Nella serata di ieri, martedì 11 maggio 2010, il Consiglio Direttivo del PSD ha esaminato la situazione del paese, con particolare riguardo allo stallo dei rapporti con l’Italia che rischia di compromettere totalmente il tessuto produttivo del paese e generare effetti a catena nefasti.
La percezione delle gravità del momento è stata espressa in tutti gli interventi e sottolineata l’involuzione della politica bilaterale con l’Italia il cui stato più veritiero è stato espresso da un gelido comunicato del Ministero dell’Economia nel quale risulta chiaro che è sostanzialmente fallito il tentativo di normalizzare la situazione con Roma, vane le dichiarazioni, senza convinzione, di rappresentare una San Marino diversa che va verso la trasparenza, rimaste senza risposta le richieste di incontro, nessuna garanzia di uscita dalla black list.
Un disastro di cui non si può che addebitare le cause ad una interazione che si è limitata ai tavoli tecnici, arenati sulla richiesta di concedere lo scambio automatico di informazioni.
Ora è indispensabile che la politica si riappropri della sua funzione di indirizzo, proponendo unilateralmente nella sede deputata, il Consiglio Grande e Generale, una legge con la quale ci presentirsi al mondo, non solo all’Italia, nella quale si definisce che San Marino si allinea agli standard internazionali sulla trasparenza e lo scambio di informazioni senza attendere ulteriori “suggerimenti” esterni, terminando la stagione dei segreti e del Congresso di Stato quale unico rappresentante, anche verso l’esterno, della Repubblica di San Marino.
Contestualmente è improcrastinabile l’attivazione di un percorso di riforme del sistema con la consapevolezza che siamo in emergenza e che San Marino non sarà più, già dai prossimi mesi, uguale a come l’abbiamo conosciuta: cambierà l’economia, il lavoro, la Pubblica Amministrazione, cambierà il Paese in quanto tale.
Dalla dirigenza del PSD e dal Consiglio Direttivo emerge convinta la necessità che le trasformazioni della nostra Repubblica inizino da una sfida, una prospettiva in grado di coinvolgere tutte le forze più fresche, sane, e proiettate verso il futuro: per noi questo significa aderire all’unione Europea, avviando subito un referendum che abbia tale obiettivo.
Da subito, questo l’impulso unanime recepito, parteciperemo all’attuazione di un Comitato Referendario e un coinvolgimento nel quale la volontà di tanti giovani, professionisti, imprenditori e soprattutto di tutti i cittadini potrà trovare stimolo.
Solo così si riuscirà a dare una risposta che dia la certezza per il futuro e la speranza che esista ancora uno Stato indipendente che deve scegliersi una via propria senza attendere che navigatori esterni impongano le indicazioni.
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