Consiglio G e G 12-20 luglio. 13 luglio, pomeriggio. Agenzia Dire

Consiglio G e G 12-20 luglio. 13 luglio, pomeriggio. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 12-20 LUGLIO

 VENERDI’ 13
LUGLIO, pomeriggio



             Approvate
le modifiche alla normativa sull’ingresso e la permanenza degli stranieri in
Repubblica, l’Aula ha affrontato la variazione al bilancio di previsione dello
Stato e in particolare l’intervento di ricapitalizzazione da 60 milioni di euro
per la Cassa di
risparmio. Il provvedimento è stato illustrato in Aula dal segretario di Stato
per le Finanze, Pasquale Valentini, ed è poi scattato il dibattito con 36
richieste di parola. Il dibattito si concluderà alla ripresa dei lavori, lunedì
mattina.

 

Di seguito un riassunto degli
interventi.

 

Pasquale Valentini, segretario
di Stato per le Finanze
:

            “La proposta che
stiamo esaminando è una variazione al bilancio. Si è scelta questa formula,
ovvero la proposta di ricapitalizzazione include 60 milioni che lo Stato prende
in prestito da Bcsm e che diventano a loro volta un prestito per la Fondazione Cassa
di Risparmio Sums. In quest’Aula si è già discusso della necessità di questa iniziativa
su cui tutti abbiamo convenuto. Si tratta di un intervento dello Stato che
diventa sistemico, per il ruolo e il peso che Cassa di Risparmio ha, non solo
per sistema bancario, ma per tutta l’economia del Paese. Le vicende che hanno
portato a questa situazione dipendono dall’esposizione della Cassa verso il
gruppo Delta e dalle perdite conseguenti a questa iniziativa, cui l’istituto ha
dovuto far fronte.

            L’operazione
per il bilancio non comporta una variazione del deficit previsionale perchè il
costo del prestito è spalmato in vari anni e per il 2012 consiste in 3 mln e
mezzo di euro, compensati dalla riduzione della spesa in conto capitale, che
viene modificata rispetto alla previsione. Alcuni dati sull’istituto. La
raccolta globale della Cassa di Risparmio ad oggi ammonta a 2,059 mliliardi,
ovvero il 28% del mercato bancario sammarinese. Gli impieghi lordi ammontano a
1,095 miliardi, il 29% del mercato. I
l bilancio
2011 di Cassa di Risparmio segna una perdita di 145 milioni, dopo un
accantonamento a fondo rischi di 155 milioni. I crediti verso Delta sono di 1,2
miliardi. Il patrimonio è sceso dai 295 milioni a 149. Il coefficiente di
solvibilità è del 6,2%, ben sotto la soglia prevista da Banca Centrale.

 L’omologa del tribunale di Bologna, sul piano
per la ristrutturazione del debito del gruppo Delta, che risale al 17 febbraio
scorso, ha posto fine all’incertezza sul ritentro dei crediti iniziata nel
2009. Cominceranno a decorrere dal quarto trimestre 2012, quindi entro la fine
dell’anno, gli incassi trattenuti dalla gestione commissariale, finalizzati al
rientro dei crediti, quantificabili in un primo versamento da 100 milioni di
euro. Continueranno altri incassi, che non sono bloccati e che hanno portato
per il 2012 un rietro di 145 milioni di euro. Di questi 84 milioni sono già
rientrati entro maggio scorso. Siccome le sofferenze ancora ci saranno, il
ritorno all’utile é previsto non prima del 2014.

            Come
Stato, abbiamo un andamento della liquidità del 2012 in calo rispetto al 2010 e
al 2011 per la condizione economica del Paese. Nei primi 6 mesi la liquidità è
in media di 150 milioni di euro. Dobbiamo quindi essere realisti nel dire che
la liquidità dello Stato non ci fa fare questo intervento a cuor leggero. E lo
Stato deve cercare forme di finanziamento, direttamente per il sistema bancario
e, più in generale, per coprire il deficit e i progetti di sviluppo previsti
dalla legge di bilancio. L’operazione è temporanea e più è breve, meglio è per
la situazione di bilancio.

La necessità di intervento è
stata sollecitata da Banca centrale già due anni fa, quando aveva ipotizzato
una cifra più alta, da 250 milioni di euro. Anche il Fmi ha visto
favorevolemente l’intervento dello Stato, pur raccomandando cautela, perchè lo
Stato deve avere assolutamente garanzie legate alla possibilità di entrare
nella politica di gestione dell’istituto e all’esistenza di un piano
strategico, finchè la vicenda Delta non sarà in tutti i suoi aspetti conclusa.

            Si è
parlato molte volte degli interventi dello Stato per le banche, criticamente.
Vorrei ricordare che è la prima volta che si fa un intervento pubblico diretto
per una proprietà. Negli altri casi non c’è stata un’azione di questo tipo, a
favore della proprietà, ma sempre a favore del risparmio e dei depositanti, per
evitare l’effetto domino che si ha quando il sistema non è più sicuro. La
natura di questo intervento è diversa e determinata dalla ruolo centrale di
questo istituto rispetto a tutto il sistema Paese”.

Giuseppe Maria Morganti, Psd:

            “Riteniamo
che la forma, quello del prestito per la fondazione, sia corretta anche perché
spoglia lo Stato da caratteristiche che non gli sono proprie. Va bene anche il
modo e le modalità del finanziamento previsto. Ritengo che le spiegazioni del
segretario siano state importanti, ci ha fornito elementi indispensabili per
prendere più a cuor leggero queste decisioni. Forse non é sceso nel dettaglio
delle modifiche di bilancio e dovrebbe farlo in replica, perchè non sono
operazioni indolori.

Fa piacere poi che Intesa San
Paolo si sia mossa sugli impegni presi due anni fa. Riteniamo che tutto il
pacchetto sia completo, tranne una parte: il controllo della gestione dei
crediti Delta dallo stato attuale fino al prossimo futuro. Di fatto non
sappiamo come vengono gestiti questi crediti. Non ci sono consulenti e figure
sammarinesi che analizzano le modalità del loro recupero e questo produce
ulteriori perdite e una gestione ancora più ballerina di quegli incassi che per
il nostro sistema Paese sono fondamentali. Ciò poi, significa accumulare
perdite ulteriori.

Un’ultima annotazione su Banca
centrale. Ci chiediamo come mai sia così aggressiva nella valutazione delle
svalutazioni dei crediti, tanto da mettere in difficoltà i dati e il patrimonio
di vigilanza della banca stessa. Su questo manifestiamo perplessità”.

Gabriele Gatti, Pdcs:

            “La vicenda sulla
Cassa di risparmio ha caratterizzato tutta questa legislatura e anche le
relazioni bilaterali con l’Italia. La
Cassa è molto importante per la Repubblica e lo Stato è
attento ed è intervenuto in diverse circostanze per evitare situazioni
negative. Voterò a favore dell’intervento, che è necessario e indispensabile.
Ma sul metodo avrei delle critiche, era meglio una legge ad hoc e una relazione
specifica di Bcsm.

Mi preoccupa di più però cosa intendiamo fare del
sistema bancario sammarinese. Il rischio è di mettere in campo interventi
necessari ma sporadici, vani. Serve un quadro generale in cui inserirli. Nel
bilancio ci sono meno imposte dirette e indirette per cui la liquidità ne
risente. Rigore e risparmi non bastano, dobbiamo pensare allo sviluppo. Ma
manca una prospettiva. Se possiamo agire solo all’interno siamo al de profundis
per il sistema. Servono quindi accordi tra gli istituti centrali, italiano,
russo, svizzero, lussemburghese. La raccolta va ripristinata per giustificare
il sistema altrimenti Bcsm, con oltre 100 dipendenti, è spropositata.

            Volevo
ascoltare un progetto di sviluppo, che l’accordo con Banca d’Italia è vicino,
ma se ci ha ripensato e non vuole firmare l’intesa temo che vivremo alla
giornata. Allora dobbiamo incontrare la politica italiana e fare l’accordo, che
comunque non basta. Dobbiamo avere prodotti finanziari riconosciuti e la
possibilità di operare in altri Paesi. Saremo garantiti nell’intervento solo se
il Paese si rialza, se gli istituti lavorano e se ci sono prospettive. Non
vorrei che come per la riforma tributaria emerga in maniera inquietante che non
sappiamo dove andare”.

Federico Pedini Amati; Psrs:

            “Molte sono state le
situazioni che hanno riguardato l’ambito bancario finanziario che hanno visto
intervenire se non lo Stato, l’assorbimento di istituti tra loro. Il problema
Cassa di risparmio è che ha investito 4 milioni di euro in un’unica struttura.
Ragionandoci a posteriori il credito a consumo poteva essere lungimirante, ma
non doveva essere in un’unica direzione. Ho sentito dire che avevamo troppe
banche, alcune sono venute meno, altre sono state commissariate. Si è ridotto
il sistema, molto sproporzionato e fondato su un meccanismo che non abbiamo
saputo gestire. Non mi scandalizzo di puntare su questo settore, che ha dato
introito notevole alle casse dello Stato. Qual è l’introito che oggi dà,
rispetto a quello che veniva dato un tempo, alle casse pubblico?
Bisogna capire quali sono le entrate. Oggi la mancanza di liquidità è il
problema. Ho un dubbio di questo tipo. Quello sull’intervento dello Stato. Se
entrassero imprenditori con iniezioni di liquidità propria, quale sarebbe il
problema?  Questa banca, per la quale viene dato un prestito di 60
milioni, 10 mln dall Fondazione e altrettanti dalla Sums, vengono messi in
campo 70 mln di euro in obbligazioni, garantisce? Chi domattina diventa
proprietario di Cassa di risparmio diventa proprietario di un miliardo di euro.
Ieri ho sentito parlare di moralità. Fa parte anche di tutti
i pastrocchi che in dieci anni sono stati fatti sulla Cassa di risparmio”.

Roberto Giorgetti, Ap:

            “Perché siamo dovuti
arrivare a questo punto? Perchè si è reso necessario questo intervento? Bisogna
risalire al passato, le concause sono diverse. A partire dallo sviluppo degli
anni ’90 del sistema bancario, caratterizzato dall’assenza di controlli e
dall’incompatibilità ai parametri internazionali. Ci siamo trovati nella
situazione di recuperare credito in tempi brevissimi, con riflessi su tutti gli
istituti e anche su Carisp. San Marino è stato imprudente e non è corso ai
ripari nei tempi dovuti. Poi la vicenda Delta. L’insieme di tutte queste
concause hanno portato nel sistema problemi importanti da affrontare nella
peggiore delle situazioni. La vicenda Delta ha origine da una scelta
imprenditoriale della Cassa che qualcuno ha definito imprudente, perché
concentrata in un unico importante investimento fuori territorio, quando
mancava un quadro chiaro di riferimento con l’Italia. Quello che stiamo facendo
oggi è proiettato in un rilancio complessivo del sistema e solo così può essere
giustificato. Altrimenti le prospettive si riducono”.

Pier Marino Mularoni,
Upr:

            “Tutti abbiamo sottolineato come
questa materia non possa diventare oggetto di strumentalizzazione politica. Ma
come Upr abbiamo sollecitato il segretario di Stato per avere tutte le
informazioni necessarie per ottenere un quadro completo della sitazione. Dalla
relazione del segretario mi sarei quindi aspettato considerazioni più politiche
e la consegna di una documentazione tecnica. Abbiamo ascoltato alcuni dati
sulla Cassa e sul bilancio dello Stato, in particolare, sulla liquidità di
cassa che indica molto poco. Ci è stato detto che sarà un intervento ponte,
prima di individuare investitori esteri che porteranno liquidità. Credo che sia
un intervento diverso, per la portata della Cassa, ma simile per contenuti
rispetto quelli fatti sul sistema, a tutela del mondo bancario finanziario. A
chi vede con sospetto la finanza, dico che senza banche é impossibile fare
impresa ed economia nel Paese.

Dobbiamo capire meglio come intende operare la Cassa di Ripsarmio nei
prossimi mesi. Sosteniamo la prospettiva dell’emissione di un prestito
obbligazionario convertibile, che dovrebbe aprire la strada ad un’azionariato
popolare diffuso, non alle lobby affaristiche. Dovremmo poi sapere qual’è la
prospettiva, rispetto alle problematiche giudiziarie, si è parlato di
patteggiamento e rinvio a giudizio. Anche su questo ci aspettiamo risposte più
puntuiali che ci permettano di prendere le decisioni con serenità”.  

Clelio Galassi, Pdcs:

            La Cassa di risparmio ha sempre espresso la volontà di
nominare il presidente della Fondazione. Ma il Consiglio ha sempre ritenuto che
è una sua prerogativa per esercitare la funzione di controllo. E se questa è
venuta meno dipende da chi era in Aula.

Sono in atto delle turbative di
sistema che hanno messo in ginocchio l’economia del Paese. Ma l’esigenza di
ricapitalizzazione non significa liquidità, ma fare rientrare la Cassa nei parametri fissati
da Bcsm. L’intervento dello Stato non poteva essere diverso da come è stato
modulato.

Il sistema bancario può reggere
solo se può svilupparsi ulteriormente e recuperare ciò che ha perso. Dobbiamo
trovar qualcosa per farlo crescere, per fare un salto di qualità e creare
strade nuove. Non dobbiamo più pensare al rapporto tra banca e bagnino di
Rimini. In questo processo Bcsm deve fare da supporto, altrimenti i 701
dipendenti del settore sono a rischio. Serve un progetto specifico e se la
tenuta dei conti pubblici è in sofferenza, ci sono le potenzialità per
rimediare”.

 

Fabio Berardi, segretario di Stato per il Turismo:

            “Siamo di fronte a una
svolta importante. La Cassa
è la banca del territorio e la
Fondazione è al fianco di numerosi progetti. Questa
operazione, condivisa con tutte le forze politiche, consente di rafforzare
l’istituto e di impostare il percorso di rilancio. Dobbiamo accompagnare la
banca verso un nuovo corso, emancipandola dalla vicenda Delta. L’istituto
rappresenta il 30% del mercato e ha il 55% della clientela
residente. La fase successiva sarà quella dell’azionariato popolare. Chiudo con
tre postulati: la reputazione della Cassa è la reputazione del sistema, il
successo della Cassa è il successo del sistema, la ripresa economica passa per
la tenuta del sistema bancario”.

Claudio Felici, Psd:

            “La nostra
posizione sarà favorevole a questo provvedimento. Siamo convinti che l’impegno
che questo Consiglio grande e generale determina, con l’approvazione della
variazione di bilancio, cioé dell’impegno dello Stato sulla ricapitalizzazione
della Cassa di Rsparmio, debba essere affrontata con la consapevolezza di
quello che rappresenta l’istituto per la sua storia, per la sua portata e per
il rapporto dell’amministrazione con il sistema bancario. La cassa di Risparmio
è infatti in condizione di determinare o meno stabilità o instabilità al
sistema Paese.

Per questa ragione siamo convinti che debba affrontarsi nei termini
illustrati dal segretario Valentini. Il Psd, forza di opposizione, si prende la
responsabilità di condividere una scelta pesante e onerosa verso cui i
sammarinesi guardano con qualche timore. Questa soluzione deve rappresentare
una condivisione importante per le forze politche che vogliono garantire al
Paese uno sviluppo economico. Se ci accampiamo sulle ragioni che hanno portato
a questo provvedimento, difficilmente si arriverà a ciò. Non possiamo
condividere che solo dall’inizio di questa legislatura Carisp abbia iniziato un
percorso salvifico.  

Credo sia necessaria una presa di coscienza diffusa rispetto al fatto
che, con le garanzie stabilite e nelle forme proposte, il passaggio di
ricapitalizzazione Carisp, rappresenti una soluzione, anche se minimale e
risicata , sia necessaria per poter assolutamente procedere a una fase di
ripresa”.

Federico Bartoletti, Pdcs:

            “L’uso della memoria è
utile per non ricommettere errori, ma non è questo il momento. Ci sarà tempo in
avanti per esercitarlo. La Cassa
non è la stessa cosa della Banca del Titano, del Credito industriale o della
Banca commerciale sammarinese.

La raccolta non può più essere
il futuro del settore bancario, mentre fondamentale diventano le governance,
che devono essere un mix di conoscenza del territorio, di professionalità e
tecnica. Siamo impegnati sui vari accordi e Bcsm è al nostro fianco.

Se lo Stato fosse entrato come
socio nell’istituto si sarebbe potuto creato il rischio di una dinamica di
svalutazione. Per questo è stato scelto il prestito alla Fondazione.

Si sono lette molte stupidate, a volte sembriamo dei bananieri, ma come
dicevo, per l’uso della memoria c’è ancora tempo. Ora confermo il pieno
sostegno alla proposta del governo”.

Antonella Mularoni,
segretario di Stato per gli Affari esteri:

            “La Cassa di risparmio é
certamente una banca molto importante per San Marino, ha contribuito allo
sviluppo del Paese ed è patrimonio di tutti. E’ tempo di intervenire a sostegno
di questo istituto, che ha un patrimonio, una solidità, un numero di dipendenti
molto consistente ed è in una situazione difficile per liquidità, a causa delle
ragioni legate alla vicenda Delta. Ci auguriamo possa avere un epigolo tale da
far riprendere piena operatività alla banca come banca del territorio.

Se ci si avventura in un oceano con molti pesci cani bisogna stare
molto attenti, spero che questa esperienza serva per il futuro, per capire che
bisogna valorizzare le risorse interne. Sappiamo bene che il nostro Paese ha
abbandonato il segreto bancario e il futuro del sistema bancario è un
altro.  Le difficoltà non sono comunque
terminate per la Cassa
di Risparmio, c ‘è un procedimento giudiziario ancoras aperto, alcune vertenze
in corso”.

Andrea Zafferani, Ap:

            “Abbiamo scelto un
modo di intervenire pericoloso, perchè esponiamo lo Stato e il suo bilancio con
interventi diretti, garantiti dal pubblico, ma a fronte di un sistema bancario
troppo grande rispetto al Paese. Ad ogni intervento dello Stato sul settore
diciamo che sarà l’ultimo, poi viene fuori un nuovo problema e lo Stato deve
intervenire ancora, per non mettere a rischio gli interventi precedenti.

Ad oggi i destini di Stato e banche si intrecciano sempre di più.
Soluzioni nella nostra situazione non sono semplici. Che fare? Per prima cosa,
si può investire di più nei fondi a garanzia dei depositanti. Il fondo da 15
milioni di euro attuale non è credibile. Preferirei che lo Stato, piuttosto che
intervenire direttamente sulle banche, impiegasse le sue risorse per un fondo
più significativo, in grado di evitare la chiusura delle banche. La seconda
cosa che mi sento di proporre è di impiegare tutte le nostre energie per
accedere a linee di finanziamento per le esigenze di liquidità delle banche.
Ritengo sia opportuno muoversi con gli accordi che verranno con l’Unione
europea e fare una richiesta tenace prima possibile. Per intervenire su Carisp
non abbiamo molte alternative, lo Stato quindi si impegna direttamente”.  

Nicola Selva, Upr:

            “Le prospettive sul
futuro di Carisp rappresentano un punto fondamentale per questo Consiglio
grande e generale, sicuramente dobbiamo arrivare a procedere con questo
progetto di legge perchè dobbiamo salvare e aiutare l’istituto, anche per il
legame che ha con tutto il Paese e con questo Consiglio. Certamenrte posso
capire le ragioni di un finanziamento, ma mi sarebbe piaciuto vedere più
garanzie. Chiediamo quindi, perchè la cittadinanza intende conoscere nei
dettagli gli aspetti dell’operazione, se i soldi messi a disposizione dello
Stato mettono a rischio i servizi e le casse pubbliche. Vorremmo sapere
l’esatta situazione dei conti pubblici per poter valutare l’operazione esposta,
mi immaginavo più elementi e dati”.

Paolo Crescentini, Psrs:

            “E’ necessario che la Cassa torni nella sua
condizine di benessere quanto prima, anche se la strada è tutta in salita e la
situazione Delta non è stata risolta. Ci auguriamo che il rientro dei capitali
sia effettiva, sono tre anni che sentiamo che i crediti rientreranno quanto
prima, ma restiamo in attesa. Sicuramente l’operazione Delta, una volta
conclusa, potrà dare un quadro esaustivo della situazione di Cassa di
Risparmio. E’ giunto il momento di capire cosa si vuole fare del nostro sistema
bancario. Oggi, in quest’Aula, una risposta la daremo attraverso la
ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio e con il contributo di 60 milioni
di euro, di cui si faranno carico tutti i cittadini sammarinesi. Siamo una
forza responsabile, non ci tireremo indietro di fronte a una situazione in cui è
necessario fare quadrato. Anche se preferivamo un provvediento ad hoc e non
l’assestamento di bilancio”.

Pier Marino Menicucci, Upr:

            “Avremo preferito che
l’argomento non fosse inserito in na legge di bilancio, ma in un provvedimento
ordinario. E’ un fatto non solo formale ma sostanziale perchè avrebbe dato un
maggior rilievo all’iniziativa. La cassa di Risparmio ha valenza strategica, ha
contribuito alla crescita economica, sociale e culturale di San Marino.  Noi voteremo a favore del provvedimento. Nei
mesi precedenti abbiamo sempre chiesto una serie di chiarimenti e
puntualizzazioni. A partire dal rapporto tra prestito concesso dallo Stato e la
sua liquidità, perchè è un prestito quantitativamente importante”.

Angela Venturini, Mod:

            “A nome del mio partito,
anticipo che darò il mio voto a questa legge, ma sono troppi i dubbi. Mi
spaventa che non si tenga conto della situazione generale che riguarda
l’eurozona e la crisi del vecchio continente. Poi c’è la situazione politica
interna, diventata spesso irresponsabile e non certo a causa dei ‘piccoli’. I
siti web e i media descrivono una classe politica e una sua parte corrotta, non
più degna di rappresentare i cittadini di San Marino. Chi deve mettere in
sicurezza il  Paese, chi ha contribuito a
metterla in difficoltà?

Veniamo alla Cassa di risparmio. In uno dei recenti incontri promossi
per spiegare la sua situazione dei crediti verso Delta, l’intera operazione è
stata accompagnata da un corollario di se. 
Poi La risoluzione negativa della vicenda Barclays. Si sapeva da anni
che sarebbe finita così, ma negli incontri si diceva che andava tutto bene. Se
anche tutto il resto andrà a finire così? Voglio pensare positivo. Dai tecnici
avrei voluto sentire un po’ più di realismo, non voglio essere pessimista anche
se le certezze sono poche. E’ vero che si è parlato di garanzie, ma il modo per
operare e il metodo è ampiamente tipico della vecchia politica. Mi riferisco
alle nomine del cda dell’istituto, dove per il gioco delle parti si è lavorato
alacremente per spartirsi le poltrone. E allora mi si chiederà perché ho
intenzione di votare questa legge. Perchè sono superiore a questi giochi
miserrimi che hanno portato alla crisi attuale. In una situazione difficile
giocare allo sfascio non porterebbe che rovine. Il cambiamento deve essere
morale e la classe politica ha il dovere morale di compiere qualsiasi sforzo
affinchè il sistema bancario, e quindi il Paese, reggano gli urti”.

Francesca Michelotti, Su:

“Noi di Sinistra unita saremo una voce fuori dal coro. Pur condividendo
le preoccupazioni espresse nel dibattito e che sia necessario salvare la Cassa di risparmio e
appoggiarla verso la normalizzazione, tuttavia noi voteremo contro il
provvedimento.

            Lo Stato finanzia la Fondazione per 60
milioni di euro e il prestito inizierà ad essere rimborsato tra tre anni. Ogni
anno, per 10 anni, lo Stato pagherà 6 milioni di euro in capitale e 1mln e 800
mila euro di interessi. Ma se lo Stato prenderà soldi in prestito da Banca
centrale, non è vero che i soldi di Banca centrale sono dello Stato? E allora
perché lo Stato paga gli interessi sui suoi soldi?

            Di fronte
all’esproprio di Delta, la politica sammarinese non ha avuto il coraggio di
farsi forte contro una vera e propria a offesa dell’Italia per San Marino. Ora,
lo Stato, visto che Cassa di Risparmio non ha avuto la forza di riscuotere il
suo credito, deve esigerlo e deve poter esercitare il suo controllo sul rientro
di questi debiti. Dopo l’omologa di febbraio invece tutto è rimasto nelle mano
dei commissari per altri mesi, e continua ad essere pagato un sistema
miliardario di valutatori e consulenti che saranno addebitati alla Cassa,
mentre non si è investito in professionalità dedite al recupero crediti. E’ un
quadro agghiacciante di poteri forti che hanno condizionato poteri
istituzionali. San Marino non è riuscita a 
farsi valere per la sua caduta di credibilità.

Come Su non siamo affatto soddisfatti neppure dall’emendamento che
introdurrà il pegno sulle azioni che dovrebbero garantire lo Stato qualora
l’operazione non andrà bene. Voteremo contro con dispiacere e smarrimento”.

Fiorenzo Stolfi, Psd:

            “Sono convinto che la Cassa abbia effettivamente
subito uno scippo e che le sia stata tolta dalle mani una gallina dalle uova
d’oro presa da altri. Noi avremmo gestito diversamente quella partita e difeso
una gestione conosciuta da tanti e che aveva l’avvallo della Banca d’Italia,
questa è la questione di fondo. Quando le cose andavano bene e si sapevano,
nessuno ha detto niente. Poi è intervenuta la magistratura, Bankitalia ha preso
paura e si è lasciato fare ai poteri forti italiani che hanno voluto far finire
un agguerrito concorrente come Delta. Questa è una lettura molto vicina alla
realtà. Questa visione giustifica l’intervento come Stato a favore della Cassa
di Risparmio. Se dovessimo intervenire di fronte a una banca che ha fato
nefandezze, se gli amminsitratori fossero responsabili di tutti i reati
addebitati, invece direi di starne ben fuori. Io la penso diversamente, che la Cassa sia stata vittima di
uno scippo. Quindi siamo a favore di questa operazione, anche se restano sul
tavolo fattori di rischio che non dobbiamo dimenticare”.

Marco Gatti, Pdcs:

            “Il gruppo Delta, a
seguito di un contenzioso tra soci, ha subito uno smantellamento e la Cassa, che ci aveva
investito molto, ha subito un danno patrimoniale. Oggi ci troviamo un grande
istituto che ha un problema non di liquidità, ma di carattere patrimoniale,
perchè gli investimenti fatti sono stati svalutati in maniera importante. Oggi
ci troviamo con una Cassa che ha un patrimonio basso con cui difficilmente, se
così mantenuto, può portare avanti la sua attività di finanziamento a imprese e
privati. Quindi o aumenta il patrimonio per rientrare nei parametri stabiliti
dalla legge, o si fanno  rientrare i
creditori o si fanno intervenire nuovi soci. Quest’ultima è la strada presa in
considerazione dal governo. Qui viene strutturato e proposto un intervento sul
patrimonio della Cassa di Risparmio per far sì che altri non entrino con poco e
facciano poi una scalata sulla banca dei sammarinesi. Mi darebbe molto fastidio
che in un momento di debolezza, con poco o niente, qualcuno possa diventarne
padrone con una scalata, superando i pochi anni di difficoltà dell’istituto.
Questo deve essere il rischio da evitare da parte del Consiglio grande e
generale”.

Claudio Podeschi,
segretario di Stato per la
Sanità:

            “In altre occasioni
avrò modo di poter discutere di argomenti di cui sono stato soggetto, lo farò a
testa alta, come ho sempre vissuto la mia vita politica e non mi faccio
intimorire dai dentini di qualche collega o di chi ha una qualche dentiera e
riprova a rimettersi in politica.

Il governo, di fronte ad attacchi esterni,
ha sempre trovato con pazienza una soluzione, con onestà, è venuto in Aula su
argomenti delicati a portare la sua posizione. E questo su Carisp é un
argomento delicato. Quali potrebbero essere le prospettive del sistema bancario
se crolla la banca principale del Paese? Non crolla, grazie ad interventi messi
in campo come questo, che il parlamento mi auguro delibererà. Il credito Delta
è la causa di tutti i problemi, é l’investimento enorme fatto fuori territorio.
Ma oggi basta riflettere su una cosa. Ci sono molti soggetti internazionali che
lo vogliono. Forse avremmo risolto molti problemi cedendolo. Ma questo
interesse testimonia la validità dell’intervento proposto oggi a sostegno della
Cassa, che nel giro di non molto tempo si sosterrà da sola e tornerà ad essere
un elemento fondamentale per il nostro sistema Paese”.

Gian Nicola Berti, Ns:

            “Credo che le vicende
di questi ultimi anni ci hanno mostrato chiaramente la differenza tra banca
pubblica e privata, dove le logiche sono antitetiche. Chi è un buon
imprenditore è un pessimo banchiere. Per questo, reputo l’azionariato diffuso
lo strumento migliore per poter assicurare la funzione primaria di una banca,
quella di mettere a disposizione dei cittadini risorse finanziarie. In questo
solco è importante il progetto di legge che ci accingiamo ad esaminare.

Un altro aspetto, è il rapporto nuovo con l’Italia con cui si è
riaperto il dialogo politico e istituzionale che deve portare anche alla
risoluzione di alcuni nodi ereditati dal passato, tra cui quello di Delta.

            E’ poi importante il
problema del patteggiamento, ma prima è necessario sciogliere gli aspetti
legati all’Agenzia delle entrate e la definizione del rapporto che potrà avere la Cassa di risparmio con
Bankitalia. Su questi due aspetti servono rassicurazioni prima di procedere al
patteggiamento. Poi con i soci Delta serve attenzione, perchè il processo va
avanti anche con il patteggiamento. E’ possibile infatti che con chi non
patteggerà si arriverà in fondo al processo e ci sarà l’assoluzione. Quindi ci
sarà il danneggiato, che non può essere chi ha patteggiato. Questo è motivo
di  forte preoccupazione”.

Giovanni Lonfernini,
Upr:   

            “La vicenda Sopaf pesa
ancora sulla Cassa e non ci sono certezze. E’ un po’ semplicistico usare una
valutazione meramente tecnica con l’intenzione di archiviare un passaggio su
cui sono emersi molti elementi di discussione. Ma è opportuna una convergenza
comune sul fatto che la vicenda Sopaf- Delta ha rappresentato un danno enorme
per il sistema. Mi chiedo come questo dibattito possa essere liquidato senza
aver avuto da parte del govenro un quadro realistico dei conti pubblici. Da
tempo abbiamo rivolto al segretario di Stato Valentini la richiesta di porsi da
garante della situazione dei conti pubblici, per poter poi intervenire a
sostegno della Cassa.

Su questo passaggio sarebbe stato inoltre importante capire come
governo e la vigilanza intendono collegare l’intervento a un modello di
sviluppo per il settore”.

Alessandro Rossi, Su:

            “I cittadini hanno
diritto di conoscere le reali motivazioni di questo provvedimento e i numeri
per cui si impegnano a contribuire per un ente come la Cassa di Risparmio. Tutto
questo nel 2012 a San Marino non c’è stato. Abbiamo apprezzato lo sforzo del
presidente della Fondazione ad aggiornare i gruppi consigliari, ma gli abbiamo
chiesto i numeri e non ci sono stati dati. Si arriva così ad impegnare lo Stato
senza un chiaro percorso di responsaiblità. In altri ambiti economici, le
azioni di responsabilità sono state poste in essere, in questo campo non emerge
un percorso di questo tipo rispetto al danno subito dalla collettività.  Non apprezziamo quindi questo provvedimento
perchè si doveva cogliere l’occasione di chiarire in dettaglio il ruolo
giuridico della Cassa di Risparmio e dei suoi azionisti, non possono rimanere
in un’area indistitnta in cui non si percepiscono le reali responsabilità”.

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