Consiglio G. e G. 17 dicembre, pomeriggio. Agenzia Dire

Consiglio G. e G. 17 dicembre, pomeriggio. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 17-21 DICEMBRE

 

LUNEDI’
17 DICEMBRE

 

             

            Il Consiglio grande e generale si è aperto
con il comma comunicazioni per passare velocemente alla presentazione, da parte
del segretario di Stato per le Finanze, Claudio Felici, della legge di Bilancio
previsionale.

Di seguito un riassunto dei lavori.

 

Comma comunicazioni
(Risposte interpellanza/interrogazioni)

 

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Presento un ordine del giorno su Asia Bibi, cittadina pakistana
condannata a morte per blasfemia. Il Consiglio grande e generale, facendo
proprie le preoccupazioni delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani,
in merito alla situazione di Asia Bibi, cittadina pakistana rinchiusa dal
giugno 2009 in una cella del carcere di Sheikhupura in Pakistan, condannata a
morte per impiccagione per il fatto di professare la religione cristiana, in un
paese dove da anni vige la legge sulla blasfemia che rende incerta la vita e la
libertà dei non professanti la religione islamica, intendendo dare seguito
all’appello di Asia Bibi (…), impegna il governo affinché attraverso una sua
diretta iniziativa ad utilizzando ogni contatto diplomatico disponibile, faccia
giungere al presidentepakistano l’auspicio della Repubblica di San Marino
affinché Asia Bibi sia liberata dalla prigionia e assolta da ogni accusa (…)
”.

 

Elena Tonnini, Rete, legge il testo
di un’interpellanza, da depositarsi alla segreteria Istituzionale,
sull’indagine della Guardia di finanza che ha coinvolto il Meeting dei Popoli
di Rimini. In sintesi, si richiede una relazione sull’entità del contributo che
San Marino ha versato per partecipare al Meeting nel corso degli anni, il
ritorno turistico e, tra l’altro, se alla luce delle recenti indagini il
governo ha intenzione di continuare a presenziare a questo evento. 

 

Alessandro Rossi, Su: “Rispetto all’ulteriore indagine dell’inchiesta
Vulcano, che vede coinvolti anche cittadini sammarinesi, emerge un elemento che
emerge in modo poco comprensibile. Ci risulta, da quanto emerso sulla stampa,
che il sammarinese coinvolto si consegnerà spontaneamente alle autorità
italiane. Sarebbe opportuno verificare quali sono le modalità per evitare che
simili situazioni possano emergere in futuro. Infatti, se esiste un’indagine
che riguarda anche cittadini sammarinesi, che non è nuova e ha subito un
determinato sviluppo, perchè non è già avvenuta una maggiore collaborazione tra
le autorità giudiziarie dei due Paesi? Si dà l’idea che San Marino sia un
rifugio di fronte eventuali indagini. Crediamo sia quindi necessario verificare
che ci sia la possibilità di una collaborazione maggiore e proporremo
un’interpellanza a riguardo”.

 

Andrea Zafferani, C10: “Presento un
odg a nome di C10 e Sinistra unita. ‘Il Consiglio grande e generale,
valutato assolutamente doveroso intraprendere delle azioni volte alla crescita
dell’offerta turistica del Paese, basandosi su una collaborazione sinergica fra
pubblico e privato per poter mettere in campo le migliori competenze e le
necessarie risorse economiche, (…) consapevoli delle difficoltà di bilancio
del nostro Paese (…), impegna il Governo a porre in essere i seguenti
interventi: 1) predisposizione di provvedimenti necessari per addivenire, nel
più breve tempo possibile, ad un risparmio e ad una migliore gestione degli
eventi, per tutte le iniziative che avranno luogo in territorio con finalità di
promozione dell’immagine della Repubblica, (…) prevedendo a tal fine che lo
Stato possa richiedere, alle associazioni rappresentanti
categorie che beneficeranno del ritorno di questi eventi, di co-finanziarne una
parte definendo le modalità, le forme, le condizioni e gli importi di questo
stesso co-finanziamento. 2) Incentivazione di forme di collaborazione fra le
varie associazioni a scopo non di lucro e cooperative presenti in territorio,
affinché possano organizzare, in sinergia fra loro, eventi e manifestazioni; 3)
promozione di bandi pubblici per permettere ai professionisti presenti in
territorio che hanno studiato, hanno esperienza e si sono specializzati nell’ambito
dell’organizzazione di eventi,
comunicazione, cinema, teatro ed arte, mostre, nuove tecnologie, di poter
vedersi appaltare la gestione di alcune mostre o di eventi. 4) evidenziare le
singole voci di spesa nelle delibere del Congresso,specialmente nell’ambito di
somme destinate ad eventi turistici (…)’.”



Il segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini, risponde all’interpellanza del consigliere Gian
Matteo Zeppa, Rete, sull’astensione di San Marino all’ingresso della Palestina
come Stato-osservatore dell’Onu: “
Integro la risposta già data nella seduta
precedente dal segretario Mularoni. Normalmente queste decisioni non sono prese
dal Consiglio, ma dal segretario per gli Affari esteri, sentito il congresso di
Stato e la rete delle nostre relazioni internazionali. Nel caso specifico, le
condizioni particolari di ordinaria amministrazione, al di là del consulto
della rete diplomatica, non hanno consentito un approfondimento a livello di
Consiglio e di congresso di Stato. Sottolineiamo che l’astensione per San
Marino non è un non voto. Riguardo alla richiesta dell’interpellanza, ovvero se
argomenti di questo tipo siano da valutare dal Consiglio grande e generale,
credo che la valutazione sia aperta. Nell’ultimo comma di questo Consiglio c’è
un tema che riguarda il futuro delle relazioni con lo Stato palestinese. Non
escludo questa possibilità di discussione sulla materia. E’ già stato poi
spiegato che il voto è avvenuto tramite la nostra delegazione già presente
all’Onu, non c’è stato alcun costo aggiuntivo per partecipare all’assemblea.
Torno sulla scelta dell’astensione: non è una lavata di mani dalle
responsabilità. Si valuta che una situazione come questa deve andare nella
direzione di un reciproco riconoscimento dei due Stati e richiede perciò alla
comunità internazionale non di schierarsi, ma di esprimere posizioni unitarie
per creare poi le condizioni affinché ciò avvenga. E’ un argomento su cui
comunque è opportuno un approfondimento”.

 

Bilancio

Claudio Felici,
segretario di Stato per le Finanze
: “La complessità della politica in
questo momento pesante ha determinato questa scadenza consiliare rispetto alla
legge più importante dell’anno in una condizione impropria, che non ha permesso
l’approfondimento tecnico necessario e anche un confronto politico all’altezza.
Ma una classe politica è chiamata a dare risposte anche nei momenti complessi.

Con
il governo che si è costituito 10 giorni fa abbiamo iniziato a riflettere su
quale poteva essere l’impostazione da dare a questo bilancio, che dovrà fare il
punto e determinare l’equilibrio di una situazione così complessa e in tempi
così compressi. Ci siamo chiesti quale fosse l’approccio più utile al Paese.
Pensiamo che questa legge di bilancio con tutte le premesse che porta con sé,
sia la relazione della finanza pubblica che l’iniziativa dell’opposizione che
richiede una serie di dati, ci dà una premessa chiara su cui operare. Se il
sistema non viene alimentato ciò che viene eroso è la liquidità. C’è una
criticità che non vogliamo raggiungere. Dobbiamo agire ora. Questa legge
avrebbe avuto bisogno di un elemento essenziale ed è la leva dell’equità.
L’elemento unificante di sintesi è una norma generale approvata, che è la
riforma fiscale tributaria. Dobbiamo rialimentare il sistema attraverso nuove
forme di finanziamento. Il nostro oggi è un sistema chiuso. La questione è che
dobbiamo essere capaci di attrarre risorse che ci facciano funzionare meglio.
Dobbiamo tenere sotto controllo anche l’elemento del debito. La questione
principale è che non dobbiamo più attardarci a definire l’esatta entità del
debito, ma capire come ciascuno di noi può operare per risolverlo. La legge di
bilancio è senza ridondanze di carattere programmatico, non sarà un omnibus.
Non potrà essere organica, avrà alcuni punti definiti in maniera netta. Con
l’approvazione dell’odg che prevede l’istituzione tavolo pubblico-privato penso
possa iniziare un confronto serrato che possa portare a una manovra finanziaria
vera e propria. Il programma elettorale, ma oggi di governo, ha preso impegno
che l’1 1 2014 entrerà in vigore il nuovo sistema di imposte indirette.

Vorrei
riferire rispetto alle richieste dell’odg approvato la volta scorsa. Il totale
di cassa a novembre 2012 è 81.156.281 di euro, a gennaio 2012 di 56.115.949, a
gennaio 2011 220.281.294.

Sui
finanziamenti accesi e garanzie verso il sistema bancario, Banca centrale nel
riferimento dettagliato parla di assoluto riserbo. Il controvalore complessivo
è di 288.050.000, i piani di rientro al 27 novembre 2012 ancora da restituire
sono 155.574.530. I depositi 2,2 milioni, quelli volontari 59 milioni.

Il
debito complessivo dello Stato nei confronti degli enti pubblici lo inserirò
nel materiale per i  consiglieri, i dati
ci saranno, li dobbiamo solo organizzare perché siano leggibili.

Detto
questo, vorrei iniziare a prospettare i contenuti. Riproponiamo le revisioni
sui finanziamenti agli enti pubblici, già previste dall’articolo 24 e
dall’allegato Zeta della scorsa finanziaria e 
non realizzate. Metteremo in campo una riduzione della spesa nella Pa
intelligente, strutturale e non punitiva. Dobbiamo capire cosa non funziona e
dove si annidano gli sprechi. Per cui una struttura vaglierà il funzionamento
della Pa e dei soggetti con partecipazione o supporto pubblico. L’imposta patrimoniale
verrà spalmata su due annualità e la seconda potrebbe non essere attivata
qualora andassero bene la gestione dei residui e il recupero di risorse. Tra le
altre imposizioni, ne verrà introdotta una sul premio assicurativo nel ramo
danni.

Per
i frontalieri serve una modifica all’articolo 56 in modo che non ci siano
penalizzazioni. Perciò ci sarà un rimborso dello Stato se il lavoratore che
dichiara anche in Italia avrà un danno economico. Ancora, per un anno verrà
sospesa l’erogazione di risorse ai vari fondi che la accantonano. Verrà inoltre
creato un istituto finanziario pubblico che si occuperà della cartolarizzazione
del patrimonio dello Stato e con le obbligazioni emesse verranno finanziate
opere pubbliche. Così il patrimonio già presente parteciperà al rilancio
economico.

Saremo
attenti a tutte le proposte per chiudere questa settimana con un lavoro di
sintesi e di responsabilità politica”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari
esteri:
“Oggi con estremo realismo dobbiamo guardare agli
effetti della contrazione di entrate e alla riduzione della spesa. Gli
interventi straordinari hanno consentito di mantenere il deficit sotto certi
margini, certo non siano soddisfatti, ma vi invito ad andare a vedere i volumi
di bilancio per constatare quanto é diminuita, non solo l’entrata, ma anche
l’uscita. Non si può dire che siano rimasti a guardare per tenere a bada una
realtà come quella che abbiamo vissuto. Va riconosciuto come, sia dal punto di
vista della politica, sia dal punto di vista dell’economia, si siano fatti
cambiamenti che avrebbero richiesto anni e anni di discussione. Non sempre chi
oggi grida è chi ha favorito il cambiamento, in molti casi è proprio chi lo ha
ostacolato. L’attività sull’emergenza si è accompagnato a riforme strutturali,
su pensioni, pa, in parte del mercato del lavoro. L’Fmi ci ha detto che serve
più determinazione e velocità su quello che c’è da fare, ma che la direzione è
giusta. Per questa ragione, nella nuova legge di bilancio ci sono due linee di
intervento: da un lato, il problema della liquidità che va messa in sicurezza,
dall’altro bisogna affrontare il tema del finanziamento per avere una
disponibilità di risorse che ci faccia impostare la ripresa. Due sono gli
strumenti individuati: il primo è un gruppo tecnico sulla razionalizzazione
della spesa che faccia attenzione a non tradurla in taglio dei servizi e della
loro qualità. L’altro è analogo al lavoro di approfondimento perchè emerga un
piano strategico di sviluppo e occupazione. Altro fattore è il nuovo quadro di
relazioni internazionali: finora della scelta della trasparenza il Paese ha
sentito solo il peso della riduzione dell’attività economica. La nuova capacità
di confrontarsi a livello internazionale, restando dentro parametri
riconosciuti, deve diventare occasione di nuove opportunità. La situazione dei
conti pubblici ci dice che non si può abbandonare la politica di rigore. Il
pareggio di bilancio è la condizione per la ripresa. Il rigore si deve
coniugare con una politica di equità e con la percezione della prospettiva. La
sfida del bilancio è concreta, rispetto a questa si misurerà tutta la capacità
politica del nuovo governo e di tutta la rappresentanza consigliare”. 

Marco Arzilli, segretario di Stato per l’Industria: “Il segretario di Stato Felici ha dato una
lettura chiara sui conti, l’obiettivo infatti è non nascondere niente. Adesso,
con i dati del Fmi, abbiamo una reale lettura della nostra economia, ora
dobbiamo ragionare sulla reale lettura del bilancio. Non possiamo rinunciare al
nostro welfare. Ma per farlo servono rinunce. La legge di bilancio presuppone
che possa essere valutata dal contributo di tutte le forze politiche dell’Aula,
non solo della maggioranza.

Devono essere messi in atto la razionalizzazione e il controllo efficace
delle strutture amministrative nell’uso dei fondi pubblici. La revisione della
spesa pubblica è fondamentale. Su questo dovremo lavorare per rinunciare a cose
minimamente tangibili per la popolazione, ma non al welfare. Anche le politiche
per lo sviluppo messe in atto devono essere riviste. Mi riferisco al credito
agevolato, la legge del ’93 va cambiata per eliminare i binari morti. Su questo
ci sarà assoluta disponibilità al confronto in quest’Aula. Non si può tornare
indietro alle logiche di sviluppo economico del passato, dovremo guardare in
prospettiva con politiche innovative che non mettano a rischio il Paese”.

Giuseppe Maria
Morganti, segretario di stato per la Pubblica istruzione
: “Il mio compito è di parlare di come le idee possono
generare ricchezza. San Marino ha una scuola d’eccellenza, sia a livello di
strutture che di personale. Ora serve un ulteriore salto di qualità sia nelle
inferiori, che nelle superiori, con l’obiettivo del riconoscimento dei titoli
per l’università, sia dall’Italia che dall’Europa. Abbiamo infatti avviato
l’iter per l’adesione alla Spazio europeo della formazione superiore.
L’università proporrà anche un progetto pilota che anticipa la spending review,
dimostrando che è possibile fare di più, spendendo di meno. Sulla contrattualistica,
per esempio, ci sono ampi margini. E’ inoltre necessaria una razionalizzazione
delle risorse umane e materiali, l’università si sta smaterializzando in
molteplici sedi. La scuola è un bene comune, ma lo Stato sta male e un
sacrificio è necessario”.

Francesco
Mussoni, segretario di Stato per la Sanità
: “Questa proposta ha un’impostazione precisa, non è roboante ma
realista. Il Paese soffre, ma ha tenuto di fronte alla crisi. Ora dobbiamo
trovare insieme le soluzioni per incidere sulle criticità. La riduzione della
spesa è un punto qualificante di questa legge di bilancio e anche di partenza.
Il lavoro pubblico e quello privato devono corrispondere, servono equità e
servizi efficienti. E’ giusto istituire un’immobiliare pubblica per creare
investimenti, con la riduzione delle entrate vanno ridotti i costi, ma occorre
anche cambiare modello della macchina pubblica. Dobbiamo andare avanti con le
riforme e il bilancio è un banco di prova molto importante: si chiedono
sacrifici per il pareggio e fa partire il governo in una direzione precisa.
Dobbiamo essere coerenti e seri.

C’è anche una parte di speranza. Il Paese ha grandi opportunità
nell’economia reale se sapremo aprirci e fare scelte nell’industria, nel
commercio, nell’intrattenimento, per incrementare le entrate. Rigore e sviluppo
è lo slogan giusto, serve un atteggiamento meno burocratico e più creativo. Nel
mio settore risparmieremo due milioni di euro, il 4% del budget, senza ridurre
i servizi, ma con interventi  di
razionalizzazione delle spese e degli appalti”.

Iro Belluzzi,
segretario di Stato per il Lavoro
: “Questa
legge di bilancio è un working in progress, si è realizzata cercando il
confronto con tutte le parti sociali e tutta la politica.Vorremo e riusciremo a
garantire l’equità cui tutto governo si ispira. Certo, la riforma tributaria
avrebbe agevolato, ma le vicende politiche non l’hanno consentito. La stabilità
del bilancio e la liquidità di cassa sono necessarie ed è stata messa a punto
una serie di interventi per garantirle. Al centro del provvedimento c’è la
seguente filosofia dell’esecutivo: arrivare a tagli e imposte solo nel momento
in cui sarà raggiunto l’obiettivo di eliminare gli sprechi, Di qui la spending
review, rivedere i processi della pubblica amministrazione, perchè solo quando
saremo riusciti ad ottimizzare le risorse, eliminando zone d’ombra e percorsi
infruttiferi, sarà necessario operare scelte che vadano a contenere la spesa
corrente. D’altra parte, nel provvedimento non sono stati trascurati incentivi
per l’economia. Alcuni vanno ad aiutare il comparto turistico, altri sono
destinati ad un comparto che sta soffrendo, il settore immobiliare.

La delega al Lavoro però non può da sola portare nuovo
lavoro che si crea solo con sviluppo e nuova economia. Sul fronte dei contratti
del settore industria, il mio impegno sarà da subito la ricerca di un accordo
per parti sindacali e datoriali per convergere verso non un unico contratto, ma
un modus vivendi di non belligeranza.

Unico elemento di mia competenza introdotto con il Bilancio
è un intervento sulla cooperazione che va nella direzione di dare una risposta
immediata a chi vuole intraprendere questa categoria imprenditoriale. Rispetto
ad altri elementi in bilancio, approvo quanto proposto per i frontalieri, dando
una risposta al nostro interno e a chi ci guarda fuori confine, in un momento
in cui i rapporti sembrano sempre più vicini”.

Matteo Fiorini,
segretario di Stato per il Territorio
: “Il
segretario di Stato Felici ha fatto un’opera importante di raccordo con le
segreterie di Stato. Con il suo lavoro ha cercato il  coinvolgimento più ampio possibile, che non
significa in automatico una condivisione. La necessità di una forte riduzione
spesa si scontra infatti con una ritrosia culturale nell’accettare che il
proprio settore venga colpito. Alle difficoltà di limitare spesa si è aggiunta
quella di una crisi economica che non ha precedenti e la riduzioni delle
entrate. Sono difficoltà in cui ci siamo scontrati come governo appena
insediato. Se oggi pensiano com’è il nostro stato sociale, la sanità, la
scuola, l’assistenza ad anziani e diversamente abili, rifiuto l’espressione
lacrime e sangue. Si sta infatti sì parlando di ridistribuire le risorse, con
occhio all’equità e alla giustizia sociale, ma con l’orgoglio di appartenere a
un Paese con un elevato livello di stato sociale. E’ nostra convinzione che
servano tagli strutturali. Anche rispetto al mio settore, i lavori pubblici,
rispetto all’anno scorso i trasferimenti all’Azienda lavori pubblici sono
ridotti del 20%. Nell’ultimo anno si sono risparmiati 4 miloni di euro. Ma
contemporaneamente si stanno sviluppando nuove idee, perché i tagli vanno
fatti, ma nei settori chiave bisogna però prevedere investimenti per il futuro.
Così registriamo nel bilancio 2013 un aumento di 50 mila euro per i fondi
destinati alla green economy.  Sulla
prossima Riforma tributaria compio una riflessione. Nessun intervento può
essere equo fino in fondo senza che ci sia 
uno strumento aggiornato e moderno per rilevare con esattezza i redditi
delle persone.  Non è un’invasione della
privacy, ma l’unico modo per realizzare equità. Non possiamo fare tagli alla
cieca perché siamo credibili come classe politica se seguiamo la regola che chi
più ha, più contribuisce”.

Gian Carlo Venturini, segretario di Stato per gli
Affari interni
:
“Il contesto è di crisi e il governo si è appena insediato, dunque serve un
forte senso di responsabilità. Occorre mettere in campo una politica di rigore
per ridurre spesa e sprechi, quindi il deficit e il debito pubblico. La
flessione delle entrate è stato il punto di partenza per la stesura del
bilancio, caratterizzato non solo da tagli ma anche da entrate straordinarie.
Il contenimento della spesa corrente  è
stato l’obiettivo di diversi governi ed è stato avviato. Ora dobbiamo
continuare. I trasferimenti agli enti sono passati dai 174 milioni di euro del
2010, ai 156 del 2011 ai 144,7 del 2012. Le uscite nette ammontano a 336
milioni, in netta flessione rispetto al triennio 2009-2012. Dobbiamo attuare
concrete economie, anche se non è facile con l’attuale modello della Pa.
Dobbiamo per esempio definire il regime di responsabilità dei dirigenti,
valorizzare le prestazioni dei dipendenti pubblici e dare maggiori funzionalità
ai vari settori. Per questo ci sarà un articolo per gli interventi nella Pa per
un maggiore rigore nelle sostituzioni, assunzioni e turn over. Un altro
riguarderà un gruppo tecnico di lavoro per una revisione della spesa
complessiva.

Grande
attenzione va poi garantita alla giustizia, alla sicurezza e al contrasto della
corruzione, fondamentali per un’economia moderna. Gli strumenti cardini sono il
tribunale e le forze di polizia per le quali vanno stretti accordi con l’Italia
e altri Paesi. Oltre alla ripresa economica dobbiamo puntare su una politica di
moralizzazione in tutti i settori. E il bilancio, pur con meno entrate,
contiene spunti innovativi”.

Simone Celli, Ps: “Serve una consapevolezza
maggiore della gravità del momento per una riflessione politica seria. Ma
finora è stato un dibattito al cloroformio, con i riferimenti dei segretari di
Stato al di sotto delle aspettative. Eppure emergono criticità finanziarie
enormi, da stato di emergenza. San Marino è in recessione dall’ultimo trimestre
2008 e da allora ha perso il 55% del Pil, 1.000 operatori economici, la
disoccupazione è incredibilmente aumentata, ci sono 1.000 posti di lavoro in
meno, sono calati i consumi interni e la produzione. Vanno male i settori
immobiliare e finanziario ed è calato il reddito pro capite.

La crisi di
sistema e l’impoverimento del Paese non sono stati contrastati adeguatamente,
così i conti pubblici soffrono: dal 2011 il disavanzo amministrativo non è
stato più ripianato con gli avanzi precedenti e siamo entrati nella fase del
debito pubblico. Nel consuntivo 2011 il disavanzo era di 15 milioni di euro,
ridotto per una diversa contabilizzazione dei residui, l’attivo circolante era
calato del 15%, mentre il livello della spesa corrente è rimasto sopra il 90%.
C’è stata un’evoluzione positiva, invece, per le fidejussioni al sistema
bancario. Nell’assestamento 2012 il disavanzo è molto consistente, sopra i 100
milioni. E dove sono finiti i 30 milioni previsti per lo sviluppo nell’allegato
Zeta?

Noi guardiamo
avanti, ma non si può fare finta di nulla, occorre riflettere sulle responsabilità.
Sui conti pubblici sono arrivate continue rassicurazioni e il predecessore di
Felici annunciò il pareggio di bilancio per il 2013. Oggi certifichiamo il
fallimento in economia della precedente legislatura. Il disavanzo resterà
intorno ai 44 milioni nel 2014 e 2015, mentre i dati sulla liquidità fanno
rabbrividire: è vicina alla soglia critica, a 81 milioni, avendone persi 70-80
all’anno.

Il rapporto tra
maggioranza e opposizione ora deve cambiare. Ben venga allora il tavolo di
confronto, ma servono delle condizioni preliminari: non presteremo il
fianco  alla divisione della minoranza in
buoni e cattivi e diciamo sì a uno sforzo straordinario a fronte di una
dichiarazione dello stato di emergenza. Nelle prossime settimane serve un
confronto approfondito su scelte importanti. Noi non condividiamo le tasse una
tantum e il maggiore carico fiscale per le Pmi. Per cui come coalizione
presenteremo emendamenti”.

Marco Gatti, Pdcs: “Ho ascoltato il consigliere Celli con sorpresa. Forse in questi
ultimi anni sono stato in un’altra Aula. Mi sembra che dal 2008 siamo in
emergenza. E stiamo lavorando e abbiamo lavorato come Consiglio per uscire
dall’emergenza. E non mi sembra che tutti i Paesi siano in crescita, tranne San
Marino, anche la Germania è preoccupata, perché non vive in un mondo isolato.
Bisogna ragionare guardando le nostre possibilità. Il bilancio è scarno, con
poche scelte politiche. Tante altre decisioni che si devono prendere, come
tagli e tasse, non ci sono perché la scelta del governo precedente è stata
quello di non impegnare chi sarebbe arrivato poi. Quindi si mantengono gli
stralci di intervento. Se si fosse fatta la riforma fiscale avremmo fatto a
meno di molte imposte-stralcio e averla rinviata non aiuta, perché la dovremo
rivedere. Far la riforma fiscale ora significa che entra in vigore nel 2014 e
ci limita in molte politiche di bilancio. Per esempio, le politiche del welfare
vanno fatte per le classe meno abbienti, ma senza riforma è difficile capire
chi appartiene a queste categorie. Non si riesce così a fare una politica
mirata. Per questo era necessaria la riforma fiscale e da qui dobbiamo partire.

La difficoltà della liquidità dello Stato è anche legata al fatto che
non sono stati accesi mutui. In prospettiva, bisognerà ragionare anche
sull’accensione di  qualche mutuo,
nell’immediato non credo ci sia possibilità nel 2013 di arrivare in pareggio.
Quindi puntare fortemente sulla revisione della spesa, rivedendo anche
l’organizzazione degli uffici della Pa. E’ importante partire subito e su
questo nei prossimi mesi dovremo confrontarci. Si è parlato di frontalieri, una
problematica che va affrontata con la riforma fiscale, non con un intervento
stralcio. La riforma poi sarà collegata ad altri aspetti, come la Smac card.
Sono cose che vanno portate avanti nel loro insieme e se il governo non fosse
caduto molte le avremmo già fatte. Quali sono le precondizioni per il rilancio
economico? Sicuramente L’uscita dalla black list,  ma non è sufficiente. Da questo governo poi
ci aspettiamo interventi per togliere burocrazia e favorire gli investimenti.
Altro elemento è rendere competitivo il mercato del lavoro”.

Stefano Macina, Psd: “Il
segretario di Stato per le Finanze ha cominciato il suo intervento dicendo che
dobbiamo dare il segno della partenza. Un progetto che, come hanno già
ricordato alcuni segretari di stato e anche il segretario della Dc, è in linea
con quanto è già avviato. Oggi ci troviamo a un nuovo capitolo che andiamo a
aprire con questo bilancio dello stato che, seppure con i tempi ristretti della
consultazione elettorale, anche attraverso il percorso che si è aperto ha
permesso di capire che si apre un nuovo cantiere di lavoro, fatto di tappe e
progetti e attorno al quale auspico il contributo di tutti non solo a livello
politico, ma anche economico e sociale. Poi serve attivare nuove politiche di
sviluppo, credo sia un aspetto importante. Questo aspetto deve essere
valorizzato. Va apprezzato il ragionamento che il Governo ha fatto in
quest’aula. E’ bene condividere basi future dello sviluppo economico di questo
Paese. La questione delle entrate: la riforma fiscale è centrale. Si tratta di
riprendere in mano quello che avevamo detto in precedenza e arrivare a una
soluzione. La proposta di bilancio presentata coglie già alcune questioni
rappresentative. Si prevedono interventi che possono dare importanti risultati.
Occorre ragionare anche su quelle che possono essere le nuove condizioni per
cui uno può fare impresa nel nostro territorio. Abbiamo la fortuna di essere
uno Stato sovrano e questo ci dà delle possibilità. Poter liberare che le
imprese nascano e diano avvio alla propria attività. Dobbiamo avere una
concezione nuova in questa direzione. La politica deve prendere in
considerazione, confrontarsi, aprire delle opportunità nuove per esplorare fino
in fondo le possibilità che abbiamo di sviluppo. Un aspetto che per me è
importante è che questa crisi può essere superata cercando di non ripercorrere
ricette del passato
”.

Francesca Michelotti, Su: “La strategia
di Felici è quella della guerra di trincea. Su certe questioni non sono
d’accordo, ma l’invito al dialogo è il segnale di un nuovo stile. Occorre
infatti perseguire la razionalità fornendo informazioni corrette, quelle
cattive hanno infatti fatto sì che il Paese non abbia avvertito la crisi e che
ora non sia pronto ai sacrifici. La gestione di Valentini ha avuto molte
pecche, ci sono stati poco dialogo e collaborazione. Dunque il lavoro per
Felici non è facile. Questo è un bilancio tecnico, in primavera ci sarà la
manovra finanziaria e Felici ci chiede tempo. Ma io sono perplessa sia per il
danno che può provocare il ritardo sia per l’inadeguatezza dello strumento del
nostro bilancio. Si sono sfruttati fino all’ultimo i residui, ma la realtà dei
numeri tornerà a farsi sentire, mentre la valutazione degli impegni finanziari
pluriennali è un vulnus che mina la leggibilità dei numeri. Ci vuole invece
chiarezza nelle leggi amministrative.

Sugli interventi
dei neo segretari di Stato sospendo il giudizio perché hanno avuto poco tempo, ma
serviva chiarezza sugli interventi e sulle priorità. Morganti, per esempio,
parla di tagli dolorosi ma necessari, prima però si devono fare tutte le
iniziative non dolorose, per esempio sulle consulenze: la gestione dei
parcheggi costa, e non rende, allo Stato 700 mila euro all’anno. Occorre anche
attivare vecchie risorse, come il costo per il vettoriamento del gas. A
Venturini chiedo che non ci siano moltiplicazioni nelle figure apicali nella
Pa.

Alcune proposte
di Felici poi mi preoccupano, sono sortite, in particolare quella
sull’affidamento a una società privata del trading energetico, senza copertura
finanziaria, e la cartolarizzazione degli immobili dello Stato, per la quale
non abbiamo la tenuta etica”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

San Marino, 17 Dicembre 2012/01

 

 

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