Consiglio Grande e Generale (18-23 febbraio), mattina. SMNA Dire

Consiglio Grande e Generale (18-23 febbraio), mattina. SMNA Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE  18-23
FEBBRAIO

 

LUNEDI’ 22 FEBBRAIO- MATTINA

 

In mattinata il
Consiglio Grande e Generale inizia ad esaminare le Istanze d’Arengo: le prime
tre sottoposte al voto dell’Aula sono tutte respinte a maggioranza. Le prime
due riguardano l’ambito scolastico: l’Istanza d’Arengo n.3 chiede “un
progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet a disposizione degli
alunni delle Scuole medie Inferiori della Repubblica di San Marino”, la n.
15
invece é a favore di una “revisione della normativa esistente in materia
di attribuzione degli incarichi e di gestione delle richieste di trasferimento
del personale scolastico docente”; infine, riguarda l’ambito sanitario l’Istanza
n.4
, volta a chiedere la modifica dell’art.12 della Legge n.134/1995,
“prevedendo criteri più rigorosi in caso di rinnovo della patente per gli over
75 anni”.

Nel pomeriggio l’Aula affronterà le quattro istanze d’Arengo
rimaste all’ordine del giorno.

 

Di
seguito un estratto degli interventi della mattinata.

 

Comma 6. ISTANZE D’ARENGO

 

Istanza d’Arengo n.3
Per un progressivo affiancamento ai libri di testo di tablet computers a
disposizione degli alunni delle Scuole medie Inferiori della Repubblica di San
Marino. Respinta con 25 contrari e 17 favore.

Giuseppe Morganti, segretario di Stato all’Istruzione: “L’Istanza incide
in maniera diretta sulla questione ardua della problematica, e non sulla
capacità gestionale di questi strumenti. La scuola ha il compito di insegnare
come non farsi usare da questi strumenti. La scuola si sta dotando degli
strumenti informatici. Le lavagne digitali hanno toccato le scuole di tutti i
gradi. La scuola non può esimersi dal compito di essere all’altezza di educare
all’uso di queste strumentazioni. Già c’è agli atti del Consiglio, presentato
in prima lettura, un progetto per l’alfabetizzazione informatica.
L’implementazione riguarda la formazione piuttosto che l’introduzione di nuove
tecnologie. Non credo che gli strumenti elettronici potranno sostituire
facilmente i libri. La modalità di apprendimento dai libri è diversa, rispetto
ai tablet e i computer. La capacità di apprendimento è oggettivamente diversa.
La scuola deve dare ai ragazzi la capacità di gestire questi strumenti.
Possiamo migliorare le competenze digitali degli insegnanti. Se la Corea del
Sud nel 2015 sostituirà i libri di testo non credo faccia una buona cosa. Non
credo che la cultura umanistica europea possa essere sostituita dalle
tecnologie innovative”.
Andrea Belluzzi, Psd: “Una volta a scuola si usavano carta, penna e
calamaio. Studenti in ginocchio sui ceci. Per fortuna non succede più. I tempi
cambiano. Il tablet è il presente. La scuola guarda avanti, non indietro. Lo
dico come provocazione. Il cloud è ancora più leggero del tablet. Sono le competenze
umane che rendono vivo uno strumento tecnologico. Per me l’Istanza è
interessante, ha già avuto una risposta da parte della scuola. Non c’è bisogno
di recepirla perché è già stata recepita. E’ forse opportuno un confronto
politico sulle traiettorie di sviluppo della scuola nei confronti delle nuove
tecnologie. A oggi, con il mancato sviluppo delle telecomunicazioni in genere,
è inutile parlare di tablet nella scuola. Lo dico provocatoriamente”.
Alessandro Mancini, Partito Socialista: “L’Istanza è ben fatta, pone un
tema importante. Il Partito Socialista sosterrà l’Istanza d’Arengo. E’
necessario un aumento progressivo dell’utilizzo di questi strumenti, da
affiancare a quelli tradizionali. Oggi quello sui tablet è un
autoapprendimento. I ragazzi devono imparare a usare gli strumenti digitali,
che devono essere messi a disposizione del percorso formativo. Condivido che il
libro di testo non può essere sostituito”.
Luca Santolini, Civico 10: “La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi a
non essere utilizzati dalle tecnologie, sono d’accordo. La scuola dovrebbe
insegnare ai ragazzi come rapportarsi con il mondo dei social, in cui vivono
immersi. Sarebbe interessante sviluppare un’educazione civica rispetto ai
social. In Italia c’è una sperimentazione rispetto al linguaggio di
programmazione, è da tenere in considerazione. Il Segretario è convinto che le
tecnologie non si sostituiranno ai libri. Credo sia lo stesso per gli istanti,
che chiedono un affiancamento. Parliamo di nativi digitali, che imparano fin da
piccoli a ragionare in maniera ipertestuale, non con svolgimento inizio – fine,
ma continui approfondimenti che divagano del testo per poi tornare. C’è un
progetto per implementare nei plessi scolastici la fibra ottica. Il tablet da
solo non risolverà il problema. Alleggerisce le spalle dei ragazzi dal peso dei
libri, ma poi serve una formazione continua da parte del corpo insegnanti, il
ripensamento di spazi e metodi dell’insegnamento. Il mio gruppo voterà
favorevolmente”.
Nicola Selva, Upr: “I ragazzi di oggi sono i veri utilizzatori di questi
nuovi strumenti. Non siamo noi. Potrebbero insegnare agli insegnanti come usare
questi strumenti. Il nodo non è il libro, ma l’accesso alle informazioni
condivise. Il rapporto si trasforma in dinamica collaborativa di condivisione
di conoscenze nella classe, nell’istituto, anche fra insegnante e studente.
Ecco cosa accade con questi strumenti. I ragazzi diventeranno protagonisti del
loro apprendimento. E’ qui che cambia il mondo. Con la tecnologia si
moltiplicheranno le possibilità di apprendere. Siamo d’accordo nell’andare
nella direzione che gli istanti richiedono”.
Guerrino Zanotti, Psd: “La nostra scuola non è avulsa dall’introduzione
dell’utilizzo di tecnologie. E’ vero che ci sono dati oggettivi come il fatto
che potremmo sgravare i ragazzi del trasporto di chili di peso. Il discorso di
affiancare i testi didattici tradizionali alle nuove tecnologie, come ha detto
il segretario è già avviato all’interno delle nostre scuole”.
Denise Bronzetti, indipendente: “Questa istanza non nasce in
contrapposizione a nulla rispetto quanto sta già facendo la scuola, ma sta
cercando di elevare le competenze degli alunni. Se vogliamo parlare della
scuola sammarinese del futuro e già di domani, questa potrebbe essere una scuola
di eccellenza che passa anche attraverso l’utilizzo di strumenti che potrebbero
essere il tablet come altri. Con i numeri della nostra realtà, i costi sono
sostenibili. Purtroppo si preferisce spendere risorse economiche del Paese non per
la scuola, gli insegnanti e i ragazzi ma per altro”.
Massimo Cenci, Ns:  Questa
istanza non chiede di sostituire i libri con il tablet, ma si parla di graduale
affiancamento. Non si parla poi solo di libri e tablet ma di approccio della
didattica alla tecnologia che deve essere sempre aggiornato e anche l’approccio
degli insegnanti alla tecnologia. Sono sicuro che tutti gli insegnanti facciano
già queste valutazioni. Porto l’esempio della scuola elementare di Chiesanuova
dove maestre, in collaborazione con i genitori, stanno già portando avanti
l’affiancamento, con un progetto didattico condiviso e i risultati sono
ottimi”.
Gian Matteo Zeppa, Rete:
“Sottolineo la stranezza legata al fatto che il
segretario di Stato non ha dato indicazioni di voto, bisognerebbe capire se
l’istanza per lui possa essere un impedimento o meno nella sua ottica di
didattica. Qui non si tratta di mettere sotto esame il sistema scolastico, ma
si parla di dargli un supporto tecnologico. Sono stati portati numerosi esempi
in cui alle elementari il percorso di affiancamento tecnologico pare già
concluso. Bisogna poi andare incontro a chi ha difficoltà nell’apprendimento e che
le tecnologie possono aiutare. Se l’Aula voterà l’istanza bisogna darle corso
nel sistema scolastico attuale, ma non va a stravolgere nulla perché non si
parla di sostituzione dei libri ma di affiancamento, Rete voterà l’istanza”.
Franco Santi, C10: “La tecnologia non è un’esigenza ma una realtà ma va
governata. Per farlo bene bisogna conoscerla, quando si parla di scuola e
contesto educativo la prima azione da fare è lavorare sui docenti che devono
avere la possibilità di lavorare con tecnologia in modo familiare. Ciò potrà
far costruire percorsi didattici con ricadute positive per i ragazzi. I nostri
ragazzi hanno oggi una ricaduta dello strumento non dovuto a una percorso
strutturato ma al semplice uso, appreso per imitazione. Dobbiamo evitare che si
ricorra alla tecnologia come mero consumo e in questo la funzione educativa ce
l’ha la scuola. E l’istanza va in questa direzione e credo debba essere presa
in considerazione”.
Augusto Michelotti, Su: “Vorrei porre l’attenzione sui rischi dell’uso
delle tecnologie, questi interventi vanno fatti con prudenza. Voglio fidarmi
degli insegnanti che dovranno essere formati, però c’è una dimensione che va
tenuta in forte considerazione. Non perdiamo la manualità. Lo strumento
elettronico è comodo, ma può portare pigrizia. Perdere l’abitudine a scrivere a
mano o leggere un libro è perdere qualcosa di buono. Alcuni studiosi hanno
rilevato che scrivere a mano attiva 5 parti del cervello, farlo con un computer
ne attiva solo due. Per questo il ruolo della scuola è fondamentale, perché
deve trasmettere un uso responsabile e consapevole di questi strumenti e impedire
ai ragazzi di arrivare all’assuefazione”.
Paolo Crescentini, Ps: “ Il Ps sosterrà l’istanza, la riteniamo
importante per restare al passo con i tempi. Non ci si deve spaventate se il
tablet entra nelle scuole. La lavagna interattiva multimediale sembrava una
rivoluzione, oggi è uno strumento didattico fondamentale. Votare no sarebbe
l’ennesima occasione persa per modernizzare la scuola. Un tablet poi pesa molto
meno dei libri, cui può essere affiancato e può essere uno strumento di ricerca
importante”.
Milena Gasperoni, Psd: “Voglio ringraziare gli istanti per avere
proposto questa istanza d’Arengo che ci permette di fare riflessioni sull’uso
delle nuove tecnologie nelle scuole. Ma prima di affrontare questo argomento
avrei preferito un riferimento sull’introduzione delle tecnologie nelle scuole
e il loro utilizzo. Questo Consiglio ha già approvato nel 2014 la legge sulla
Dsa che introduce l’obbligatorietà dell’utilizzo degli strumenti compensativi
per chi ha la Dsa, strumenti informatici ed elettronici, è già d’obbligo per la
scuola. E’ poi passata in prima lettura la legge che detta il rafforzamento dei
curricula scolastici anche in termini di rapporto con l’informatica. Il Consiglio
sta dando già degli indirizzi e la tecnologia, concordo con il segretario di
Stato, è un facilitatore, ma non un obiettivo cui tendere. Il libro cartaceo è
insostituibile. Probabilmente è una questione dettata dall’età. Ma l’istanza
non chiede di sostituire. Condivido che non debbano essere la politica e le
leggi a rendere obbligatorio il tablet. Ma debba essere lasciato all’autonomia
didattica delle scuole. La politica deve dare indirizzi e obiettivi e avere
visione di lungo respiro”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “E’ un dibattito interessante. Siamo veramente
convinti che il tablet possa essere sostitutivo del libro cartaceo a scuola e
che possa derivarne un effettivo beneficio? Oggi avere un tablet fa tendenza e
non possiamo non dire che sia uno strumento utile e necessario. Ma c’è chi
sostiene che potrebbe distogliere attenzione, diminuire l’esercizio della memoria.
I ragazzi possono perdere il piacere di sfogliare un libro e scrivere a mano.
Non sono contraria all’introduzione di questa tecnologia già usata come
strumento compensativo. Ma occorre riflettere sugli obiettivi da raggiungere.
Il tablet è uno strumento non l’obiettivo. Se riteniamo possa essere strumento
utile per i nostri figli, usiamolo, ci sono alcune materie scolastiche che
possono richiederne l’uso, altre meno. Ho però perplessità ad accogliere l’istanza
così come presentata, mi sembra limitativo per l’affiancamento solo alla scuola
media inferiore e non in tutti gli ordini. La proposta va inserita in un
progetto più definitivo e comprensivo chiedo ci sia l’impegno affinché sia
completato questo iter e non si possa rimanere indietro”.
Giuseppe Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione: “Da un lato la
proposta è interessante, l’approccio dell’istanza forse è un tantino deviante
perché punta l’attenzione sul mezzo tecnologico, trascurando l’apprendimento
didattico. La scuola sta già procedendo con l’affiancamento delle nuove
tecnologie, oltre Chiesanuova, ci sono altre esperienze. Il Consiglio ha
approvato la legge sull’utilizzo dei mezzi compensativi per la Dsa. La scuola
sta già facendo grandi passaggi. Otto disciplinaristi incaricati dal governo
lavoreranno con tutti gli insegnanti per ridefinire i percorsi curricolari. Nello
specifico c’è il dott. Daniele Barca, un luminare italiano per i percorsi
informatici e le nuove tecnologie, in questo percorso di revisione dei curricula
verticali. Si parte dai nidi fino alla scuola secondaria superiore. La scuola
deve avere la capacità di gestire la rivoluzione tecnologica, non solo
relativamente all’uso dei mezzi, addirittura si stanno formando insegnanti che
sono capaci di interpretare le nuove tecnologie e applicarle alle nuove
tendenze. E’ vero che i libri possono essere digitalizzati e riportati sul
tablet, ma le nuove tecnologie non riescono a dare completezza al ragionamento,
facoltà che si ricerca nei libri tradizionali. Alcuni studi inoltre dimostrano
che la propensione ai mezzi digitali crea difficoltà nelle capacità
comunicative anche nella scrittura. Di qui l’incertezza a dare segno positivo
all’impostazione dell’istanza. Vi ho promesso alcuni dati sui processi di
formazione scuola: su 4.427 studenti ci sono attualmente 418 computer, 106
lavagne interattive, purtroppo solo 45 tablet, portando il rapporto studenti e
nuove tecnologie  a 7,8, un dato molto
buono rispetto altri Paesi. Il Consiglio è libero di dare il suo indirizzo”.

Istanza n. 15 perché
sia rivista la normativa esistente in materia di attribuzione degli incarichi e
di gestione delle richieste di trasferimento del personale scolastico docente/Respinta
a maggioranza
Giuseppe Morganti, segretario di
Stato per l’Istruzione: “
I cittadini
non sono a conoscenza delle iniziative già prese a riguardo. Il decreto che
tratta la gestione delle sostituzioni non ha ancora avuto piena efficacia e ha
generato magari perplessità nei genitori nel valutare con positività gli
elementi positivi introdotti. L’indicazione sulla duplice graduatoria per il
sostegno è stata pienamente recepita nel decreto, si è definita una
professionalità aggiuntiva rispetto al ruolo dell’insegnante di sostegno che
non rappresenta più un insegnante dedicato al singolo alunno con problematiche,
ma è un insegnante dedicato all’intera classe dove c’è in atto un processo di
inclusione scolastica. Il nostro sistema può vantare di essere molto avanzato
rispetto inclusione scolastica. In questa direzione le scuole stanno lavorando
tantissimo, una delle priorità è lavorare sui processi di inclusione e ciò determina
un nuovo ruolo che l’insegnante di sostegno sta assumendo all’interno del nostro
ordinamento scolastico. Non so se la normativa approvata risolve completamente
la problematica sollevata dall’istanza, ma sicuramente va in questa direzione.
A questa istanza la nostra legislazione già da risposte, se devono essere implementate
vediamo il Consiglio quale orientamento darà”.
Mimma Zavoli, C10: “Anche questa istanza presenta un tema antico e molto
difficile da affrontare nella sua complessità. E’ uno degli argomenti cui si
assiste al dibattito da anni e anche in Italia, ma non si è arrivati a
risposte. A San Marino il ruolo giuridico del docente ha prevalso rispetto
quello educativo nei confronti degli alunni. Il dibattito ha visto prevalere i
docenti rispetto al bisogno educativo, rafforzando l’aspetto meramente
sindacale e contrattuale, limitando gli interventi possibili. Rispetto all’esigenza
di un mediatore sicuro e della continuità didattica ed educativa, se ne teniamo
in mente l’importanza, capiremo il valore dell’istanza. Diversamente invece,
non mi trovo concorde con la seconda parte dell’istanza, relativa alla
valutazione psico fisica del docente, esistono altri presidi e possibilità per
farlo. Andrebbe aperta invece una riflessione su concetto della responsabilità
nella scuola, ma non solo, per qualunque funzionario che ha contatti con
l’utenza. La relazione è fondamentale”.  
Roberto Ciavatta, Rete: “Noi voteremo favorevolmente. E’ buona norma che
un’istanza chieda un intervento. Perché se uno non è in linea con la
maggioranza, l’Istanza viene bocciata. Più opportuno fare tre istanze d’Arengo.
Il segretario ha detto che c’è già regolamentazione su alcuni di questi
elementi. Non credo sia così. Non è presente l’ipotesi di liste distinte per
insegnanti di sostegno e di cattedra. Queste cose noi le abbiamo proposte più
di un anno fa. La continuità è ben lungi dall’essere raggiunta nella scuola.
Con i pre-pensionamenti alcuni insegnanti sono andati in pensione lasciando la
classe. Un ruolo come quello dell’insegnante richiede capacità specifiche. Aver
legato le liste per l’insegnamento unicamente al principio del titolo di studio
e anzianità inficia sulla necessità che il sistema scolastico ha di avere gli
insegnanti migliori. Sono necessari dei concorsi pubblici che valutano
l’attitudine psicofisica al servizio. Siamo favorevoli all’istituzione di
graduatorie specifiche, a anche alla valutazione psicofisica. Un laureato non è
necessariamente un buon insegnante”.
Nicola Selva, Upr:  “Ci sono
aspetti che devo ben capire. Si dice che c’è un decreto che va incontro
all’istanza. Parlo di continuità didattica. E’ una cosa importante, se non
fondamentale, nella formazione ed educazione scolastica. Ciò purtroppo non
viene rispettato. Credo che in ambito educativo il concetto di continuità
faccia riferimento a una crescita da realizzarsi senza importanti salti,
interruzioni o incidenti. La scuola oggi ruota prevalentemente attorno al
docente. Non si deve perdere l’obiettivo di un percorso didattico rivolto allo
studente. Siamo favorevoli all’istanza”.
Denise Bronzetti, indipendente: “Si tratta di annose problematiche. Il
riferimento del segretario richiama il decreto del 2014, che non è del tutto attuativo
rispetto alle scelte che si fecero. La doppia lista, bisogna ammettere, in
realtà non c’è. Il decreto non ha avuto corso rispetto a quanto stabilito.
Viene rammarico nel vedere allargare le braccia di fronte alla problematica
della sopraggiunta incapacità da parte di alcuni insegnanti nello svolgere
appieno il proprio ruolo. E’ un problema evidente, capita spesso. Non stati
posti correttivi. Se non lo fa la segreteria di Stato all’Istruzione, non so
chi lo debba fare. Prendiamo l’istanza per sferzare la segreteria di Stato.
Ricordo al segretario che quando abbiamo affrontato queste problematiche, ogni
volta, si è trovato il modo per cercare di sistemare la situazione delle
graduatorie e dei punteggi. Con scavalcamenti, titoli a volte riconosciuti e altri
no. Vorrei che tutto ciò non succedesse, affrontando i problemi”.
Tony Margiotta, Sinistra Unita: “La continuità è fondamentale per creare
situazioni di apprendimento ideali. Per noi è fondamentale questo principio,
che deve essere garantito. Voteremo favorevolmente all’istanza proprio per
questo. L’istanza chiede anche le liste e il controllo psicofisico di ogni
docente, allargando questo aspetto alla Pubblica Amministrazione. Il principio
della continuità didattica deve essere garantito. I decreti ci sono stati, ma
non hanno affrontato il problema come doveva essere fatto. Sulle liste esistono
criteri che non funzionano. Chiediamo di metterci mano. Sul controllo
psicofisico, ci sono dirigenti che dovrebbero già controllare lo status del
lavoro del docente e la sua situazione. Un controllore esiste già. Si può però
pensare a un organo di controllo, se il ruolo non viene svolto”.
Enrico Carattoni, Psd: “La continuità didattica è un valore per gli
studenti. Ci dobbiamo confrontare con mutate esigenze. Ci sono classi che
cambiano più di frequente, per conseguenze che non possiamo non tenere in
considerazione, come i pensionamenti. Il segretario in questo senso delle
risposte le ha date. Quando si parla di scuola, il fulcro delle politiche sono
gli studenti. Il ragionamento più centrato dell’istanza riguarda gli insegnanti
di sostegno. La figura si è evoluta, assumendo un’importanza estrema. E’
complementare al ruolo del docente. La professionalizzazione dell’insegnante di
sostegno deve essere un obiettivo”.  
Mariella Mularoni, Pdcs: “Sull’idoneità, c’è una legge che la prevede
all’assunzione e l’accertamento periodico da parte del medico del lavoro. La
nostra legislazione ha dato risposte. Perciò riteniamo di non accogliere
l’istanza”.
Giuseppe Morganti, Segretario di Stato all’Istruzione: “I commenti
negativi riflettono un momento in cui la piena attuazione di quanto deciso in
Consiglio non si è verificata. La continuità didattica va salvaguardata, siamo
d’accordo. C’è molto da fare per le Direzioni scolastiche nell’assegnare i
lavori, per evitare casi come quello segnalato dagli istanti. La problematica è
sotto osservazione. E’ necessario capire quali elementi di oggettiva
operatività determinerà il decreto dal prossimo anno scolastico. L’Università
si sta dotando di strumenti per formare i nostri insegnanti. Il decreto troverà
migliore attuazione quando sarà definito il fabbisogno del mondo della scuola.
Ci auguriamo che avvenga già nei prossimi mesi. Aiuterà a dare risposte che
devono arrivare”.

Istanza n.4 – Perché si proceda alla modifica dell’art.12 della
Legge n.134/1995 prevedendo criteri più rigorosi in caso di rinnovo della
patente per gli over 75 anni / Respinta a maggioranza
Francesco Mussoni, Segretario di
Stato alla Sanità: “
Verrebbe da dire
che non sono mai sufficienti i controlli, e mai troppo severi. E’ stata fatta
una verifica sulle procedure attuali. La visita al momento assicura che il
paziente sia o meno portatore di apparecchi acustici, in tal caso viene inviato
dall’otorino. In caso di problemi neurologici, c’è una visita specialistica.
Dopo 70 anni l’idoneità viene rilasciata per 3 anni. In caso di particolari
patologie è un periodo più breve. La prassi sanitaria è quindi attenta alle
procedure sulle capacità, da tutti i punti di vista. I servizi garantiscono in
questo momento una adeguata tutela. L’orientamento è di respingere l’istanza”.
Tony Margiotta, Sinistra Unita: “La richiesta evidenzia attraverso dei
dati alcune problematiche legate alla circolazione, incidenti in cui c’è corresponsabilità
di anziani di oltre 75 anni. Siamo contrari all’istanza. Ci sono già protocolli
che evidenziano le varie possibilità o criticità che persone anziane possono
avere. Andare ad aumentare i vari esami, con regole più inflessibili che però
esistono già, può creare un problema sociale. Non credo che per gli incidenti
che capitano nel nostro territorio siano particolarmente responsabili gli
anziani, in tante occasioni”.
Elena Tonnini, Rete: “Voteremo a favore. Si chiedono test più specifici
per verificare la reattività del guidatore. Il segretario ha parlato di
protocolli. Si possono revisionare inserendo test specifici”.
Nicola Selva, Upr:  “Quando si ha
una certa età possono mancare i riflessi. Non farei una campagna contro chi ha
più di 70 o 75 anni, queste cose succedono anche per altre fasce di età. Sono
d’accordo con chi dice che serve un controllo particolare. Propongo al
segretario di fare verifiche ulteriori su eventuali necessità. Ma non esprimo
un giudizio positivo rispetto all’istanza”.
Franco Santi, Civico 10: “L’istanza chiede una maggiore attenzione
rispetto a un approccio sulla verifica delle condizioni psicofisiche di una
certa fascia di età. Chiede se è opportuno ampliare lo spettro degli esami per
accertare queste singole possibili disfunzioni che andrebbero a limitare la
capacità della guida. E’ un problema di sicurezza per tutta la cittadinanza. Il
segretario ha spiegato come funziona adesso. Mi sarebbe piaciuto poter decidere
su elementi più certi. E’ vero che ci sono protocolli e procedure assolutamente
testati. Ma è anche vero che va capito se funzionano. Sarebbe stato interessato
accedere a statistiche per capire se i controlli sono efficaci”.
Augusto Michelotti, Sinistra Unita: “Ritengo l’istanza incompleta. Il
problema c’è senz’altro. Il livello di mortalità di questi incidenti quale è?
Basso, perché gli anziani vanno piano. Forse il problema è quello, andare piano
è pericoloso quanto andare forte. Nessuno si preoccupa dei diciottenni che il
più delle volte non capiscono niente e, come successo di recente, magari
ammazzano qualcuno. Il mezzo gli permette di sentirsi uomini veri e vanno come
i matti. Controlliamo i dati degli incidenti mortali. Vediamo l’età media di
chi guidava le macchine. Forse è il caso di spostare a 21 l’età per la patente.
I mezzi pubblici non funzionano, non possiamo quindi chiedere agli anziani di
usarli. Per alcuni anziani, sono d’accordo, la patente andrebbe privata. Sono a
decine. Ci sono anziani che si perdono nelle rotonde. Ma i danni grossi li fanno
i giovani. Non mi risultano incidenti mortali provocati da anziani negli ultimi
20 anni. Non la ritengo un’istanza completa. Voterò contro”.
Gianfranco Terenzi, Pdcs: “La prevenzione è importante, soprattutto per
soggetti che provocano incidenti gravi e che non sono gli over 75. I controlli
nell’ambito delle patenti vengono fatti. Nelle strutture c’è un’attenta fase di
controllo sugli over 75”.
Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità: “Le nostre procedure
sono compatibili con i migliori sistemi europei. Nell’istanza non colgo
consapevolezza rispetto alle nostre procedure. Vedo analisi, dati, che
riflettono forse una non piena conoscenza del nostro sistema. Sono per il voto
contrario all’istanza”:
 

 

San
Marino, 22 Febbraio 2016/01

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