Consiglio GeG. Oggi pomeriggio. Interventi

Consiglio GeG. Oggi pomeriggio. Interventi

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE
20 DICEMBRE – POMERIGGIO
Il dibattito in Consiglio grande e generale è ripartito questo pomeriggio con la votazione del rendiconto generale dello Stato e degli enti pubblici per il 2010. Il progetto di legge è stato approvato con 30 voti favorevoli e 24 contrari.
Si è poi passato all’esame dell’articolato del bilancio di previsione 2012, compreso dei vari emendamenti. Il segretario di Stato per le Finanze, Pasquale Valentini, ha letto i vari articoli, compresi di emendamenti, rispondendo alle domande e ai dubbi espressi dai consiglieri. Che a loro volta hanno illustrato gli emendamenti proposti dai rispettivi partiti.
Di seguito un riassunto del pomeriggio.
Articolo 2 (31 sì, 24 no; emendamento del governo: 31-23)
Alesando Rossi, Su: “Occorre chiarire cosa si intende per contabilità speciale, che in questo caso ammonta a 20 milioni di euro. Non credo sia nei parametri internazionali e va a formare volumi artificiosi”.
Claudio Felici, Psd: “Non c’è alcun collegamento all’ente autonomo delle Poste che nascerà”.
Pasquale Valentini: “La contabilità speciale è la gestione caratteristica dell’azienda. L’ente Poste non è ancora stato istituito. Una legge stabilirà il suo funzionamento”.
Articolo 3 (31 sì, 22 no)
Federico Pedini Amati, Psrs: “Anche qui emergono dubbi sulla contabilità speciale”.
Clelio Galassi, Pdcs: “La contabilità speciale indicai rapporti di servizio con la Pubblica amministrazione”.
Articolo 4 (a maggioranza; emendamento del governo: 31-25)
Fiorenzo Stolfi, Psd: “Cosa deve fare l’azienda e che tipo di competenze viene ad assumere? Qual è l’obiettivo?”.
Alessandro Rossi, Su: “Ci sono oltre 500 milioni di euro di contabilità speciale. Occorre chiarire se riguarda il trading energetico affidato alla società ‘Key to energy’. Così si aumenta il livello di rischio ma anche le tentazioni. I volumi sono rischiosi per la nostra Repubblica”.
Federico Pedini Amati, Psrs: “Vanno specificati le voci su cui è movimentata la gran parte di queste risorse”.
Enzo Colombini, Su: “Se l’Aass gestisce volumi di questa portata per attività di trading c’è un rischio. E infatti la commissione di controllo della finanza pubblica ha bloccato la delibera”.
Stefano Macina, Psd: “Va bene creare nuove opportunità per l’azienda, attraverso la gestione delle reti, ma non in regime di monopolio”.
Paride Andreoli, Psrs: “L’Aass gioca sulla borsa energetica e quei 500 e passa milioni sono utilizzati per giocare direttamente sul trading energetico?”.
Alessandro Mancini, Psrs: “Viene aggiunto un servizio di stimolo, ma non lo si faccia in monopolio. Il governo si impegni per un confronto in aula sull’Aass”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Non comprendiamo l’emendamento, sull’Aass serve un discorso complessivo”.
Fabio Berardi, segretario di Stato per i Rapporti con l’Azienda dei servizi: “L’Azienda dei servizi gestisce solo la rete stradale. Ora abbiamo inserito la fibra ottica in una logica di sistema e armonizzazione di gestione delle reti. Non ci sarà monopolio e l’Aass non si occuperà di traffico telefonico, ma solo di traffico dati. Nei primi mesi del 2012 ci sarà la sua trasformazione in spa a maggioranza pubblica e ne discuteremo in Aula. Non si mette a rischio il sistema, le operazioni sono fatte con clienti affidabili anche in base all’accordo raggiunto con l’Italia sulla possibilità di approvvigionamento”.
Articolo 11 bis (emendamento aggiuntivo del Psrs. Respinto con 20 sì, 34 no e 2 astenuti)
Simone Celli, Psrs: “Si propone di inserire l’articolo 11 bis, linee di indirizzo per il riequilibrio strutturale del bilancio dello Stato. Sono fissati i tetti massimi della spesa corrente rispetto alla spesa complessiva dei bilanci pluriennali, per l’esercizio finanziario 2013 pari all’85%, per il 2014 pari all’80%. Obiettivo è di decretare un impegno politico preciso da parte del Consiglio verso un percorso virtuoso finalizzato al risanamento del bilancio dello Stato, impegnato al 90% nella spesa corrente”.
Claudio Felici, Psd: “La proposta del Psrs va nella direzione in cui marciano le grandi economie. Riconosciamo la proposta coerente con il nostro pensiero, chiediamo alla maggioranza di guardarvi con attenzione”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Avevamo presentato un analogo emendamento, l’articolo12 bis, ma ci accomuniamo a quello presentato dal consigliere Celli. Va nell’ottica di mettere sotto controllo la spesa dello Stato, di prendere impegni precisi affinché non si superino tetti certi. E’ l’unico modo per impegnare l’amministrazione nella definizione chiara di tetti di spesa e creare disponibilità da investire nello sviluppo economico. Approvare questo emendamento sarebbe un chiaro segnale di andare in questa direzione, altrimenti il resto sono solo parole che non si concretizzano”.
Luigi Mazza, Pdcs: “Nel documento strategico parliamo di riduzioni forti di trasferimento agli enti. La richiesta del Psrs, analoga a quella dell’Upr, richiede tempi più ampi di quelli indicati. Siamo per sottoporre questo principio di rapporto tra spesa corrente e spesa complessiva a partire dal 2014. Il principio espresso è quindi positivo, ma vogliamo inserirlo nel documento strategico e non in un emendamento alla finanziaria”.
Massimo Cenci, Nps: “Intervengo per ribadire quanto affermato dal capogruppo Mazza. E’ opportuno si inizi a intervenire per obiettivi, ma il rapporto tra spesa complessiva e spesa corrente non può essere efficace se non si commisura la spesa corrente alle effettive esigenze dello Stato. Ma è sicuramente una strada da perseguire”.
Vanessa Muratori, Su: “Prima di porre dei tetti così rigidi alla spesa corrente, occorrerebbe fare una riforma fiscale che rimpingui le casse pubbliche perché tagliare la spesa pubblica così è un modo per colpire i pubblici dipendenti”.
Angela Venturini, Udm: “Tre anni fa la spesa corrente superava il 96%, siamo arrivati al 90%, il percorso è iniziato e c’è la fermissima determinazione per andare avanti su questa linea”.
Alessandro Rossi, Su: “Da una parte c’è la necessità di porre questo vincolo, perché la politica ha la tendenza di sviluppare dinamiche clientelari e puntare a investire risorse pubbliche in modo non efficiente. Dall’altra, porre questo vincolo senza che ci sia una produzione di valore che possa essere investita nel sociale costituisce una depauperazione dei diritti per tutti i cittadini, che è quello che sta avvenendo a livello europeo”.
Federico Pedini Amati, Psrs: “La proposta è un buon modo per iniziare a invertire una tendenza che si sta aggravando. L’anno scorso si parlava del 90% della spesa corrente sul totale, quest’anno del 93%. Intendimento è quello di liberare capitali”.
Roberto Giorgetti, Ap: “Sull’intendimento di fondo siamo d’accordo. Tecnicamente l’intento va però commisurato rispetto alle entrate, rispetto alle esigenze del pareggio di bilancio. Quindi a nostro avviso questo emendamento è tecnicamente sbagliato”.
Giovanni Lonfernini, Upr: “Al di là delle valutazioni di fondo c’è una convergenza diffusa nel Consiglio grande e generale. Ritengo che su un tema come questo sarebbe opportuno ragionare per un accordo di massima che fissi gli obiettivi proposti. Se l’emendamento non è la strada giusta, proporrei di lavorare su ordine del giorno condiviso”.
Enzo Colombini, Su: “Bisogna distinguere tra diritti inviolabili e sacchi di privilegi dove è possibile intervenire con una riforma coraggiosa delle politiche sociali”.
Simone Celli, Psrs: “Ringrazio tutti i gruppi consiliari che si sono espressi, vorrei recuperare la proposta del capogruppo Upr che credo possa avere fondamento sul piano politico per ragionare sulla sostanza dell’emendamento proposto”.
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Non condividiamo la rigidità della proposta, riteniamo piuttosto di fissare un doppio tetto, quello del pareggio di bilancio nel 2014 e quello della percentuale dell’85% della spesa corrente sul totale. Verranno recuperati così gli emendamenti del Psrs e dell’Upr, ma questi due tetti saranno inseriti nel capitolo dedicato al contenimento della spesa del piano di sviluppo”.
Articolo 18 (emendamento del governo: 31 sì, 25 no; respinti 4 emendamenti di Su)
Pasquale Valentini, segretario di Stato per le Finanze: “Il contribuito dello Stato da erogare ai partiti e movimenti politici è ridotto nella misura del 10% ed è pertanto stabilito in 1,270.148,07 di euro”.
Alessandro Rossi, Su: “Riteniamo che questo tipo di intervento debba essere ben calibrato e non posto con caratteri demagogici. Già l’anno scorso avevamo proposto di dare un segnale alla cittadinanza e quest’anno abbiamo ripresentato lo stesso emendamento. La politica deve dare il buon esempio e dato la proposta analoga del governo, siamo disponibili a ritirarlo”.
Claudio Felici, Psd: “In questo momento la politica deve dare il buon esempio, ma deve anche restare autorevole e non possiamo dare a interventi così la valenza che non possono avere. In questo momento le proposte devono avere altro spessore”.
Articolo 19 (emendamento Su su Consulta dei Capitani di Castello, respinto con 34 no e 22 sì)
Alessandro Rossi, Su: “E’ istituita una consulta dei Capitano di Castello, i cui compiti saranno poi istituzionalizzati da apposito decreto delegato da emanarsi il 30 giugno 2012. Alla Consulta è riservata la facoltà i procedere alla ripartizione di fondi ‘Assegni alle Giunte di Castello’ e ‘quota contributo Giunte di Castello destinata all’acquisto di beni patrimoniali’”.
Augusto Casali, segretario di Stato con delega ai Rapporti con le Giunte: “Nell’ultima seduta del congresso di Stato ho depositato il testo della riforma per le Giunte di castello. La consulta di fatto esiste già ed opera. In questa legge viene istituzionalizzata e le vengono affidati dei compiti”.

Filippo Tamagnini, Pdcs: “Cercherò di spiegare perché la proposta non può essere accolta. L’emendamento prevede che il decreto che istituzionalizza la consulta, tra i cui compiti figurerebbe quello di ripartire i fondi alle Giunte, sarebbe da emanarsi a fine giugno. In questo modo il finanziamento arriverebbe troppo tardi. L’idea di una consulta è però motivata dal fatto che ora la ripartizione viene data in base al numero dei residenti e alcuni Castelli, come Montegiardino, non hanno abbastanza risorse per poter coprire tutte le iniziative che potrebbero accogliere”.

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