Conferita la cittadinanza onoraria a Mons. Luigi Negri

Conferita la cittadinanza onoraria a Mons. Luigi Negri

Diocesi di San Marino-Montefeltro
Ufficio Stampa e Comunicazioni Sociali
Via Seminario, 5- 47864 Pennabilli (RN)
Mons. Luigi Negri ha ricevuto ieri mattina, nel Teatro Vittorio di Pennabilli, la Cittadinanza onoraria nel corso di un Consiglio comunale convocato in forma straordinaria. Il Sindaco Lorenzo Valenti, in apertura, ha illustrato i motivi che hanno portato all’atto di conferimento dell’onorificenza: “La cittadinanza onoraria, anche se di una piccola cittadina come Pennabilli, ha esordito Valenti, attribuita  ad una personalità come il nostro Vescovo Mons. Luigi Negri porta con sé tanti significati. Ovviamente  quello di onorare una personalità a cui il nostro Comune deve molto, ma anche legare il Suo nome al nostro paese per sempre. Per altro verso, attribuendo la cittadinanza onoraria al nostro Vescovo, personalità notissima nell’ambito nazionale, l’istituzione comunale onora se stessa. E quindi le congratulazioni sono reciproche”.
E, ha continuato il Sindaco Valenti, “Quando nel maggio del 2005 Mons. Luigi Negri fece l’ingresso nella nostra Chiesa capimmo immediatamente che ci trovavamo di fronte ad una persona di profonda cultura, con una grande capacità di rapportarsi soprattutto con i giovani e nell’ambito universitario. Forse troppo per la nostra piccola chiesa di frontiera e per gli angusti spazi della nostra vita civile.
Eccellenza, la nostra cittadinanza onoraria sia ricordo perenne di tutto questo. In questi anni passati insieme, il Suo richiamo ai valori cristiani è stato forte, incessante. Questo richiamo non è da intendere solo rivolto alla comunità ecclesiale ma, anche, alla società civile e politica.
Esso va considerato come la prima delle voci nella ricerca di quel bene comune che è sintesi della dialettica caratterizzante una comunità tutto sommato complessa come la nostra”. Così ha concluso il suo intervento il primo cittadino di Pennabilli:
“La democrazia non è facile o silenziosa; ma è su questo percorso accidentato che una comunità trova il senso del proprio cammino.
E speriamo che il nostro cammino insieme sia ancora lungo”.
Mons. Negri, prendendo la parola, ha esordito:
“sono arrivato qui, sette anni fa, avendo dentro il cuore un movimento,  il movimento del grande rinnovamento conciliare e del grande insegnamento di Giovanni Paolo II da portare in una Diocesi antichissima e veramente fedele alla tradizione cristiana. L’alternativa era quella che segnalò, con molta acutezza, il Card. Carlo Maria Martini ai suoi parroci in una delle sue prime lettere pastorali- io non ero parroco ma tutti noi abbiamo letto questa lettera: l’alternativa che avete davanti ogni giorno è o amministrare l’esistente o rinnovare l’esperienza della comunione e della missione. E questa io credo sia la grande sfida di ogni pastore, a tutti i livelli”.
Poi il Vescovo Negri ha continuato : “La Chiesa non ha progetti socio-politici, la Chiesa ha una missione da vivere e vivendo questa missione i laici  educati cristianamente danno il loro contributo significativo, creativo alla vita della società. Non ho potuto che scegliere, ovviamente, questa direzione: il rinnovarsi di una grande tradizione segnata anch’essa, come ha ricordato il Santo Padre nell’Omelia di Serravalle,  da certe debolezze, da una fede concepita da secoli come ricchezza e poi in qualche  modo archiviata e sostituita da atteggiamenti ideologici, scientifici, tecnologici che hanno significato anche la debolezza di questa società. Rinnovare la tradizione nel presente perché il popolo cristiano avesse ancora la consapevolezza di essere un fattore vivo di Chiesa nella società”.
Mons. Negri ha così concluso “Ringrazio la Diocesi che mi ha seguito al di là delle mie capacità, anche quando non era facile capire quello che io dicevo o volevo. Ringrazio tutte le autorità e le istituzioni perché c’è stata, nella chiarezza dei compiti e delle responsabilità, una grande stima e una grande intesa per il bene insieme della Chiesa e della società. E’ stato richiamato il vescovo milanese (Mons. Sormani  ndr) che mi ha preceduto, tanti secoli fa,   su questa cattedra, il confronto con il quale mi atterrisce perché vale l’osservazione medievale che noi siamo come i nani sulle spalle dei giganti. Veniva da Milano, veniva da una grandissima famiglia, quella dei Sormani, mentre io ho  vissuto, fino alla laurea, in una casa di ringhiera, ma certamente in una cosa siamo simili: nel tentativo di rinnovare la tradizione. Lui era premuto dalla grande esperienza conciliare tridentina di cui era stato  l’ultimo Segretario generale;  quindi divenne per lui l’opera della sua vita, arrivato nel Montefeltro, attuare il Concilio. Per me la responsabilità non è quella di attuare il Concilio ma consentire a questo popolo di vivere tutta   la ricchezza del cammino che la Chiesa ha fatto attraverso il suo Magistero, il Magistero del Papa. Era, come tutti i milanesi, anche un po’ ironico, il nostro Sormani, lui, anche lui soprattutto, era venuto provvisoriamente( ……) se ne rimase una ventina d’anni e dedicò totalmente le sue forze morali ed intellettuali a questa Diocesi, fino al punto che poi si perse anche il suo corpo.
Spero che quest’ultima cosa non accada anche a me” ha concluso a sua volta ironicamente il neo Cittadino onorario  di Pennabilli, Mons. Negri.
All’evento hanno presenziato autorità civili e militari, il nuovo Prefetto di Rimini Dott. Claudio Palomba, numerosi Sindaci del territorio diocesano, una rappresentanza scolastica,  le associazioni culturali e storico-artistiche di Pennabilli e numerosi cittadini.
Il Capo Ufficio Stampa

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy