Bene, oggi è certificato, il bilancio pubblico soffre per
errori di gestione. La
Commissione di controllo della finanza pubblica nella
sua relazione ha confermato che buona parte del problema bilancio è data dalla
malagestione della cosa pubblica, ciò che peraltro da mesi si dice “in strada”
da umili cittadini. Sarebbe
semplicistico e strumentale dire che è un problema del governo attuale, infatti
nel corso degli anni abbiamo spesso assistito a simili sbagli (volontari
spesso, involontari raramente), ma quando c’è “grasso che cola” alcune cose si
lasciano passare. Oggi la crisi internazionale ci mette davanti a problematiche
nuove per la Repubblica
e l’allegra gestione di tanti anni non ce la possiamo più permettere.
Consentitemi di portare solo alcuni piccoli ulteriori esempi che secondo me potrebbero
essere oggetto di detta Relazione: il dispendioso accordo con Adnkronos per un
servizio di ufficio stampa che però non ha portato frutti, tanto è vero che è
stato annullato in questi giorni. Delibere, frettolose e non, per Eventi
improbabili che hanno succhiato (e continuano a farlo) risorse importanti senza
portare alcun riscontro a livello turistico e d’immagine per il Titano. Un
inutile Censimento che, alla sua pubblicazione, darà risposte note negli archivi
elettronici della PA e senza aver raggiunto lo scopo di stanare pericolosi
clandestini e di far redimere coloro che beneficiano di false residenze. Le
tante ed inutili consulenze a professionisti che non hanno apportato
assolutamente nulla se non un depauperamento delle casse dello stato. Oggi con
questa certificazione non ci potranno più venire a raccontare che ci alzano le
rette perché i nostri figli mangiano il 50% in più rispetto lo scorso giugno,
oppure che per mettere in ordine un ufficio del catasto è necessario che i
cittadini debbano pagare un obolo su situazioni già chiare da tempo. Non ci
potranno più prendere in giro con richieste di UNA TANTUM perché la crisi è
arrivata, l’Italia non ci calcola, e via a cercare i più disparati colpevoli.
E’ ora di dire, cari politici di destra e sinistra, che avete sbagliato (con la
colpevole connivenza di una cittadinanza appagata ed addormentata da un diffuso
benessere) e che sbagliando così grossolanamente avete portato il paese
sull’orlo del baratro e che chiedete a noi cittadini di risolvere mettendoci in
tasca le mani e tirare fuori, nei modi più bizzarri e bislacchi, i soldi per
risollevarci. Una formula del codice civile italiano recita “con la diligenza
del buon padre di famiglia” e lo sappiamo bene noi sammarinesi che ogni 25
marzo festeggiamo l’Arengo, l’assemblea dei capifamiglia che detenevano il
potere della Repubblica, io chiedo a voi se avete sempre agito pensato a questi
valori e, se così non fosse, di recuperarli per superare tutti insieme questo
difficile momento.
Augusta Taddei