Consiglio Grande e Generale (17-24 marzo). Seduta odierna, seconda parte. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale (17-24 marzo). Seduta odierna, seconda parte. Agenzia Dire

 

                                           COMUNICATO
STAMPA

 CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 17-24 MARZO

 GIOVEDI’ 19
MARZO- seconda parte

 

In Aula
sono presentati e discussi tre progetti di legge in prima lettura: “Legge a
sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove attività nei Centri Storici”,
presentato dal consigliere del Pdcs, Alessandro Cardelli; quindi due p
rogetti di
legge del gruppo consiliare Civico 10, “Riforma della Legge sul Diritto
allo Studio”
e “Trasparenza della Politica e
dell’Amministrazione Pubblica”. I lavori si interrompono con la
conclusione del dibattito sull’ultimo progetto di legge in prima lettura.
Domani mattina riprenderanno con il progetto di legge, in seconda lettura,
“Disposizioni in materia di edilizia sovvenzionata”.




 

Di seguito una sintesi degli interventi.

 

Comma
12. Progetto di legge “Legge a sostegno dei Giovani Imprenditori e delle nuove
attività nei Centri Storici” (I lettura)

Relatore
Alessandro Cardelli, Pdcs
: “Il seguente progetto di legge si pone come obiettivo
quello di favorire la promozione e il sostegno di nuove attività da parte di
giovani imprenditori e lo sviluppo di attività nei centri storici. La legge
nasce con l’obiettivo di sostituire la precedente legge in materia, la n. 134
del 1997, in modo di rendere le procedure di rilascio ai giovani imprenditori
più veloci e al passo con i tempi. Passiamo ora ad analizzare la proposta di
legge. Distinguiamo due tipologie di soggetti richiedenti, in base alle due
forme di interventi previsti rispettivamente al capo II, relativo ai giovani
imprenditori e al capo III, relativo alle attività economiche nei centri
storici, ricomprendendo quindi tutti i centri storici dislocati nella
Repubblica. Il primo capo, relativo ai giovani imprenditori, è rivolto ai
residenti o ai cittadini sammarinesi fino all’età di 40 anni che vogliono
intraprendere una nuova attività imprenditoriale. Rispetto alla legge
precedente, vengono mantenuti alcuni strumenti ma ne vengono introdotti anche
di nuovi. La novità più importante riguarda il prestito d’onore, che va da una
cifra di 15.000 fino a 45.000 euro, per le attività innovative. Il prestito
verrà rilasciato senza alcun tipo di garanza, ma esclusivamente sull’onore del
soggetto richiedente. Un’altra novità è la possibilità di posticipare il
versamento del capitale sociale nei tre anni successivi alla nascita
dell’attività. Viene poi data la possibilità di scaricare eventuali perdite
fiscali relative ai primi tre anni di imposta, viene inoltre prevista
l’esenzione della tassa di primo rilascio della licenza per i primi tre anni di
attività. Per quel che riguarda invece gli incentivi fiscali, contributivi e
credito agevolato vengono mantenuti in linea con la legge n.134 del 1997. Il
secondo capo invece, riguarda le attività nei centri storici, in questo caso
rivolto a tutti i residenti e cittadini sammarinesi, senza limiti d’età, con la
possibilità di cumulare i benefici con il capo II, qualora il richiedente sia
un residente o cittadino sammarinese con 40 anni o meno. Vengono anche in
questo caso previsti forti incentivi fiscali, contributivi e una novità,
l’incentivo alla stabilizzazione, che riguarda una percentuale pagata dallo
stato sull’affitto per i primi due anni di attività. Rispetto alla legge
precedente è stata fatta un’altra modifica sostanziale, sostituendo la commissione
con un comitato valutatore composto da Camera di Commercio, Ufficio Industria,
Artigianato e Commercio, e un delegato della Segreteria di Stato all’Industria.
Il comitato avrà poi l’obbligo entro venti giorni (prima la commissione si
riuniva ogni sei mesi), di deliberare e comunicare al presentatore la decisione
sulla richiesta. Vengono poi previsti strumenti di verifica e ispezione volti
all’accertamento della regolare attività. L’obiettivo che ci poniamo con questa
legge è quello di rendere più facile e soprattutto più veloce ed immediato per
un giovane o per chi vuole intraprendere un’attività nei centri storici di
poter avviare un impresa con maggior elasticità, minori costi e rendendo
l’offerta sammarinese varia, concorrenziale e al passo con i tempi. Il sogno di
questo progetto di legge è di credere nei giovani sammarinesi. Un progetto di
legge che può dare nell’immediato risposte importanti”.

Segretario
di Stato all’Industria Marco Arzilli:
“Mi complimento con i giovani che
hanno lavorato a questa legge. Quando abbiamo però visto l’interesse dei
giovani, ci è sembrato più logico dare a loro la possibilità di proseguire il
percorso iniziato. Un progetto di legge che viene dal Consiglio e che introduce
principi importanti come il ‘prestito d’onore’ che è un’agevolazione per
l’accesso al credito. Un prestito basato sul proprio onore. Ma non un fondo
perduto. C’è stata un’importante richiesta della vecchia legge relativa allo
strumento a fondo perduto, sono state 210 le domande accolte, di cui molte per
le donne. Il fondo perduto concesso alle imprese per l’avvio dell’attività
aveva in sé la norma che l’azienda doveva restare aperta per almeno 7 anni. In
caso contrario doveva essere restituito il fondo perduto con gli interessi.
Questo ha creato un grosso problema per l’azienda che poi non sono riuscite a
stare aperte 7 anni. Facciamo presto e facciamo bene. Perché questa è una legge
che serve, capace di far nascere nuove imprese con strumenti innovativi”.

 

Comma
13. Progetto di legge “Riforma della Legge sul Diritto allo Studio (presentato
dal Gruppo Consiliare Civico10) I lettura.

Luca
Santolini, C10
: “Con il provvedimento che sottoponiamo al Consiglio Grande
e Generale intendiamo andare a modificare la Legge sul Diritto allo Studio in
alcune sue parti aggiornandola anche rispetto alle riforme avvenute negli
ultimi anni all’ordinamento scolastico, universitario, master e dottorati
soprattutto in Italia, visto che comunque il provvedimento attualmente in
vigore ha più di dieci anni e quindi ha bisogno di essere rinnovato in alcune
sue parti. Proprio per questo all’art. 2 tra i destinatari degli interventi
della presente legge al comma lettera d) non inseriamo nessun limite temporale
ai corsi successivi alla laurea, dottorati e master, come invece prevedeva la
precedente legge, in quanto oramai i corsi disciplinati al suddetto punto sono
oramai anche di durata annuale. All’art. 3 per far sì che gli interventi
economici siano equi e che vadano a sostenere coloro che, soprattutto in questo
periodo di crisi, non riescono a sostenere ingenti spese economiche per i
propri figli, abbiamo per questo pensato che gli interventi previsti
dall’articolo l della presente legge siano legati all’Indice della Situazione
Economica del richiedente secondo la logica che, per esempio, l’assegno di
studio potrà essere ridotto al crescere dell’Indice della Situazione Economica
del richiedente, vista quindi la situazione di benessere del richiedente.
L’Indice della Situazione Economica, come previsto anche dall’articolo 49, comma
3, della legge 150/2012, dovrà riassumere in un unico numero tutta una serie di
situazioni di tipo economico, patrimoniale, familiare in capo al richiedente il
sussidio, e sarà essenziale per aiutare in misura maggiore chi abbia situazioni
economiche, a livello personale e familiare, di maggiore difficoltà: per fare
un esempio pratico, uno studente con un padre (o madre) di famiglia, single che
abbia un mutuo o un affitto a cui far fronte per la propria abitazione e magari
con altri fratelli /sorelle dovrà godere di un sussidio di importo
evidentemente maggiore di un soggetto, figlio unico con genitori che godono di
un buon reddito. La predisposizione di questo Indice sarà essenziale per una
giusta equità degli interventi e anche per cercare di semplificare e rendere
più immediata la determinazione dell’ammontare evitando l’utilizzo degli
scaglione di reddito previsti nella precedente normativa. Infatti all’art 5.
abbiamo infatti previsto che l’assegno di studio debba essere attribuito anche
a chi svolge master, dottorati e soprattutto debba essere calcolato dividendo
il valore economico base, che abbiamo previsto in 2500 euro, valutando questa
una cifra congrua in linea anche con altri standard esteri, per il coefficiente
ISEE che abbiamo spiegato precedentemente. Inoltre l’assegno di studio così
come l’assegno di merito verrà erogato ogni anno indipendentemente dalla sede
di svolgimento degli studi o dei corsi superando così la decisione adottata
dalla Consulta Pubblica Istruzione che prevedeva l’erogazione, per le sedi
extraeuropee, dei contributi solo dopo aver conseguito il titolo e dietro
presentazione della dichiarazione di valore dell’Ambasciata per il relativo
riconoscimento del titolo in Italia. Noi crediamo che soprattutto coloro che
avviano un percorso formativo all’estero debbano essere sostenuti e supportati
dal nostro Stato che deve poter puntare su giovani sempre più formati e quindi
competitivi ed eccellenti in specifici campi con l’onere evidente da parte
dello studente di consegnare all’amministrazione preposta tutta la
documentazione necessaria per comparare, per esempio, le votazioni avute nella
sede extra europee e i tutti i riconoscimenti diplomatici del caso. Per quanto
concerne invece l’art.6, quello previsto per l’assegno di merito, anche in
questo caso estendiamo l’intervento a tutti i soggetti previsti all’art. 2
della presente legge e prevediamo che, per il raggiungimento della media
richiesta, possano essere considerate anche talune votazioni che in paesi
diversi dalla Repubblica di San Marino non siano valutate con il valore
numerico. Tutto questo ovviamente previa presentazione della tabella
comparativa sottoscritta dal Preside e/o Dirigente dell’Istituto Scolastico
presentato. Nel caso dei corsi di laurea, lettera a) art.2, e i corsi
successivi al conseguimento della laurea o della laurea specialistica
finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di
ricerca o del master universitario, lettera d) art.2, l’ammontare dell’assegno
di merito viene calcolato tenendo in considerazione anche il coefficiente
ranking stabilito dalla Consulta Pubblica Istruzione ogni anno ovvero un valore
numerico che viene conferito all’Università in base alle classifiche, le
statistiche e le pubblicazioni riconosciute a livello internazionale. Ulteriori
importanti modifiche vengono effettuate al prestito sulla fiducia all ‘art. 8.
Mentre nella precedente versione della legge il prestito previsto é un piccolo
contributo che possono richiedere tutti e che deve essere restituito a tasso
agevolato allo Stato, nella nostra impostazione il prestito lo vediamo come un
investimento sul giovane studente. Infatti aumentiamo fino a 12.000 euro
all’anno il prestito per gli studenti iscritti ai corsi di laurea, i corsi di
laurea specialistica e i corsi di alta formazione artistica, musicale e
coreutica e ai corsi successivi al conseguimento della laurea o della laurea
specialistica finalizzati al conseguimento del diploma di specializzazione, del
dottorato di ricerca o del master universitario presso sedi fuori dall’Italia o
presso sedi italiane particolarmente prestigiose. Evidentemente questa scelta
comporta per il nostro Stato maggiori costi, anche se per la cultura la
formazione crediamo che di “costi” non si possa mai parlare. Proprio
per questo abbiamo inteso proporre, sempre all’art. 8, un contributo alle
banche, che hanno usufruito di interventi di sostegno patrimoniale, oppure che
usufruiscano di sgravi fiscali o contributivi pluriennali a seguito di
interventi di sostegno ad altri istituti di credito, affinché si impegnino a
fornire finanziamenti, ad un tasso inferiore al tasso di mercato per pari
scadenza da destinare proprio al finanziamento dei prestiti sulla fiducia di
cui al presente articolo. Per il rimborso lo studente può effettuarlo mediante
rate trimestrali nell’arco di tanti anni quanti sono gli anni per i quali ha
usufruito del prestito pagando il 50% degli interessi dovuti sul finanziamento;
se però lo studente ha beneficiato di un prestito totale complessivo di euro
15000 egli può effettuare il rimborso. L’art. 9 disciplina le borse di studio
che anche in questo caso verranno attribuite anche ai i corsi successivi al
conseguimento della laurea o della laurea specialistica finalizzati al
conseguimento del diploma di specializzazione, del dottorato di ricerca o del
master universitario, cosa non prevista nella precedente legge. Le borse di
studio vengono istituite dalla Consulta Pubblica Istruzione che ha la facoltà
di determinarne l’ammontare, di stabilire i requisiti di ammissione e di
indicare le sedi presso cui dovranno essere usufruite. Lo studente che avrà i
requisiti potrà richiederla ed entro 15 giorni secondo il principio del
“silenzio assenso” la Consulta dovrà rispondere in merito. Qualora la
borsa di studio venga rilasciata allo studente richiedente, il beneficiario non
potrà usufruire di altri contributi concessi dallo Stato. Lasciamo quindi, con
questa modifica, discrezionalità alla Consulta Pubblica Istruzione che al
successivo articolo Il e 12 della presente legge andiamo a modificare sia nella
sua composizione sia nei suoi compiti e funzioni, apportando importanti
cambiamenti all’ art 18 e 30 della legge 12 Febbraio 1998 n.21 (Norme Generali
sull’Istruzione). Queste sono le novità più importanti contenute nel presente
progetto di legge che il nostro Movimento intende presentare al Consiglio
Grande e Generale affinché anche dentro quest’aula si inizi a parlare sempre
più di frequente di scuola e di formazione. La crescita economica del paese
passa per forza da una crescita culturale della nostra cittadinanza in
particolar modo della cittadinanza più giovane che deve essere sempre più
formata affinché possa guidare in futuro, in tutti i campi dell’economia, il
nostro piccolo Stato verso un modello economico sostenibile, virtuoso,
competitivo ed eccellente”.

Marco
Podeschi, Upr
: “E’ un progetto di legge molto interessante. Grazie a
Civico 10. La legge sul diritto allo studio viene calata in una realtà
completamente diversa rispetto al contesto della precedente legge. Piena
disponibilità a portare un contributo fattivo a questa legge. Speriamo che su
questo tema, fondamentale per il futuro e per lo sviluppo di San Marino, si
possano portare elementi di innovazione”.

Andrea
Zafferani, C10
: “La disponibilità al confronto è massima. Quando c’è un
proposta non penso possa essere accolta integralmente. Se c’è interesse siamo
disponibili a fare un ragionamento. La riforma della legge del diritto allo
studio crediamo sia una priorità. E’ importante, a mio avviso, la previsione del
legame tra l’importo dell’assegno di studio e l’indice della situazione
economica del richiedente. L’indice della situazione economica delle famiglie
purtroppo sta tardando. Facciamo un rimando ad un decreto per introdurlo. Un
altro aspetto importante è quello di concedere subito l’assegno di studio e
l’assegno di merito agli studenti che studiano fuori: oggi non è così. E’ una
mancanza della legge. Voglio segnalare poi la riforma della consulta della
pubblica istruzione che modifichiamo con l’ingresso dei rappresentanti degli
studenti”.

 

 

Comma
14. Progetto di legge “Trasparenza della Politica e dell’Amministrazione
Pubblica” (presentato dal gruppo consiliare Civico10) I lettura.

Franco Santi, C10: “Con il presente testo di legge il movimento Civico
10 intende chiedere che siano resi disponibili e pubblicati online i curricula
vitae dei candidati alle elezioni del Consiglio Grande e Generale e delle
giunte di Castello, nonché dei dirigenti e direttori di dipartimento della
pubblica amministrazione e del settore pubblico allargato. Riteniamo infatti
che chiunque occupi ruoli di responsabilità ali ‘interno delle istituzioni, o
della macchina statale, debba garantire la propria totale trasparenza nei
confronti del proprio datore di lavoro, quindi la cittadinanza. Questa, tramite
la pubblicazione dei Curricula, avrebbe quindi la possibilità di valutare non
solo l’operato, ma anche le competenze di chi occupa determinate posizioni. Al
primo articolo intendiamo introdurre fra la documentazione richiesta al momento
della candidatura per il rinnovo del Consiglio Grande e Generale e per il
rinnovo delle Giunte di Castello il curriculum personale del cittadino che
intende candidarsi. Tale curriculum dovrà essere redatto nella forma prevista
appositamente dalla Segreteria Istituzionale e sarà pubblicato online in modo
da renderlo consultabile dai cittadini. Qualora sussistano dei cambiamenti al
curriculum del soggetto, poi successivamente eletto, sarà cura dello stesso
soggetto provvedere all’aggiornamento del proprio profilo professionale. Oltre
al curriculum, con la norma in oggetto, richiediamo la presentazione al
candidato della propria ricognizione di debito, se gravante sul soggetto così
come un’autocertificazione in merito a eventuali partecipazioni o possedimenti
immobiliari. Con l’art. 2 rendiamo trasparente agli occhi del cittadino le
Segreterie di Stato infatti istituiamo l’obbligo di pubblicare nel sito
internet delle Segreterie le retribuzioni annuali, i curricula vitae ,
certificato penale, certificato carichi pendenti, gli indirizzi di posta
elettronica e i numeri telefonici ad uso professionale del segretario di Stato
, dello staff della Segreteria e di ogni persona in qualunque modo assunta
discrezionalmente, consulenti in primis, presso la Segreteria stessa. Stessa
documentazione e stessi dati vengono richiesti alla pubblica amministrazione e
al settore pubblico allargato infatti all’art. 3 prevediamo che il direttore
del dipartimento e i dirigenti delle unità organizzative dei dipartimenti o
loro facenti funzioni presentino e pubblichino online i dati previsti sopra.
Crediamo sia arrivato il momento di puntare decisi sulla trasparenza e questa
scelta va portata avanti anche mediante semplici decisioni, piccoli
accorgimenti che però darebbero la possibilità, in primis ai cittadini, che
concretamente si voglia propendere, appunto, per la strada della chiarezza
totale. Con questo progetto verrebbero infatti eliminate alcune aree di opacità
nell’ambito della politica e dell’amministrazione. Fiduciosi in una costruttiva
analisi del progetto”.

Elena
Tonnini, Rete:
“Il tema della trasparenza della politica e
dell’amministrazione è attuale e necessario. Il nostro movimento dà piena
disponibilità ad approfondire questo argomento. Il progetto contiene piccoli
accorgimenti che permetterebbero modifiche sostanziali. La pubblicazione dei
dati richiesti permetterebbe non solo controllo, ma anche la possibilità di
raccolte statistiche. Piena disponibilità e ci auguriamo il Pdl sia accolto con
l’importanza che merita”.

Ivan
Foschi, Su:

“E’ un progetto che va contro il sistema di opacità delle risorse e interessi
non dichiarati, come risulta dalle recenti inchieste, con cui si andava a
inquinare la vita politica e le decisioni che si andavano a prendere. Si danno
maggiori strumenti conoscitivi delle segreterie di Stato e dei collaboratori.
Non sono articoli rivoluzionari, ma introducono buone pratiche e un modo di
approcciarsi tra cittadini e istituzioni che non può non giovare alla
trasparenza. Per chi non dovesse adempiere alle indicazione prevederei anche
una forma di sanzione. Diamo pieno sostegno al progetto di legge”.

Mimma
Zavoli, C10:

“Quanto si propone non è un aspetto marginale. E’ una proposta, passibile a
qualsiasi modifica, anzi lo riteniamo una valorizzazione quando arrivano
suggerimenti. L’importanza da parte della politica di attestare queste
condizioni tira fuori la politica stessa da ombre e aloni non positivi, che
invece la politica da sola si sta portando dietro. Potrebbe essere un piccolo
stimolo e un modo per far sì che la politica tutta si prenda carico e si
appropri del senso di responsabilità per rendersi conoscibile ai suoi
cittadini. E’ un passaggio non più rinviabile”.

Nicola
Selva, Upr:

“Anche noi come Upr abbiamo sollevato il tema della trasparenza e fatto
proposte perché deve essere un aspetto istituzionale. Per questo motivo
accogliamo con favore questo progetto di legge, ancor più perché il nostro
Paese ha grande esigenza di trasparenza e non vedo slanci della maggioranza e
del governo”.

Marco
Podeschi, Upr:
“Abbiamo come Upr una proposta sullo stesso tema, auspico
si possa arrivare ad un progetto unico con C10, perché tra la cittadinanza c’è
esigenza di trasparenza. Noi, nel nostro progetto, parliamo di emolumenti,
ovvero di  mettere in trasparenza tutti
gli emolumenti percepiti dai membri del Consiglio e da chi prende incarichi di
nomina consiliare, proponiamo di metterli on line. Upr spera che celermente
questo progetto di legge possa essere portato in prima lettura e che da parte
dei gruppi ci sia un dibattito per avere un progetto di legge che possa far
fare passo in avanti sul fronte della trasparenza istituzionale”.

Valeria
Ciavatta, Ap:
“Da parte mia c’è parere positivo, ben venga, dove si può,
applicare il più possibile trasparenza a chi ricopre incarichi istituzionali.
Zafferani era presente in due legislature passate e il mio pensiero va alle
difficoltà di allora nel trovare accordo tra consiglieri, per indicare quali
informazioni dovevano essere rese pubbliche nella legge elettorale. Per chi
viene eletto si potrebbe prevedere livello di trasparenza più approfondito.
Posso essere d’accordo sullo spirito della proposta, ma mancano un sacco di
cose importanti per il Greco. E ancora, perché non si prevede di dichiarare se
ci sono debiti verso l’erario per tasse non pagate? Questo è importante ai fini
della scelta elettorale. D’accordo invece sui compensi di chi collabora con le
segreterie. Non capisco però perché si chiede il numero di telefono
professionale dei dirigenti, quello dell’ufficio è pubblico, nell’elenco
telefonico, mi sembra eccessivo. E ancora, si prevedono tempistiche eccessive,
esagerate, come ‘entro cinque giorni’”. 

Francesca
Michelotti, Su:
“Lavorare sulla trasparenza è un dovere, in questo momento è
un dovere terribile. La trasparenza concorre al protagonismo civico che
permette l’esercizio di una democrazia compiuta e non formale. I redditi dei
politici sono tra i parametri più evidenti con cui misurare onestà dei
politici. Bene hanno fatto i colleghi di C10 a portare in Aula un tema
determinate per la democrazia”.

Maria
Luisa Berti, Ns:
“Il movimento cui appartengo ha sempre portato avanti la
battaglia sulla trasparenza di chi ricopre incarichi istituzionali. Nel 2006,
senza che le leggi lo prevedessero, tutti i candidati avevano pubblicati i
propri redditi. E’ la dimostrazione quanto Ns tenga alla trasparenza personale
verso collettività. Condivido quindi la ratio e le finalità del progetto, però
penso che per certi versi si sia superato un certo limite. C’è necessità dei chiarimenti
sulle espressioni adottate, il certificato di rendita catastale non esiste, e
la ricognizione di debito, così come indicata, è imprecisa. Non si possono
palesare soggetti terzi cui si ha posizione debitoria, che hanno diritto a non
essere menzionati pubblicamente come creditori. Ma queste sono cose che si
possono correggere. Non c’è invece equo trattamento tra politici e chi invece
ricopre ruoli di rilievo nella Pa. Da una parte c’è ricerca spasmodica e
dall’altra parziale. Non è equo.

Poi
non c’è un regime sanzionatorio. Non sarebbe meglio limitare l’individuazione
delle capacità di reddito, ma prevedere una sorta di sistema sanzionatorio per
chi dichiara il falso?

Stiamo
poi attenti ad evitare che le capacità di reddito e patrimoniali vadano a condizionare
il voto dell’elettorato passivo. Potrebbe essere un rischio da evitare. Può
essere inoltre un deterrente, persone con redditi bassissimi o altissimi
potrebbero non volere candidarsi per non mostrare la propria capacità
reddituale. Spero in commissione ci sia disponibilità al confronto e spero che
la trasparenza, di cui tutti abbiamo sete, non diventi eccesso e ci faccia
diventare uno Stato di polizia, limitativo per un sistema democratico”. 

Andrea
Belluzzi, Psd:
“Questa proposta di legge ha sicuramente un merito, di
aprire una riflessione non tanto della trasparenza nei confronti della
politica, su cui la legge elettorale fa già molto. Al Psd interessa un altro
ragionamento. Quello di diminuire il potere concessorio in capo alla politica e
trasferire decisioni in capo ai dirigenti della Pa. Non condivido di pubblicare
numeri di telefono o altri aspetti, ma credo nella trasparenza del pubblico.
Però ritengo che bisogna concentrarsi di più sugli aspetti relativi ai
conflitti di interessi, sia sui dirigenti Pa, che nei consulenti. Su questo
credo bisogna accendere le riflessioni. In futuro infatti l’esercizio dei
poteri sarà sempre più spostato altrove rispetto quest’Aula”.

Luca
Beccari, Pdcs:
“Io credo che ci troviamo di fronte ad un’ennesima distanza.
Distanza che sta nella differenza di concepire il concetto di trasparenza. Sono
disponibile al ragionamento sul potenziamento delle attuali forme previste
dalla legge. Ma credo che si entri in una sfera che non è più quella della
trasparenza. Piuttosto, e lo dico in termini provocatori, si cade nel
voyeurismo. E’ chiaro che alcuni elementi che oggi già la legge prevede, come
reddito e partecipazione della società, siano elementi su cui ragionare. Andare
a inserire dettagli sulla situazione debitoria o sulle disponibilità liquide o
sul patrimonio è sbagliato. Si arriva a creare una barriera all’accesso dei
consiglieri alla carica politica. Il politico che non vuole esternare la
propria situazione debitoria, perché magari ha legittimamente contratto un mutuo,
potrebbe arrivare a non candidarsi. Sul compenso diamo una informativa di
trasparenza sull’emolumento percepito da una persona e dunque mi sta bene. Così
come mi sta bene la partecipazione nelle società che producono reddito. Questi
provvedimenti secondo me stravolgono il senso delle cose. E’ un tema su cui
sono disponibile al confronto. Siamo tutti d’accordo su favorire la
trasparenza”.

Andrea
Zafferani, C10
: “Ringrazio i colleghi di maggioranza che sono vivi su
questo tema. Mi fa piacere che il tema della trasparenza sia molto sentito.
Posso comprendere alcune delle critiche che mi sono state rivolte. Ma spetta
agli elettori il compito di decidere se quelle informazioni sono più o meno
importanti. Non è un’invasione della privacy, ma è solo un indice di
trasparenza per rendere più consapevoli i nostri elettori. Si può però
prevedere un regime diverso tra chi si candida e chi viene eletto. Il confronto
resta apertissimo”.

 

San
Marino, 19 Marzo 2015/02

 

 

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