Consiglio Grande e Generale 18 marzo, seconda parte. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale 18 marzo, seconda parte. Agenzia Dire

 COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 17-24 MARZO

MERCOLEDI’ 18
MARZO- seconda parte

 

L’Aula
procede all’esame dei decreti delegati scorporati. Il primo provvedimento su
cui si apre dibattito è il n.222 “Part-time 
imprenditoriale”, presentato dal segretario di Stato per l’Industria, il
Commercio e l’Artigianato, Marco Arzilli.
I lavori terminano con l’accoglimento di un emendamento di Cittadinanza attiva,
all’articolo 2 del decreto, che estende l’accesso al part-time imprenditoriale
a chi lavora come dipendente 24 ore a settimana (non più solo 20 ore, come la
versione originaria)
.

 

Di seguito una sintesi del dibattito sul
decreto delegato n.222.

 

Comma 10.

Ratifica decreto delegato 2014 n.222 – Part-time
imprenditoriale

Marco Arzilli, segretario di Stato all’Industria: “Ringrazio le associazioni
di categoria, in primis l’Unas perché è stata la prima a proporre il part time
imprenditoriale. Ringrazio anche tutti i partiti politici e i movimenti che
hanno dato un contributo fattivo alla definizione di questo provvedimento.
Alcune osservazioni della minoranza sono state recepite. Viene introdotta una
novità nel nostro ordinamento: c’è la possibilità per un dipendente che svolge
attività per conto terzi, per non più di 20 ore a settimana, di richiedere la
licenza per l’esercizio di un’attività economica. A patto che non vi sia
concorrenza tra le due mansioni. Il part-time imprenditoriale ha una durata
massima di due anni. Occorrerà introdurre opportuni strumenti per rendere la
legge valida anche per modificare il regime di P.A.”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Qual è il motivo che ha
portato la maggioranza a questo decreto? Dare la possibilità di esercitare
l’attività imprenditoriale anche a persone che lavorano come dipendenti. Viene
data loro la possibilità di mettersi in gioco e di aprire un’attività. Sono
previsti incentivi importanti per i giovani che hanno meno di 40 anni. Diamo
anche garanzie al soggetto che vuole mettersi in proprio. Nel caso di
licenziamento infatti viene garantita la mobilità: l’imprenditore part time può
infatti chiedere una posticipazione della mobilità se preferisce portare avanti
la propria attività imprenditoriale. Credo che questo decreto sia importante.
E’ arrivato dopo diversi mesi di lavoro. E darà prospettive al nostro comparto
economico”.

Tony Margiotta, Su: “Vedo questo decreto come una cosa
molto positiva che può dare risposte a chi ha un’idea imprenditoriale di start
up. Consentendogli di mantenere il posto di lavoro come dipendente,
garantendogli sicurezza che oggi è fondamentale. Come coalizione Cittadinanza
attiva abbiamo presentato emendamenti perché crediamo si possa migliorare con
delle proposte questo decreto, cercando di favorire tutti coloro che vogliono
ricorrere a questa opportunità con garanzie maggiori”.

Elena Tonnini, Rete: “Anche noi siamo d’accordo con i
principi che hanno mosso il decreto delegato. Si parla di persone che già
svolgono un lavoro, occorre però pensare alla priorità di chi un lavoro non ce
l’ha, è giusto tentare di liberare posti di lavoro altrove, ma bisogna pensare
a dare lavoro a chi ha terminato gli ammortizzatori sociali. Sull’esclusione
del settore pubblico a questa possibilità, sarebbe importante inserire un
coordinamento con quella legge. Chi non rientra nel regime part time deve richiederlo
all’azienda e molto dipenderà da quanto lo si possa ottenere”.
Massimo Cenci, Ns: “E’ un provvedimento originale e coraggioso. Dà
una risposta a un fenomeno che ha caratterizzato gli ultimi due decenni, la
crisi delle vocazioni imprenditoriali di molti cittadini sammarinesi. A fronte
di mancanza di difficoltà nel trovare lavoro e a fronte di stipendi buoni, si è
verificato questo fenomeno e oggi notiamo che la mancanza di generazioni di
potenziali imprenditori. Consentirà poi di liberare posti di lavoro”.

Andrea Zafferani, C10: “Come idea sembra buona, mi
rammarico solo che dovremmo  avere lo
stesso coraggio su altri fronti per provare proposte nuove. Oggi sappiamo come
sia complicato ottenere un part-time presso la propria impresa se non c’è obbligo
di legge, e allora rischia di diventare impossibile il ricorso a questa
opportunità. La misura credo sia efficace se c’è un obbligo. Sollecito poi un
passo un più, che a tutti i lavoratori sia concessa l’aspettativa per dedicarsi
full time  all’avvio di una propria
impresa”.

Marco Arzilli, segretario di Stato, replica: “E’ una norma
innovativa e bisogna vedere le dinamiche di applicazioni quali saranno, quanti
dipendenti vi ricorreranno. A Tonnini ricordo quanto ribadito da una circolare
recente, qualsiasi dipendente pubblico con contratti di consulenza è un agente
pubblico. A Zafferani: questa norma da una parte è una scommessa, dall’altra
un’innovazione e stranamente questa proposta è stata fatta dai datori di
lavoro. L’auspicio è che la norma si basi non su una chiusura, ma su un patto
nuovo tra datore e dipendente. L’azienda con il lavoratore part-time può inoltre
abbattere costi. L’obbligo di concedere part-time a chi lo chiede non c’è.
Obbligare l’imprenditore parte dal presupposto che non ci sia disponibilità.
Verifichiamo se ci saranno problematiche.

L’aspettativa viene prevista dai contratti di lavoro, ma c’è
limite in caso di concorrenza.

Questi strumenti possono dare quel coraggio in più per
creare nuove imprese. Abbiamo già avuto tante richieste di informazione sul
decreto. C’è voglia di provarlo”.

 

San Marino, 18 Marzo 2015/02

 

 

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