Consiglio G. e G. Seduta del 3 maggio

Consiglio G. e G. Seduta del 3 maggio

CONSIGLIO GRANDE
E
GENERALE 25 APRILE,
2-3-4
MAGGIO

GIOVEDI’
3 MAGGIO-POMERIGGIO

VENERDI’
4 MAGGIO

La seconda parte della seduta di
ieri del Consiglio grande e generale si è concentrata sui due progetti di legge
in seconda lettura: quello sulla “Tutela e conservazione del patrimonio
documentario e archivistico della Repubblica”; quello per l’istituzione
dell’Ente Poste.

Il primo progetto di legge è
stato approvato nel tardo pomeriggio di ieri con 34 voti favorevoli e 8
astenuti.

Di seguito
un riassunto del dibattito.

Anna Maria Muccioli, Pdcs,
relatore unico
: “Il
progetto di legge demanda all’Archivio di Stato il compito di presidiare e
coordinare la gestione della produzione documentale di tutti gli uffici e
servizi del settore pubblico allargato. L’assenza di una normativa adeguata ha
fatto sì che il notevole sviluppo dell’Amministrazione pubblica, verificatosi a
partire dalla seconda metà del XX secolo, sia avvenuto in assenza di
un’ordinata e omogenea gestione documentaria.

L’esigenza
di governare i cambiamenti legati a una rapida diffusione della tecnologia
informatica e alla introduzione del documento digitale ha, altresì, reso
necessario e improcrastinabile rivedere la legislazione in materia
archivistica. La nuova normativa può considerarsi una legge quadro.

Le nuove norme riguardano il presidio del patrimonio archivistico
privato, l’inclusione degli archivi privati fra quelli tutelati, l’inserimento
dei documenti e degli archivi pubblici fra i beni patrimoniali indisponibili dello
Stato e l’introduzione di un sistema informatico di gestione documentale.

A queste norme
dovranno seguire iniziative e comportamenti che favoriscano lo sviluppo di una
sensibilità collettiva per il recupero, la conservazione e la valorizzazione
del patrimonio documentario ed archivistico, quale parte integrante del
patrimonio storico e culturale della Repubblica”.

Valeria
Ciavatta, segretario di Stato per gli Affari interni
: “In commissione abbiamo acquisito i suggerimenti dei consiglieri e
alcuni emendamenti proposti dalla segreteria di Stato
per gli Affari interni
e a conclusione della seduta abbiamo rilevato l’opportunità, richiedendo la
collaborazione dei consiglieri di minoranza e maggioranza, di aggiungere degli
accorgimenti di natura tecnica, volti a rafforzare le norme di tutela dei
documenti anche fuori territorio. Agli articoli 10, 19, 20 e 22, se non ci sono
obiezioni, farei presente che ci sarebbe l’esigenza di piccole modifiche per
soddisfare anche le segnalazioni pervenute all’interno della commissione quando
il testo era già stato votato”.

Francesca Michelotti, Su: “In commissione c’è stata la disponibilità
nei confronti delle proposte dell’opposizione, ringraziamo per questo il
segretario di Stato. Questa legge è tecnica, ma ha anche valore culturale e
doveva essere fatta diverso tempo fa. Questo ritardo, di un decennio, si può
verificare anche per la rarità della produzione normativa in materia. Siamo
molto lieti perciò del provvedimento. E’ una legge che tocca la cultura non
delle cose morte, perché la cultura dell’archivio non è quella del museo, ma
riguarda la conservazione e valorizzazione di un patrimonio che fa parte delle
nostre radici. L’archivio di Stato è anche una radice istituzionale, in
particolare per un piccolo Stato, e sono conservati documenti che sancisono
trattati, convenzioni, normative, processi sovrani e i sigilli come si sono
succeduti nel tempo. Rimane il problema della fruizione”.

Assunta
Meloni, Ap
: “Finalmente in
Consiglio una legge con regole per una buona archiviazione di tutta la
documentazione dello Stato. Negli anni passati avevamo anche organizzato con
l’università un corso di formazione per il personale per omogeneizzare la
raccolta di dati. Serve un amore sempre maggiore per la conservazione e la
presentazione dell’archivio storico. La cosa che più interessa è l’attenzione
agli archivi privati. Spero in un’approvazione unanime”.

Il progetto di legge per
istituire l’Ente Poste, il cui esame è iniziato nel tardo pomeriggio di ieri, verrà
votato al termine del comma dedicato alla commissione parlamentare Antimafia o
nella prossima seduta.

Di
seguito un riassunto del dibattito di ieri.

Massimo Cenci, Nps, relatore di
maggioranza
: “Il
settore postale sammarinese, in cui operano circa 150 dipendenti, non si è mai
dotato di norme e regole interne, non ha mai effettuato valutazioni commerciali
sulle tariffe, non ha introdotto servizi innovativi rispetto a Poste italiane.
La volontà di San Marino di prestare tutti i servizi postali in modo autonomo,
la dinamica delle trattative intraprese con Poste italiane, l’evoluzione
dell’operatività della convenzione del 1923 e la liberalizzazione
internazionale del mercato postale richiedono per la nostra Repubblica
l’adozione di un quadro normativo diverso da quello esistente e una nuova
organizzazione che risponda a requisiti di efficacia e di efficienza. Con
questo progetto di legge si intende istituire l’Ente Poste della Repubblica di
San Marino, ente pubblico dotato di personalità giuridica con autonomia
organizzativa, amministrativa, contabile e regolamentare.

Le attività dell’ente si articolano
in due servizi: postali e finanziari-postali. I primi sono stati svolti fino a
oggi per conto di Poste Italiane spa; questi servizi, e le attività a loro
connesse, sono pertanto nuovi per la nostra realtà. L’Ente esercita,
limitatamente alla raccolta del risparmio, l’attività bancaria a mezzo
depositi, compresi i conti correnti postali, o a mezzo titoli anche
obbligazionari; eroga servizi di pagamento, di emissione di moneta elettronica,
di incasso e trasferimento di fondi nell’ambito dei circuiti internazionali
Eurogiro e Moneygram, di emissione e pagamento vaglia postali; colloca
strumenti finanziari per conto dello Stato; assume esposizioni creditizie o
finanziarie verso lo Stato e il settore pubblico allargato. L’Ente Poste sarà
dunque soggetto vigilato ai sensi della normativa in materia bancaria e
soggetto designato ai sensi della normativa in materia di contrasto al
riciclaggio”.

Iro
Belluzzi, Psd, relatore di minoranza
: “Vale la pena sottolineare la portata politica dell’operazione.
Il percorso di costruzione dell’Ente Poste sarà sicuramente impegnativo ed
anche economicamente rilevante. A tal ultimo proposito si deve evidenziare che
forse l’economicità di gestione si sarebbe potuta centrare più rapidamente se si
fosse intrapresa la strada della costituzione di una società per azioni senza
passare per la forma dell’ente statale. La trasformazione non garantirà quella
maneggevolezza e quella speditezza nella gestione che si sarebbe raggiunta
adottando una scelta più coraggiosa. Inoltre non assicurerà certamente minor
oneri per le casse dello Stato. Anzi, quasi sicuramente nell’immediato
richiederà maggiori impieghi, considerando se non altro gli organi di cui si
dovrà dotare alla luce delle leggi che lo regolamentano. Seppur con le
perplessità sopra esposte, si apprezza il tentativo fatto di rendere la
Repubblica di San Marino più autonoma nell’erogazione dei servizi postali, così
da poter operare più liberamente a livello internazionale potendo decidere
sulle tariffe postali. Comunque il voto non può essere che contrario”.

Francesco
Mussoni, segretario di Stato per il Lavoro
: “L’autonomia dei servizi postali dall’Italia è un fattore molto
importante. Per quanto riguarda l’aspetto economico al direttore ho chiesto,
come prevede la finanziaria, di fare un contenimento della spesa del 10%. Dal
nuovo ente avremo un forte risparmio, circa 778 mila euro, e potremo limitare
gli investimenti per la dotazione tecnologica necessaria. Nello specifico 200
mila euro verranno risparmiati per la mancata sostituzione di figure
professionali che andranno in pensione; altri 50 mila per la rinuncia a figure
professionali; 164 mila per la gestione in autonomia, 167 mila per le
esternalizzazioni. In totale fanno circa 500 mila euro. A questi si aggiungono
circa 16 mila euro risparmiarti per la riduzione nel costo delle manutenzioni
dei furgoni, 200 mila dalla trasformazione in soggetto giuridico, 20 mila per
minori acquisti, 50 mila per minori consulenze, 10 mila per i servizi di stampa
e 27 mila dalla formazione. Per la dotazione tecnologica gli investimenti
ammontano a circa 500 mila euro. Insomma diamo un buon esempio di efficienza e
risparmio: rispetto al 2012 i costi diminuiranno dell’11,8%, del 6% se
calcoliamo gli investimenti. Un buon risultato.

Per quanto riguarda i servizi finanziari, essi
c’erano fino al 2003, e ora non aggiungiamo un nuovo operatore, ma diamo
maggiore autonomia rispetto all’Italia. In ogni caso non saranno attivati da
subito”.

Nicola
Selva, Upr
: “Giudichiamo
positivamente questo intervento. Fino a oggi le nostre Poste hanno operato come
un grande ufficio collegato a Poste italiane. In questo ambito il rapporto è
fondamentale e mi auguro che le revisioni delle convenzioni in essere e
l’istituzione di un nuovo ente portino a conclusione un percorso di vera
autonomia, con servizi aggiuntivi e con un maggiore ritorno economico. Questo
perché vi sono dei servizi interrotti al 2008, in particolare
quelli finanziari del vaglia postale. San Marino ha avviato con Poste italiane
una trattativa per definire nuovi accordi per portare alla piena autonomia i
propri servizi. Tali trattative non sono ancora concluse, ma in modo autonomo
l’ente preposto potrà svolgere attività di gestione dei servizi dei pagamenti.
La struttura dell’ente punta anche a una maggior efficienza ed economicità dei
servizi. La trasformazione delle Poste in ente non garantirà comunque quella
flessibilità ed efficienza nella gestione che si sarebbe potuta raggiungere con
una scelta più coraggiosa, quella privatistica”.

Clelio
Galassi, Pdcs
: “Oggi
stiamo affrontando un progetto di legge che è importante perché segna un passo
in avanti nel settore postale dove l’evoluzione è stata molto forte. Questo
provvedimento ci permette di stare in linea con quello che sta succedendo in
altri Paesi e rappresenta un grosso passo in avanti per la modernizzazione dei
servizi interni. Si introduce una struttura caratteristica al servizio postale
che permette di fare tutta una serie di servizi. A quelli postali si aggiungono
anche quelli finanziari che possono essere di supporto alle esigenze della
collettività. Queste possibilità devono essere fatte in maniera graduale,
tenuto conto dei bisogni del Paese. Altro aspetto fondamentale è il risparmio
nella gestione della struttura pubblica. Anche qui le impostazioni sono serie e
compatibili con la linea scelta dal Consiglio grande e generale che è quella di
puntare agli ammodernamenti, ma anche ai risparmi. Ci sarà molto da lavorare su
questo. Il progetto di legge è qualificante e deve essere approvato”.

Federico Bartoletti,
Pdcs
: “Abbiamo concluso il
percorso un po’ in ritardo. Comunque sarebbe necessario ripetere tale
trasformazione per altri servizi dello Stato. Si tratta dunque di un passo
utile positivo. Ci sarà maggiore autonomia e, nei tempi dovuti e in armonia con
il sistema Paese, svolgerà un ruolo finanziario completo, da subito ci saranno
economie notevoli. Come il consigliere Galassi ritengo che il servizio
filatelico poteva essere una divisione interna delle nuove Poste, eliminando il
cda dell’Azienda filatelica. Comunque il mio è un sì convinto”.

Claudio Felici, Psd: “Nell’allegato Z del bilancio si
accenna all’Ente Poste e si fa una dichiarazione impegnativa in cui si dice che
sarà in grado di autofinanziarsi. Si sta andando a una sorta di
autosostentamento finanziario delle nuove strutture. Ho visto che per pudore
all’articolo 17 viene data la possibilità di trasformare l’ente in spa. Ma se
vogliamo dare valore alla riforma della Pa e siamo convinti che
l’esternalizzazione possa essere una modalità per contenere i costi, perché
l’Ente Poste non può andare verso una natura privata? Perché non si è fatta
questa scelta? Perché si è passati dal pubblico ristretto al pubblico
allargato? Non è una grande operazione. Dovremo costituire nuovi organismi,
come il cda, che si sosterranno con l’intervento dello Stato. Credo che
l’intervento non sia chiaro”.

Francesca Michelotti, Su: “Non sono d’accordo sulle privatizzazioni. In
commissione ho assunto un atteggiamento di cauto interesse. Ma leggendo la
relazione si coglie un atteggiamento autoritario da parte italiana per cui uno
scatto d’orgoglio ci voleva, e dunque la trasformazione di un ufficio dello
Stato in qualche cosa di più autonomo.Il settore ha notevoli potenzialità, ma ci si
deve fermare a un Ente. Sulla filatelia invece sono d’accordo con il
consigliere Galassi: in un contesto innovato il settore potrebbe godere di un
rilancio, le preoccupazioni per i costi sono state dissipate dal segretario di
Stato, mente resta il tema delicato della possibile concorrenza, visto il
momento, con le attività finanziarie”.

Denise Bronzetti, Psd: “Ho dato un’occhiata alle delibere di
spesa a partire dal 2007 che hanno accompagnato questo percorso di costruzione
dell’Ente Poste e francamente ci costa caro.

I conti che avevamo fatto in
commissione tornano. Per studi di fattibilità e il sistema informatico del
nuovo ente le spese ammontano a più di 330 mila euro in due anni e possono
sembrare eccessivi. Non è per fare demagogia. Sono spese che non hanno niente a
che vedere con l’operatività dell’ente. Non sappiamo quante persone faranno
parte del consiglio di amministrazione e se questi costi lieviteranno ancora”.

Francesco Mussoni, segretario di
Stato per il Lavoro, replica
:
Mi sembra che il consigliere Bronzetti abbia fatto un po’ di confusione
rispetto alle delibere che le ho fornito. Vorrei sottolineare che questa
trasformazione delle Poste, trattate fino a oggi come un ufficio, senza
possibilità di avere uno sviluppo come avviene in altri Paesi, sia importante.
Anche perché porterà un risparmio di 778 mila euro. E’ un dato molto
importante. Oltre a questo non ho considerato i maggiori ricavi. Non attiveremo
servizi bancari, ma servizi finanziari postali che porteranno nuovi introiti.
Noi, oggi, chiudiamo l’anno con 322 mila euro di perdita, dal 2014 l’ente sarà autonomo
finanziariamente.

Non è stata fatta una trasformazione
in spa. Ho ereditato una segreteria
di Stato che aveva già dato indirizzo tecnico verso l’ente
autonomo e ho seguito questo. Anche perché sono convinto sia il passo giusto:
dobbiamo fare un periodo per rodare la macchina e valutare i servizi in
autonomia e dopo trasformare l’ente in spa. Non è una scelta improvvisata, ma
voluta per cautela rispetto a un’azienda che offre un servizio primario e ha
150 dipendenti”.

 

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