riguarda
gli sviluppi di “un’indagine aperta sulle intercettazioni fatte a
un membro del congresso di Stato”. Dopo due anni dall’apertura
del fascicolo, “e’ importante arrivare alla conclusione- sostiene
Casali- per sapere se ci sono settori deviati nelle forze di
polizia”.
Il quarto interrogativo riguarda la
riapertura di un’istruttoria del febbraio scorso, a seguito
dell’indagine Criminal minds, per accertarsi le ragioni per cui
il tribunale e la gendarmeria hanno smesso di fare indagini. “Il
Tribunale ha avviato una procedura di sindacato nei confronti di
un magistrato- osserva Casali- ma in Gendarmeria sono tutti al
loro posto, compreso quelli indagati in questa vicenda”.
Infine, “per quale motivo non si e’ provveduto a sostituire i tre
comandanti delle forze dell’ordine- chiede da ultimo l’ex
Guardasigilli- come indicato da diversi mesi dal governo?” .
Insomma, solo una ulteriore commissione d’inchiesta potrebbe
rispondere a tutte queste domande. E questa volta, a quanto pare,
nel mirino non finirebbero unicamente i politici. “Il fatto che i
gendarmi non sono andati in tribunale a presentare esposti-
azzarda infatti Casali- puo’ significare che non c’e’ fiducia”,
ne’ nel loro corpo, ne’ nella magistratura sammarinese.
ELEZIONI. MORRI (MOD): “NON SO ANCORA SE MI CANDIDERO'”
“IO VITTIMA DI MANDANTI O PUPARI. SITUAZIONE INSOSTENIBILE”
Prima la diffamazione, poi gli
insulti sul web, quindi uno “scherzetto” molto pesante, per
fortuna sventato, infine gli inviti a non oltrepassare il confine
per la sua sicurezza. Romeo Morri, ex segretario di Stato alla
Cultura del Titano, e’ oggi un uomo molto provato da vicende che
hanno minato la sua salute e la sicurezza della sua famiglia. E
anche per questo, al momento, la sua candidatura per l’11
novembre e’ incerta. In un incontro con la stampa, Morri rivela
cosi’ che, tra le motivazioni del suo strappo con il Patto, non
ci sono solo ragioni politiche. “Ho vissuto una situazione
inaccettabile e insostenibile- spiega- per cui mi sono dimesso e
non so ancora se mi ricandidero'”.
Poco prima ha parlato a lungo il “collega” Augusto Casali,
leader del Partito socialista, con cui ha staccato la spina
all’esecutivo. Al centro del suo riferimento le infiltrazioni
mafiose sul Titano e gli interrogativi tuttora irrisolti che
riguardano molte vicende. “Il file rouge che lega tutte queste
situazioni mi fa paura- ammette sul primo timidamente Morri-
perche’ ha preso per certi versi la mia persona”.
Il fondatore dei Moderati e’ un
fiume in piena: “L’altro ieri mi e’ arrivata comunicazione dal
Tribunale di San Marino- rivela- il 2 ottobre sono richiamato per
parlare di una vicenda del 2 giugno 2011”. Morri si riferisce a
un articolo apparso su un quotidiano sammarinese secondo cui l’ex
ministro sarebbe stato fermato al volante dopo qualche bicchiere
di troppo. All’indomani, lo stesso giornale si era rimangiato
tutto e gli aveva chiesto scusa Per poi tornare all’attacco
qualche giorno dopo, “arrivando a dire- prosegue Morri- che la
faccenda e’ stata sistemata da Riccio”, l’ormai ex coordinatore
delle forze di polizia”. Il tutto ha avuto “gravi conseguenze per
la mia persona e per i miei familiari- confida- sono stato deriso
sul web, e’ stata una barbarie”.
Ma era solo l’inizio, perche’ “nel dicembre 2011- continua
Morri- in doveva essermi fatto uno scherzetto, una delle auto
della mia famiglia avrebbero messo mezzo chilo di cocaina”. Lo
“scherzo” e’ stato sventato, ma “c’e’ un procedimento penale
aperto dalla procura di Rimini- spiega il leader dei Moderati-
che va avanti, con indagini e interrogatori”. E lo stesso,
venutone a conoscenza, ha presentato un esposto al Tribunale di
San Marino.
I problemi non sono finiti perche’
solo qualche mese fa, all’orecchio dell’allora segretario
“qualche espondente delle forze dell’ordine” gli ha suggerito di
rimanere entro i confini. A corrollario di tutto questo, non
manca “una buona documentazione di lettere anonime”. Morri non
entra nei dettagli, “perche’ ci sono dei procedimenti aperti”. E’
chiaro che “dietro a tutte queste cose- si dice sicuro- ci sono
mandanti o pupari”. Perche’ “la cattiveria politica- conclude-
non puo’ arrivare a questi livelli”.