Consiglio Grande e Generale, seduta mattutina, martedi’ 7 maggio

Consiglio Grande e Generale, seduta mattutina, martedi’ 7 maggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 29-30 APRILE, 6-7 MAGGIO

MARTEDI’ 7 MAGGIO – Mattina

Ancora protagonista il dibattito sul progetto strategico scaturito dal tavolo per lo sviluppo in apertura dei lavori del Consiglio grande e generale. Gli interventi dei consiglieri hanno caratterizzato tutta la seduta mattutina. Il dibattito riprenderà nel pomeriggio.

Di seguito un riassunto.

Comma 13. Riferimento del governo sulle proposte del tavolo di sviluppo, presentazione del progetto strategico pluriennale e relativo dibattito.

 

Federico Pedini Amati, Ps: “Questa discussione non ci porta grandi novità. Si tratta dell’ennesimo progetto, un’ulteriore dichiarazione di intenti, ma noi dal tavolo di sviluppo ci aspettavamo progetti di legge su cui discutere. Invece il governo ha prodotto l’ennesimo allegato Zeta. Si può essere d’accordo sull’obiettivo di modernizzare il Paese, mi auguro si entri nel concreto in maniera organica.
Noi abbiamo proposto un pacchetto competitività per attirare investitori seri, questo è l’aspetto più importante per dare subito risposte concrete a chi non ha lavoro, il primo problema della Repubblica. Occorre togliere discrezionalità, snellire i meccanismi, agire sugli sprechi gestiti da poche persone e continuamente perpetrati nella Pa. Serve coraggio e passare dalle parole ai fatti, è già molto tardi. La strada della pressione fiscale porta al declino, recuperiamo entrate e rilanciamo gli investimenti”.

Franco Santi, C10: “La relazione è un buon punto di partenza per la nuova San Marino, ma manca un ingrediente fondamentale. Per gli indicati obiettivi di lungo respiro servono fondamenta solide. Manca quindi la presa d’atto che lo sviluppo va accompagnato da una rivoluzione culturale, un impegno per ogni cittadino. Il clientelismo porta allo scontro sociale, all’impoverimento e mette a rischio la sovranità.
Ci sono tanti spunti interessanti nella relazione, ma anche lacune e contraddizioni. Sulla legalità, per esempio, servono tempi medio-lunghi per cambiare il Paese e fondamentali sono la responsabilità e l’informazione. Nella Pa la riforma è ferma perché mancano le figure apicali. Il pacchetto competitività va accompagnato dalla certezza del diritto, occorre scogliere il nodo delle residenze, per le quali, come per le licenze, servono trasparenza e criteri certi. Occorre puntare sulle nuove tecnologie, sull’autonomia idrica, sulla gestione dei rifiuti, sulle tlc, sullo sviluppo sostenibile, su Smac e cultura. Occorre riformare il mercato del lavoro, soprattutto non agire per singoli settori, le segreterie di Stato non devono andare per conto loro”.

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il Turismo: “Ringrazio il segretario di Stato Felici per l’impegno sul confronto, i consiglieri per un dibattito propositivo e in particolare Alessandro Rossi. Dal suo intervento sono emerse grande passione politica e senso dello Stato. Sono dispiaciuto per le sue dimissioni che ancora non giustifico.
Dal tavolo viene una volontà forte per creare un progetto. E’ un buon prodotto, concentrato sul fare impresa, sullo sviluppo di turismo e commercio e sul settore bancario e finanziario. Dobbiamo abbinare rigore e crescita. Rigore sulla spesa corrente, ora troppo consistente, cui deve però contribuire anche la cittadinanza. Va abbandonata la visone di uno Stato assistenzialista. Dobbiamo intervenire sui vari pesi per una Pa veramente al servizio dell’operatore.
Per la crescita non vanno perseguiti progetti balzani, ma realtà sostenibili, legate a 4 o 5 volani, come turismo, sanità e tecnologie, tlc in particolare. Ma dobbiamo anche azzerare la burocrazia e mantenere una pressione fiscale sana. Così il sistema può essere competitivo.
Il turismo va reinventato con un progetto globale su cui sono al lavoro e che presenterò la prossima settimana al congresso di Stato e poi alle forze politiche”.

Guerrino Zanotti, Psd: “Dobbiamo rifondare un sistema sociale ed economico su basi completamente differenti rispetto al passato, puntando sull’internazionalizzazione. Apriamoci ai mercati stranieri facendo conoscere le nostre peculiarità. Trasparenza e legalità sono altri elementi caratterizzanti della proposta: si attuano togliendo potere discrezionale alla politica, adottando misure che garantiscono chiarezza sull’operato della Pa e della politica, prevedendo norme anti-corruzione. Mi piace che si parli anche di un distretto culturale che può sostenere la crescita economica. Tornando alla relazione, in considerazione delle prospettive contenute, siamo consapevoli che il difficile arriva adesso: l’attuazione di tutti gli obiettivi”.

Lorella Stefanelli, Pdcs: “Il patrimonio più prezioso di San Marino è la sua sovranità, grazie alla quale possiamo fare le scelte migliori per il nostro futuro. Occorrono snellezza burocratica, magistratura indipendente, trasparenza fiscale, regole chiare, infrastrutture moderne soprattutto nelle vie di comunicazione. E’assolutamente necessario dare avvio a una fase di semplificazione delle norme per eliminare contraddizioni prodotte dalla frettolosa legislazione degli ultimi 10 anni. Si agisca sulle procedure giudiziarie: bene la costituzione di gruppi di lavoro per la riforma della procedura civile e penale. Penso anche a un Tribunale delle imprese, quale sezione speciale che si occupi delle procedure civili relative alle attività economiche, e a percorsi obbligatori di arbitrato prima di andare in giudizio. Rivediamo il sistema dei pensionamenti e dei pre-pensionamenti: un’uscita al 65esimo anno penalizza fortemente le donne. Infine sulla residenze la strada è tracciata e oggi vogliamo estenderla. Non sono contraria il linea di principio però occorre che la residenza sia effettiva e non solo su carta ed è per questo che chiedo al governo massima attenzione. Residenza a San Marino significa accesso gratuito al sistema sanitario, iscrizione alle pubbliche graduatorie degli uffici del lavoro ed è per questo che occorre prestare molta attenzione: si trovi il giusto equilibrio tra apertura del nostro Stato e tutela della comunità sammarinese e della sua identità”.

Luca Beccari, Pdcs: “Sul tema dell’internazionalizzazione ho avvertito da parte di alcune forze d’opposizione dei dubbi ma per un Paese come San Marino è un elemento imprescindibile. Ma non significa svendere la nostra sovranità o perdere il controllo della nostra economia bensì creare le condizioni per far lavorare le nostre imprese fuori dai nostri confini e, allo stesso tempo, permettere l’attrazione degli investimenti esteri a San Marino. Come internazionalizziamo un’economia? Attraverso un potenziamento del network degli accordi. Sono molto contento che la relazione abbia recuperato tra gli obiettivi di rilancio dello sviluppo i settori tradizionali: è maturata l’idea che il rilancio del nostro Paese passa attraverso turismo e commercio. Dobbiamo però interrogarci su che tipo di commercio vogliamo: io penso che per il commercio al dettaglio e tradizionale dobbiamo fare il massimo per favorire un’ imprenditoria sammarinese, d’altra parte però penso che dobbiamo avere la capacità di superare alcune barriere. Ben venga dunque la definizione di una griglia di parametri per superare questo limite con grande attenzione all’aspetto occupazionale. Per quanto riguarda la riforma fiscale credo che debba essere improntata a criteri di equità. Per le banche infine serve un passaporto europeo, Basilea I può bastare solo se rimaniamo nei nostri confini”.

Stefano Canti, Pdcs: “E’ stato fatto un lavoro rigoroso con indicazioni utili per uscire dalla crisi e per il rilancio. Il piano strategico rappresenta una risposta concreta alla accuse di immobilismo arrivate da parte dell’opposizione e anche una occasione di confronto. Ora servono scelte precise, il risanamento del bilancio non basta, occorre sviluppo.
La relazione pone una serie di obiettivi: il lavoro è una priorità e nei prossimi giorni presenterò un’interpellanza per conoscere alcuni dati; turismo e commercio, ora in contrazione, sono gli unici settori che possono dare risposte concrete. Servono nuove infrastrutture pubbliche, occorre potenziare l’offerta museale, riqualificare Cava degli Umbri e Cava antica. Occorre superare il 51% nel commercio e serve un progetto di sviluppo del settore legato alla qualità e all’occupazione”.

Marino Riccardi, Psd: “Mi aspettavo di più, la priorità è creare posti di lavoro. Siamo tutti d’accordo su certi temi e nella relazione c’è un elenco completo, dalle privatizzazioni ai rifiuti. Ma, per esempio, per il Parco scientifico tecnologico serviranno altri 10 anni, così per il polo museale. Insomma il lavoro va bene però pecca su un aspetto: dobbiamo individuare cosa fare domani. Oggi non mi sento più tranquillo di qualche giorno fa. Sono poi perplesso sul commercio al dettaglio, occorre fare delle scelte, o ci apriamo o no. Il commercio come altre attività devono essere libere.
Occorre poi potenziare la Smac, pensando di caricarci parte dello stipendio, fare un utilizzo migliore dei giochi della sorte, ora la gestione è fallimentare. La relazione va bene, ma servono scelte nette e precise, San Marino ha bisogno di una sterzata”.

Alessandro Mancini, Ps: “Siamo in emergenza e dobbiamo essere responsabili e adottare azioni straordinarie. Sul governo il mio giudizio è negativo, l’unico provvedimento finora adottato è stata la patrimoniale. Con l’Upr avevamo chiesto l’istituzione di un tavolo di confronto e la sintesi è un elemento di riflessione per la classe politica. Il progetto è orientato al 2023, è uno stimolo positivo, ma al Paese servono provvedimenti urgenti. Condivido quanto affermato dal segretario di Stato Valentini: occorre consolidare le realtà esistenti, favorendo per esempio l’accesso al credito; occorre agevolare nuove imprese sammarinesi; attrarre nuovi investimenti, con le residenze, il differenziale fiscale, regole certe; occorre incrementare i consumi interni. La Smac è sottoutilizzata, mentre potrebbe essere il motore del commercio al dettaglio. Il turismo va riformato e dobbiamo superare la paura del 51%, che ha fatto più danni che utili ”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Noi siamo la generazione dei precari, che sa che non potrà più avere la sanità gratuita e la scuola gratuita, che non sa se avrà una pensione. Ed è proprio per questo che so che quei provvedimenti, inseriti nella relazione presentata dal segretario di Stato, li adotteremo e li porteremo avanti. Il sistema economico investito dalla crisi deve necessariamente cambiare perché l’economia è importante ma non può prescindere dalla tutela della persona. Non sto parlando di decrescita felice ma di una crescita che metta la persona al centro. La vera rivoluzione culturale che dobbiamo fare è questa e permetterà a San Marino di tornare a essere uno Stato sovrano, invidiato non tanto per l’economia ma per la propria libertà”.

Tony Margiotta, Su: “Auspico che questo tavolo per lo sviluppo continui nel percorso intrapreso in maniera permanente. Dobbiamo concentrarci sulle emergenze di domani ma soprattutto su quelle di oggi, dovute a incapacità della politica e della maggioranza di adottare provvedimenti chiari e tempestivi. Concordo nel progettare una San Marino del 2023 ma dobbiamo pensare anche alla San Marino del 2013 che giorno dopo giorno sta morendo. Ho la sensazione che la maggioranza non abbia idea di come adottare questo documento, non c’è proprio l’idea di come uscire dall’emergenza. Non ci si vuole assumere la responsabilità di iniziare ad agire per un nuovo modello di sviluppo. C’è una forza politica predominante che blocca il rinnovamento e che ha creato l’idea assurda di svendere il patrimonio dello Stato per ricavare fondi a sostegno delle casse pubbliche: basta con queste politiche per pochi a discapito di molti. Per ripartire tutti noi dobbiamo portare avanti l’idea di una politica basata su un nuovo sistema San Marino”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Qualcuno ha parlato di decrescita felice che porta al centro dell’agire politico e amministrativo il cittadino. Sentire Manuel Ciavatta dire che dovremo abituarci a sanità e scuola a pagamento lascia, a mio avviso, il tempo che trova. Ritengo che alcuni spunti inseriti nel tavolo per lo sviluppo siano condivisibili, come l’implementazione dell’attività della Camera di commercio perché è un punto di riferimento per le attività artigianali: abbiamo fino adesso parlato della necessità di attrarre imprese enormi scordandoci delle piccole imprese che a San Marino già ci sono e che fanno fatica a sbarcare il lunario. Altro punto che condivido riguarda le telecomunicazioni: impossibile svilupparsi senza infrastrutture tecnologiche adeguate. Occorre incentivare l’utilizzo della Smac, unendolo al fatto di poter portare in detrazione le spese fatte, può essere un forte pungolo per limitare il fenomeno dell’evasione fiscale. Dispiace che nel documento non sia stato trattato il tema della giustizia, servirebbe infatti una chiarificazione sulla certezza della pena. Noi siamo aperti al dialogo: su alcuni spunti diciamo No perché non ci appartengono mentre su altri Sì. Vediamo cosa succede nell’articolato e se le nostre stimolazioni avranno seguito”.

Luca Santolini, C10: “In primo luogo stigmatizzo alcune dichiarazioni in accordo con il collega Zeppa sul dovere abituarci a una scuola e a una sanità a pagamento. Nella relazione ci sono molte cose condivisibili, ma non c’è niente di nuovo, serviva più coraggio. Sulla legalità per esempio, prima di parlarne occorre fare pulizia del marciume e dare strumenti a tribunale e forze di polizia. Si parla di una Pa che conosce la lingua inglese e informatizzata, di Smac, di infrastrutture, di aeroporto, di indipendenza idrica e gestione dei rifiuti, di carenze nelle tlc e di riqualificazione del commercio. Siamo di fronte a un mix di enunciazioni generiche e spesso condivise, e la domanda è: serviva perdere 4 mesi per ribadire quanto affermato da anni?
Ora occorre trovare la ‘ciccia’, le risorse per i progetti su cui difficilmente ci sarà condivisione perché il governo ricorrerà al debito. Fin qui ha preso tempo distribuendo responsabilità che gli spettano. C10 condivide con riserva gli intenti della relazione, non approva il metodo e aborra come si intendono reperire le risorse”.

Gian Franco Terenzi, Pdcs: “Sul documento ci sono convergenze e dovrebbe essere il frutto di condivisione. Dobbiamo soffermarci sulle cause, sulla situazione attuale e sugli obiettivi. San Marino deve creare maggiore rigore per evitare fenomeni distorsivi, deve consolidare le imprese esistenti perché così si crea occupazione. Sono molto importanti i rappresentanti diplomatici che vanno coordinati nella loro azione da un ufficio; la riforma fiscale deve essere accattivante per gli investitori e occorre sfruttare le residenze. Questi tre elementi devono andare a formare il pacchetto per attirare investitori. La relazione non cita l’istituto della riassicurazione. C’è poi il problema della Pa: occorre garantire diritti senza creare privilegi. Il modello contrattuale non ha funzionato e il punto di riferimento deve essere il settore privato, anche su orari e salari. Mancano poi turn over e uscita volontaria”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Tutti abbiamo fatto liste della spesa, che però non risolvono i problemi. Servono soluzioni, ma i contenuti della relazione non sono chiari. Le proposte di Rete sono ricette già sviluppate e applicate in tanti contesti, come quello europeo. Manca equità, uguaglianza di accesso alle opportunità. Se l’unica prospettiva è abituarci a vivere un po’ peggio, occorre ricordare che da noi manca il reddito di cittadinanza, presente in quasi tutta Europa, fuorché nei Paesi che sono o stanno crollando. La decrescita non è stagnazione, è crescita pilotata nel rispetto del benessere della gente e non prescindendo dall’uguaglianza.
Se in un documento di sviluppo si prescinde dal parlare di strumenti di equità si parla del nulla: per tutelare i consumi occorre garantire potere contrattuale di scelta. Non condividiamo la relazione. a arco gatti dico che condivido la sua domanda ‘serve necessariamente una crescita?’. Occorre scegliere quale. Se sussidiarietà significa simbiosi di indirizzi e obiettivi tra pubblico e privato va bene. Non va invece se è il veicolo di politiche non rispettose dei diritti dei lavoratori.
La mafia non è stata combattuta, non c’è stata volontà. Chi è nato negli anni ’40 e ’50 aveva una prospettiva rosea ma non ha creato le stesse condizioni per le generazioni a venire. Dai giovani ora arrivano nuove formule di fare politica. Cerchiamo di andare oltre”.

Mimma Zavoli, C10: “Non si possono chiedere sacrifici a tutti i cittadini e poi pensare di fare tagli indiscriminati. Non si riduca il nostro Parlamento a un luogo dove si prende semplicemente atto di decisioni prese in altri contesti. Sulla base di pochi incontri (appena 4) è scaturita la relazione del segretario di Stato. Una serie di principi generali mentre in questa fase serviva dare risposte precise: come aumentare la competitività e con che strumenti. La stessa riforma della Pa è rimasta mera chimera. Sulle telecomunicazioni condividiamo alcune delle valutazioni già fatte: siamo all’età della pietra e la gestione di questo fondamentale comparto andrebbe rivista mettendo al centro un sistema di gestione razionale e conveniente. Il segretario di Stato Felici ha fatto un forte richiamo all’Aula chiedendo di prendere atto delle difficoltà del mondo del lavoro: siamo d’accordo sul fatto che la situazione è urgente e occorre fare presto per trovare investitori seri, ma basta con annunci e iniziamo a dettare regole certe e chiare”.

 

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