Consiglio G. e G. 19 gennaio tarda serata

Consiglio G. e G. 19 gennaio tarda serata

19 gennaio 2012, tarda serata
L’ultima parte dei lavori consiliari di ieri sera si è concentrata sull’esame delle istanze d’Arengo. Il Consiglio grande e generale ha discusso e respinto le prime tre all’ordine del giorno, la n. 2 “perché sia tutelato il diritto di libertà religiosa”; la n. 3 “per richiedere una revisione dei criteri di accesso e ammissione agli asili nido statali”; infine la n. 16, “affinché la sala cinematografica Turismo sia riconvertita in sala congressi e sia al contempo individuata una nuova sala cinematografica”.
Di seguito gli estratti degli interventi di ieri sera:
Istanza n.2 perché sia tutelato il diritto di libertà religiosa – respinta
Angela Venturini, Udm: “Si può esercitare liberamente la propria fede nel Paese? Noi tutti abbiamo delle ritrosie di fronte a ciò che è diverso e non ci appartiene, una religione nuova si può sentire come un ostacolo. Allora il lavoro da fare è tutto sul fronte culturale. Se i firmatari dell’istanza hanno sentito la necessità di manifestare il loro pensiero su questo tema, evidentemente sentono un disagio. Su questo fronte do loro il mio sostegno, ma esprimo anche un auspicio. Ovvero che lo stesso diritto di libertà venga riconosciuto in altri Paesi per la religione cattolica, forse la più vituperata e derisa. Credo che si debba dare sostegno a questa istanza”.
Francesca Michelotti, Su: “Come, nel 2012 c’è bisogno di un’istanza per chiedere che la libertà religiosa venga tutelata in questo Paese? Sarebbe gravissimo se fosse vero questo. A livello giuridico abbiamo questo riconoscimento, ma quando si parla di tutela di diritti umani non sempre ciò che è sulla carta si realizza nella pratica. La nostra cultura si riconosce nei principi di laicità dello Stato. La libertà religiosa passa attraverso una cittadinanza aperta al plurale e al rispetto della diversità culturale e religiosa, attraverso l’apertura di luoghi di culto diversi, nei termini di paesaggio sociale”.
Mirko Tomassoni, Psd: “Per svolgere riflessioni più precise sarebbe necessaria una fotografia riassuntiva più precisa delle nostra realtà, rispetto alla richiesta degli istanti di vedere garantito il diritto alla libertà religiosa. E nel caso vi sia davvero un discrimine in atto a danno di una o più persone bisogna preoccuparsene. Certo è che la presenza di persone residenti che convivono nella nostra comunità con culture differenti ci impone di discutere di questo argomento, cercando di sgombrare il campo da posizioni preconcette e con la maggiore obiettività possibile. E’ quanto si dovrebbe fare in uno Stato laico e neutrale”.
Roberto Giorgetti, Ap: “Dall’istanza sembra emergere la considerazione che a San Marino ci siano forme di discriminazione religiosa. Non condivido. In realtà San Marino, sulla scia della sensibilità storica, è sempre stata caratterizzata da un’elevata tolleranza verso le altre identità, anche religiose. Tanto meno credo si possa parlare di intolleranza del nostro Paese a livello legislativo. E’ chiaro da questo punto di vista il rispetto assoluto della professione religiosa. Ci sono poi aspetti concreti che testimoniano questa tolleranza: il fatto che è possibile destinare a ogni ente morale, anche quelli che hanno un’identificazione religiosa, il tre per mille è un segnale concreto. A San Marino non c’è nessun impedimento per professare il proprio credo”.
Federico Bartoletti, Pdcs: “Nel nostro Paese ci sono un forte riconoscimento e una grande sensibilità per la libertà religiosa. E non solo perché è attestato dalla nostra legge, ma da altre misure, come il 3 per mille, che incentivano e confortano nell’esercizio della propria fede nel nostro territorio. Non si possono avere rimostranze sul nostro territorio. Non può essere diversamente in un Paese che fa della libertà il proprio principio cardine”.
Istanza n. 3 per richiedere una revisione dei criteri di accesso e ammissione agli Asili nido statali. Respinta.
Paolo Crescentini, Psrs: “I firmatari dell’istanza chiedono di rivedere la clausola per l’ingresso agli asili che risale agli anni ’80. Le possibilità per le famiglie oggi sono cambiate. Per la difficoltà di far quadrare i conti entrambi i genitori devono lavorare ed è un problema l’inserimento dei figli all’asilo. Mi auguro si possa attuare il dibattito consigliare sull’assetto generale della scuola come chiesto dal mio gruppo consiliare attraverso un ordine del giorno. Sarà l’occasione per riprendere in considerazione un tema importante per le famiglie”.
Vanessa Muratori, Su: “Mi sembra che le richieste dei genitori sono da prendere in considerazione, soprattutto perché c’è una forte richiesta di avere nuove strutture. Non si chiedono altri spazi-bimbo ma nuovi nidi pubblici”.
Denise Bronzetti, Psd: “La madre di tutti i problemi è l’insufficenza di asili operanti sul nostro territorio. Formulata così com’è, è difficile approvare questa istanza. Ma sono d’accordo, la politica deve fare un ragionamento per dare una risposta alla cittadinanza. E’ urgente promuovere un confronto a tutto campo per individuare criteri oggettivi per l’inserimento nel nido, quelli attuali risalgono a decenni fa”.
Maria Luisa Berti, Ns: “Mi sembra doveroso confermare che la legge istitutiva, sebbene sia degli anni ’80, è stata poi fatta oggetto di diverse modifiche negli anni, proprio per la revisione dei criteri di ammissione dei bambini. Mi associo alla motivazione per cui l’istanza così come formulata non è accoglibile. Condivido poi che le modalità di selezione siano trasparenti”.
Segretario di Stato per l’Istruzione, Romeo Morri: “Il regolamento non è di 30 anni fa, ma del 2007. Dagli interventi si richiede il ricorso alla riforma fiscale e sono pienamente d’accordo, è uno dei punti più importanti del programma di governo. Non rispondo alle polemiche sull’asilo nido di Falciano, questo governo lavora per dare risposte”.
Vanessa Muratori, Su: “Qui non c’è nessun livore contro le strutture private, c’è un dubbio sulla scelta di regalare ai privati un asilo nido. La popolazione ha bisogno di risposte, qui la risposta è la Compagnia delle opere per pagare una cambiale elettorale”.
Segretario di Stato Romeo Morri: “E’ meglio non rispondere a chi dice stupidaggini”.
Vanessa Muratori, Su: “Mi aspetto un tono diverso, con lei io non uso questi toni”.
Istanza n. 16 affinché la sala cinematografia Turismo sia riconvertita in sala congressi e sia al contempo individuata una nuova sala cinematografica. Respinta.
Nicola Selva, Upr: “La richiesta dell’istanza può essere presa in esame. Mi fa piacere apprendere che, attraverso l’avvio di uno studio di fattibilità, l’intenzione dell’esecutivo vada in questo senso”.
Silvia Cecchetti, Psrs: “Questa istanza è un’iniziativa lodevole dell’associazione ‘Porta del Paese’, che pone attenzione su uno degli edifici più importanti del centro storico. Anche se gli istanti indicano nell’attività congressuale la destinazione del Turismo, mentre in centro c’è già un edificio che fa sua questa vocazione, il Kursaal. E’ ora di iniziare a ragionare sulla creazione di zone specifiche e di indirizzare edifici a scopi determinati, lo ritengo importante per lo sviluppo, il teatro Turismo deve essere indirizzato più ad attività culturali. Mi piacerebbe infine che a San Marino ci fosse una multisala”.
Francesca Michelotti, Su: “Ero a conoscenza di un concorso sullo studio di fattibilità di questo edificio che è un elemento cerniera tra la città antica e la nuova. E’ un edificio che va tutelato nella sua funzione di cinema. Capisco vada ristrutturato, però non si può proporre di individuare altrove una nuova sala cinematografica. In Città deve essere garantita la presenza di un cinema altrimenti si andrebbe a spogliare un distretto urbano già povero di luoghi di socialità. Andarlo a eliminare sarebbe un delitto”.
Angela Venturini, Udm: “Questa istanza ci porta a riflettere su Città, ma la trovo, come testo, un po’ generalista. La trasformazione della sala Turismo in una sala congressi la trovo abbastanza inopportuna. Abbiamo già un bel centro congressi che costò allo Stato 25 miliardi delle vecchie lire e ancora non è usato per tutte le sue possibilità. Mi piace molto l’ipotesi lanciata dal consigliere Cecchetti di una multisala a San Marino. Avere piccole sale a Chiesanuova, a Dogana, in realtà come la nostra è da rivedere. San Marino è l’unico Paese che ha ancora cinema di Stato, bisogna privatizzarli e fare in modo che questo servizio sia un’operazione economica che non deve fare lo Stato. Tutte le strutture dovrebbero essere privatizzate per poi essere utilizzate per diverse attività, cinema, spettacoli, mostre. Ho sentito con piacere che c’è un progetto di ristrutturazione della struttura di Città, mi auguro poi si possa ragionare sulla privatizzazione del servizio”.
Glauco Sansovini, indipendente: “Con tutto il rispetto verso i firmatari dell’istanza, devo dire che non sono pienamente d’accordo sul suo accogliemento. Bisogna continuare a dare servizi a chi vive in Città, agli anziani che non si possono spostare con la macchina. Non si può togliere il cinema quindi, ma al contrario occorre potenziarlo, cercando di proiettare film di qualità. Così vedrete che l’affluenza in questo complesso cambierebbe”.
Vanessa Muratori, Su: “Andavo sempre al cinema Turismo, ma ora non ci vado più perchè c’è un audio pessimo. E’ un procedere tipico, si lascia andare in malora le cose finchè la popolazione se ne disinteressa per darle poi a qualcun altro”.
Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “Mi auguro vivamente che, malgrado la crisi, ci siano imprenditori disposti a investire per una moderna multisala. Per il nostro Paese i cinema sono centri importanti di aggregazione. I sottoscrittori con questa istanza possono essere da stimolo affinché si vada a individuare un progetto idoneo per ristrutturare il cinema di Città. In attesa del concorso di idee, votiamo no all’istanza”.
Istanza n. 5 per chiedere l’introduzione, tramite legge qualificata, dell’obbligo del pareggio di bilancio, nonchè per fissare un tetto massimo per la spesa corrente pari al 70%. Respinta
Stefano Macina, Psd: “Sappiamo tutti benissimo che abbiamo la necessità di liberare risorse per gli investimenti. Inoltre, se vogliamo portare avanti un nuovo rapporto con l’Unione europea, il pareggio di bilancio è uno degli obblighi cui dovremo adempiere. Confermiamo rispetto l’Istanza d’arengo l’impegno a dare il nostro contributo”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Questa istanza ci dà l’opportunità di tornare a parlare del bilancio di Stato e della necessità di trovare meccanismi che ci diano maggior controllo sulla spesa pubblica. L’istanza credo sia condivisibile perché chiede di fissare un tetto massimo alla spesa corrente pari al 70%, da raggiungere in più anni. Certamente questo impegno ci obbligherebbe a trovare dei meccanismi per far sì che la riduzione sia reale e non scritta sulla carta. Oggi non possiano più permetterci solo parole, il bilancio deve immediatamente essere ricondotto entro certi limiti di spesa perché le entrate stanno diminuendo. Senza non è possibile far ripartire la macchina che crea ricchezza e sviluppo. Oggi dobbiamo prendere impegni seri, non affidarci al libro dei sogni dell’articolo 24. Senza investimenti non si possono creare i presupposti per una nuova economia”.
Alberto Selva, Ap: “Il problema proposto da questa istanza è stato affrontato in sede di legge di bilancio e verrà portato avanti da tutte le forze politiche. Seppur si è d’accordo sul tetto massimo di spesa in conto corrente, non si può condividere di fissarla al 70%. E’ difficile quindi accogliere nella sua interezza questa richiesta. Poi gli istanti chiedono che questi principi vengano fissati in legge qualificata ma non è possibile nel nostro ordinamento. Li ringraziamo comunque del contributo che hanno voluto dare, tenuto conto che le forze di maggioranza e di opposizione sono orientate a raccogliere gli auspici dell’istanza, che però non può essere accolta”.
Federico Bartoletti, Pdcs: “L’istanza è stata presentata qualche mese prima del dibattito sul bilancio e consideriamo i principi condivisibili. Abbiamo davanti una scommessa che viene riassunta in questa istanza. E’ la sfida espressa con l’articolo 24 della finanziaria, e in molti altri articoli che danno riposta alle richieste degli istanti. Però i termini con cui sono esplicitate nel testo sono molto utopistici e irrealisti, come l’obiettivo di 8 anni e le limitazioni al 70%”.
San Marino, 20 gennaio 2012/01

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