Contro il gioco di Tito Masi, il centrosinistra cala il suo poker di Governo sul tavolo. I segretari di Stato Pier Marino Mularoni, Stefano Macina, Fiorenzo Stolfi e Ivan Foschi hanno risposto oggi alle critiche rivolte ieri dal candidato di Alleanza popolare sulla gestione dei rapporti con l’Italia. Un coro che denuncia: “L’atteggiamento di Masi denota uno scarso senso dello Stato”. E poi i quattro segretari ne hanno illustrato i motivi.
In apertura, Stolfi evidenzia quanto “Masi faccia confusione fra il tema dei rapporti con Roma e quello del sistema bancario”.
L’Italia, infatti, “alla luce delle nuove normative, sta rivedendo i propri rapporti sugli istituti finanziari con tutti i Paesi, compresi quelli dell’Unione europea, non solo con noi.
Inutile- prosegue il segretario agli Esteri- fare allarmismo”. La diffusione del contenuto di un documento riservato fatta ieri da Masi “e’ stata una scorrettezza. Trascinare inoltre la vicenda delle banche in campagna elettorale getta l’ombra sull’immagine all’estero della Repubblica. E’ un atto di irresponsabilità”.
Quindi un bilancio sull’incontro della Commissione mista che lunedì a Roma ha discusso di temi finanziari. “E’ stato un incontro importante e costruttivo, anche se non risolutivo”.
Macina, di seguito, torna su Masi: “La lettera sventolata da Masi mette in luce la disomogeneità fra i sistemi di San Marino e Italia e solleva la necessità di nuovi interventi. Non e’ una sfiducia”. Il segretario alle Finanze giudica “utile l’incontro della Commissione mista, per chiarire quali sono i problemi attuali e le questioni da portare avanti”.
Il titolare del dicastero al Lavoro, Mularoni, solleva perplessità su Alleanza popolare: “Entrò al Governo e in virtù dell’appoggio italiano di Prodi e Rutelli disse di poter risolvere la questione dei rapporti con l’Italia. Oggi, invece, e’ filoberlusconiana”. Da Mularoni anche un commento sul risultato delle presidenziali statunitensi: “Nessun candidato ha strumentalizzato la crisi economica in campagna come Masi fa a San Marino con le banche. Noi- continua- ci riconosciamo nella maggiore equità sociale del progetto di Obama. Crediamo nello sviluppo economico per migliorare lo stato sociale e non per far arricchire qualcuno in particolare”.
Conclude Foschi, ministro alla Giustizia, che denuncia: “Problemi nei rapporti con l’Italia sono stati anche causa di politici che nel 2006, esclusi dal Governo, davano fuori confine l’immagine di un Paese in preda a tangentisti e pirati della finanza”. Anche in questo caso, una critica alla mancanza di “senso dello Stato”. Foschi, parlando di Europa, assicura poi che “se ci saranno accordi con l’Ue i cittadini saranno chiamati a condividere le scelte tramite referendum”.
Agenzia di stampa DIRE