Consiglio Grande e Generale. Mercoledi’ 27 aprile 2016. Seduta del mattino. SMNA

Consiglio Grande e Generale. Mercoledi’ 27 aprile 2016. Seduta del mattino. SMNA

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 26 APRILE- 3 MAGGIO

MERCOLEDI’
27 APRILE- MATTINA

I lavori consiliari si
aprono al
comma 19, dedicato al riferimento del
Governo “in merito alle recenti attività intraprese dalle autorità
italiane nei confronti di persone fisiche e giuridiche residenti a
San Marino nell’ambito dell’operazione denominata ‘Torre d’Avorio’”
e al successivo dibattito, cui risultano 47 iscritti ad intervenire.
Il primo a prendere la parola è il segretario di Stato per le
Finanze,
Gian Carlo Capicchioni: riferisce i
passi che hanno portato alla nota congiunta italo-sammarinese di
ieri, di cui ne rimarca i contenuti e il riconoscimento di San Marino
quale partner affidabile per l’Italia, quindi spiega l’avvio di
ulteriori “tavoli tecnici”. Ma soprattutto il segretario di
Stato anticipa
a
breve un incontro politico con il governo italiano, “speriamo
fruttuoso- aggiunge- per le relazioni economiche fra i due Paesi”.
Insieme al collega
Pasquale
Valentini,

segretario di Stato agli Affari Esteri, Capicchioni difende l’operato
del governo che “ha saputo reagire”.

Marco Gatti
, Pdcs, sottolinea quindi i risultati emersi
dal
tavolo
tecnico di venerdì scorso: “E’ il punto di partenza che
chiarisce come deve essere portata avanti la procedura denominata
Torre d’Avorio”. Mentre il capogruppo di Su-LabDem,
Tony
Margiotta,

punta a rimarcare la gravità della iniziativa della Gdf: “C’è
stato un attacco al nostro sistema economico, alla nostra immagine-
lamenta- a San Marino manca una politica estera forte”. Si dice
“meno entusiasta” dei segretari di Stato di fronte alla nota
congiunta,
Massimo
Cenci
,
capogruppo di Ns, per cui le pratiche condotte dalla Gdf, chiamate
“fishing expedition”, sono vietate dall’Ocse. “Questi danni
chi li paga? Come li paga?- manda a dire all’Aula- va bene avere
buoni rapporti, ma a fronte di danni così grandi non dobbiamo avere
timore di danneggiare i rapporti con l’Italia, a meno che ci siano
risposte convincenti”.


Marco Podeschi
,
capogruppo di Upr, lamenta l’assenza di presidi per i cittadini
coinvolti dai controlli della Gdf: “Io avrei istituito un numero
verde, un indirizzo di posta elettronica al quale scrivere”.
Condivide l’operato dei segretari di Stato,
Andrea
Belluzzi
,
del Psd: “Chi ha la responsabilità di governo non deve fare
rumore- sostiene- ma risolvere i problemi”. Intende esprimere
ottimismo,
Nicola
Renzi,

coordinatore di Ap, per cui
“quella
fiducia che sembrava tradita” tra i due Paesi “può essere
ristabilita- sostiene- e il comunicato congiunto rappresenta è un
primo passo in questa direzione”.

Andrea Zafferani
,
capogruppo di C10, avanza due proposte da portare al tavolo con
l’Italia: un “protocollo di intervento” di fronte alle richieste
dell’amministrazione di uno dei due Stati che coinvolgano cittadini
residenti nell’altro Stato e “completare l’Accordo contro le doppie
imposizioni chiarendo alcuni punti rimasti dubbi”.
Elena
Tonnini
,
capogruppo di Rete, invita a “non subire” dall’Italia, ma “a
diventare noi il percorso di trasparenza”. Infine,
Denise
Bronzetti
,
indipendente, invita i segretari di Stato a dare in futuro ulteriori
spiegazioni sulla vicenda “se non in questa fase, dopo gli incontri
tecnici e politici che mi auguro- prosegue- possano continuare a
esserci”. Il dibattito proseguirà nella seduta pomeridiana.

Di
seguito un estratto degli interventi della mattina.

Comma 19,
“Riferimento del Governo in merito alle recenti attività
intraprese dalle autorità italiane nei confronti di persone fisiche
e giuridiche residenti a San Marino nell’ambito dell’operazione
denominata “Torre d’Avorio” e successivo dibattito”.

Giancarlo
Capicchioni, Segretario di Stato alle Finanze: “
In
marzo la prima preoccupazione è stata di comprendere il contesto e
la dimensione del fenomeno. Era un fatto di notevole impatto,
increscioso per i destinatari, dannoso per l’immagine di San
Marino. Il governo ha preso posizione con un comunicato pubblico,
deciso nel contenuto e nel tono. Sono stati inoltre richiesti
chiarimenti. Era emersa volontà di collaborazione, dati gli ottimi
rapporti fra i due Paesi. Ci sono stati incontri tecnici fra i
vertici dei ministeri. Tre incontri in Aprile. Il primo elemento di
chiarimento è che le verifiche interessano il periodo 2009 – 2014,
nel quale la Repubblica era in black list. Secondo elemento
importante è il riconoscimento del percorso di trasparenza di San
Marino, che lo rende un partner affidabile. Terzo elemento importante
è un accordo per ulteriori tavoli tecnici per tracciare un percorso
congiunto. Gli elementi sono stati ufficializzati ieri in un
comunicato stampa congiunto. Si svolgerà a breve un incontro con il
governo italiano, che speriamo fruttuoso per le relazioni economiche
fra i due Paesi.

Questo
episodio ha riportato alla mente un periodo buio, ha suscitato
insicurezza nelle relazioni economiche con San Marino. Il peso di
questo contraccolpo è forte e immeritato. Ciò che più conta è
come se ne esce. Il governo sammarinese ha saputo reagire. Qualche
polemica ha fatto cadere critiche sulla mia Segreteria. Respingo le
accuse di mancanza di interesse e capacità reattiva. L’Ufficio
Tributario, la Gendarmeria, la direzione delle scuole sono stati
allertati e ci risulta che ci sia piena collaborazione per dare
risposta alle richieste. In conclusione preciso che nel corso della
crisi vi è stato un team dedicato. Occorre avere la consapevolezza
di un risultato condiviso di cui si stiamo definendo gli ultimi
dettagli”.

Pasquale
Valentini, Segretario di Stato agli Affari Esteri: “
Sottolineo
la gravità di quanto successo, ma anche la qualità della risposta
che c’è stata. La vicenda ha inizio con un procedimento penale,
dalle procure. Lì sono emersi i dati che hanno fatto da base
all’iniziativa. La Guardia di Finanza ha chiesto l’utilizzo dei
dati per indagini fiscali. Quanto accaduto ci è parso lesivo del
clima di collaborazione che avevamo messo in atto con le
amministrazioni italiane. Per noi la vicenda aveva caratteri di
gravità, per i modi e le conseguenze.

Non
c’è stata giornata nell’ultimo mese in cui non abbiamo preso
un’iniziativa. La fiducia è stata confermata dalla risposta del
governo e dell’amministrazione italiana, che si è mobilitata. Il
clima di collaborazione è stato così riconfermato. In questo
momento è importante la determinazione con cui vogliamo portare a
termine il chiarimento, dal quale vogliamo tratte elementi
sostanziali per il nuovo corso della collaborazione. Nei prossimi
mesi dovremmo essere in grado di comunicare gli elementi base del
nuovo corso di questa collaborazione. Da una ferita verrà fuori un
rafforzamento”.

Marco
Gatti, Pdcs
:
“Le ripercussioni sull’economia sammarinese sono state gravi.
L’azione ha messo in dubbio quanto abbiamo fatto finora. Agire
immediatamente a livello politico è stato fondamentale.

Non
è stata fatta una scrematura dei dati per capire se c’erano
situazioni di criticità. La stragrande maggioranza di quei rapporti
sono trasparenti. Il nostro rapporto con il rilascio delle residenze
è molto rigido. San Marino storicamente non ha dato residenze per
motivi economici o a chi portava qui dei soldi. Nemmeno con i grandi
personaggi dello spettacolo e dello sport è stato fatto questo
ragionamento. Quanto venuto fuori dal tavolo tecnico è importante.
E’ il punto di partenza che chiarisce come deve essere portata
avanti la procedura denominata “Torre d’Avorio”.

Tony
Margiotta, Su-LabDem
:
“Nell’agosto del 2015 è uscito un articolo su questa operazione
sulle testate italiane. Il governo ha incontrato subito il ministro
di riferimento italiano per richiedere informazioni. Ci sono state
rassicurazioni. Il Fatto Quotidiano riportava che 27mila italiani
erano stati accertati perché avevano fatto operazioni con il nostro
sistema bancario. Chi guardava al nostro Paese per fare impresa, dopo
l’operazione di marzo, ha subito uno stop. C’è stato un attacco
al nostro sistema economico, alla nostra immagine. E’ bastato
l’intervento di una procura per bloccare questa fase di ripresa. A
San Marino manca una politica estera forte. Non è accettabile che
arrivino lettere di quel tipo lì a 27mila persone, e ci sia silenzio
a proposito. Era necessario rispondere subito a quel tipo di attacco.
La sovranità del nostro Stato non può essere messa in discussione”.

Massimo
Cenci, Ns:

“Si parla di 27mila soggetti che hanno in comune solo il fatto di
aver fatto movimentazioni finanziarie con San Marino. Ci sono state
richieste di informazioni generalizzate che non hanno un nesso
chiaro. Queste pratiche, chiamate “fishing expedition”, sono
vietate dall’OCSE.

Questi
danni chi li paga? Come li paga? Va bene avere buoni rapporti. Ma a
fronte di danni così grandi non dobbiamo avere timore di danneggiare
i rapporti con l’Italia, a meno che ci siano risposte convincenti.
Ho letto il comunicato stampa congiunto, non ho colto le sensazioni
positive che ci hanno rappresentato i nostri Segretari di Stato. Non
riesco a cogliere i loro entusiasmi”.

Marco
Podeschi, Upr
:
“Si poteva fare di più? Forse sì. Su questi argomenti il Paese
deve dare un’immagine di unitarietà. Alcune cose evidentemente non
hanno funzionato. Pensavo che ci fossero presidi per aiutare i
cittadini in questi casi, dopo quanto successo nel 2013. La storia
evidentemente non ha insegnato. La Guardia di Finanza fa il suo
lavoro. E’ difficile dare giudizi sull’operato di autorità
estere. I cittadini devono affrontare anche oneri economici per dare
chiarimenti fiscali alle autorità italiane. Servono professionisti.
Chi li paga? L’azienda o il cittadino. A livello di politica
interna in passato lo Stato ha aiutato i cittadini. Abbiamo chiesto
soluzioni pratiche per ovviare a un problema bilaterale fra i due
Paesi. Io avrei istituito un numero verde, un indirizzo di posta
elettronica al quale scrivere”.

Mariella
Mularoni, Pdcs: “
L’attacco
ci preoccupa e coglie di sorpresa. Dobbiamo reagire con azioni
diplomatiche forti. Questa iniziativa non risponde allo stato delle
relazioni fra i due Paesi. Non lo possiamo accettare. A rendere più
grave la vicenda è il mancato riconoscimento del percorso di San
Marino, inserito nella white list. Perché persistono i problemi? A
cosa sono serviti i sacrifici fatti come Paese sulla strada della
trasparenza, se poi l’Italia ci tratta così? E’ bastato
pochissimo per vanificare anni e anni di lavoro. Con l’Italia si
dovranno riscrivere le regole con maggior dettaglio, dando a ciò
visibilità. Il governo dovrà dare una dimostrazione di forza. Mi
aspetto che da questa vicenda, che ci ha ferito, si possa uscire con
garanzie certe per chi opera con il nostro Paese”.

Andrea
Belluzzi, Psd
:
“Può succedere che alcuni poteri di uno Stato commettano
violazione o mancato rispetto di leggi sovranazionali all’insaputa
dei propri vertici politici o amministrativi. Ciò può mettere in
difficoltà Paesi e soggetti circostanti. E’ importante che vi
siano canali affinché gli Stati possano comunicare su queste
distorsioni, questi problemi. Bisogna scegliere i toni appropriati,
lavorare sotto traccia. E’ giusto che la politica si sia allarmata.
E’ giusto che ci sia una discussione in parlamento. Chi ha la
responsabilità di governo non deve fare rumore, ma risolvere i
problemi. Esistono poteri forti esterni a San Marino che bisogna
affrontare con il partner politico italiano”.

Teodoro
Lonfernini, Segretario di Stato al Turismo:

“Dobbiamo avere un grande equilibrio nel commentare i fatti storici
del nostro Paese. Noi non siamo in guerra con nessuno. Non abbiamo un
contenzioso nei confronti di qualcosa o qualcuno. Abbiamo dei
rapporti privilegiati con l’Italia. In alcune circostanze sono più
soddisfacenti, in altre meno. Il governo non ha sottovalutato il
fatto. Qual è il fatto? L’Italia ha tutto il diritto e la
legittimità di controllare e vigilare sui propri cittadini. Il
concetto adottato dall’Italia è quello della “fishing
expedition”. Controllare tanti per colpirne, forse, alcuni. Il
Congresso di Stato ha scelto una via unitaria, di credibilità nei
confronti del nostro interlocutore. Dobbiamo dire all’Italia che
non possono essere violati dei diritti internazionali. Dobbiamo dire
con forza e credibilità che ci stiamo nei controlli specifici che
colpiscono chi non rispetta le regole, ma anche che non ci va bene la
genericità dei controlli. Non possiamo accettare che i nostri
cittadini siano oggetto di attenzione da parte di autorità estere”.

Ivan
Foschi, Su-LabDem
:
“Il governo ha preferito dare un taglio tecnico alla questione, ma
non è compito della politica. Il governo deve capire perché vengono
chiesti adempimenti, e se ciò è legittimo. Nell’atteggiamento del
MEF traspare da un lato una rassicurazione circa il fatto che le
relazioni sono normalizzate e non ci sono problemi residui. Ma
scarica il barile su altri attori: la Guardia di Finanza e l’Agenzia
delle Entrate, che però dipendono proprio dal MEF. Non ho capito
perché non si è deciso di rivolgersi all’OCSE, appellandosi alla
sua funzione di arbitro sovranazionale che deve dare la corretta
interpretazione delle regole. La politica non è solo
amministrazione, ma anche comunicazione. Va modificata la percezione
che gli altri hanno di noi. Altrimenti si è fallito l’obiettivo
principale”.

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Non sarò
allineato con alcune considerazioni fatte. Io appartengo a questo
Paese e come tale sento di doverlo difendere fino in fondo, in virtù
del fatto che negli ultimi tempi c’è stata una consapevolezza e
un’irrequietudine che devono essere contenuti nei parametri del buon
senso. Si è venuta a creare una situazione critica e pesante per il
Paese. La preoccupazione che oggi colpisce molti non può essere
sminuita, né il tono pacato può essere interpretato come debolezza.
Non concordo che si parli di cooperazione e disponibilità da pare
italiana dopo quanto accaduto. E’ necessario recuperare il danno
conclamato. San Marino ha realizzato un lungo il percorso di
adeguamento agli standard internazionali, potendo considerarsi oggi
un Paese virtuoso. L’ultimo scudo fiscale ha letteralmente scioccato
il sistema bancario, abbiamo affrontato la voluntary disclosure con
una collaborazione importante, senza parlare delle azioni giudiziarie
che soli il tempo e la storia potranno valutare adeguatamente.
D’altra parte la crisi economica non ci ha ancora abbandonato Mentre
ci impegniamo a tutto questo, respirando ottimismo e vedendo alcuni
spiragli di ripresa, oggi ai nostri residenti e cittadini
inaspettatamente giungono migliaia di raccomandate della Gdf,
contenendo avvisi di controlli fiscali nascenti, originati dalla
procedura penale di Forlì. La fuoriuscita di San Marino dalla black
list doveva rappresentare lo spartiacque tra vecchio e nuovo sistema,
ma anche il sentire comune. Viene spontaneo interrogarsi se i vari
accordi sono stati siglati prevedendo tutto o meno e considerando il
pregresso. A me sembra di no. Ci tranquillizzano, ci dicono di stare
sereni perché non succederà nulla, allora perché l’indagine è
stata estesa a migliaia di residenti? Perché le relazioni che
risultano ottime non hanno dato frutti? Perché non sono state
considerate le notizie della stampa che già in agosto scorso avevano
portato la luce l’indagine Torre d’Avorio? Non posso esimermi dal
rappresentare una forte delusione nei confronti della Repubblica
italiana. E’ giunta l’ora di alzare la testa noi tutti, maggioranza e
minoranza senza distinzione alcuna, dobbiamo avere un coro unanime
per difendere il territorio e il nostro Paese. Invito questo
Consiglio ad adottare un Odg per tutelare l’onorabilità degli
impegni assunti sui diversi tavoli con l’Italia e a far sì che
partecipazione sia unanime da parte di tutti voi”.
Nicola
Renzi, Ap:
“L’impegno
dell’Aula deve essere quello di lanciare un messaggio di positività.
Le questioni che ci troviamo ancora una volta trattare devono
riguardare il passato, ma purtroppo hanno toccato anche il presente.
Voglio pensare ed essere convinto, anche sulla base del riferimento
avuto dai segretari alle Finanze e agli Esteri, che veramente su
questo passato potremo mettere una definitiva pietra sopra. Quel
passaggio, dal passato al presente, infatti non è stato
assolutamente facile. Come veicolare il messaggio di positività? In
questa direzione vanno gli incontri avuti a livello politico e
tecnico- di cui il comunicato di ieri è il frutto- e il
riconoscimento da parte dell’Italia che questa storia riguarda il
passato e ancora il riconoscimento fermo e importante dei passi fatti
dalla Repubblica di San Marino per essere un partner affidabile a
livello multilaterale e internazionale, e ancora vedere in positivo
la possibilità di intraprendere iniziative pubbliche anche a livello
politico per rilanciare questo rapporto. Abbiamo notato come a
livello di Regioni e di altre amministrazioni vicine il dialogo sia
proficuo, è finito il periodo di scontro con l’Italia, sono
normalizzati i rapporti. Anzi, ritengo sia necessario che i rapporti
siano rilanciati e che di questo si possa avere percezione piena. Non
basta sapere che ci sono linee di dialogo ma queste devono
sostanziarsi nella percezione. Ed è quanto si dice nelle ultime
righe del comunicato congiunto di ieri. Quella fiducia che sembrava
tradita può essere ristabilita e il comunicato è un primo passo in
questa direzione”.
Andrea Zafferani, C10: “Condivido
che servirà molta preparazione e possibilmente coesione per
affrontare il prossimo incontro politico. Non sono per niente
soddisfatto però dall’azione messa in campo di fronte a un fatto
grave per la reputazione e l’immagine di San Marino che ancora una
volta ci fa passare come Paese ‘sotto pressione’ e ancora una volta
chi ci lavora non può stare tranquillo per le iniziative del nostro
vicino. Sottolineo che la prima cosa che è mancata è stata
l’opera di aiuto ai cittadini che si sono visti ricevere una
richiesta di dati e informazioni difficili da reperire. Lo Stato
sammarinese ha lasciato i cittadini soli e non è stato capace di
creare uno sportello di ausilio o, se lo ha creato, non è stato
capace di comunicarlo. E così le persone hanno dovuto arrangiarsi da
sole, contattando professionisti, perdendo tempo e denaro e vedendo
Stato poco attento. Il governo ha ottenuto finora un incontro tecnico
che ha portato a una nota ricca di parole rassicuranti, ma che nella
sostanza non cambia nulla. Senza dare risposta sul caso concreto e su
eventuali casi futuri analoghi. Non so se vi siete detti altre cose
non emerse dal comunicato congiunto, ma non leggo niente di nuovo. Mi
auguro che l’incontro politico avvenga a breve anche se doveva essere
la prima cosa, mi auguro sia un incontro riempito di contenuti
concreti anche per il futuro. Credo occorra essere il più possibile
uniti e coesi per affrontare al meglio il passaggio politico
nell’interesse del Paese. Se il governo intende confrontarsi anche
con le forze di opposizione su questo passaggio non ci sottraiamo.
Proponiamo di portare al tavolo un protocollo di intervento di fronte
alle richieste dell’amministrazione di uno dei due Stati che
coinvolgano cittadini residenti nell’altro Stato. E’ il momento di
sancire una procedura operativa che ci consenta dignità. Altro punto
centrale, è quello di completare l’Accordo contro le doppie
imposizioni chiarendo alcuni punti rimasti dubbi ed altre tematiche
per noi fondamentali rispetto a materie fiscali e alla cooperazione
economica. Servono accordi scritti e procedure codificate”.
Elena
Tonnini, Rete:
“Poche sono
state le informazioni da parte del governo, eccetto le note stampa
volte a identificare una San Marino ‘vittima’ e non una posizione che
rappresentasse un governo solido e forte sia nei confronti
dell’Italia, sia verso coloro che si sono trovati a ricevere queste
raccomandate, senza sapere cosa fare. Si è giunta a una situazione
in cui si è saltato a piè pari il rapporto tra Stati. Come Rete
diciamo che è apprezzabile l’aver instaurato la collaborazione, va
bene il contatto che ha riportato serenità, bene il riconoscimento
del Mef, non mettiamo in dubbio questi aspetti. Ma questa
ripristinata collaborazione non ci pare che porti a stoppare i
controlli e non risolve affatto la situazione creata. La
collaborazione oggi significa che sia San Marino che all’interno del
territorio faccia i controlli richiesti dall’Italia. E’ sì
importante, ma è significativo che un ruolo proattivo
nell’identificazione di posizioni di riciclaggio ed evasione giunga
in modo tardivo. Il messaggio è che San Marino agisce di conseguenza
ad un fatto avvenuto e come conseguenza ad un’azione estera e
generica cui non è stata opposta la capacità del Paese di fare
controlli mirati. Occorre al contrario procedere con iniziative
nostre, dobbiamo dimostrare di essere al di sopra di ogni sospetto,
non subire ma diventare noi il percorso di trasparenza”.
Alessandro
Cardelli, Pdcs:
“E’ stato un
attacco inaspettato, è vero che in agosto sono comparsi diversi
articoli sull’inchiesta ‘Torre d’avorio’, ma nessuno ci aveva dato
peso, la voluntary disclosure si chiudeva tra poco e si pensava ad
un’azione intimidatoria per sollecitarne l’adesione, invece
l’indagine è andata avanti e sono arrivati i questionari. Credo che
la politica abbia dato risposta prima possibile, c’è stata subito
una presa di posizione del governo, della commissione esteri con
un’unità di intenti, poi il messaggio di ieri della Reggenza che ha
invitato all’unità tutti noi perché qua c’è l’interesse di un
Paese in gioco, di un Paese che deve ripartire. Voglio parlare di
oggi e domani, non di ieri. Che effetto avrà il comunicato ai
cittadini che hanno ricevuto la raccomandata. La nota dice che San
Marino è un partner affidabile e chi viene ad investire non deve
aver paura perché i controlli riguardano il passato. Mi auguro in
futuro non avvengano più situazioni di questo tipo e che i rapporti
tra i due Stati possano davvero essere di collaborazione perché non
ci meritavamo di essere trattati così”.
Denise
Bronzetti, Indipendente
: “
Che risposte può dare la politica a livello istituzionale, oltre
che sul piano tecnico? Ci fa piacere si sia aperto il confronto sul
piano tecnico per aiutare tutte le persone coinvolte nell’operazione,
per uniformarsi a tutte le richieste che provengono dalla Gdf. Spero
che il Segretario ci possa dare ulteriori motivazioni di fronte a
tutta questa vicenda, se non in questa fase, dopo gli incontri
tecnici e politici che mi auguro possano continuare a esserci perché
in questo Paese in cui si stavano affacciando timidi segnali di
ripresa della nostra economia, va da sé, che un battage mediatico
come quello avuto in queste settimane non aiuta a chi è interessato
ad investire a San Marino e a venirci serenamente”.
Maria
Luisa Berti, Ns:
“Devono
essere espresse soddisfazioni per l’iniziativa della Commissione
Esteri dell’Odg approvato all’unanimità grazie cui oggi discutiamo
di questa vicenda che ha purtroppo coinvolto il nostro Stato. Non
esito a definire inaccettabile l’azione della Gdf e non esito a
definirla un vero e proprio assedio e un vero e proprio affronto alla
sovranità del nostro Stato. E’ una vicenda efficace a dimostrare che
la fiducia pronunciata nei confronti del nostro Paese da parte
italiana è stata sicuramente tradita. Oggi sono positive le
rassicurazioni pronunciate dallo Stato italiano, in tema di
collaborazione amministrativa, e sicuramente hanno corretto il tiro
per certi versi e hanno dimostrato che una qualche fiducia possa
essere ritrovata, ma a mio modo di vedere queste rassicurazioni non
sono assolutamente sufficienti. La politica deve farsi rispettare e
deve far rispettare le istituzioni e la sovranità di un Paese. Non
devono farlo solo gli apparati amministrativi. E penso che non
possiamo astenerci dal segnalare l’iniziativa italiana agli organismi
internazionali tra cui l’Ocse. E’ arrivato il tempo di dire basta
all’atteggiamento reverenziale nei confronti delle istituzioni
italiane e di far rispettare i nostri i cittadini e chi viene nel
nostro Paese a investire e a garantire lavoro a chi oggi non ce l’ha.
E’ necessario intervenire con orgoglio, soprattuto ora che abbiamo
tutte le carte in regola per farlo. Le istituzioni sammarinesi devono
anteporre gli interessi del nostro Stato. O la politica è in grado
di fare fronte comune davanti a questi attacchi esterni oppure penso
che il futuro della Repubblica abbia delle battute di pregiudizievole
arresto”.
Simone Celli, Su-LabDem:
“Credo sia corretto l’atteggiamento basato su responsabilità e
ragionevolezza, come quello assunto oggi in quest’Aula. Nei giorni
scorsi non ho lesinato critiche al governo e alla gestione della
segreteria agli Esteri. Alcune di queste critiche le riconfermo in
questo ambito. La reazione politica definita tempestiva dai segretari
di Stato a mio parere non lo è stata affatto. Benissimo la letter
inviata al Mef per un chiarimento, le telefonate e i contatti presi
immediatamente, ma per alcune settimane è mancato un messaggio
chiaro a livello di opinione pubblica, troppi cittadini residenti e
con doppia cittadinanza si sono sentiti abbandonati. Benissimo i
tavoli tecnici e probabilmente troveremo soluzione a questa vicenda,
ma il problema è di carattere esclusivamente politico. Qual è idea
di politica estera che vogliamo mettere in campo? Da troppi anni è
costretta a seguire le emergenze, è necessario che San Marino
formuli in modo lineare la propria idea di politica estera. Ci sono
tutta una serie di temi su cui iniziare una riflessione approfondita.
Credo si parta dal presupposto che il rapporto con l’Italia sia
fondamentale, ma dobbiamo cercare una politica estera più ambiziosa.
Oggi la nostra economia dipende dall’interscambio con l’Italia,
parliamo tanto di nuovo modello di sviluppo, allora progettiamolo e
da questo cerchiamo di far capire che siamo un’opportunità per i
nostri vicini. Dobbiamo collaborare sulla base di un nuovo modello di
sviluppo, questo dobbiamo rivendicare nel rapporto con l’Italia”.

Oscar Mina, Pdcs:
“Questa operazione della Gdf è legata ad un passato di luci ed
ombre che mette di nuovo sotto la lente di ingrandimento il nostro
Paese e i rapporti finanziari con gli italiani. Le richieste di
informazione generalizzate sulle categorie di contribuenti prive di
un nesso chiaro con l’indagine e l’accertamento sono vietate
dall’Ocse. A più riprese il governo ha chiesto un confronto e un
tavolo tecnico è stato avviato, ma crediamo che debba scaturire un
confronto politico con i vicini della Repubblica italiana perché da
parte di tutti questo è stato considerato un attacco inaccettabile.
Il problema va analizzato sotto l’aspetto tecnico e politico. Per
quanto ci è dato sapere la Gdf porta avanti un’azione che
soprassiede gli accordi tra i due Paesi. Per noi è evidentemente una
questione politica, in quanto prassi contraria a principi di
collaborazione tra Stati e ancora più pericolosa quando il rapporto
tra Stati non è paritario. Dobbiamo pretendere il confronto a
livello politico, non sarà facile dimenticare questo episodio come
uno sconfinamento temporaneo del nostro vicino di casa”. Luca
Santolini, C10
: “Sottolineo
che è sicuramente apprezzabile aver ottenuto l’obiettivo di veder
riconfermata la bontà del percorso compiuto da San Marino che ha
portato all’uscita dalla black list, è bene ripeterlo. Ma tanti sono
i limiti dell’azione del governo di fronte a questa vicenda. E’ stato
creato uno sportello a cui i cittadini possono rivolgersi? E’ stato
pubblicizzato sui media? Non mi risulta. Il fatto che questo governo
abbia problemi sul versante comunicativo è un dato di fatto, come è
avvenuto con il Fatca. Ma non possiamo accettarlo, la percezione del
cittadino è di essere lasciato solo. Molti hanno detto che è
legittimo che l’autorità italiana faccia il suo lavoro per
combattere l’evasione ma è anche vero che le nostre autorità, se
queste azioni vengono portate avanti nei confronti nostri cittadini,
hanno il compito di vigilare affinché tutto avvenga regolarmente,
mentre queste iniziative sembrano una fishing expedition. Non abbiamo
capito come avete intenzione di contrastare l’iniziativa messa in
atto dalla Gdf che avete riconosciuto come contraria ai principi
Ocse. Sul fronte interno, ancora non siete riusciti a dire alle
persone coinvolte che possono rivolgersi ad uno sportello informativo
unico”. 

San Marino, 27 APRILE 2016/01

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