Consiglio G. e G. Tardo pomeriggio fino a notte tarda

Consiglio G. e G. Tardo pomeriggio fino a notte tarda

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE
21 DICEMBRE
    Si è conclusa all’1.30 la lunga maratona consiliare per l’approvazione del bilancio di previsione 2012. La proposta di legge del governo ha incassato 33 voti favorevoli, 19 contrari e tre astenuti. Durante il dibattito sull’articolato sono stati accolti emendamenti proposti anche dai partiti di opposizione. In particolare, sull’articolo 24 relativo al piano strategico di sviluppo. I lavori si sono concentrati poi anche sull’articolo 33, “imposta straordinaria sugli immobili”, su cui si è aperto un lungo dibattito in cui hanno preso parola larga parte dei consiglieri presenti in Aula.
Di seguito un riassunto della seduta di fine pomeriggio e notturna
SEDUTA DEL 21 DICEMBRE, FINE POMERIGGIO E NOTTE
Dibattito sull’articolo 33, “imposta straordinaria sugli immobili”
L’articolo è stato approvato con 33 voti a favore e 23 contrari, tre emendamenti presentati dal Psd sono stati tutti respinti. Questi gli estratti degli interventi:

Giovanni Lonfernini, Upr: “Non è una patrimoniale, ma una tassa sugli immobili che determina effetti che vanno verso l’innalzamento della pressione fiscale. E ci sono anche l’addizionale Igr e la minimum tax; non ci sono invece elementi per la crescita. Perché non è stata valutata la possibilità di ragionare su alcuni settori per ampliare le entrate? E comunque il bilancio dello Stato non viene messo in sicurezza”.

Silvia Cecchetti, Psrs: “Sono contraria al principio dell’innalzamento della pressione fiscale. Occorre concentrarsi sulle grande rendite perché questa tassa non colpisce i ricchi. E’ un intervento facile, difficile è fare una riforma tributaria equa. Dobbiamo fare qualcosa per le fasce più deboli. Saranno fortemente penalizzati gli artigiani. Il mio appello è a ripensarci o per lo meno ad accogliere alcuni suggerimenti dell’Aula”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Parliamo quest’anno di addizionale Igr, di minimum tax, di tassa
sui servizi, si assommano una serie di imposte, anche nuove, che entrano nelle tasche dei cittadini e delle imprese e creano minore capacità di spesa e minore economia nel Paese. Queste imposte straordinarie sono un escamotage per fare cassa e per nascondere le problematiche del bilancio.
Ma non lo mettono in sicurezza e il prossimo anno saremo da capo senza una nuova economia. Noi dell’Upr non siamo contrari a priori a questo intervento ma vorremmo capire dove vanno a finire questi soldi”.
Nicola Selva, Upr: “Quando si tassa la prima casa significa che si sta prendendo una strada che non condivido. Si rischia che aumenti ancora di più la recessione in atto. Mi sarei aspettato un Consiglio apposito e un dibattito specifico per cercare la massima condivisione possibile. Quando sento dire che un sacrificio si deve fare non sono d’accordo se alla fine risulta che l’intervento è iniquo. Andiamo ad agire sui veri patrimoni. Lo ha detto anche qualcuno dalla maggioranza”.
Simone Celli, Psrs: “Nella precedente legge di bilancio l’opposizione ha presentato un emendamento in cui si chiedeva di produrre un graduale spostamento della pressione fiscale sui patrimoni, per tanto è un principio che condividiamo. Ma con l’imposta proposta dal governo non viene perseguito, perché la tassa sugli immobili non è una vera patrimoniale e viene messo in evidenza un errore di fondo perché non vengono colpite le grandi concentrazioni di patrimoni”.
Marco Gatti, Pdcs: “E’ chiaro che alla maggioranza non fa piacere introdurre un’imposta straordinaria sugli immobili, ma in un momento straordinario abbiamo dovuto valutare delle misure straordinarie. La cosa più equa ci è parsa quella di toccare gli immobili. Quando si dice che è una tassa iniqua è sbagliato. Poi si punta il dito contro l’impostazione. Ma perché abbiamo introdotto una tabella? Perché non vogliamo la demagogia o che si racconti chissà cosa. La tabella può avere dei difetti, senza dubbio. Noi ci abbiamo lavorato e abbiamo trovato delle casistiche, ci sembra che funzioni bene, però nonostante questo la certezza non l’abbiamo. E dobbiamo lavorarci insieme, tant’è vero che nell’articolato si prevede la possibilità per il governo di intervenire con un decreto. Perché quello che è emerso in questi interventi è giusto: ci sono situazioni di difficoltà, per questo abbiamo lasciato la possibilità al governo di intervenire con il decreto delegato.
Però vorremmo anche avere una base di certezza da cui partire. Come facciamo a tassare immobili esteri se non abbiamo oggi gli strumenti per andarli ad accertare? Il modo migliore per essere seri ed equi è quello di seguire i criteri che sono stati dati”.
Francesca Michelotti, Su: “Non credo si debba litigare, dobbiamo cercare la  modalità più equa ed efficace possibile. Mi domando se non ci sia la possibilità di mettersi attorno a un tavolo e trovare il modo per far pagare solo a chi ha di più. A una persona che ha un buon reddito non si abbasserà di certo lo stile di vita se dovrà pagare il doppio di quanto previsto ora. Non è possibile quindi fermarsi e rinviare a un decreto in cui trovare il modo più equo per chiedere dei sacrifici? Non possiamo incidere su chi non arriva a fine mese”.
Paride Andreoli, Psrs: “E’ stata fatta una scelta che eguaglia quella italiana, la proposta di tassare gli immobili. Devo dire che il principio può essere considerato valido, ma nello stesso tempo riteniamo che questa imposta non rappresenti la scelta migliore perché va nella direzione di un maggior inasprimento fiscale, dopo le scelte del 2011 e del bilancio preventivo 2012. Mi spaventa la parola provvedimento straordinario, una volta fatta la scelta difficilmente si torna indietro.”
Alessandro Rossi, Su: “Mi auguro si ascolti la voce del consigliere Michelotti che ha proposto un momento di riflessione. Questa tassa viene proposta a meno di un anno di distanza da un condono che ha riguardato le attività immobiliari che hanno prodotto immobili senza ragione d’essere nel territorio. Sarebbe stato più equo intervenire non su tutto il patrimonio per fare cassa, ma su quello frutto della speculazione”.
Stefano Palmieri, Ap: “Dobbiamo interrogarci se la patrimoniale ci serve o no. Abbiamo deciso come maggioranza che questa patrimoniale serviva per mantenere il nostro welfare e la protezione sociale. I numeri sono stati tarati in maniera equa ed equità significa far pagare tutti rispetto la capacità contributiva di ognuno. Gli immobili sono sul territorio e sono verificabili, non si nascondono, quindi anche se è una tassa noiosa è sicuramente equa”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “E’ stato detto che siamo in un tempo in cui non possiamo non prendere decisioni. Di fronte a una situazione in cui il bilancio dello Stato
poteva avere un debito importante nel 2012 rispetto alle entrate, nonostante lo sforzo dei tagli, abbiamo ritenuto che fosse un gesto di responsabilità individuare le risorse per evitare che l’indebitamento fosse grave. Abbiamo fatto un’ipotesi con gli elementi di equità che abbiamo in mano, senza colpire famiglie e imprese economiche. Tra la parte fissa e variabile c’è un tentativo di calibrare nel modo più equo possibile questa imposta che è straordinaria. Sarebbe sbagliato non tenere questo intervento sia dentro il contesto di una riforma tributaria, sia in quello di quanto indicato nel piano strategico. Senza quest’ultimo allora i cittadini potrebbero sentirsi presi in giro”.
Dibattito sull’articolo 35, minimum tax
L’articolo è stato approvato a maggioranza, l’emendamento soppressivo presentato dall’Upr è stato respinto con 20 voti a favore e 34 contrari.
Silvia Cecchetti, Psrs: “Siamo fortemente contrari all’inasprimento fiscale, che toglie competitività al sistema. E la minimum tax è la peggiore tra tutte le imposte introdotte, è immorale. Le tasse vanno agganciate alla capacità di reddito. Per cui serve una riforma fiscale che faccia un quadro equo”.
Roberto Giorgetti, Ap: “C’è parecchia confusione, gli articoli sarebbe meglio leggerli. Comunque si tratta di un anticipo che può essere recuperato sull’imposta da pagare entro tre anni. Stiamo lavorando alla riforma fiscale e nel 2012 sarà varata”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “E’ solo un acconto di imposta e diventa discriminante solo se l’attività vive da 5 anni e non ha reddito”.
Dibattito sull’emendamento dell’Upr “Articolo 35 ter”, poi respinto
Pier Marino Mularoni, Upr: “Chiediamo di applicare ritenute del 5,5% sui premi assicurativi del 5,5% per le compagnie estere”.
Nadia Ottaviani, A&l: “La questione parte dalla maggioranza. Sono 60 le compagnie estere autorizzate e raccolgono 100-120 milioni di euro all’anno. E mensilmente i premi vengono riportati in Italia. Le nostre compagnie pagano le imposte, per cui dobbiamo tassare anche questa situazione. Infatti l’articolo 36 chiede alle imprese estere di avere una domiciliazione fiscale in Repubblica per pagare la tassazione europea”.
 
Dibattito sull’articolo 36, “Altre disposizioni fiscali”
Clelio Galassi, Pdcs: “Sono sbalordito, trasformiamo la tassa di circolazione in tassa di possesso. E’ un errore madornale: tanti sammarinesi hanno la passione per le auto storiche e dobbiamo punire chi fa il furbo e non paga il bollo. Diventiamo ridicoli”.
Claudio Felici, Psd: “Bene avere reiterato la tassa di lusso”.
Silvia Cecchetti, Psrs: “Mi associo al consigliere Galassi, la passione per le auto storiche è molto diffusa”.
Iro Belluzzi, Psd: “Mi affianco al consigliere Galassi. E’ ridicolo: mettiamo tasse e balzelli anche sulle passioni”.
Federico Pedini Amati, Psd: “Sto con il consigliere Galassi. Il passaggio a tassa di possesso non ha senso di esistere. Facciamo i controlli su chi non paga il bollo”.
Massimo Cenci, Nps: “Concordo con il consigliere Galassi, ma ridicole sono altre cose che abbiamo fatto in Aula.  Con il decreto affronteremo la questione”.
Segretario di stato per le Finanze, Pasquale Valentini: “C’è un mandato per il congresso di Stato per un decreto delegato che terrà conto delle osservazioni fatte”.
 
Dibattito sull’emendamento del Psd 48 ter “assistenza familiare”, accolto a maggioranza
 
Claudio Felici, Psd: “Do lettura dell’emendamento: ‘E’ dato mandato al Congresso di Stato di presentare al Consiglio Grande e Generale apposito provvedimento legislativo concernente la possibilità per i lavoratori dipendenti, sia pubblici che di aziende private, di poter accedere periodi di aspettativa non retribuita dal lavoro, mantenendo la conservazione del posto di lavoro.
Tali periodi dovranno essere utilizzati per assistenza a familiari fino al secondo grado di parentela, non autosufficienti, instaurando un temporaneo rapporto di lavoro al fine di mantenere la contribuzione come per un regolare rapporto di lavoro’. Al momento in cui verranno meno le ragioni della necessità di assistenza o che tale assistenza venisse trasferita ad altri familiari il lavoratore ripristinerà il proprio posto di lavoro. ”.
Segretario di Stato per la Sanità, Claudio Podeschi: “E’ da approvare. Non c’è dubbio che i termini sono sostenibili. È un bisogno che non si verifica spesso, ma è un’opportunità ben identificata. Certo servirebbe un accorto con le organizzazioni del lavoro e il governo si muoverà.”.
Alessandro Rossi, Su: “Il nostro gruppo è favorevole. L’intervento è ben calibrato e crea uno strumento di tutela in più per le persone non autosufficienti e non è oneroso per lo Stato”.
Claudio Felici, Psd: “Il governo ha avuto la sensibilità giusta questa volta”.
Dibattito sull’articolo 51 Fondo per l’alta formazione all’estero di giovani diplomati e laureati
L’articolo è approvato con 38 sì, 16 no e un astenuto dopo aver accolto in parte un emendamento del Psd.
Denise Bronzetti, Psd: “La lingua straniera, e inglese in particolare, è fondamentale”.
Segretario di Stato per la Cultura, Romeo Morri: “C’è già un lavoro sull’inglese nelle scuole d’infanzia ed elementari. L’anno prossimo un progetto coinvolgerà anche le medie. Ci saranno dei corsi all’università. L’obiettivo della segreteria di Stato è aumentare la conoscenza dell’inglese già dall’età di 2 anni”.
Segretario di stato per il Lavoro, Francesco Mussoni: “Il primo comma è in linea, il secondo no”.
Assunta Meloni, Ap: “Proposta interessante. Va incontro a una tendenza che c’è già nella scuola superiore”.
Segretario di Stato per il Territorio, Gian Carlo Venturini: “Se c’è il Fondo Servizi Sociali nel contributo serve un accordo con le parti. Non sono soldi nostri”.
Voto finale: il bilancio previsionale per il 2012 è approvato con 33 sì, 19 no e 3 astenuti
Di seguito gli estratti delle dichiarazioni voto:
Luigi Mazza, Pdcs: “Questo dibattito di molti giorni conferma la complessità della situazione. E un difficile percorso per l’impegno sulla riduzione della spesa, il rilancio dell’economia, l’implementazione tramite legge di spesa delle infrastrutture. Il Patto è consapevole della fase che vive il Paese e l’opposizione vuole contribuire a scelte difficili. L’anno scorso c’è stato un muro contro muro quest’anno c’è la consapevolezza di dovere dare risposte”.
Claudio Felici, Psd: “C’erano aspettative forti sul piano di sviluppo e con il nostro emendamento, che ha trovato una larga condivisione, è cambiato qualcosa nelle relazioni politiche. Esiste una prospettiva condivisa da raggiungere.
Sulla patrimoniale il Psd è stato la prima forza politica a sbilanciarsi. Non c’è stato il tempo per un confronto serio, ma confidiamo nell’apertura del governo. Non è la nostra finanziaria, ma confermiamo il nostro impegno a lavorare”.
Alessandro Rossi, Su: “Tutti i cittadini sono stati messi sullo stesso piano, onesti e non onesti. La maggioranza non lo è più nel Paese e non ha un progetto di sviluppo alternativo. Anche l’opposizione perde, sui contenuti e sulla politica. Ci sono anche elementi positivi ma non c’è prospettiva. Comunque Su è pronta a sedersi al tavolo del confronto, se verrà chiamata. Ma il bilancio è in perdita e senza interventi strutturali”.
Paolo Crescentini, Psrs: “Per portare il Paese in una nuova era serviva un bilancio di prospettiva per risultati anche nel breve-medio termine. L’inasprimento fiscale non è la strada, servono nuove entrate e i nostri emendamenti erano una valida alternativa. Questa finanziaria non ci convince. Prendiamo atto del piano di sviluppo, è un punto di partenza. C’è piena disponibilità al confronto”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “C’è stata più disponibilità da parte della maggioranza ma c’è un limite nel capire l’emergenza. Noi siamo pronti a sederci al tavolo del confronto con le nostre idee. Nel bilancio ci sono dei limiti strutturali e nuove tasse. La patrimoniale poteva essere un’opportunità invece è limitativa. Speriamo che i progetti del piano di sviluppo, almeno in parte, siano concretizzati”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Abbiamo fatto un lavoro significativo. L’obiettivo di contenere il deficit è in parte riuscito. Sono orgoglioso, con il governo, la maggioranza e buona parte del Consiglio, per la predisposizione del piano strategico che continua l’impegno preciso per la domanda di prospettiva che il Paese chiede. Termino con un appello: diamo corso a quella richiesta di cambiare il modo di fare politica. Spero in una maggioranza più ampia per dare un segnale al Paese”.

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