Consiglio Grande e Generale 22-30 ottobre, venerdi’ 24 ottobre pomeriggio

Consiglio Grande e Generale 22-30 ottobre, venerdi’ 24 ottobre pomeriggio

 COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 22-30 OTTOBRE

VENERDI’ 24 OTTOBRE-pomeriggio

La seduta pomeridiana riprende dal comma 19 con le ultime
repliche. Non passa per un voto l’accordo che regolamenta il trattamento
economico e normativo del personale incaricato per l’insegnamento di religione
cattolica nella scuole di San Marino: viene respinto con 21 voti contrari, 20 a
favore e 2 astenuti.

L’Aula affronta poi una serie di progetti di legge in prima
lettura con i successivi dibattiti: “Normativa in materia di disturbi evolutivi
specifici in ambito scolastico e formativo”; “Osservatorio nazionale per la
Famiglia”; “Tetto massimo per le retribuzioni” (presentato dal movimento civico
Rete); “Modalità paritari di trasmissione del cognome”, di iniziativa popolare.

 

Comma 19.

Accordo per regolamentare il trattamento economico e
normativo relativo al personale incaricato per l’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole della Repubblica di San Marino; RESPINTO  con 21 voti contrari, 20 a favore, 2
astenuti;

Progetto di legge “Trattamento economico e
normativo relativo al personale incaricato     per  l’insegnamento della religione cattolica
nelle scuole della Repubblica di San Marino”,    (prima lettura).

 

Repliche:

Nicola Renzi, Ap: “Ci sono stati tanti interventi per dire che è una cosa positiva, ma che
voteranno no. Allora a loro dico che il voto contrario avrà effetto su
lavoratori che da tanto tempo stanno lavorando nelle scuole in modo
apprezzabile”.

Valeria Ciavatta, Ap:   “Rispetto
quanto mi ha detto il segretario, ho precisato che la firma era la sua, ma so
benissimo che ci sono mandati e ratifiche del congresso di Stato. Alla critica
che mi ha fatto: lei deve esprimersi in modo corretto, non deve attribuire ad
altri pensieri non suoi. Non ce l’ho a morte, me la sono presa con lei per
quello che ha detto questa mattina su questioni della passata legislatura, che
lei ha trattato come giornalista e opinion leader, ma ho precisato che una cosa
è la notizia e una cosa è il commento. Quando ho parlato dell’allegato f, che è
un regime speciale rispetto ai dipendenti pubblici, lei ha detto che le
condizioni sono cambiate perché i docenti sono per larga parte laici.  L’allegato f era stato creato proprio perché allora
riguardava i parroci che tenevano l’ora di religione e avevano altri stipendi e
ruoli non coerenti con le posizioni dell’organico.  E’ quindi una previsione che va riveduta,
siamo per la parità di trattamento tra gli insegnanti per questo approviamo
l’accordo. Ma sarebbe bene che questa parità si realizzasse a tutto tondo,
prevedendo forme diverse. La distinzione tra chi ‘è nell’allegato f e chi non
c’è, forse non si giustifica più”.

Mimma Zavoli, C10: “Quando sento che gli insegnanti di religione sono dipendenti che
necessitano assolutamente di una tutela, vorrei ascoltare le medesime
considerazioni anche per chi queste tutele non ce l’ha. Ce ne sono molti che
non hanno la fortuna di essere dipendenti pubblici e che si trovano in
grandissima difficoltà economica. Spero infine che nasca la possibilità di un
confronto che vada oltre l’insegnamento della religione cattolica per parlare
dell’insegnamento delle religioni”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per
l’Istruzione
: “Ringrazio il
consigliere Ciavatta per i chiarimenti apportati, probabilmente avevo
interpretato male. Il ruolo tra governo e segreteria è unitario. Tutti gli
approfondimenti saranno effettuati in commissione”.

 

Comma 20, Progetto di legge “Normativa
in materia di disturbi evolutivi specifici in ambito scolastico e formativo”

Giuseppe Maria Morganti,
segretario di Stato per l’Istruzione e la cultura:
“La legge che andiamo a presentare in prima lettura
ribadisce il ruolo dell’educazione per lo sviluppo dell’integrazione sociale e
definisce un sistema educativo di successo per tutti gli alunni. L’articolo 1
stabilisce cosa si intende per disturbo specifico di apprendimento,
sottolineando che taluni disturbi possono essere presenti separatamente o
insieme. L’articolo 2 presenta le finalità del testo di legge ribadendo ancora
una volta come assicurare tutte le possibilità di apprendimento agli alunni con
Disturbi Specifici di Apprendimento (Dsa) e Bisogni Educativi Speciali (Bse)
fornendo loro l’accesso a una educazione di qualità. L’articolo 3 assegna alla
scuola il compito più delicato: quello di individuare e riconoscere gli alunni
con probabili possibilità di disturbi di apprendimento. Il disturbo deve
comunque essere confermato da una diagnosi eseguita dai servizi sanitari
dell’Iss, il cui esito va comunicato alla famiglia del giovane e alla stessa
scuola. Il punto 4 di questo articolo tra l’altro riconosce la validità di
diagnosi eseguite da professionisti privati purché vengano convalidate dai
servizi Iss. L’articolo 4 indica le misure educative e didattiche che debbono
essere predisposte per alunni con Dsa e Bse. L’articolo 5 stabilisce che la
scuola, in collaborazione con l’Iss e con le famiglie, una volta diagnosticato
il problema prepari per l’alunno con diagnosi Dsa, già dal primo bimestre, un
Piano didattico personalizzato che tenga in considerazione tutti i momenti
dell’attività scolastica L’articolo 6 è riferito agli operatori scolastici
perché descrive le fasi di verifica e valutazione degli studenti con DSA.
L’articolo 7 invece è dedicato a alunni con altri Bisogni Educativi Speciali
che richiedono percorsi di didattica individualizzata. L’articolo 8 è riservato
al personale docente che deve essere garantito di un’adeguata preparazione e
messo in grado di poter operare con successo con tutti gli allievi, anche
quelli con Dsa o Bse. Gli articolo 9 e 10 si riferiscono al ruolo della
Commissione tecnica per l’inclusione scolastica e alla sua composizione. La
Commissione dovrà in primis predisporre ed emanare le Linee Guida per garantire
il diritto allo studio  degli alunni Dsa. Giusto ribadire che la legge
nasce grazie all’esperienza maturata negli anni nel settore socio sanitario e
nell’ambito scolastico sammarinese. Legge che si propone di garantire ai
ragazzi Dsa e Bse un percorso scolastico meno sofferto e più adeguato per
sviluppare le loro capacità di apprendimento e può diventare l’occasione
importante per la nostra scuola di proseguire e approfondire il suo processo di
innovazione didattica, che dovrà essere sempre più attento alle differenze
individuali.

Nicola Renzi, Ap: “Il progetto di legge che stiamo analizzando è un
intervento molto importante e al passo con i tempi, anzi conferma l’attenzione
del sistema scolastico sammarinese a precorrere i tempi. I soggetti affetti da
Dsa non sono persone che debbono essere sminuite rispetto alle altre. Sono
soggetti che hanno il diritto di avere un percorso formativo uguale a quello
degli altri”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Lo spirito è quello giusto. Non sono un esperto in
questa materia ma credo che l’impostazione data a questa legge vada nella
direzione di includere. Su questo progetto di Legge il nostro Movimento sarà
estremamente favorevole perché riteniamo sia provvedimento molto positivo”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura,
replica: “L’aiuto che potrà arrivare dalle forze politiche è ben accetto.
L’emendamento del consigliere Renzi verrà sicuramente valutato. A mio avviso il
motto di questo provvedimento è: ‘Legge dalla parte dei bambini e degli
studenti’”.

Mariella
Mularoni, Pdcs:
“Si tratta di disturbi presenti in molti alunni, spesso non
riconosciuti, sono problemi subdoli che non hanno un’identità propria. Questa
legge segue i principi discussi nella recente assemblea dei ministri dei
diversi governi. E’ anche il risultato del dibattito svolto sul tema dei
disturbi dell’apprendimento nel nostro Paese, all’interno della scuola e
dell’Iss. Riconosce dislessia, discalcolia, disturbo del linguaggi etc.
individuati nella Dsa, per la peculiarità di questi disturbi, la legge apre un
canale rivolto per gli alunni e un percorso individuale formativo.
Rappresenterà un supporto operativo per insegnanti, operatori e famiglie che
saranno chiamati a impegnarsi in questi percorsi. Confermo il parere favorevole
del gruppo Pdcs-Ns al progetto di legge”.

Mimma
Zavoli, C10:
“Questo progetto di legge credo vada incontro alle esigenze
di molte famiglie sammarinesi. Era un provvedimento urgente da portare in Aula,
rispetto altri. Porta l’attenzione della nostra scuola ad alcune difficoltà di
apprendimento che generano difficoltà nelle famiglie .E’ un pdl sostenibile,
qualifica ancora di più il comparto formativo”.

Tony
Margiotta, Su
: “Esprimo anche io il favore e l’urgenza di questo
provvedimento che vedo in linea alle norme italiane ed europee del 2010. Il
disturbo non è una patologia, con un minimo di percorso individuale si può
correggere”.

Matteo
Zeppa, Rete:
“C’è la nostra disponibilità e il nostro parere è positivo
su un problema evidente. Crediamo in questo progetto di legge, ma abbiamo qualche
dubbio negli articoli 9 e 10 perché rispetto alla composizione della
commissione prevista, forse, ci sono troppe persone. Molti di loro, dirigenti
dei vari settori, credo siano già oberati da altre problematiche, quindi
trovare uno snellimento sarebbe più adeguato”.

 

Comma 21.
Progetto di legge Modifiche e integrazioni all legge 29 ottobre 2003 n.137,
interventi a sostegno della famiglia.

Francesco
Mussoni, segretario di Stato per la Sanità
: “Si
sottopone all’Aula consiliare il progetto di legge a seguito dell’Istanza n.23
del 7 ottobre 2012, presentata da numerosi cittadini e discussa in Aula
consiliare in data 6 marzo 2013, cui è seguito un ordine del giorno approvato
all’unanimità dal Consiglio grande e generale, che impegnava la segreteria di Stato
per la Sanità con delega alla Famiglia alla stesura di un progetto di legge
finalizzato a modificare e integrare le norme riguardanti gli interventi a
sostegno della famiglia, in caso di adozione e affido, la suddetta segreteria
di è immediatamente attiva per l’elaborazione di questa proposta,
relazionandosi con le forze politiche e la cittadinanza interessata. Il
progetto di legge mira a introdurre legislative volte a equiparare nella
sostanza il trattamento riconosciuto ai genitori naturali anche ai genitori
adottivi o affidatari. Inoltre, nel contesto di queste modifiche, in caso di
malattia del figlio naturale, adottivo o affidatario, e al fine di offrire una
maggior tutela e cura dello stesso, si è ritenuto di estendere il diritto del
genitore di assentarsi dal lavoro, per assistere la prole fino all’età
adolescenziale.  (..) Tutti gli
interventi del presente progetto di legge vanno nella direzione di assicurare
al minore un’adeguata assistenza da parte della famiglia nei momenti di
maggiore fragilità nel percorso di sviluppo del bambino e di riaffermare il
vlore della famiglia sostenendola nel suo ruolo genitoriale offrendole
strumenti più adeguati al momento presente”. 

Tony
Margiotta, Su
: “Siamo favorevoli alla legge
e agli interventi previsti per le famiglie interessate. Faccio però
un’osservazione perché all’articolo 1 si parla di un intervento con un
determinato periodo, per i primi 14 anni di vita del figlio. Un figlio malato
ha necessità di avere il genitore vicino anche oltre i 14 anni”.

Elena Tonnini, Rete: “I servizi sociali dovrebbero fare parte di un Piano
complessivo a sostegno della famiglia. Ed invece, specialmente nell’ambiente
sanitario, stiamo assistendo a una sempre maggior commistione pubblico-privato.
In un Paese di 30 mila persone potremmo essere un esempio per il modello
sanitario e invece copiamo da sistemi sbagliati. L’intervento a sostegno della
famiglia è strettamente legato a quello dei congedi parentali. Dovremmo
imparare dalle prassi migliori, in particolare dai Paesi Scandinavi. Un
auspicio per il futuro che mi sento di rivolgere al governo: vorrei vedere nei
documenti che ci vengono sottoposti che non si parli più di genitore biologico
e adottivo e allo stesso modo che non si parli più di figlio legittimo o
naturale”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “L’unica cosa che mi dispiace è il ritardo con cui
siamo andati ad affrontare questo progetto di legge. Un ritardo che ha creato
il problema che alcune famiglie si sono viste per altri mesi rinviata la
possibilità di accedere a queste opportunità di sostegno. Viene anche
migliorata la condizione dei congedi parentali”. 

Antonella
Mularoni, Ap:
“Intervengo a sostegno del pdl che è ben fatto e recepisce
sollecitazioni dell’Aula. Capisco il momento grave, ma mi spiace sentire certi
discorsi qui dentro, le cose positive non possono diventare negative. Se dalla
logica dall’opposizione il governo fa un intervento positivo, non è il caso di
tirare fuori le 99 cose che per loro non vanno bene.

Nel nostro
Paese, come in tutti i Paesi, quando si disciplina l’adozione ci sono
problematiche specifiche di ogni istituto riguardanti il rapporto genitori-
figli, ma non significa che San Marino 
riconosca status diversi alla filiazione. Sul tema, il nostro Paese era
all’avanguardia già negli anni ’80, stabilendo l’assoluta equiparazioni tra
figli nati fuori dl matrimonio a quelli nati all’interno del matrimonio. Bene
ha fatto il segretario per la Sanità a presentare il pdl, dobbiamo cercare di
fare in modo che i datori di lavoro, nel privato, non interpretino queste norme
come la ragione per assumere sempre meno donne. Dobbiamo evitare che ci siano
comportamenti discriminatori”.

Vladimiro
Selva, Psd:
“Mi soffermo sulla distinzione tra figli legittimi e
naturali. Al di là dei diritti che possono essere uguali, se nel nostro
ordinamento ci fossero norme per uomini bianchi e neri, non significherebbero
comunque una diversità? A parità di diritti, anche le questioni formali hanno
un peso. Mi auguro in commissione si possa fare questa valutazione”.

Francesco Mussoni,
segretario di Stato per la Sanità, repliche:
Nella
Commissione si valuterà la serietà di proposte ed emendamenti, su questo non
c’è alcun dubbio. Per i due terzi del ragionamento del consigliere Tonnini ho
condiviso parola per parola. Ma c’è un candore malizioso in questa
illustrazione quando si va a toccare il decreto Mussoni. Ma ricordo che il
decreto citato ha introdotto sanzioni importanti per il lavoro nero, ha difeso
molti sammarinesi in caso di riduzioni di personale. E’ chiaro che non risolve
tutto un decreto, ma se vuole consigliere, dati alla mano posso confermarle la
sua utilità”. 

 

Comma 22.
Progetto di legge “Osservatorio nazionale per la famiglia”

Relazione introduttiva generale sull’istituzione
dell’Osservatorio nazionale per la famiglia”. Francesco Mussoni, segretario
di Stato per la Sanità:
“Anche questo secondo progetto di legge è pronto da
maggio ma purtroppo anche a causa della nostra lentezza istituzionale solo a
fine ottobre riusciamo a discutere in prima lettura per poi ottenere
un’approvazione a gennaio. Dispiace perché sui temi di carattere sociale non
sono giustificate lentezze di questo tipo. Chiedo all’Aula maggiore maturità.
Venendo alla legge questo Osservatorio, se ben funzionante, può essere garanzia
per politiche su famiglia a tutto tondo portate avanti da tecnici operanti nel
sistema educativo e sociale sammarinese, unitamente alla classe dirigente
politica. La ratio di questa proposta consiste principalmente in una concezione
dei servizi sociali che, volendo tenere conto delle complessità delle reti
relazionali tra i soggetti, guarda alle persone da una prospettiva rinnovata: i
servizi alla persona non possono essere progettati senza integrarli con i
servizi alla famiglia. Le politiche dei servizi sociali, sanitari, educativi
hanno guardato alle famiglie sempre in maniera indiretta e si sono mosse
secondo logiche settoriali, monoreferenziali, rivolte a singoli soggetti o a
categorie di soggetti che hanno in comune ciò che li differenzia da una
condizione assunta socio-culturalmente come norma: l’adulto produttivo e sano,
di corpo e di mente. Politiche dirette di sostegno alla famiglia possono essere
efficaci se sapranno riportare la famiglia dalla posizione di “sfondo” delle
problematiche dei singoli alla posizione di centralità”.

Ivan Foschi, Su: “La relazione del segretario di Stato dice cose
importanti e condivisibili che però non sono confermate nel progetto di legge.
In questo testo si affronta il tema della sussidiarietà, ma nulla sul fronte
delle politiche a sostegno della famiglia. Ci meraviglia poi il fatto che si
crei un nuovo Osservatorio, dopo quello sui prezzi, quello turistico ed ora
sulla famiglia. Quando un governo non riesce a fare cose concrete su un
determinato settore realizza un osservatorio. La sua  composizione mi sembra poi più di carattere
politico che tecnico. C’è davvero bisogno di questo Osservatorio per scoprire
quali sono le problematiche della famiglia?”.

Antonella Mularoni, Ap: “Resto perplessa rispetto alla formulazione della
legge che è da chiarire a mio avviso su alcuni punti: 1) istituisce sia
l’Osservatorio sia il Comitato tecnico-scientifico: non capisco il perché di
questo secondo organismo se c’è già un Osservatorio. Vorrei capire inoltre se
l’attività di questi organismi, mi riferisco sicuramente all’Osservatorio e,
eventualmente, al Comitato tecnico-scientifico avrà dei costi o meno. Non è
chiaro inoltre chi nomina e da quante persone è costituito questo Comitato
tecnico-scientifico. Inoltre, entrando nel merito della Legge, anche se molte
perplessità verranno espresse dal rappresentante di Ap in commissione, sento il
dovere di soffermarmi sul punto 6 che parla di “adozione del nuovo testo di
legge sul volontariato”. In primis, se deve essere adottato questo può essere
fatto solo dal Consiglio e dunque immagino ci sia un errore di dicitura e, in
secondo luogo, in passato si era già lavorato su un testo che afferisce alla
segreteria di Stato agli Affari esteri. Auspico che si riapra l’esame del
vecchio testo.”

Stefano
Canti, Pdcs:
“Obiettivo del provvedimento è l’introduzione di programmi
concreti per la realizzazione di moderne politiche familiari. E’ un progetto
interessante per aprire il dibattito. La famiglia è una risorsa vitale, ma
tuttavia in crisi, culturale soprattutto. Cresce il numero di famiglie
frammentate, le reti si spezzano e la gente è sempre più sola. La famiglia
comunque non è un’istituzione in declino, ma è l’ossatura importante del Paese.
Ritengo più che mai necessario rivitalizzare quelle reti che fanno tessuto, vero
e proprio capitale sociale di relazioni. La famiglia è un luogo di
collaborazione e solidarietà, è luogo dell’interazione. San Marino rispetto
media europea non rappresenta un modello di eccellenza per sostegno delle
famiglie. Con questo intervento si garantisce la centralità alla famiglia, i
principi su cui si basa: cittadinanza sociale della famiglia, sussidiarietà e
solidarietà”.

Mimma
Zavoli, C10
: “Gli intenti ascoltati nella relazione sono in larga parte
condivisibili. Un’idea forse c’è già su quello cui serve l’osservatorio. Non è
che diventa uno dei tanti tavolini visti finora? Il Consiglio grande e generale
però è l’ambito in cui agiscono i vari modelli che devono trovare una giusta
sintesi per arrivare alla stesura di progetti di legge e politiche in grado di
accogliere e percepire quello che la realtà ci sta trasmettendo”.

Franco
Santi, C10:
“Mi associo all’intervento del consigliere Antonella
Mularoni. L’analisi del fenomeno nulla ha a che vedere con il testo presentato
in prima lettura. Analizzando l’articolato del progetto di legge si parla di
osservatorio e di commissione tecnica, di cui non sono specificate le funzioni.
Mi auguro in commissione si possa avere un clima sereno per la problematica,
non è corretto sostenere che partiamo dall’anno zero, ci sono tantissime azioni
nel nostro ordinamento a sostegno della famiglia. Propongo che le stesse
funzioni possano essere coperte da un miglior coordinamento degli organismi e
degli uffici preposti. La speranza è che in Commissione si possa definire un
articolato molto diverso da quello presentato”.

Elena
Tonnini, Rete: 
“E’ un
progetto di legge non condiviso neppure dalla maggioranza, le osservazioni del
consigliere Mularoni sono da tenere in considerazione, anzi preoccupa la
mancanza di comunicazione tra le segreterie. Sembra che il governo non riesca
ad elaborare testi chiari e voglia lasciarsi le mani libere per esercitare la
sua discrezionalità nei decreti. Si evince l’estrazione del segretario
proponente, rappresentante della Compagnia delle opere prima che del proprio
partito. E’ un progetto ampiamente fumoso e dà ampio margine di discrezionalità
sia nei componenti che nelle politiche di indirizzo. La composizione
dell’osservatorio è troppo generico. Dovrebbe essere un organismo indipendente
dalla politica e composto da persone con competenze specifiche, così rischia di
essere strumento non incisivo e dipendente sempre dal rappresentante politico
di turno. Così composto non sarà l’osservatorio della famiglia, ma
l’osservatorio-Mussoni”.

Manuel
Ciavatta, Pdcs
: “Ringrazio il segretario
di Stato per aver dato il via a questo progetto di legge. Le finalità
dell’Osservatorio mi sembrano abbastanza chiare: un coordinamento delle
problematiche relative alla condizione familiare sammarinese. Non è che sulla
famiglia in questi anni non si è fatto niente però è vero che la delega alla
Famiglia è nata solo nella scorsa legislatura e dunque questa legge è passo
ulteriore. Credo che con tutte le modifiche che sarà possibile apportare questo
progetto di legge non andrà a essere definito per infilare nella Pa ulteriori
persone bensì per dare un maggiore coordinamento alle risorse in questo settore.”.

Roberto
Ciavatta, Rete
: “Certe affermazioni
vanno bene in chiesa non in quest’Aula. La famiglia come ammortizzatore sociale
è uno dei problemi dell’Italia. Vorrei uno stato sociale incentrato
sull’individuo e non sulle famiglie”.

Francesco
Mussoni, segretario di Stato per la Sanità, replica
: “E’ stato un bel dibattito. L’idea è istituire un
osservatorio per avere tutti i dati, manca un’analisi politica. L’articolato è
semplice e sarà oggetto di modifiche, mentre la relazione ha dato il sottofondo
filosofico. Non vedo incongruenze. L’osservatorio non assumerà nessuno e sarà
un valido supporto alle nostre politiche. Giusto dare una durata diversa
rispetto ai governi”.

 

Comma 23 –
Progetto di legge “Tetto massimo per le retribuzioni”, presentato da Rete

Roberto Ciavatta, Rete: “Occorre stabilire un tetto retributivo massimo in ottica spending
review, anche per liberare somme per il bilancio pubblico, per incentivi a chi
ha perso il lavoro e per forme di ammortizzatori sociali individuali e non
strettamente legati al lavoro. Alcuni dipendenti hanno stipendi molto alti. Il
tetto è di 100 mila euro, non è una misura bolscevica. Anche la Svizzera fa
referendum simili. In un momento di crisi come questa, in cui le misure
introdotte vanno nella direzione di aumentare tutele e premi, da noi arriva un
cambiamento di prospettiva. Serva una redistribuzione importante delle ricchezze
che circolano per il Paese. Sono previsti nel tetto massimo tutte le varie
estensioni del rapporto economico, indennità e via dicendo. Sono previste
sanzioni per i trasgressori e come comportarsi con i salari che già superano il
tetto. Siamo disponibili a discutere delle modifiche”.

Luca
Santolini, C10
: “Il nostro gruppo
ritiene questa proposta molto positiva, la condividiamo. Presenteremo in sede
di assestamento di bilancio una proposta simile per legare il tetto
all’erogazione di contributi pubblici per far sì che i dipendenti delle banche
che ricevono un contributo dallo Stato facciano un sacrifico. Ci potrebbero
essere criticità per un tetto alle retribuzioni di imprese assicurative private
e bancarie”.

Giovanni
Lonfernini, Upr
: “E’ una proposta
interessante. Trova dei punti di convergenza con una serie di nostre
iniziative, come l’odg del 26 maggio per stabilire un limite all’emolumento dei
nominati dal Consiglio. Pone in maniera chiara il problema del tetto massimo
per una serie di retribuzioni di figure apicali. In altre realtà se ne discute,
come la Svizzera. Il presidente di Bcsm ha uno stipendio molto interessante che
ha già suscitato perplessità. Non si vuole penalizzare nessuno ma occorre fare
i conti con la realtà e trovare una linea di convergenza per attuare questo
principio”.

Simone
Celli, Ps
: “Anche per il Ps
l’iniziativa è meritevole di estrema attenzione. Il contesto è molto delicato,
siamo in una necessità assoluta di risanamento finanziario e di riequilibrio
strutturale del bilancio dello Stato. Ci deve essere un confronto ampio e il Ps
è disponibile. La giustizia sociale è fondamentale per avviare il percorso di
risanamento: chi ha di più deve dare di più, serve progressività nei sacrifici.
Il peso della crisi va equamente distribuito tra settore privato e pubblico”.

Ivan Foschi,
Su
: “Il progetto di legge è chiaro.
C’è un principio da cogliere, in particolare in un momento come questo. La
proposta è un contributo utile a una serie di norme che vanno riviste, per
contenere la spesa, per tagliare gli sprechi. L’emolumento del presidente di
Bcsm, per esempio, sfora di parecchio il tetto. Serve una direzione di marcia,
ma alcuni provvedimenti non tengono conto del mantenimento dello stato sociale.
E’ eticamente discutibile che ci siano retribuzioni che superano di un numero
enorme quelle più basse. Ci sono già tetti per le pensioni”.

Gian Matteo
Zeppa, Rete
: “Apprezziamo l’apertura
di credito dell’opposizione. Possiamo modificarlo nelle cifre e negli ambiti
applicativi. E’ un modo per introitare somme. Dopo tutte le voci di oggi,
sull’ora di religione, sui precari, sulla famiglia, ancora non ho sentito un
intervento della maggioranza u questo progetto di legge. Spiace non avere
un’idea di cosa ne pensa, se è disponibile a discuterne e se ha una visione in
merito”.

Vladimiro
Selva, Psd
: “Condividiamo sostanza e
finalità: evitare stipendi così elevati, come in qualche caso si riscontrano.
Interessa solo il settore pubblico e quello bancario-finanziario-assicurativo.
Può essere un elemento di confronto su cui possiamo spenderci. Vorrei ricordare
a Rete che questa logica è contemplata nel documento della spending review. Una
legge che dura all’infinito e non prevede meccanismi di rivalutazione potrebbe
non andare bene. In Svizzera si ragiona al rapporto tra minimo e massimo in
un’ottica di 1 a 12. Una volta era definito per la Pa, di 1 a 3, poi negli anni
si è ampliato”.

Mario
Lazzaro Venturini, Ap
: “Ap non è
intervenuto in prima lettura non per scarsa cortesia o scarsa considerazione
del progetto di legge. Siamo abituati a un comportamento diverso sulle prime
letture. Di solito gli interventi in prima lettura erano di semplice
chiarimento. Ora si fanno interventi politici e non ci siamo molto adeguati. I
confronti politici vanno fatti in commissione e seconda lettura. Auguro che il
progetto sia discusso ampiamente. Noi parteciperemo. Con interventi lunghi in
prima lettura si allungano i lavori. Ma rientra nella dialettica consiliare”.

Massimo
Cenci, Ns
: “Confermo quanto detto da
Venturini, in prima lettura riteniamo di intervenire per chiarimenti. E’
necessario ragionare sulle retribuzioni della Pa, specie per le figure apicali.
Ho perplessità per quanto riguarda gli istituti privati, ma c’è comunque
disponibilità a ragionare”.

Roberto
Ciavatta, Rete, replica
: “Sui
meccanismi di rivalutazione siamo disponibili a ragionare, così come sul
rapporto tra stipendi più alti e più bassi. Non c’è la voglia di penalizzare
nessuno o di punire o additare chi ha stipendi maggiori. Non vogliamo la
società della povertà. In Pa, avendo un lavoro più sicuro, non ci si può
arricchire. Chi vuole guadagnare più di 100 mila euro può farlo tranquillamente
nel settore privato, non abbiamo interesse a portare avanti una legge con la
bandierina sopra. Anzi se fosse legge della commissione in seconda lettura
saremmo felicissimi”.

 

Comma 24 –
Progetto di legge di iniziativa popolare “Modalità paritaria di trasmissione
del cognome”

Capitani
reggenti (leggono la relazione)
: “La
proposta di legge intende fare adeguare San Marino a numerosi Stati europei,
con la possibilità di trasmissione del cognome per via paterna, materna o
congiunta. Si elimina così una barriera per una compiuta parità di genere. E si
potranno tenere in vita molti cognomi storici sammarinesi”.

Lorella
Stefanelli, Pdcs
: “L’attuale
disciplina prevede l’automatismo del cognome paterno ed è il risultato di una
concezione della famiglia che non risponde all’assoluta parità dei coniugi. Un
concetto già superato nel nostro diritto di famiglia. Dunque non è un principio
insuperabile.

I figli di cittadini sammarinesi nati all’estero hanno
attribuito il doppio cognome e lo mantengono quando chiedono la registrazione
ai nostri uffici. Forse è il momento di introdurre non il doppio cognome
obbligatorio, ma di riconoscere la possibilità, il diritto di aggiungere al
cognome paterno quello materno, come diritto di libertà di scelta dei coniugi
non subordinato al volere del giudice

Non concordo totalmente con quanto proposto, ma sono
certa che in commissione si può trovare il giusto equilibrio”.

Andrea
Belluzzi, Psd
: “Do espressione
positiva al progetto di legge. I genitori devono potere scegliere la
trasmissione di entrambi i cognomi. Il progetto di legge è perfettibile laddove
la norma non prevede che la doppia trasmissione possa proseguire per volontà
dei figli”.

Ivan Foschi,
Su
: “Esprimo soddisfazione e condivisione
per la proposta che fa fare un passo in avanti verso il pieno riconoscimento della
parità giuridica tra uomo e donna. Non è scontato nel nostro Paese. E’ un progetto
di legge molto chiaro, non presenta difficoltà giuridiche, consente di fornire
alle coppie una facoltà in più. Speriamo diventi al più presto legge”.

 

 

San Marino, 25 OTTOBRE 2013/02

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