Consiglio Grande e Generale 22 ottobre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale 22 ottobre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

COMUNICATO STAMPA

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 22-30 OTTOBRE

Martedì 22 ottobre – pomeriggio

 

Nel pomeriggio
i lavori del Consiglio
grande e
generale sono proseguiti con il dibattito in comma comunicazioni. La seduta si
è chiusa con l’esame delle prime interpellanze all’ordine del giorno.
 

Comunicazioni:

Vladimiro
Selva, Psd:
“C’è chi si è
lamentato perché il referendum non è stato svolto secondo la nuova normativa.
Non si è voluto fare un colpo di mano applicando il nuovo quorum, per non
cambiare in corsa una regola del gioco. Sul quesito salva-stipendi l’affluenza
e il numero degli elettori che ha espresso voto favorevole è tale per cui
lettura politica non può che essere di tenerne in considerazione, valutando
l’elemento normativo cui il quesito si riferiva.

Sul quesito
sull’Europa: noi come Psd abbiamo una posizione maturata negli anni, confermata
da varie evoluzioni del quadro internazionale, che è quella di vedere
favorevolmente San Marino come Stato membro dell’Ue a tutti gli effetti.
Tuttavia crediamo che le posizioni prioritariamente contrarie anche all’avvio
del negoziato Ue non siano assolutamente condivisibili, anzi possano aver
arrecato una sorta di euroscetticismo nell’opinione pubblica non giustificato.
Sulla paura per la perdita della sovranità: nel 2006 è saltata la firma con
l’Italia perché allora la paura di rinunciare alla sovranità ci ha portato solo
ad effetti deleteri. Siamo tutti d’accordo che l’integrazione è necessaria, in
luglio di quest’anno il ministero italiano dell’Ambiente ha fatto una circolare
che definisce l’impossibilità di conferire rifiuti solidi e urbani
indifferenziati in discarica, diventata cogente per una normativa europea. Ci
ritroviamo oggi una percentuale di recupero al 22% che vuol dire mancanza di
autonomia e sovranità. Chiunque con una lettera ci mette in ginocchio, noi del
Psd abbiamo un progetto chiaro su questo tema, l’abbiamo portato in Aula, serve
una gestione programmata”.

Paride Andreoli, Ps: “Entro nel merito, ho ascoltato con attenzione quanto
detto da alcuni consiglieri, come l’ex segretario Mularoni e il presidente del
Pdcs.

Credo siano correlate le intenzioni, da una parte che
si continui l’integrazione con l’Ue, dall’altra l’adesione. Il capogruppo della
Dc dice che il suo invito a votare scheda bianca era un modo per non dire no a
priori, per non mandare un messaggio contro l’Europa. Penso però che se anche
la Dc avesse espresso, motivando come ha fatto oggi Mazza, quel no perché
comunque è stato aperto un negoziato in modo ben motivato avrebbe assunto un
altro valore, quello di una grande convinzione per quello che si sta portando
avanti,

Oggi è doveroso affrontare il tema dell’Ue con molta
chiarezza, qui non c’è in gioco il governo.

Sul quesito salva-stipendi: per poco non ha raggiunto
il quorum. Credo che questo governo e quest’aula debbano prendere atto che,
anche senza quorum, oltre 10 mila persone si sono espresse in una direzione e
in una materia di questa natura si debba riflettere”.

Do lettura di un ordine del giorno sottoscritto da Ps
e Upr sul caso dei bidelli precari:

“La vicenda che ha coinvolto qualche settimane fa
alcune decine di persone che hanno svolto per anni la mansione di bidello e
bidello-cuoco presso le scuole elementari e dell’Infanzia della Repubblica di
San Marino deve indurre qualche riflessione. Persone che hanno scelto
autonomamente una professione caratterizzata da un elevato livello di
precarietà, in quanto il contratto di lavoro è a tempo determinato e interrotto
due volte l’anno, durante le festività natalizie e nella pausa estiva, si
trovano improvvisamente, per una scelta del governo, senza la possibilità di
lavorare. Lavoro, che per ragioni ancora sconosciute è stato assegnato, a norma
di legge ad altri lavoratori lasciando al palo chi ha percorso una strada di precariato
e ha negli anni conseguito anche delle qualifiche professionali per svolgere un
lavoro. La delibera del congresso di Stato n, 4 del 6 settembre 2013, al di là
del gergo burocratico sancisce l’impossibilità, per decine di lavoratori
iscritti alle graduatorie di avere la possibilità di accedere a un lavoro.
Precarietà battuta da altra precarietà dalle persone che attualmente ricoprono
le mancioni alimentando uno scontro sociale molto pericoloso. Non possono
essere le prime vittime della spending review i lavoratori precari della scuola
(…). Il Consiglio grande e generale, impegna il governo a predisporre una
modifica alla normativa in materia di graduatorie affinché situazioni come
quella accaduta ai bidelli e bidelli-cuochi non accada nuovamente; verificare
se il personale impiegato nella qualifica di bidello- bidello cuoco possiede
tutti i requisiti psico-attitudinali e professionali e ha superato i test
interni per le mansioni richieste; valutare la struttura degli ammortizzatori
sociali per esigenze particolari non contemplate dall’attuale normativa”.   
 

Matteo Zeppa, Rete: “Il quesito referendario è uno strumento di
democrazia diretta ma che a San Marino di diretto ha veramente poco, a causa
del doppio sbarramento. Sono contento che a votare si siano recate molte
persone poi però ci sono delle analisi da fare e approfondire. Non è
ammissibile che chi ha perso non lo dica. Il comitato per il “si” ha perso e
non si può negare. Rete non crede in questa Europa ma abbiamo dato
un’indicazione di voto che prevede altri percorsi da attuare per aderire
all’Unione europea e in parte abbiamo perso anche noi. Ma ha perso anche il Psd
e pure il partito di maggioranza relativa. Sul salva-stipendi posso dire che
dispiace che ci sia stata una lotta intestina ai sindacati: un modo
specificatamente sammarinese di non saper guardare fuori dal proprio orticello.
Tornando all’Europa non è accettabile poi che si suggerisca ai cittadini di
votare scheda bianca: si prenda posizione, o no o si e non scheda bianca.

Elena Tonnini, Rete: “A San Marino dobbiamo fidarci ed attendere notizie
con il contagocce. Queste sono le condizioni che il governo crea per
condividere. L’esecutivo invece sceglie i propri interlocutori e tra questi ha
escluso a priori l’intera opposizione e la cittadinanza. Sui rifiuti: Sogliano
ha dato l’aut aut a San Marino che vieta il deposito in discarica dei rifiuti
non precedentemente trattati. I problemi sono legati alle mancate azioni nella
differenziazione dei rifiuti e alle lacune della nostra Repubblica su questo
tema”.

Franco Santi, C10: “E’ urgente un confronto politico serio in merito al
referendum perché oggettivamente 10 mila e più espressioni della volontà dei
cittadini meritavano una considerazione maggiore. Va rivisto il meccanismo del
quorum. Sul fronte dei rifiuti non si è fatto nulla. Il problema di questo
Paese è che non si fa mai nulla. La raccolta differenziata spinta, tramite il
porta a porta, sarebbe la soluzione, ma questa scelta strategica richiederebbe
una serie di azioni da mettere in campo che evidentemente risultano essere
troppo impegnative per il governo. Se non adottiamo tali misure saremo sempre
costretti a metterci la toppa: è il caso di quest’anno con  i rifiuti
portati a Ravenna. Con lavoro metodico in breve tempo potremmo diventare un
Paese virtuoso. Insieme a Civico 10 e Sinistra Unita abbiamo presentato un odg
che impegna il governo “a definire le azioni più opportune per introdurre il
porta a porta entro giugno 2014, individuando le soluzioni gestionali migliori
per rispondere all’emergenza odierna”
. Il problema rifiuti a San Marino si
può sintetizzare con l’esigenza di separazione della parte umida da quella
secca”.

Rossano Fabbri, Ps: “C’è chi dice che ci sono troppi vincitori e pochi sconfitti, io non
sono dalla parte dei vincitori, per me era lampante che si doveva
giungere a un parere favorevole alla domanda di adesione. Questo
referendum era stato rinviato con una furberia nella passata legislatura, oggi
la cittadinanza si è espressa ed è giusto onorare l’esito del voto. Non sono
comprensibili però le posizioni di certe forze per il no,o fuorvianti e in
grado di confondere la popolazione. Mi riferisco in particolare al giudizio
dato alla pronuncia dell’Ue, per cui l’adesione non era la scelta migliore.
Quel documento è stato redatto nell’ambito della ricerca di soluzioni per quei
micro-Stati che non si erano adeguati alla normativa comunitaria. Oggi parliamo
di integrazione verso determinati argomenti, è chiaro che ci dicono che nel
breve tempo l’adesione non risolve i problemi stretti dei micro Stati. Il sì
avrebbe solo aiutato a capire come l’Ue avrebbe portato avanti il processo di
adesione con un’analisi di costi e benefici. Era un referendum per decidere se
aprire o meno i negoziati. Non possiamo rimanere fuori dalle dinamiche europee,
oggi andava dato un messaggio politico per dire da che parte San Marino vuole
stare. Oggi, oltre me, ha perso il Paese e ce ne chiederanno conto più avanti.
Oggi diamo un messaggio di isolamento”.

Fabio Berardi, Pdcs: “Sul quorum sono dell’opinione che valorizzi le
attività parlamentari e democratiche. La partita si è giocata con delle regole,
se il quorum fosse stato più basso la partita sarebbe stata diversa. Non
carichiamo di valore politico un referendum che forse è caduto in un momento
sbagliato. L’Ue ci ha detto chiaramente che non è il momento di trattare
l’adesione, è stato avviato un percorso di approfondimento di una commissione
che è venuta qua, l’Ue tiene aperte tutte le possibilità e ci fa capire che,
come tappa intermedia, quella di un accordo specifico o l’adesione al See non
preclude in futuro un’adesione. Il nostro Paese non dà un’immagine di
isolamento, ma costruisce il suo futuro, siamo ormai a un passo dall’esito
della verifica della commissione”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Sono d’accordo che i partiti hanno dato il peggio di
sé nella celebrazione del referendum. In Aula non ho sentito un’analisi
dell’esito del voto, solo tanta campagna elettorale, andiamo avanti così.  Io credo invece che l’esito abbia il suo
valore: si è detto che i sì sono stati più dei no, ma non credo si sia mai
messo in dubbio questo. Non ci piace il quorum, ma oggi c’è. Il problema era
solo se il quorum si raggiungeva o meno, ed è stata una debacle. Chiaramente la
cittadinanza ha appena votato e ha detto che non vuole inviare la richiesta di
adesione. Ho sentito le battute sui social network su Rete vorrebbe tornare
alle Signorie. Non ammetto che in nome di un’unità di intenti verso un’idea che
non condividiamo ci si possa additare come venduti e la nostra attività qua
dentro e fuori lo dimostra”.

Andrea Zafferani, C10: “Il referendum sull’Ue era assolutamente prematuro,
non solo per la domanda, ma anche per la scarsa consapevolezza dei cittadini
sulle tematiche europee. Per molti l’Europa oggi è la troika, è la Grecia, è la
finanza che soffoca i Paesi, è la riduzione dei diritti dei cittadini, è
un’immigrazione difficile da controllare, è l’euro. Dunque solo l’idea di
aderire ha creato grandi timori. La maggior parte dei no, delle bianche e delle
astensioni derivano da queste paure, in buona parte immotivate. Dire che sono
il frutto dell’apprezzamento del percorso intermedio avviato è a mio parere non
vero. E’ stato in gran parte un no di paura. In Europa ci sono spinte che
mettono in discussione l’integrazione, che vanno combattute. Ma per noi oggi si
apre un grande tema su come accompagnare San Marino verso l’Europa. L’esito è
stato chiaro. Il Paese va allenato all’Ue. Occorre avviarsi sul percorso di
integrazione progressiva. Non ci sono strade alternative. Presentiamo un odg
che chiede di fare immediatamente, dopo la ricezione del rapporto della
Commissione europea, un dibattito in Consiglio per avere le idee chiare su cosa
fare e di avviare una forte azione di informazione nel Paese sugli accordi intermedi.
Il quorum è il vincitore unico della tornata referendaria. Non è accettabile
che il 73% decide per il Sì e non è ascoltato. Non rispettiamo l’impegno
civile, ma valorizziamo il disinteresse. Diamo loro delle risposte senza creare
difficoltà alle aziende. Ragioniamoci sopra. Serve sindacato forte e credibile
per chiudere i contratti. Sui rifiuti i riferimenti in Aula sono stati sommari.
Al di là della gestione dell’emergenza, non si possono fare mille cose assieme
tutte un po’ male. Dobbiamo fare una scelta e agire di conseguenza. La strada è
la strategia rifiuti zero. Sulla riforma fiscale, mi chiedo cosa cambierà
ancora, si modifica ogni giorno. E’ uno scandalo che l’ opposizione non sia
coinvolta. Spero almeno che le modifiche arrivino prima di 4 o 5 ore dalla
commissione Leggo l’odg: Il Consiglio grande e generale, valutato l’esito
del referendum […];vista la recente analisi compiuta dalle istituzioni sul
nostro Paese […]; considerato il fatto che […] gli organismi competenti dell’Ue
formuleranno, sembra entro la fine dell’anno, una proposta operativa per
raggiungere una maggiore integrazione del nostro Paese nel mercato unico
europeo; tenuto conto della necessità di informare correttamente la popolazione
[…] si impegna a iscrivere,nell’odg della prima sessione successiva alla
formulazione di tale proposta […] un apposito comma per dibattere in merito
[…]; impegna il congresso di Stato a svolgere un’opera di capillare
informazione nel Paese […]”.

Francesca Michelotti, Su: “Il quorum è uno degli argomenti centrali sulla
legge di riforma dei referendum. Si può facilmente comprendere come la
maggioranza non sia stata in grado di interpretare correttamente lo strumento
referendario. L’Europa è l’unica strada per liberare la nostra sovranità dal
rapporto esclusivo con l’Italia: molti hanno preso come punto di riferimento il
modello svizzero ma a mio avviso non è esempio corretto. L’Italia è l’unico
paese che ha il potere di toglierci sovranità. Sovranità si difende cedendola
per una visione più ampia che ci viene data appunto dalla dimissione europea
ovviamente con la medesima dignità riconosciuta agli altri Stati. Concludo
dicendo che ho perso perché io ho votato si. Ma durante la campagna
referendaria sono quasi certa che qualcuno, penso Rete, abbia cercato di
destrutturare il pensiero degli appartenenti al mio partito”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Molte persone non hanno capito per che cosa sono
andate a votare domenica scorsa. Critica che faccio a me stesso ma anche
al mondo politico sammarinese. Ovunque mi recassi mi chiedevano che cosa si
andasse a votare. Io mi unisco a chi sostiene che in questo referendum ha vinto
il quorum. Altrimenti, sinceramente, faccio fatica a trovare altri vincitori: a
capire chi ha vinto e chi ha perso. Problema quorum è abnorme e va affrontato
una volta per tutte. Per l’ennesima volta si è svolto un referendum spendendo
soldi ma senza superare il quorum: sono per l’abolizione di qualsiasi tipo di
quorum o sbarramento”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Le posizioni emerse nella campagna referendaria
sull’Ue erano diverse, si tout court, adesione ragionata come quella del Psd,
chi era per proseguire il percorso attuale e accantonare adesione, c’è chi
diceva no all’adesione e proseguire nell’integrazione, confondendosi con il no
all’Ue. Ed è per questo che credo ci sia differenza tra si e no nella
pericolosità dell’esito che ci sarebbe potuto essere qualora fosse prevalso il
no. Il risultato, i sì solitamente ottengono più numeri, però, proprio perché
questo referendum ha diviso le valutazioni dei nostri cittadini. Lo avevamo
detto ben un anno fa quale sarebbe stato l’intendimento della coalizione Bene
comune nei confronti integrazione con l’Unione europea e rispetto il
referendum. Mi pare ci sia corale volontà di perseguire integrazione con Ue che
accomuna tutta l’Aula consiliare, che può essere non solo economica, ma con
altre possibilità. Già da prima c’era forte disposizione all’andare avanti con
Andorra e Monaco in un accordo specifico di associazione, spero che gli altri
due Paesi non frenino troppo il nostro ruolo di capofila in questo ruolo. Ci
interessa continuare a parlare di Europa e l’odg troverà accoglimento”. 

 

Interpellanze:

 

                   
Il segretario
di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni
risponde all’interpellanza presentata dal consigliere Gian Matteo
Zeppa, di Rete, per chiarimenti in merito alla delibera di incarico
professionale per una figura di supporto tecnico a Fondiss: “La signora Ugolini
non è dipendente Iss, la sua attività, svolta nella forma del tirocinio
volontario part-time rientra nella convenzione di 70 mila euro nella
convenzione per attività contabili tra Iss e comitato amministratore di
Fondiss. Sarà prossimamente avviata la procedura di concorso pubblico, una
volta definito il quadro regolamentario, oggi infatti rappresenta un’anomalia
in quanto inquadrato né come ente pubblico, né privato. L’interpellanza si
inserisce in un chiarimento, ma le delibere del congresso di Stato sono
pubbliche”.

Gian Matteo Zeppa, Rete, replica: “Non vogliamo fare guerra a nomi e cognomi,
chiediamo chiarimenti su documenti. Il sito delle delibere ha tantissime
convenzioni su cui sarebbe necessario porre delle attente analisi in merito
alle metodologie con cui si aprono”.

 

Il segretario
di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni
risponde all’interpellanza presentata da Paride Andreoli e Giovanni
Lonfernini, sulla collocazione dei fondi pensione presso il sistema bancario
sammarinese
: “Si fornisce in allegato
il prospetto ricevuto dalla Direzione generale dell’Iss che fornisce la collocazione
dei fondi pensione presso il sistema bancario sammarinese.  Si precisa che la tipologia di investimento
prevalente è quella di Pronti contro Termine e Certificati di deposito con
scadenza 3/6/12 mesi ad eccezione di un unico prestito obbligato presso la
Cassa di Risparmio

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze risponde a
interpellanza presentata dal consigliere di Rete Gloria Arcangeloni sui
dettagli connessi alle procedure per l’accertamento dei redditi.

“Le procedure per l’accertamento dell’Igr sono indicate per legge. Gli
accertamenti vengono deliberati dalle apposite commissioni. Il controllo per i
lavoratori autonomi prevede la verifica di non veridicità della dichiarazione
per inesattezza, incompletezza e infedeltà. Sul regime forfettario, il
contribuente accetta il reddito assegnatogli dalla commissione.

Per quanto riguarda il contenzioso, le pratiche trasmesse in commissione
per l’accertamento sono oggetto di delibera. La commissione può confermare il
reddito o aumentarlo. Il contribuente o l’ufficio giudiziario può avanzare
ricorso alla giunta di stima, contro il quale è possibile un nuovo ricorso.

La commissione non ha mai deliberato accertamenti sui redditi dei
candidati alle elezioni 2008-2012, né di coloro che chiedono di accedere ai
contributi del decreto delegato 137 del 2006.

Per i contributi ai nuclei familiari meno fortunati sono previsti
parametri economici, patrimoniali e familiari. Secondo i dati, nel 2012 sono
stati 677 gli accertamenti per persone giuridiche, 178 per quelle fisiche.
Mentre l’Igr accertata sfiora i 5 milioni di euro”.

 

– Il segretario di Stato al Bilancio Claudio Felici risponde
all’interrogazione numero 5 sullo stato
retributivo del
personale di Banca centrale
. “Il livello degli stipendi dei dipendenti
della Banca Centrale rispetto al resto del personale che opera nel sistema
bancario commerciale sammarinese è superiore del 4% circa.  mentre in Italia sono nell’ordine del 35%.
Nella comparazione dei dati va tenuto conto che i dipendenti di Banca Centrale
non usufruiscono di un certo tipo di agevolazioni, di cui invece godono i
dipendenti di altri istituti di credito. Inoltre le Banche centrali richiedono
professionalità e responsabilità diverse da quelle richieste dalle banche
commerciali. Sull’opacità che regnerebbe in Banca Centrale posso dire che
l’organigramma è presente sul sito internet della stessa banca. Ciò che lo
stato versa a Banca non è a titolo di contributo pubblico ma è semplicemente la
remunerazione per i servizi resi da quest’ultima alla pubblica amministrazione
sammarinese”.

Claudio
Felici, segretario di Stato per le Finanze, risponde
a interpellanza su Ecb del consigliere di Su, Luca
Lazzari
:

 Le banche assolvono a una funzione creditizia e
monetaria, ciò influisce su determinazione tasso monetario. Il nostro Stato è
intervenuto sul sistema bancario per evitare rischi di default, il decreto a
sostegno dei risparmiatori è un intervento non volto a favorire Ecb da parte
del Cis, né “intervento alla giornata di salvataggio di una banca”, si è
trattato di sistema ragionato di Bcsm per salvaguardare istituto e per evitare
il deterioramento irreversibile dei suoi asset. Il progetto di banca Cis ha
consentito di evitare un’altra crisi bancaria, salvaguardando i risparmi e
consentendo l’assunzione di 21 dipendenti dei 28 complessivi. Il decreto
sostiene gli sforzi fatti da un privato per evitare una crisi di sistema. E’
già stato fissato in odg un comma in seduta segreta sul settore finanziario”.

San Marino, 22 ottobre/02

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy