“E’ stato doveroso venire qui oggi. E’ giusto che chi ha lavorato e raccolto risorse possa capire come stanno andando le cose. Il vostro è un grandissimo gesto… E’ bello vedere che, nonostante i riflettori mediatici si siano spenti, le persone continuano a lavorare in silenzio, senza fermarsi e senza dimenticarci”.
Così il Sindaco del comune di Camposanto, Antonella Baldini, nel ringraziare il Presidente della Croce Rossa Sammarinese, Raimondo Fattori, che unitamente ai membri del Direttivo dell’Associazione e alla presenza di Rappresentanti delle Segreterie di Stato agli Esteri e alla Sanità ha consegnato questa mattina, a Palazzo Begni, un assegno di 25.000 € al Primo Cittadino del paese della provincia modenese, paese colpito un anno e mezzo fa dal terremoto. La somma devoluta, “con umana comprensione e condivisione e con la certezza di un corretto utilizzo”, ha affermato Fattori, è un gesto di solidarietà che riconosce nella piccola comunità del modenese un esempio di laboriosità e spirito di sacrificio anche per il nostro Paese.
In quel maggio del 2012 la terra, in 20 interminabili secondi di scosse, ha lasciato un segno profondo: 27 le persone che oggi non ci sono più; ferite aperte e insanabili, soprattutto nel cuore e nella mente di chi è rimasto; tanti i simboli di un territorio e della sua identità spazzati via. Ma Camposanto ha saputo rialzarsi, grazie alla sua tenacia e alla gara di vicinanza e solidarietà che si è messa in moto da tutta Italia e da San Marino. “Ci siamo arricchiti anche di questo, e non solo delle risposte economiche che ci sono state offerte”. 800 le persone che in questi mesi sono passate di lì, per prestare aiuto, che il 5 settembre hanno ricevuto la cittadinanza onoraria.
Il Paese sta oggi predisponendo un piano di ricostruzione, pubblico e privato, e uno studio di fattibilità per la ricostruzione degli edifici scolastici; decisioni, ha precisato il Sindaco, condivise non solo a livello di Giunta, ma allargate alla cittadinanza, per dare risposte urgenti alle famiglie rimaste senza casa e ai bambini che oggi frequentano le lezioni in scuole cosiddette “temporanee”, in modo che la provvisorietà lasci definitivamente il posto al definitivo.