Consiglio Grande e Generale di San Marino, seduta pomeridiana di giovedì 20 marzo 2025

Consiglio Grande e Generale di San Marino, seduta pomeridiana di giovedì 20 marzo 2025

La seduta odierna vede protagonista il dibattito sull’accordo di associazione di San Marino con l’Unione europea

Dal Segretario agli Esteri Luca Beccari – recita il report di Askanews – l’aggiornamento sulle trattative con Bruxelles: “Dalle verifiche legali degli organismi europei – ha spiegato – è emerso che la Commissione deve specificare i dettagli del mandato sul protocollo finanziario. Oltre a questo, sono giunte le osservazioni di alcuni Stati membri. Tra questi l’Italia ha sollevato preoccupazioni di natura tecnica sul modello di vigilanza bancaria proposto. L’Italia non ha problemi con San Marino, ma evidenzia delle lacune nel perimetro delle autorità di vigilanza e nel mancato coinvolgimento della BCE, competente per la vigilanza sulle entità significative e per i rischi sistemici”. Beccari spiega quindi che la proposta è di inserire un ” clarifying addendum” all’accordo di associazione. “Questo addendum chiarirebbe la portata dell’articolo 88 dell’accordo, che prevede la collaborazione tra le nostre autorità di vigilanza e quelle europee”. L’addendum “è integrativo e complementare, non modifica l’accordo. Permetterà una cooperazione più elaborata, ad esempio nello scambio di informazioni o nella vigilanza consolidata. Non ci costringe a definire subito queste intese, quindi non rallenta l’entrata in vigore dell’accordo.”

Dall’aula arriva un plauso pressoché unanime al lavoro della Segreteria di Stato con l’invito di lavorare affinché dell’accordo avvenga il prima possibile. A testimonianza dell’unità di intenti arriva, alla fine del dibattito, il deposito di un ordine del giorno firmato da tutte le forze politiche che impegna il governo “a proseguire con determinazione sulla stata intrapresa al fine di pervenire prima possibile alla firma dell’accordo di associazione individuando i migliori contenuti del clarifying addendum (…) a promuovere confronti almeno quindicinali di aggiornamento nelle sedi opportuni con tutti i gruppi consigliari.” In particolare, impegna “il Segretario degli Affari Interni ad avviare un effettivo coinvolgimento popolare a predisporre e presentare al Consiglio Grande Generale entro 6 mesi un’articolata relazione circa le azioni necessarie a gestire le nuove disposizioni derivanti dall’accordo in termini di competenze e risorse nonché circa le relative valutazioni di impatto ed anche attraverso un piano di formazione e di aggiornamento normativo mirato”. L’odg stabilisce inoltre che l’accordo di associazione “dovrà costituire un elemento di ulteriore sviluppo dell’accordo sammarinese fondato sui seguenti capisaldi”: sostegno alle imprese locali, sistema bancario “solido, credibile e competitivo”, sviluppando “una sinergia con le autorità italiane ed europee e garantendo ad una vigilanza autorevole, credibile, di qualità, al fine di assicurare un efficace controllo dei flussi finanziari, prevenire i rischi sistemici e rafforzare la fiducia degli investitori facendo in modo di completare il percorso verso la richiesta compliance in un tempo inferiore ai 15 anni concessi; innovazione e modernizzazione dell’apparato pubblico con l’adozione di un piano di digitalizzazione che renda più efficace l’interazione tra cittadini, imprese, pubblica amministrazione, facilitando l’accesso ai servizi e riducendo gli oneri burocratici”.

I lavori si interrompono con la presentazione dell’odg e riprenderanno domani con la discussione sulle Istanze d’Arengo.

Di seguito un estratto dei lavori.

Segretario di Stato Luca Beccari: “Il 25 gennaio 2025 è termina la seconda revisione linguista del testo dell’accordo. I nostri uffici hanno fanno le verifiche del caso e ritrasmesso alla Commissione il parere positivo nei primi di marzo. Nel frattempo, dalle verifiche legali degli organismi europei è emerso che il protocollo 3, quello sui servizi finanziari, avrebbe dovuto precisare meglio i poteri di vigilanza del Sistema europeo di vigilanza finanziaria sui paesi terzi in funzione della “dottrina Meroni” che dice che quando la Commissione delega un potere a un’autorità dell’Unione Europea, la delega deve contenere anche i dettagli del mandato.  Quindi la Commissione deve specificare i dettagli del mandato, ma questo è un affare interno loro. Oltre a questo, sono giunte le osservazioni di alcuni Stati membri. Tra questi l’Italia ha sollevato preoccupazioni di natura tecnica sul modello di vigilanza bancaria proposto. L’Italia non ha problemi con San Marino, ma evidenzia delle lacune nel perimetro delle autorità di vigilanza e nel mancato coinvolgimento della BCE, competente per la vigilanza sulle entità significative e per i rischi sistemici. La nostra controparte italiana si concentra sulla sostanza, volendo evitare future lacune nella vigilanza del nuovo modello. Non è un giudizio sulla nostra vigilanza attuale, ma una questione di prospettiva. Nel working group abbiamo presentato una proposta di rafforzamento sostanziale delle funzioni di vigilanza tramite maggiore cooperazione. Si è discusso di un “clarify addendum” all’accordo di associazione. Questo addendum chiarirebbe la portata dell’articolo 88 dell’accordo, che prevede la collaborazione tra le nostre autorità di vigilanza e quelle europee. L’obiettivo è che, nell’implementazione della acquis e nella valutazione per l’accesso ai servizi finanziari, si tenga conto delle intese tra San Marino e Italia. Alcune intese esistono già, come l’accordo del 2009, e potranno essere ampliate o create di nuove, a livello di autorità di vigilanza o di governo. Questo addendum è integrativo e complementare, non modifica l’accordo. Permetterà una cooperazione più elaborata, ad esempio nello scambio di informazioni o nella vigilanza consolidata. Non ci costringe a definire subito queste intese, quindi non rallenta l’entrata in vigore dell’accordo. Le intese saranno verificate dalla Commissione per la loro conformità con il diritto comunitario e l’accordo. C’è un dialogo costruttivo e ampia disponibilità da parte italiana. L’addendum sarà un testo breve e lo condivideremo non appena vagliato dalla Commissione. Siamo in una fase di sforzo congiunto con la Commissione, Andorra e l’Italia per concludere questo percorso. Ci sono state osservazioni anche da altri paesi membri su altri settori, il che è normale. La prossima settimana ci sarà una riunione, seguita da incontri periodici. Si sta discutendo anche la natura dell’accordo (competenza mista o esclusiva), ma questo incide sul testo e non sull’entrata in vigore, grazie alla clausola di applicazione provvisoria. Auspichiamo una rapida soluzione. Infine, la Commissione Esteri della Camera dei Deputati si sta confrontando sul tema e ha proposto un’audizione di nostri rappresentanti a Roma e una missione parlamentare a San Marino. Credo sia un segnale positivo della collaborazione con l’Italia.”

Manuel Ciavatta (Pdcs): “Spero che, con le informazioni aggiunte e le aspettative, questo confronto abbia uno slancio maggiore rispetto ai recenti battibecchi. Il Segretario ha chiarito che non ci sono questioni con l’Italia, anzi, ha evidenziato la collaborazione con l’Italia per massimizzare i benefici dell’accordo tra Italia, San Marino e l’Europa. Questo accordo garantirà trasparenza, sostegno alle imprese e possibilità di trasformazione innovativa del nostro sistema, con un sistema bancario credibile e strutturato affrontando le questioni di vigilanza. Il mio auspicio è che il dibattito dia slancio al nostro paese per compiere l’ultimo miglio verso la conclusione di questo percorso. Se la Commissione potrà confrontarsi per definire ciò che rimane, una posizione unita dell’aula rafforzerà la nostra volontà di integrazione europea. L’addendum sull’articolo 88 chiarirà le questioni rimanenti senza riaprire il negoziato, portando alla condivisione tra Italia, Andorra, San Marino e Commissione. Il nostro paese ha dimostrato di credere fortemente nell’accordo e nelle opportunità di sviluppo e integrazione europea. L’Unione Europea ha bisogno di ritrovare la sua identità e di essere forte nella sua unione, dove anche San Marino e gli altri piccoli stati possono contribuire con le loro peculiarità. Auspico che il dibattito vada in questa direzione, manifestando la volontà di continuare il cammino e di preparare la nostra amministrazione per implementare l’accordo, che richiederà un impegno rilevante ma porterà numerosi benefici alla nostra Repubblica.”

Giuseppe Maria Morganti (Libera): “Siamo in una fase in cui la Repubblica di San Marino si affaccia probabilmente a tempi rapidi alla definizione dell’accordo. È una fase importante perché il mondo sta cambiando e necessita di nuove aggregazioni per garantire stabilità e pace in Europa, un beneficio che purtroppo non tutti hanno avuto. Dobbiamo assolutamente ragionare sul valore della pace, spesso sottovalutato quando presente. Inizio col dire che gli equilibri post-Yalta si stanno rapidamente sgretolando. Mentre i conflitti in Africa e Asia sembrano lontani, per l’Europa quelli non vicini appaiono quasi inesistenti. L’Europa drogata dai bilanci nazionali ha trascurato valori veri come solidarietà ed equità, privilegiando una stabilità monetaria che ha fatto soffrire alcune economie. Ma due nuovi elementi mi fanno cambiare approccio. Il primo è il bellissimo intervento sulla necessità di un’Europa federata, capace di superare i nazionalismi e avere un governo vero, basato sul documento di Ventotene che ha fondato la democrazia. Il secondo è la notizia di un accordo vicino, senza necessità di ratifica grazie a un addendum di chiarificazione. Dobbiamo ora capire come muoverci riattivando subito la commissione mista per allargare la conoscenza e trovare soluzioni per imprese e cittadini. Bisogna dare immediata attuazione alla legge sviluppo con un organo interno per aiutare nell’approccio alla nuova realtà. Sul fronte finanziario, pur essendoci 15 anni per l’adeguamento, dobbiamo lavorare subito per l’integrazione e capire come l’addendum si attuerà nei rapporti bilaterali. Forse Banca d’Italia potrebbe ispezionare le nostre banche. Dobbiamo rafforzare il sistema bancario aprendolo a investimenti esteri, ma solo dopo l’accordo per non svendere opportunità. Infine, dobbiamo accedere ai finanziamenti europei, come ha fatto Malta, per lo sviluppo. Dobbiamo darci una mossa anche su questo terreno.

Matteo Rossi (Psd): “Dopo il riferimento del segretario Beccari, sento che diverse questioni possono essere affrontate con un animo veramente positivo. Riguardo al tema sollevato dalle dichiarazioni di Andorra, il dubbio principale era il problema esterno, le relazioni con la Repubblica Italiana, che sembrava ostacolare l’accordo. Tuttavia, ci siamo mossi oggettivamente da diversi anni, e i rapporti con l’Italia ci facevano presagire qualcosa di positivo. Le parole del segretario Beccari suggellano che il problema non è con l’Italia, ma probabilmente è nostro. Credo che un punto d’incontro, con un addendum focalizzato sulla vigilanza bancaria, ci faccia ben sperare per la chiusura di questo accordo per cui abbiamo faticato. Mi piacerebbe sentire dai colleghi il loro pensiero, come ha fatto Morganti sul manifesto di Ventotene, che rappresenta i principi di libertà e pace della nostra comunità europea. È in quel contesto che ci inseriremo con l’accordo, che non sarebbe possibile senza il dialogo con i nostri cugini italiani, con cui abbiamo avuto un cambio drastico nei rapporti dopo le blacklist. Condivido l’idea di un accordo fondato su un addendum e un memorandum con le banche centrali, naturale prosecuzione del cambio di passo di San Marino verso trasparenza e integrazione europea. La vigilanza consolidata, tema che trattiamo dal 2012, è cruciale. Siamo alla soglia di un passaggio focale, ma dopo ci saranno altre riforme. Dobbiamo colmare il gap di competenze con il mercato unico europeo.”

Antonella Mularoni (Rf): “Sento il bisogno di esprimere alcune preoccupazioni emerse da questo importante dibattito che abbiamo atteso. Speriamo che l’accordo con l’Unione Europea possa essere firmato presto, ma permangono interrogativi sulle ratifiche, se basterà quella del Parlamento europeo o serviranno quelle nazionali. Abbiamo appreso che sarà necessario un addendum, certamente per il settore finanziario, a causa delle questioni sollevate dall’Italia. Le voci dell’ambasciatore di Andorra, pur contestate, sembrano confermare le riserve italiane sulla nostra materia bancaria e finanziaria. L’Italia è considerata dall’UE il partner fondamentale per i nostri rapporti. Riteniamo che i 15 anni previsti per l’adeguamento del sistema bancario siano esagerati. Auspichiamo un rapido sostegno della nostra Banca Centrale affinché le nostre banche raggiungano gli standard europei in tempi brevi. L’interesse di investitori esterni nel nostro settore bancario e finanziario potrebbe accelerare il processo. Non ci è chiaro se la sorveglianza bancaria continuerà a farla la nostra Banca Centrale o se interverrà Banca d’Italia. Ribadiamo l’urgenza di firmare questo accordo, perché ne va del futuro del nostro Paese. Temiamo che la firma non avvenga entro questo semestre. Come opposizione, vogliamo essere informati regolarmente sugli sviluppi e sulle difficoltà da superare.”

Giovanni Maria Zonzini (Rete): “Il percorso con l’Associazione Unione Europea va avanti da oltre 10 anni e forse siamo all’ultimo miglio, speriamo. Le recenti notizie sull’accordo ci hanno dato l’impressione che vi fossero battute dal resto, e questo ci preoccupa. Il segretario Beccari ci rassicura dicendo che non sono altre questioni meramente tecniche. Non essendo troppo convinti, ci auguriamo che queste battute d’arresto possano essere superate con questo addendum aggiuntivo. Il tema della vigilanza bancaria è fondamentale e non credo sia privo di valore politico; il fatto che sia stata l’Italia a sollevarla non è solo una questione tecnica. I rapporti relativi alla vigilanza bancaria fra il nostro paese e l’Italia sono assolutamente strategici. Pensiamo alla questione Delta, nata proprio perché non vi erano normative chiare e non vi era chiarezza nei rapporti fra le nostre vigilanze bancarie. Quella vicenda è la madre del nostro debito pubblico e del collasso del nostro sistema finanziario. Per questo, sulla questione delta, credo che il segretario Beccari dovrebbe portare questo tema anche sul piano politico. Sono partito da Delta perché la mancata integrazione del nostro sistema di vigilanza e regolamentazione bancaria è essenziale. Spero che le promesse del segretario di Stato circa la buona riuscita dell’accordo non siano promesse da marinaio.”

Guerrino Zanotti (Libera): “Ci troviamo ad affrontare questo dibattito sull’accordo di associazione con l’Unione Europea in un momento notevole per la formazione civile alla base della nascita dell’Unione. Non dobbiamo ignorare questa fase entusiasmante nonostante i grossissimi problemi dati dalla guerra in Ucraina e dagli scenari post-elezioni americane. Questa fase sembra rafforzare la volontà di riaffermare i principi alla base di questo sogno nato più di 80 anni fa, che ora vive una fase di difficoltà. È necessario un rilancio di principi come l’abbattimento delle barriere, la circolazione delle persone, la rappresentanza diretta, la politica estera unica, l’unità monetaria e la difesa unica federale. Libera ha sempre espresso una forte volontà di maggiore integrazione e dell’inserimento del nostro tessuto economico nel mercato unico. Sollecitiamo il segretario Beccari a verificare le soluzioni necessarie per superare gli ostacoli emersi, specialmente sulla vigilanza del sistema bancario finanziario. Prendiamo atto favorevolmente di una soluzione a portata di mano con questo “addendum” che non ritarderà la firma dell’accordo. Un accordo senza risolvere i problemi del nostro sistema bancario sarebbe deleterio. Riteniamo fondamentale attivare subito la commissione mista con il coinvolgimento delle associazioni e delle giovani generazioni per acquisire le skills necessarie all’integrazione dell’acquis comunitario per uno sviluppo utile.”

Enrico Carattoni (Rf): “Tutti in quest’aula hanno sostenuto la necessità di una maggiore integrazione con l’Unione Europea e hanno condiviso un percorso di associazione con una sostanza economica regolare. L’Unione Europea vuole evitare “punti neri”, mentre il nostro interesse è integrare i servizi economici e finanziari con quelli all’ingrosso. San Marino ha bisogno di questo accordo per integrarsi con il sistema economico e bancario del mercato unico. Le preoccupazioni e i consigli che diamo sono rivolti a questo, perché un accordo che non regolamenti integralmente la questione finanziaria non soddisferebbe San Marino. Prendo atto con favore del riferimento a un tavolo aperto con l’Italia e la Commissione Europea per un addendum sulla vigilanza. Tuttavia, mi preoccupa che questo addendum di poche righe possa rimandare a un successivo accordo, il che sarebbe grave. Non possiamo permetterci di demandare ulteriormente la regolamentazione dei rapporti, soprattutto per il settore bancario finanziario. Sappiamo che questa parte dell’accordo non entrerà in vigore immediatamente, con un orizzonte massimo di 15 anni per l’assesment. Non possiamo permettere che questo tempo si dilazioni ulteriormente. Faccio un appello per un maggiore sforzo di condivisione nell’interesse del Paese.”

Alessandro Scarano (Pdcs): “Ritengo opportuno ribadire l’importanza strategica dell’accordo di associazione con l’Ue per lo sviluppo e la crescita del paese. Dal mio punto di vista, capire bene le prospettive che l’accordo offrirà è imprescindibile. Bisogna proseguire convintamente in questo percorso con la maggiore condivisione possibile. San Marino ha recepito quanto indicato dalla Commissione. Se l’Italia ha sollevato questioni, queste dovranno essere valutate tra Commissione e Italia. Un approfondimento in ambito finanziario è sicuramente necessario per individuare obiettivi e strategie. Vorrei richiamare la missiva del Ministro degli Affari Esteri Italiani che ribadisce il sostegno della Repubblica Italiana a questo percorso. Crediamo tutti assieme sulla necessità di portare avanti il percorso di associazione con convinzione per il bene superiore della Repubblica di San Marino.”

Matteo Casali (Rf): “Ritengo assai opportuno, utile, doveroso e dovuto il riferimento che ha condotto oggi in aula il segretario Beccari. Non condivido chi dice che la gran cassa è finita in nulla. Era assolutamente opportuno questo riferimento. Il riferimento del segretario Beccari lascia delle domande sulla ratifica dell’accordo e sulla vigilanza in campo bancario e finanziario, con notazioni dall’Italia. Mi chiedo se si sia pensato di fare questo percorso a prescindere dal “senior partner” che è l’Italia. Domando anche delle interlocuzioni sempre in tema di vigilanza tra gli organismi reciproci. Mi interrogo sul famoso addendum e i suoi effetti temporali sull’entrata in vigore dell’accordo, specialmente riguardo al delay di 15 anni per la vigilanza. La sfida principale per la classe politica e l’esecutivo è la comunicazione, l’informazione, la preparazione del tessuto sociale a questo passaggio epocale. Non vedo questo sforzo e temo che la cittadinanza non sia pronta, con una crescente diffidenza. Concordo con chi dice che questo passaggio non è ancora venuto e siamo molto in ritardo. Non siamo all’ultimo miglio, siamo allo start della situazione. Ora dobbiamo elaborare un chiaro progetto paese.”

Maddalena Muccioli (Pdcs): “Ci troviamo in un momento molto particolare, storico, sempre più vicini alla firma della Corte di associazione all’Unione Europea. Concordo con il consigliere Casali che questo non è un punto di arrivo, ma una fase. Per me, deve essere chiaro che una piena declinazione del progetto del paese San Marino all’interno dell’Unione Europea deve avvenire prima, durante e dopo la firma.

In quest’ottica, sento di fare una richiesta a me stessa, al mio partito, alla mia maggioranza, al mio governo e a tutta l’aula di arrivare sempre più a politiche e scelte semplici, come nomine, coerenti con il percorso di associazione all’Unione Europea. Dobbiamo chiederci continuamente se ciò che facciamo è coerente, se può essere importante o dannoso per questo percorso. Se il nostro obiettivo è la firma, tutta l’attività istituzionale e politica deve essere orientata in quell’ambito. La forza dell’esecutivo e del segretario Beccari nel processo di negoziazione è tanto più forte quanto più questa aula è compatta. Dobbiamo respingere ciò che può danneggiare o gettare dubbi infondati. Sono certa che, seguendo un processo ordinato di interventi normativi coerenti e proseguendo le attività diplomatiche, e se quest’aula mostrerà lealtà e collaborazione sincera, non ci dovrebbero essere problematiche.”

Tomaso Rossini (Psd): “Esprimo veramente felicità per questa vicinanza con la firma di associazione di accordo all’Unione Europea. Finalmente siamo arrivati ad un passo da questa firma. In molti all’inizio non credevano che per San Marino potesse essere un’opportunità, mentre chi ci ha creduto ci ha portato fino a questo punto. Un accordo di questo tipo desta delle preoccupazioni sia nei cittadini che nel mondo economico e nella pubblica amministrazione per la paura di non farsi trovare impreparati. Credo che uno dei prossimi passi sarà iniziare l’adeguamento di questi soggetti. Auspico che tutta la popolazione possa essere messa ancora più a conoscenza e avere tutte le informazioni richieste. L’Europa è senz’altro un’opportunità per tutti, un’opportunità di crescita anche a livello culturale. San Marino ha bisogno di entrare in Europa proprio per uscire dalle proprie mura e confrontarsi con il mondo esterno. Mi riferisco spesso ai giovani perché per loro ci sarà l’opportunità di uscire a studiare e lavorare. Se l’Europa è una questione economica, non dimentichiamoci quanta cultura possa portare e quanto possa aiutare lo sviluppo economico. È l’occasione per il paese di allargare culturalmente le proprie aspettative e di fare entrare l’Europa dentro San Marino e sentirsi finalmente parte di una scena globale e mondiale.”

Iro Belluzzi (Libera): “Sostengo da anni la necessità che il nostro sistema bancario entri a pieno titolo in un contesto più ampio, anche con formule diverse. Sarà fondamentale la vigilanza, gestita in modo da dare piena sicurezza, forse con una formula mista con Banca d’Italia o modalità diverse, per far crescere e ripartire il sistema bancario. La politica, con l’aiuto delle istituzioni vicine, come l’Unione Europea e l’Italia, dovrà capitalizzare il nostro sistema bancario per superare le attuali difficoltà e fornire ai nostri concittadini le stesse opportunità di accesso al credito. Credo che con questo passaggio si accorcerà in maniera impressionante il termine di 15 anni previsto per l’adeguamento del sistema bancario finanziario. Saremo costretti a individuare partner con credibilità europea, dando forza al nostro settore bancario. Oggi sento meno critiche da chi aveva dubbi. Le migliori opportunità per San Marino spesso emergono quando sembra esserci una costrizione, come per lo scambio di informazioni nel 2008 e probabilmente ora per la vigilanza. La vigilanza sarà garantita a livello europeo.”

Marco Mularoni (Pdcs): “Ci sono due punti principali di attenzione: la vigilanza bancaria, un aspetto cruciale con questioni tecniche e giuridiche significative, e la natura giuridica dell’accordo con l’Unione Europea. Sulla vigilanza bancaria, l’Italia ha sollevato preoccupazioni specifiche e San Marino ha proposto un addendum all’accordo per rafforzare la cooperazione bilaterale con l’Italia. Credo che questa collaborazione, nel rispetto del diritto comunitario, migliorerà il nostro posizionamento europeo e l’affidabilità del nostro sistema finanziario. Riguardo alla natura giuridica dell’accordo, la scelta tra competenza esclusiva dell’UE o mista avrà ripercussioni su San Marino, ma esiste una clausola di salvaguardia per l’entrata in vigore. Questo accordo rappresenta il futuro di San Marino, come dimostrano le esperienze positive di paesi come il Liechtenstein, l’Islanda e la Norvegia con l’integrazione economica europea. Ora dobbiamo essere pronti, come pubblica amministrazione, imprese e cittadini, a trasformare le opportunità offerte dall’accordo.”

Mirko Dolcini (DML): “Volevo entrare più nello specifico su due aspetti dell’accordo: la sovranità decisionale e il finanziamento verso l’Unione Europea in ambito ambientale. Leggendo l’articolo 103 sulle disposizioni generali e finali, si parla delle misure restrittive dell’Unione Europea. Noi Stati associati dovremmo adottare le misure necessarie per non eludere tali restrizioni. L’articolo 29 del TUE indica che il Consiglio definisce la posizione dell’Unione su questioni geografiche o tematiche e gli Stati membri devono conformarsi. L’articolo 215 del TFUE riguarda le misure restrittive economiche e finanziarie verso paesi terzi, decise dal Consiglio su proposta dell’Alto rappresentante e della Commissione. Ora, noi non facciamo parte di questi organi decisionali. Facciamo parte solo della commissione mista con potere consultivo. Penso a quando la Russia è entrata in guerra con l’Ucraina: ci siamo adeguati alle sanzioni UE, pur avendo all’epoca la possibilità di scegliere. Con l’articolo 103 e gli articoli 29 TUE e 215 TFUE, in futuro, decisioni di non commerciare o avere rapporti finanziari con paesi terzi ci vincoleranno automaticamente per non eludere gli obblighi dell’accordo. Per me questo è un tema importante sulla perdita o limitazione della nostra sovranità decisionale. Poi c’è il finanziamento ambientale all’UE, articolo 68 del nostro accordo. Il nostro contributo sarà proporzionale agli stanziamenti UE per le attività in questione dal momento della firma. Vorrei un chiarimento su come funziona questo finanziamento, visto che l’allegato 20 prevede la nostra piena partecipazione all’Agenzia Europea dell’Ambiente e alla rete di informazione ambientale, con un nostro contributo finanziario. Vorrei capire i vincoli e l’entità di questo finanziamento post-firma e il suo impatto economico, considerando quanto gli Stati membri finanziano il Green Deal.”

Segretario di Stato Marco Gatti: “Il settore finanziario è uno degli allegati forse tra i più importanti rispetto all’accordo di associazione. L’integrazione del sistema finanziario sammarinese con quello europeo permetterebbe di poter fare quelle attività di servizio che oggi sono bloccate da parte dei nostri operatori finanziari negli altri stati europei e di ricevere servizi finanziari da soggetti residenti in altri paesi. Noi non partiamo dall’anno zero; San Marino non è completamente senza struttura di vigilanza finanziaria. La sottoscrizione di una convenzione monetaria ha fatto sì che San Marino si prendesse impegni di adeguamento normativo e ha fatto crescere la Banca centrale. Il sistema di vigilanza è simile a quello di altri paesi, con vigilanza regolamentare e rispettiva. Dal mio punto di vista, ci manca la vigilanza congiunta e normativa in tal senso, dato che le nostre banche operano prevalentemente in Italia. Questa sarà un’attività da sviluppare sia a livello regolamentare che effettivo. Forse questo è uno degli elementi più rilevanti che ha portato l’Italia a richiedere un approfondimento sul protocollo finanziario. Il modello di vigilanza previsto nel nostro accordo di associazione non è lo stesso dell’UE (BCE) o dello Spazio Economico Europeo. È un modello nuovo dove le attività di assessment e di vigilanza effettiva sono rispettive, attribuite alle tre autorità europee che prevalentemente fanno attività regolamentare. A chi chiede la prospettiva di San Marino con l’accordo io chiedo quale sia la prospettiva senza l’accordo di associazione, perché ci troviamo ogni giorno sempre più in difficoltà rispetto a quello che succede nel mondo”

Maria Luisa Berti (Ar): “Sono convinta che abbiamo superato la fase di allarme che ci aveva un po’ invaso, soprattutto dopo i lavori della Commissione Esteri in febbraio. La strada individuata dal Segretario di Stato, condivisa dalla Commissione, di lasciare la competenza sulla problematica ha portato i suoi frutti e oggi ci riferisce che tutto pare rientrato con un possibile “addendum”. Questo iter è apprezzabile e meritevole di attenzione, con rassicurazioni per la firma in tempi piuttosto brevi. Condivido la necessità di formare appositamente le persone nell’apparato pubblico per cogliere i vantaggi, pur mantenendo la salvaguardia delle nostre peculiarità di piccolo stato. Ricordo che l’ordine del giorno approvato in Commissione Esteri prevedeva anche fasi di studio e approfondimento nelle commissioni consiliari preposte, in particolare sulle tematiche finanziarie.”

Giulia Muratori (Libera): “Vedo in maniera positiva il percorso di associazione all’Unione Europea per la Repubblica di San Marino, un percorso in cui abbiamo sempre creduto. Abbiamo superato quel momento di allarme e ora abbiamo un quadro più completo. Questo è un percorso lungo e su cui San Marino ha investito tanto. L’accordo di associazione rappresenta un’opportunità straordinaria per il nostro paese, con vantaggi come l’accesso al mercato unico europeo, la possibilità di attrarre investimenti e facilitare il commercio. Ritengo fondamentale fissare alcuni punti chiave per un’efficace conclusione di questo processo. Primo, la vigilanza sul sistema finanziario: la cooperazione con l’Italia può essere un pilastro fondamentale e i rilievi tecnici italiani possono essere risolti con un “addendum”. Secondo, è necessario riattivare la commissione mista e pubblicizzarne i contenuti. Terzo, dobbiamo migliorare l’informazione alla cittadinanza e alle imprese sulle opportunità dell’accordo. Infine, è cruciale investire nella formazione di esperti in diritto dell’Unione Europea. L’iniziativa della Camera dei Deputati Italiana è un’ulteriore conferma della disponibilità italiana a collaborare. Siamo a un passo dalla firma e dobbiamo affrontare quest’ultima fase con responsabilità per cogliere questa opportunità storica.”

Nicola Renzi (Rf): “Ho sentito alcune affermazioni che francamente non riesco a condividere. Siamo arrivati a questo punto per le dichiarazioni di un autorevole membro politico, nonché ambasciatore di Andorra. Dopo queste, il Segretario agli Esteri ci ha convocati, dando il via a un percorso che ci ha condotto fino a qui, passando per la Commissione Esteri e Finanze. Il tema della vigilanza è nodale da 6 anni. L’ambasciatore andorrano ha detto la verità, cose che sapevamo da almeno 6 anni: sulla vigilanza non c’è un accordo specifico perché le ESA non sono considerate soddisfacenti. C’è una proposta della Commissione nata perché non si trovavano altre soluzioni. Il nostro timore è cosa ci sarà scritto nell’addendum e se questo rimanda a negoziati successivi, escludendo il sistema bancario e finanziario dall’accordo. Questa è la nostra unica preoccupazione e dobbiamo lavorare insieme per scongiurarla.

Dobbiamo lavorare uniti affinché le condizioni negoziali non ci penalizzino, data la nostra ridotta capacità di negoziazione futura con l’Unione Europea. Abbiamo seguito i lavori delle commissioni parlamentari italiane e dobbiamo continuare a monitorare questi lavori e quelli di altre commissioni di altri parlamenti. Siamo disponibilissimi e, seriamente parlando, condividiamo che se non firmiamo entro il semestre polacco avremo un problema come paese. Per il momento, massima disponibilità a trovare le soluzioni migliori. Questo accordo ci serve sempre di più”.

Giovanna Cecchetti (Indipendente): “Le dichiarazioni dell’ambasciatore di Andorra hanno sicuramente sollevando dubbi sulla prosecuzione dell’accordo riguardo le questioni bancarie e finanziarie, soprattutto la vigilanza. Siamo quasi alla fine della fase tecnica e giuridica di confronto dalla Commissione preposta agli Stati membri. L’Italia ha messo sul tavolo una serie di questioni, ma spetta alla Commissione trattare affinché si arrivi alla definizione finale. Il testo dell’accordo rimane definito. È prioritario il rapporto con l’Italia, che ha sollevato questioni tecniche sulla vigilanza. Queste potranno essere risolte con un “clarifying addendum” che andrà a rafforzare la cooperazione in materia di vigilanza. I rapporti con l’Italia sono buoni e anche l’Italia si augura la firma dell’accordo, come dimostrano le dichiarazioni del ministro Tajani e di Stefania Craxi. L’esercizio della sovranità nazionale è uno strumento importante per un piccolo stato come il nostro. I cittadini hanno capito l’importanza di questo percorso. Continuiamo a lavorare per definire l’addendum con l’Italia e concludere l’accordo.”

Gerardo Giovagnoli (Psd): “Non possiamo non dirci europei. L’Europa non è solo quella di manifesti o filosofi, ma quella che dal 1900, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha preservato la pace, fatto avanzare la democrazia, i diritti dell’uomo e li sta preservando. L’esito della pace è frutto di regole comuni, istituzioni comuni e impegni comuni che devono essere difesi. Non è una blasfemia parlare di difesa quando il nemico non è più interno all’Europa. Teniamoci stretta e miglioriamo questa Europa in cui anche San Marino ha un ruolo. In questa partita tra San Marino, Italia e Unione Europea, la pallina è tornata da noi. Non è l’Italia a bloccare l’accordo di associazione, ma ci sono pastoie burocratiche e San Marino deve dire cosa vuol fare, soprattutto sull’atto bancario finanziario che richiede un addendum. Stiamo discutendo di cose note. La differenza è che prima si parlava di blocchi per inadempienze, ora sembra che qualche Stato non abbia inserito condizioni di suo interesse durante il negoziato. Questo clarifying addendum non cambia il contenuto l’accordo né la data della firma. Il punto urgente è dire alla popolazione e all’amministrazione cosa comporta l’accordo. Bisogna anche discutere seriamente dell’introduzione dell’IVA. Io dico che da ora in avanti bisognerà cominciare a parlarne in maniera molto più seria e per ultima le cose che invece dobbiamo dirci di più, ne abbiamo dette tante, ne abbiamo ripetute tante.”

Michele Muratori (Libera): “Un ringraziamento sicuramente va al segretario Beccari per aver portato avanti con tenacia non scontata, tutto il percorso che riguarda l’accordo di associazione. Questo accordo ha caratterizzato anche in parte l’ultima tornata elettorale. C’è stata unità di intenti nella maggioranza e una propensione europeista da parte dell’opposizione, riscontrata anche nel dibattito sereno in Commissione Esteri. Affrontiamo questo dibattito alla luce della geopolitica internazionale e mi chiedo se l’Europa abbia raggiunto la maturità per ragionare sugli Stati Uniti d’Europa. Non voglio convincere nessuno, ma credo che questo percorso sia ormai incontrovertibile. L’Europa non è solo Bruxelles o Strasburgo, ma anche le località che troviamo subito oltre confine. Dobbiamo avere una visione a 360° e guardare alle prospettive di questo accordo di associazione, considerando anche le parti positive, cosa che finora non abbiamo fatto abbastanza. Il rapporto con l’Italia è fondamentale, essendo il nostro paese confinante. Penso all’evoluzione dell’apparato pubblico e all’introduzione dell’IVA, come citato dal collega Giovagnoli. Sostengo il coinvolgimento della Commissione mista tra politica e associazioni di categoria. L’entrata nello Spazio Economico Europeo, come detto dal collega Mularoni, è pertinente, guardando a realtà come Islanda, Norvegia e Liechtenstein. Ribadisco la piena volontà del mio partito di sostenere questo cammino”.

Aida Maria Adele Selva (Pdcs): “Ribadisco che questo accordo di associazione è necessario per il nostro paese ed è di cruciale importanza, come evidenziato dalle associazioni sindacali e di categoria. L’accordo è indispensabile per aumentare la competitività delle nostre imprese, che per stare sul mercato devono avere pari opportunità. Per la sostenibilità del debito pubblico, lo sviluppo delle imprese deve continuare con gli strumenti che hanno gli altri competitor. Pensando all’Europa, mi viene in mente Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori che ha portato avanti i valori di democrazia, pace e giustizia con fede nell’uomo. In questo momento storico non possiamo perdere questa fede nella costruzione di sentieri di pace. De Gasperi sottolineava che una cosa sola è essenziale: il senso unitario del consorzio umano, la fratellanza universale al di sopra delle nazioni e della politica, eredità del cristianesimo. Insieme a Schuman e Adenauer, pose le basi per l’Europa unita di cui oggi parliamo. Anche nel 2025, l’Europa ha ancora bisogno di questo senso unitario e di fratellanza universale, che farà bene al mondo, all’Europa e alla pace.”

Michela Pelliccioni (DML): “Il percorso di associazione europea è lungo, la storia ce lo dice chiaramente, e non è stato senza ostacoli, alcuni dei quali purtroppo non ci paiono tutti superati, come ci ha detto il segretario Beccari. Inizio questo confronto con delle domande, in spirito critico ma costruttivo. Mi chiedo se sia stato sottovalutato l’elemento Italia in questo percorso. Il segretario dice di no, e questo mi rasserena. Spero che da giugno avremo elementi più concreti. C’è un tema di particolare importanza: l’informativa alla cittadinanza, fondamentale per la fiducia. Credo che qualcosa sia cambiato, ma non vi sia piena consapevolezza di quanto sia mancata. Un sondaggio telefonico di un anno fa non è stato uno strumento utile per valutare la bontà di questo percorso, anche perché mancavano elementi utili. Il tema Italia e quello della vigilanza integrata sono centrali e quest’ultimo pone criticità. L’addendum sarà fondamentale. Il percorso di adattamento del sistema finanziario durerà 15 anni, ma potrebbe essere più breve. Lo sforzo sarà enorme e il capitale non si stampa di notte; abbiamo una grande necessità di patrimonializzazione nel sistema bancario. Non credo che si potranno fare grandi sconti sulla capitalizzazione. Avrei voluto più elementi su questo per un dibattito più concreto e capire cosa succederebbe in caso di blocco. Non ce lo possiamo permettere e l’azione politica deve essere forte e determinante.”

Francesco Mussoni (Pdcs): “Sento che questo dibattito è già chiuso dopo l’intervento del Segretario Beccari. Non stiamo aderendo all’Unione Europea, ma facendo un accordo di integrazione, non solo commerciale. La trattativa è chiusa, l’accordo è scritto e firmato dal nostro paese. L’accordo entrerà in vigore senza la ratifica di tutti i paesi. Il fatto che oggi con la Repubblica Italiana ci sia la necessità di lavorare su un addendum è la conferma di una negoziazione intelligente nell’interesse del nostro paese, perché il tema bancario finanziario è parte dell’accordo. Il tema della vigilanza è il tema della trasparenza, della collaborazione, della comunicazione, dell’integrazione fra i due sistemi bancari finanziari. Dobbiamo dare fiducia al governo e alla Segreteria di Stato per lavorare su temi centrali come la trasparenza fiscale, la stabilità finanziaria, il sostegno alle imprese e la modernizzazione del sistema bancario. L’accordo è già scritto e pronto, dobbiamo dare impulso al governo per dimostrare che il sistema è pronto e maturo per la modernizzazione.”

Sara Conti (Rf): “È vero, l’accordo è concluso, ma la firma è una fase delicata. Ricordo che questa discussione nasce circa un mese fa, quando abbiamo appreso dall’ambasciatore andorrano di possibili problemi o ritardi dovuti al tema bancario finanziario per preoccupazioni italiane. Repubblica Futura chiese un riferimento in Commissione Esteri per le risposte “fumose” dei Segretari di Stato. Siamo soddisfatti di questi chiarimenti, che ritenevamo dovuti. Siamo un unicum europeo per la nostra unità nel voler ratificare presto questo accordo, fondamentale per il rilancio economico. Sappiamo dal 2018 che il sistema bancario finanziario sarebbe stato nodale. Ci saremmo aspettati più proattività da Banca Centrale; il memorandum con Banca d’Italia è rimasto solo un’idea. Finalmente il segretario Beccari ha chiarito che servirà un “clarifying addendum” per interfacciarsi con l’Italia sulla vigilanza. Ora abbiamo le informazioni e auspichiamo collaborazione e trasparenza. Dobbiamo comunicare ai cittadini le ragioni dell’accordo e rassicurarli, perché condividiamo già i valori europei.”

Gian Carlo Venturini (Pdcs): “Come hanno detto alcuni colleghi, l’accordo è già stato definito e siamo in attesa della firma dopo il contatto con la Commissione. Se ci sono ulteriori chiarimenti, non abbiamo problemi a trovare una soluzione. Sull’aspetto finanziario, ricordo alla collega Conti che nel 2018 al tavolo delle trattative solo tre fascicoli su 25 avevano un accordo. L’accordo è estremamente importante per San Marino per dare uno sviluppo futuro ulteriore. Abbiamo sempre avuto con l’Italia un rapporto di collaborazione da quando si è costituita la Banca Centrale. La proposta che adesso è stata avanzata di fare un addendum deve andare a chiarire in linea c’è l’aspetto della vigilanza in linea coi principi dell’articolo 88 dell’accordo che vuol dire la cooperazione con l’autorità degli Stati membri. Oggi il nostro paese è un paese trasparente. La lettera che è prevenuta dal ministro degli esteri italiano Tajani conferma la collaborazione e la volontà dell’Italia di aiutarci in questo percorso di associazione con l’Europa. Riteniamo che questo percorso sia fondamentale per la nostra Repubblica, per il futuro dei nostri giovani e le nostre aziende.”

Silvia Cecchetti (Psd): “Da convinta europeista, dichiaro il mio onore di intervenire su questo comma cruciale per il momento politico e la legislatura. La storia odierna dimostra che la democrazia non è scontata ovunque. Proprio ora che è necessario riaprire il dibattito sull’Europa, quest’aula affronta la vicinissima sottoscrizione dell’accordo di associazione di San Marino con l’Unione Europea.  Credo che questo sia un momento molto importante e sottolineo che associarsi non è solo una questione commerciale, ma significa riconoscimento e pariteticità con l’Unione Europea. Questo non è scontato, e nel riconoscimento del nostro paese, delle imprese e delle entità giuridiche e fisiche sta il senso dell’integrazione. Ringrazio il segretario Beccari per aver illustrato i rilievi mossi dall’Italia e per averci assicurato sull’immediata esecutività dell’accordo dopo la sottoscrizione, a prescindere dalle ratifiche degli Stati. Analizzando le criticità, il Segretario ha detto che il modello di vigilanza prevede un percorso di massimo 15 anni per allineare le banche sammarinesi tramite il controllo delle tre autorità e non della BCE. Ciò presuppone una necessaria definizione del rapporto fra le autorità, che si concretizzerà in un addendum a chiarimento dell’articolo 88, identificandosi in un’intesa fra Banca d’Italia e la nostra Banca centrale. Non dobbiamo temere intese integrative volte a rafforzare la collaborazione e favorire lo sviluppo delle banche sammarinesi verso la compliance e una futura vigilanza consolidata. Credo che questo possa aprire agli investimenti per patrimonializzare le nostre banche, riconoscendoci reciprocamente in un sistema comune. Per quanto riguarda gli effetti immediati, dobbiamo lavorare insieme per rendere questo percorso veloce e permettere al nostro sistema economico e alle imprese di entrare nel mercato comune. Penso al superamento dell’ostacolo del T2 e all’introduzione del sistema IVA.”

Vladimiro Selva (Libera): “Questo è un tema cruciale, forse il tema di questa legislatura, su cui si fonda l’alleanza di maggioranza e che rappresenta l’obiettivo del paese. È positivo che l’opposizione abbia promosso questo dibattito, nonostante le giornate impegnative. Credo che questo sia tempo ben speso per la comprensione, perché questo tema è lo snodo del futuro della Repubblica per i prossimi 20 o 30 anni. La scelta verso la trasparenza tra il 2009 e il 2013 ci ha portato a rinunciare a un’economia parassitaria per una laboriosa. Per continuare a essere un’economia reale, dobbiamo dialogare commercialmente con i paesi circostanti e questo accordo è quella strada, una scelta epocale per abbandonare il modello dei “capisaldi”. Sappiamo che seguiranno grandi difficoltà e cambiamenti che dovremo affrontare studiando e condividendo, non raccontando cavolate. La Commissione mista dovrebbe essere convocata presto per affrontare le correzioni necessarie. Risolvere il problema della vigilanza finanziaria è fondamentale. Una vigilanza anche europea o in collaborazione con la Banca d’Italia potrebbe essere una garanzia per chi investe nel nostro sistema bancario e un’opportunità di sviluppo.”

Alice Mina (Pdcs): “Ci troviamo in un momento cruciale del nostro percorso di integrazione con l’Unione Europea. Il 2024 e l’inizio del 2025 hanno rappresentato una fase intensa di lavoro diplomatico, giuridico e politico con la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e gli Stati membri per garantire che l’accordo risponda alle esigenze di San Marino rispettando i principi fondanti dell’Unione. Restano due questioni importanti: la natura giuridica dell’accordo e i poteri delle autorità europee di vigilanza finanziaria. Abbiamo accolto le preoccupazioni dell’Italia sulla vigilanza bancaria e ci siamo resi disponibili a cooperare. La proposta di un “clarifying addendum” che formalizzi l’impegno congiunto con l’Italia sembra la strada giusta. Il lavoro non è finito, e il confronto deve continuare. È necessario riflettere sull’attuazione dell’accordo e preparare il paese settore per settore. La convocazione della Commissione mista è imprescindibile per garantire trasparenza. L’accordo di associazione richiede serietà e unità di intenti. Il settore bancario e finanziario dovrà confrontarsi con nuove regole, una sfida necessaria per la stabilità. Avremo presto un’audizione con Banca Centrale. L’Europa è il nostro futuro, e dobbiamo costruire le condizioni migliori con determinazione e visione chiara.”

Gian Matteo Zeppa (Rete): “Ci tengo a ringraziare tutti i segretari di Stato che dal 2012 hanno avviato la questione del negoziato, ben diversa dall’adesione del referendum 2014. Credo sia obbligatorio ringraziare chi ha svolto questo compito, lasciando il testimone per due legislature. Noi come gruppo ci siamo sempre posti sulla questione del negoziato, valutando inizialmente lo Spazio Economico Europeo e poi seguendo questa strada. Non è stato un atto di fede, ma ci siamo fidati dei Segretari. Personalmente, sono persuaso che aderire prima alle leggi europee avrebbe potuto evitare il banditismo politico sociale che abbiamo vissuto. Temo che la percezione della cittadinanza sammarinese sia cambiata, perché questo negoziato capita in un periodo geopolitico sfortunato con un’Europa che percepisco molto debole politicamente. Non sono un europeista convinto, ma realista: l’Europa di oggi è molto diversa da quella di un anno fa. In questo contesto difficile, con leader che riscrivono la storia e governi spaccati sull’Europa, spero che l’addendum possa mitigare l’estremismo nazionalista che purtroppo si ripropone. È fondamentale una campagna informativa capillare per far pesare i motivi positivi di questo accordo, che non è solo commerciale, ma un cambio radicale di mentalità e di vita. Bisogna informare continuamente gli organismi politici sull’avanzamento, visto che la sottoscrizione è prevista verso la chiusura del mandato polacco, per consentire a tutti di comprendere i vantaggi di questo negoziato ed evitare futuri episodi di banditismo politico amministrativo”.

Fabio Righi (DML): “Oggi sembra che si caschi dalle nuvole rispetto a quello che è l’osservazione sul tema della vigilanza bancaria. In passato ci fu detto che l’accordo di vigilanza e memorandum alla Banca d’Italia non serviva più perché si era presa la decisione di trattare con l’Ue. Oggi scopriamo che invece questo memorandum con Banca d’Italia deve essere riposto al centro dell’agenda politica. Io faccio fatica a venire qui in aula in questo clima e dire che va tutto bene. Il tema non è se firmiamo o non firmiamo l’accordo se questo sono i presupposti. Ci viene detto che l’addendum tratterà il tema della vigilanza bancaria in poche righe in legalese e questo mi preoccupa. Non accetterò mai questo tipo di approccio per un passaggio come questo. Mi sembra irragionevole chiedere cosa succede il giorno dopo che firmiamo? L’89% del nostro mercato è già in Italia e il tema doganale non è oggetto dell’accordo. Io continuo a rimanere abbastanza scettico. Adesso attenzione massima perché dobbiamo leggerlo bene e capire quali sono le opportunità. Io questo approccio non l’ho mai sentito. Il mio problema non è avere una maggiore integrazione, il mio problema è come ci arrivo. Oggi poniamo al centro la vigilanza bancaria, ma noi San Marino come la vogliamo? Vogliamo capire dov’è il nostro perimetro del negoziato oppure no? No, perché è già chiuso, qualcuno ha chiuso e quindi non si capisce e non possiamo più trattare. È irragionevole chiedere che tipo di impatto ci sarà sul sistema sammarinese rispetto a questo prima di firmare? Forse ci dobbiamo porre il problema di capire come stare in un contesto come questo. Prima di chiederci se serve più o meno Europa, io vi dico che serve più San Marino perché non c’è.”

Andrea Menicucci (Rf): “Ci troviamo in un contesto internazionale difficile, con l’Unione Europea messa all’angolo e il valore fondante della condivisione in crisi. Sotto l’ottica della condivisione all’interno della classe politica, noto che finora non c’è stata unità sul percorso verso l’Unione Europea, e questo mi rammarica. Essere forti del sostegno di tutti sarebbe un sollievo per il Segretario. Siamo stati tacciati di essere un ostacolo, ma non c’è stato un nostro intervento contro l’accordo in sé. Siamo stati critici sulle dinamiche e purtroppo informati esternamente sullo stato dei lavori. Il tema della vigilanza bancaria, discusso da anni, è emerso problematicamente. Vedo confusione nel Congresso di Stato sul rapporto con l’Italia in tema di vigilanza. L’accordo con l’Unione Europea potrebbe essere un aiuto per affrontare i problemi del sistema bancario e della vigilanza, emersi come difficili. Mi chiedo perché Banca Centrale non abbia perseguito una vigilanza congiunta, date anche le dichiarazioni contrastanti su un memorandum d’intesa con l’Italia. Spero che si risolva tutto.”

 

Luca Lazzari (Psd): “Parliamo da tanto di questo accordo, ma nel paese non ci sono solo entusiasmi, ci sono anche resistenze. Capisco chi guarda all’Europa con diffidenza perché so da dove nascono queste paure: per secoli la nostra politica è stata guidata dalla massima “noti noi, ignoti gli altri”. Meno il mondo sa di noi, più siamo al sicuro. Ma oggi il mondo è cambiato, non siamo più un club dentro l’Italia, ma dentro l’Europa. Pensare di star fuori costruendo la nostra fortuna con altri paesi è un’illusione. Dobbiamo rompere il nostro vecchio mondo perché se oggi vogliamo proteggere la nostra sovranità, dobbiamo farlo per nostra scelta. Siamo ancora un corpo strano per l’Europa, lo vediamo nelle piccole cose concrete. La domanda non è se ci conviene o no, ma dove possiamo svilupparci se non nel progetto politico europeo. Con l’accordo, San Marino dovrà decidere chi vuole essere e ridefinire la sua identità internazionale costruendo un ruolo nuovo dentro lo spazio europeo. Il rapporto con l’Italia diventa ancora più centrale, serve un rapporto di alleanza strategica. Il periodo di transizione di 15 anni per il sistema finanziario crea il rischio di un’attesa passiva. Serve un percorso preciso per evitare occasioni mancate. Dobbiamo dare slancio al coinvolgimento della gente, l’accordo deve diventare un processo politico condiviso. Dobbiamo accelerare nella consapevolezza di tutti quanti. Dobbiamo ripartire dall’Europa per costruire un paese più solido, aperto, moderno e ricco.”

Luca Boschi (Libera): “Siamo all’ultimo miglio e auspico che tutte le forze politiche possano unirsi per raggiungere il risultato finale, con un coinvolgimento costante della commissione mista. In questi dieci anni le posizioni dei vari partiti sono cambiate, anche sulla vigilanza del sistema finanziario. Dobbiamo porre l’asticella molto in alto, pretendendo il rispetto delle nostre peculiarità ma anche crescendo nei diritti e nei doveri. Il diritto di aprire filiali all’estero deve corrispondere al dovere di avere un sistema finanziario serio. I quindici anni di proroga che abbiamo avuto sul sistema bancario sono troppi. Dobbiamo fare di tutto perché diventino meno, attraverso una vigilanza seria, anche con affiancamento straniero, senza accettare accordi al ribasso. Il problema principale dal 2015 è la vicinanza bancaria, e mi fa piacere che oggi si possa condividere un ordine del giorno che prevede la collaborazione dei paesi terzi per garantire ai nostri futuri partner la serietà del nostro paese. Quale migliore garanzia per i nostri futuri partner che avere un paese all’interno dell’Unione Europea dove potremmo essere controllati?”

Lorenzo Bugli (Pdcs): “L’aula ha compiuto un grande compito di maturità che dà veramente corpo a quanto si è sentito in questo dibattito. L’aula oggi ha compiuto un grande passo. Darò lettura di un ordine del giorno che è stato depositato poco fa che ha raggiunto l’unanimità dell’aula delle firme proprio testimonianza che questo è un percorso che non si può più rimandare, un percorso vitale per San Marino. È un percorso che porta San Marino in un nuovo modello di sviluppo che è quello europeo con un percorso chiaro di trasparenza che vuole portare avanti con l’Italia e in Europa. Do lettura dell’ordine del giorno.

Il Consiglio Grande Generale, premesso che il percorso negoziale per l’accordo di associazione con l’Unione Europea ha visto un impegno costante da parte della segretaria di Stato di Affari Esteri culminato nella chiusura delle trattative il 12 dicembre 2023 e nelle successive fasi di finalizzazione tecnica e giuridica del testo San Marino ha garantito ed intende continuare a garantire la massima collaborazione con le istituzioni europee e con i partner strategici tra cui la Repubblica Italiana per assicurare una piena conformità ai requisiti dell’accordo, consapevole che la cooperazione con l’Italia rappresenti un pilastro fondamentale nel rafforzamento del sistema di vigilanza finanziaria e nella crescita di un modello di sviluppo economico trasparente e sostenibile;

l’Unione Europea ha fatto presente che i rilievi tecnici formulati dall’Italia sul modello di vigilanza finanziaria possono essere risolti mediante l’inserimento di un clarifying addendum che rafforzi la cooperazione in materia di vigilanza finanziaria tra San Marino e Italia;

la presidenza di turno polacca del Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente manifestato l’impegno a creare le condizioni per la firma dell’accordo attraverso una serie di incontri nell’ambito dell’EFTA Working Group;

considerato che il Consiglio dell’Unione Europea ha programmato quattro riunioni del gruppo di lavoro EFTA prima del termine della presidenza polacca fine giugno 2025 durante le quali il punto dell’accordo di associazione tra l’Unione Europea, San Marino Andorra verrà discusso e analizzato;

il Parlamento europeo inoltre ha iniziato l’iter legislativo che avvierà a breve le discussioni all’interim report sull’accordo di associazione, avendo già nominato i relatori e i relatori ombra delle commissioni responsabili,

ribadisce che

il percorso di integrazione europea rappresenta un passo fondamentale per uno sviluppo economico sano, moderno, trasparente e competitivo;

l’accordo di associazione nel solco dello sforzo del paese effettuato negli ultimi 15 anni dovrà costituire un elemento di ulteriore sviluppo dell’accordo sammarinese fondato sui seguenti capisaldi:

-sostegno alle imprese locali favorendo l’accordo, semplificando i fondi europei, riducendo la burocrazia, promuovendo la competitività delle PMI sammarinesi nel mercato unico con particolare attenzione ai settori strategici dell’export, dell’innovazione e della digitalizzazione;

-un sistema bancario solido, credibile e competitivo sul piano dei servizi offerti, sviluppando una sinergia con le autorità italiane ed europee e garantendo ad una vigilanza autorevole, credibile, di qualità, al fine di assicurare un efficace controllo dei flussi finanziari, prevenire i rischi sistemici e rafforzare la fiducia degli investitori facendo in modo di completare il percorso verso la richiesta compliance in un tempo inferiore ai 15 anni concessi;

-innovazione e modernizzazione dell’apparato pubblico con l’adozione di un piano di digitalizzazione che renda più efficace l’interazione tra cittadini, imprese, pubblica amministrazione, facilitando l’accesso ai servizi e riducendo gli oneri burocratici.

Impegna il governo, in particolare il segretario di Stato gli Affari Esteri

a proseguire con determinazione sulla stata intrapresa al fine di pervenire prima possibile la firma dell’accordo di associazione individuando i migliori contenuti del clarifying addendum rafforzando il coordinamento con la Repubblica Italiana per garantire il massimo beneficio dell’accordo di associazione, la trasparenza fiscale e la stabilità finanziaria attraverso la cooperazione con le autorità degli altri paesi e le istituzioni europee l’adeguamento alle migliori prassi internazionali

a promuovere confronti almeno quindicinali di aggiornamento nelle sedi opportuni con tutti i gruppi consigliari

a promuovere strutture di accompagnamento, percorsi formativi e iniziative di divulgazione per i cittadini, imprese e forze economiche e sociali affinché l’implementazione dell’accordo avvenga in modo consapevole e partecipato

ad avviare immediatamente una serie di incontri con la commissione mista per fornire aggiornamenti dettagliati sull’accordo e sulle sue implicazioni per il sistema economico e istituzionale sammarinese, nonché parallelamente predisporre una precisa valutazione dell’impatto socioeconomico finanziario sul paese in vista della firma

e impegna il Segretario degli Affari Interni ad avviare un effettivo coinvolgimento popolare a predisporre e presentare al Consiglio Grande Generale entro 6 mesi un’articolata relazione circa le azioni necessarie a gestire le nuove disposizioni derivanti dall’accordo in termini di competenze e risorse nonché circa le relative valutazioni di impatto ed anche attraverso un piano di formazione e di aggiornamento normativo mirato,

 accoglie con favore le iniziative della XIV Commissione della Camera dei Deputati (Politiche dell’Unione Europea) volte ad avviare un ciclo di audizioni e una missione parlamentare a San Marino confermando piena disponibilità in tal senso, il perfezionamento dell’accordo parlamentare tra le Commissioni Affari Esteri sammarinese ed italiana fondamentale per avviare un rapporto continuativo in particolare sui temi di interesse comune e quelli pertinenti l’accordo di associazione”.

Segretario di Stato Luca Beccari: “Il fatto che si sia depositato un ordine del giorno all’unanimità è un risultato importante e un sostegno per il governo nel portare avanti la direzione intrapresa. Abbiamo sempre cercato, a volte anche oltre la possibilità, di comunicare lo stato dell’arte dell’accordo, perché fino alla firma nulla è finito. Dobbiamo preservare questo risultato importante. Oggi San Marino è questo. Nello scorso dibattito si parlava della paura di un ritorno al passato sul sistema finanziario come nel 2006, quando la politica non seppe capire un momento fondamentale. Oggi l’aula si dimostra aperta verso un rafforzamento della cooperazione finanziaria con Italia ed Europa. Attraverso questo accordo, dimostriamo di non avere nulla da nascondere e siamo pronti a giocare la partita dell’Europa alle regole europee, non per cercare vantaggi, ma per competere lealmente. Sulla proroga nel settore bancario di 15 anni sono tanti, ma non sono il limite; dipende da quanto saremo bravi a fare quello che deve essere fatto. Dobbiamo sporcarci le mani e il nostro percorso di compliance nel mercato finanziario europeo può avvenire in un quadro di maggiore cooperazione con l’Italia e altre autorità europee. Ci sono molte possibilità di cooperazione a livello europeo per accedere ai fondi, come l’esempio della statistica. Avere una Commissione Europea e un’Unione Europea al nostro fianco è un grande vantaggio. Dobbiamo stringere i denti e continuare a lavorare; su questo ho investito tantissimo e sento il peso di portare a casa questo accordo.”

I lavori del Consiglio si interrompono alle 20:00 e ripartiranno domani mattina alle 9:00 con la discussione sulle Istanze d’Arengo.

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