Consiglio Grande e Generale, seduta notturna del 19 settembre. SMNA

Consiglio Grande e Generale, seduta notturna del 19 settembre. SMNA

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 19-21 SETTEMBRE

LUNEDI’
19 SETTEMBRE-
Seduta
notturna

In
seduta notturna i lavori riprendono al
comma
4
,
con il dibattito sulla Variazione di Bilancio e poi con l’esame
dell’articolato stesso. All’articolo 10, “Finanziamento dei
Partiti e Movimenti Politici”, sono presentati 5 emendamenti, uno
da parte di Rete e quattro da parte del gruppo di consiglieri di
Su-LabDem-C10, Upr, Ap e i quattro del Psd riconducibili alla sigla
“Per”. Tutti gli emendamenti- volti ad abrogare o comunque
ridurre il raddoppiamento previsto per il contributo elettorale ai
partiti- sono respinti. La seduta viene interrotta con l’approvazione
dell’articolo 17. Sono una decina gli articoli rimasti da esaminare e
verranno affrontati nella seduta di domani mattina.

Di
seguito un estratto del dibattito della seduta notturna.

Comma
4.
Progetto
di legge “Modifiche alla Legge 22 dicembre 2015 n.189 e Variazione
al Bilancio di Previsione dello Stato e degli Enti del Settore
Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2016”

Massimo
Cenci, Ns
E’
evidente che questo Assestamento in amministrazione ordinaria imponga
di eseguire solo interventi tecnici, quindi sono favorevole all’esito
dell’incontro dei capigruppi per eliminare interventi con un taglio
politico. Al nuovo governo spetterà avere una sua visione politica
nel breve come nel lungo periodo. Nel breve bisognerà ragionare
dell’equilibrio di bilancio, obiettivo sottolineato anche dal
segretario Capicchioni. Anche sul lungo periodo occorre fare qualche
scelta. Come investire e quando investire per un progetto Paese. Mi
riservo di intervenire nel corso dell’esame dell’articolato.

Franco
Santi, C10
E’
un provvedimento tecnico, si prende atto di una situazione
preoccupante dal nostro punto di vista, abbiamo ancora risultati
negativi in termini di pareggio di bilancio e tutta una serie di
situazioni critiche come quella del sistema previdenziale e del
welfare. Intravvediamo una lenta ripresa dell’attività del tessuto
economico del Paese. Tutti elementi che in fase di crisi di governo
sono fonte di preoccupazione per tutti. Rispetto al raddoppio del
contributo elettorale, il nostro movimento si è sempre fatto
promotore di una proposta di buon senso, che si può approfondire. Il
segretario Gatti ha difeso a spada tratta questa tradizione del
raddoppio elettorale, per non cadere in situazioni discutibili, ha
parlato di sponsor importanti. E ha citato il fatto che partiti come
il suo, popolari, portino avanti nel Paese attività di formazione,
ma quanta parte del contributo viene dedicato a questo scopo e che
tipo di studio viene promosso? Mi auguro la proposta che faremo per
eliminare il raddoppio sia valutata come proposta di aggiornamento
dei tempi.

Francesca
Michelotti, Su
Come
gruppo stiamo presentando diversi emendamenti in serie subordinata.
Ci terrei a sottolineare una posizione personale che penso possa
trovare condivisione del Consiglio. La modalità di raddoppio del
finanziamento credo non debba essere adottata perché ci deve essere,
in caso di fine anticipata della legislatura, una sorta di punizione
per aver in un certo senso fallito. Il Paese inoltre sta passando una
fase delicata e sta subendo effetti del referendum per cui c’è il
rischio che la contribuzione esterna della campagna elettorale, da
parte dei poteri forti, possa distorcere il risultato democratico
delle elezioni. In un momento così delicato in cui interessi del
settore finanziario si stanno rispecchiando con chiarezza nella
geografia delle coalizioni, sarebbe pericoloso togliere completamente
il finanziamento elettorale. Rischieremmo di lasciare nelle mani dei
poteri forti possibilità di finanziare determinati gruppi politici.
La mia proposta è che venga approvato l’emendamento modificativo in
subordine proposto da Cittadinanza attiva e dal nuovo gruppo formato
dalla scissione del Psd, che è quello di prevedere una somma molto
più ridotta da dividere equamente tra tutte le liste in
competizione, incluse quelle non presenti in Consiglio che potranno
ottenere la somma dimostrata delle spese sostenute in campagna
elettorale. Altra proposta è per il dimezzamento della cifra. E’
facile fare bella figura, tutti siamo consapevoli che meno si spende
e meglio è, ma è anche vero che le campagne elettorali hanno un
costo e i partiti sono a fine anno e non potrebbero fronteggiare
spese straordinarie.

Paolo
Crescentini, Ps
Non
penso un Paese possa andare in default se spende 1,2 mln di euro ogni
5 anni per finanziare la campagna elettorale. Togliendo invece tale
disponibilità alla forze politiche, c’è il rischio intervengano
anche fonti esterne che si impadroniscano della politica e lo
dobbiamo scongiurare, sarebbe la fine della democrazia. Mi sembra si
faccia più il gioco delle parti e degli schieramenti attuali, se si
abolisce il raddoppio è infatti la sconfitta della democrazia e la
vittoria la porterebbe a casa solo Rete che da 4 anni a questa parte
è paladino di questa battaglia. Chi dice oggi ‘no al finanziamento’,
fa il gioco di Rete e basta. Per noi il finanziamento pubblico ai
partiti non è niente di male, è vero siamo in crisi come Paese, ma
si rischia di far mettere mano ai partiti ai poteri forti. Il Ps non
sosterrà gli emendamenti presentati, la legge così come modificata
dal segretario per le Finanze recepisce le perplessità evidenziate
oggi dai capigruppo. Inoltre il raddoppiamento anticipa solo di
qualche mese quanto sarebbe stato previsto nel 2017, con la ine
naturale della legislatura.

Gerardo
Giovagnoli, Psd
La
Variazione al bilancio ci dice che il Disavanzo rispetto al
Preventivo è stato ridotto del 12%. Non è stato possibile
effettuare ulteriori aggiustamenti per un ulteriore contenimento,
anzi abbiamo accolto la richiesta della minoranza di rendere ancora
più asciutto il testo dell’Assestamento, sono stati tolti 4
articoli, la metà di quelli aggiunti, riteniamo comunque questa
operazione non costosa politicamente. In questo scorcio di fine
legislatura comunque alcune richieste, anche da parte dell’Iss, non
potevano non essere considerate. L’obiettivo del pareggio non è
stato raggiunto e dovrebbe essere uno degli obiettivi della politica
nel momento in cui si contemplino le esigenze del welfare con il
contenimento della spesa, compatibile anche con lo sviluppo su cui
credo si possa lavorare nella prossima legislatura in modo più
spedito. Sul trasferimento ai partiti mi associo alle preoccupazioni
di Michelotti, il finanziamento pubblico ai partiti è legato ad una
percentuale del bilancio, c’è un sistema di regolazione ragionevole
per cui si scongiura così il pericolo per la democrazia.
Mi
pongo poi degli interrogativi sul monoblocco Ssd, chiederei dei
chiarimenti ai miei colleghi, magari non in questa sede. La voce
all’unisono inoltre non è possibile se siete seduti a 15 metri di
distanza gli uni dagli altri, la legge della velocità del suono lo
impedisce.

Luca
Beccari, Pdcs
Se
questo voleva essere un bilancio strumentale, ci si poteva lanciare
in previsioni ultra ottimistiche, invece è un bilancio di
Assestamento onesto, fedele allo spirito di revisione degli
stanziamenti legato al funzionamento della macchina statale. Vero è
che nella versione presentata gli emendamenti potevano avere un
contenuto politico, ma la maggioranza non si è stracciata le vesti
per rimandare la discussione su certi temi. Su qualcuno però si è
persa un’opportunità. Sul raddoppio del finanziamento ai partiti: è
tra le proposte che fanno scena e catalizzano l’attenzione, siamo in
una fase particolare ed è un colpo ad effetto l’annullamento del
raddoppio. Molto spesso però gli effetti speciali non fanno vedere
le cose importanti che passano sotto traccia e hanno permesso di fare
risparmi. Rispetto agli oneri della politica, non è stato certo
grazie all’opposizione che si è arrivati a giungere as un sistema
nuovo sulla riduzione e sterilizzazione delle entrate ai partiti,
legandole proporzionalmente alle entrate. In 5/6 anni si è arrivati
a un risparmio considerevoli, affrontato bene dai partiti. La
revisione dei costi della politica, rispetto quanto possa essere
ritenuto equo, ci vedrà sempre disponibili, mi associo
all’attenzione dei contributi privati, una riflessione deve essere
fatta.

Repliche

Gian
Carlo Capicchioni, segretario di Stato
Mi
auguro un risultato migliore per la riduzione disavanzo, in questa
sede l’obiettivo era più importante invece il risultato di riduzione
è modesto. Ciò è dovuto ad alcuni settori su cui si è dovuto fare
una variazione in aumento nei capitoli di spesa e sui trasferimenti.
Il primo settore è quello delle imposte indirette, è vero l’imposta
monofase sta registrando un incremento importante, gli operatori ci
stanno chiedendo da due anni a questa parte un incremento di rimborsi
alle esportazioni. Altro fattore è quello previdenziale, l’Iss ci ha
chiesto un trasferimento maggiore di 4 mln e mezzo complessivi anche
sui fondi pensione. Questo Paese ha necessità estrema di riforme
strutturali che riescano a fermare o stabilizzare i conti pubblici e
la riforma pensionistica e quella delle imposte indirette sono
pilastri necessari. E’ una mancanza di questo governo, faceva parte
del programma di legislatura e siamo in ritardo. Queste due riforme
sono necessarie per dare stabilità al sistema. A queste si aggiunge
la riforma sul mercato del lavoro che deve essere attuata prima
possibile. Quello che manca al paese: non si può pensare di
aumentare le imposte e ridurre spese in modo tale da accantonare
riserve, al Paese servono le basi per dare sviluppo al Paese.

Articolo 10.(Finanziamento dei Partiti e
Movimenti Politici)

Cinque gli emendamenti proposti: uno
abrogativo di Rete, quindi quattro di Su-LabDem-C10, Upr, Ap, e dei
consiglieri del Psd riconducibili a “Per”. Di questi quattro
emendamenti uno è abrogativo, il secondo modificativo per eliminare
il raddoppio del contributo, il terzo modificativo in subordine per
ridurre il contributo elettorale, il quarto per dimezzarlo. T
utti
gli emendamenti sono respinti.

L’articolo 10 viene approvato così
come presentato.

Elena
Tonnini, Rete
Noi
chiediamo in ottica di risparmio per il rilancio dello Stato che si
stabilisca che il raddoppiamento al finanziamento annuale ai partiti
non venga erogatosi, si tratta di 1,1 mln di euro. Tutti gli anni
proponiamo questa iniziativa e tutti gli anni ci date dei demagoghi,
quest’anno ci accusate di danneggiare la democrazia. Bel modo di
intendere la democrazia, è diventato un modo per giustificare gli
sponsor. Ma noi non chiediamo di togliere il finanziamento ai partiti
che già ricevono 1 mln e 100 mila euro all’anno. Vogliamo che ci sia
il segnale che i partiti e i movimenti siano in grado di gestire il
finanziamento per poter gestire le elezioni stesse. Chiediamo solo di
togliere il raddoppiamento che, a nostro avviso, non è giustificato
in un momento in cui la politica non ha dato grandi dimostrazioni di
contenimento della spesa pubblica. Dovremmo essere i primi a
dimostrare di essere capaci di gestire i soldi che ci arrivano dallo
Stato. Si tratta solo di un segnale di buon senso da parte dall’Aula
consiliare. Noi diciamo che serve il finanziamento ordinario ai
partiti e ai movimenti nel momento che li traducono in attività
utili al Paese. I poteri forti come sponsor esistono
indipendentemente dal raddoppiamento, la votazione di oggi per la
Reggenza ne è stata una dimostrazione.

Andrea
Zafferani, C10
Presentiamo
4 emendamenti. Preciso di non usare argomentazioni tragiche che non
hanno niente a che vedere con la questione. Nessuno vuole abolire il
finanziamento ordinario ai partiti, si può ragionare sul quanto. Un
finanziamento alle forze politiche serve proprio per evitare siano
preda dei potentati. A volte purtroppo succede lo stesso, anche con
il finanziamento pubblico, è una degenerazione che va combattuta.
Esuliamo da questo. Qui parliamo di finanziamento per la campagna
elettorale delle forze politiche che si può fare con molta più
morigeratezza di quanto si faccia. Questi gli emendamenti presentati
da C10-SuLabdem- Ap-Upr e dal gruppo di consiglieri del Psd “Per”.
Il primo emendamento è abrogativo dell’articolo del governo che
prevede il raddoppio del finanziamento, si prevede anche di
differenziare la base di partenza dei partiti che deve essere
equivalente. Oggi, per esempio, nuove liste prendono zero, alcuni
partiti 400 mila euro mentre tutti dovrebbero partire sullo stesso
piano. Il secondo propone l’abolizione del raddoppio. E’ nella stessa
logica. Il terzo in subordine prevede un contributo totale di 250
mila euro suddiviso in parti uguali a tutti i partiti che partecipano
alle elezioni, per le nuove liste prevediamo un rimborso-spese, per
mettere tutti sullo stesso piano. L’ultima proposta che facciamo in
subordine è quella di dimezzare il contributo elettorale attuale,
passando a 550 mila euro.

Valeria
Ciavatta, Ap
L’Articolo
7, così come modificato articolo 22, titolato “norme per ampliare
informazione dei cittadini..”, pone a carico dello Stato diverse
attività per la campagna elettorale, per esempio trasmissioni
radiotelevisive con i confronti tra i candidati, la predisposizione
di un sito internet apposito per fare propaganda, i dibattiti nei
Castelli della Repubblica, incontri nelle principali sedi consolari
all’estero. Quando adottata, nel 2007, erano sorte perplessità per
le ulteriori spese che questa disposizione includeva, come la
spedizione dei programmi elettorali agli elettori. Inutile è
certamente ridurre poi le spese per partiti se si gonfia questo
contributo. Per esempio, i viaggi nelle sedi consolari estere possono
arrivare a spese molto alte se si aumenta il numero di
rappresentanti. Avendo reintrodotto la preferenza per gli elettori
esteri, è evidente che c’è più interesse da parte delle liste a
far partecipare più persone. Vorrei mettere in guardia dal fatto che
si rischia di togliere da una parte, per mettere di più dall’altra.

Marco
Podeschi, Upr
Sollevo
un ulteriore questione. I segretari di Stato che decidono di
candidarsi potranno fare campagna elettorale con le risorse
pubbliche, ci sono infatti già segretari che vanno quotidianamente
sui giornali, fanno conferenze stampa su conferenze stampa. Così,
mentre i partiti e i movimenti con questi finanziamenti devono pagare
i propri dipendenti e le poste, chi è al governo e sarà candidato
può spedire come vuole e utilizzare un addetto di segreteria per
fare campagna elettorale. E nessuno va a vedere se in questi mesi i
segretari di Stato fanno ordinaria amministrazione o una campagna
elettorale scatenata come stanno facendo. Qualche riflessione va
fatta in prospettiva su chi è al governo che fa politica
professionalmente e asfalta giornali e tv con i nostri soldi facendo
propaganda. Così, allo stesso modo, mentre noi chiediamo di togliere
i costi della politica, la Tv e i giornali aumentano spese
inserzioni.

Andrea
Belluzzi, Psd
In
questo Consiglio siedono 60 dilettanti della politica. Il problema
del finanziamento della politica è correlato alla riduzione del
dilettantismo nella politica. Nel nostro Paese il ruolo di
consigliere è di altissima sobrietà e si percepisce un compenso che
è il decimo di quello dei parlamentari italiani. Andando a ridurre
il finanziamento solo eliminando il raddoppio, va a snaturare il
progetto originale relativo al ruolo di partiti e consiglieri.
Sarebbe molto più ragionevole prevedere una riforma sia che tenga
conto e vincoli ad una destinazione precisa i contributi pubblici:
ogni partito deve avere una quota per esempio destinata alla
formazione, un’altra alla comunicazione, una quota per l’attività
ordinaria. E se non li spende per queste attività, non li prende.
Così vale per il contributo dei consiglieri, il tutto per evitare il
dilettantismo. Oggi invece stiamo a litigare e discutere per
modificare delle somme senza entrare nel merito della spesa. Questo è
un errore grave.

Luca
Santolini, C10
Si
sta deviando la discussione sul raddoppio che avviene per finanziare
la campagna elettorale sul finanziamento tout court. Si deve
piuttosto ragionare su come è strutturato oggi il contributo, ovvero
proporzionato sulla base delle liste che hanno rappresentanza in
Consiglio, viene così erogato in modo non consono allo scopo. Tutto
quello che viene fatto, al di là della campagna, è un altro
discorso. Per questo non ha senso ci siano differenze elevate tra le
liste con più o meno rappresentanza o con le liste nuove che non
sono presenti in Aula. Il focus è secondo me prevedere una
distribuzione equa.

Matteo
Zeppa, Rete
Qui
si tratta di razionalizzare le spese che la politica ha in campagna
elettorale, punto. Gli emendamenti che abbiamo presentano noi o altri
gruppi vanno lì. Il resto sono giustificazioni per qualcosa che non
si è fatto. Altra cosa, bisognerebbe guardare quanto costa la
campagna. Noi nel 2012 abbiamo rinunciato a fare viaggi elettorali a
spese dello Stato, facendo viaggi in Europa a spese nostre. Invito a
fare car-sharing per esempio. Non si tratta di togliere finanziamenti
pubblici ai partiti ma di andare ad essere razionali e conseguenti al
momento che sta vivendo il Paese, creato dalla malagestio della
politica nei confornti della cittadinanza. Il raddoppio si toglie e
si fa con quello che si ha. Altrimenti ci si arrangia, si fa del
volontariato. Non svegliamoci adesso per dire che bisogna fare
formazione. Noi abbiamo funzionari in sede, ma il nostro bilancio è
in positivo. E sono fiero di essere un dilettante. Altri politici non
dilettanti ne hanno combinate.

Tony
Margiotta, Su-LabDem
Intervengo
a sostegno degli emendamenti Su-LabDem, C10, Upr, Ap, Per. Anche Rete
ha esposto le proprie motivazioni che ci trovano in linea. Ci sembra
in questo momento anzi un segnale da dare alla cittadinanza stessa la
rinuncia del raddoppio del finanziamento. Non entro nel merito sulla
faccenda dilettanti-professionisti, ogni partito o movimento ha il
suo metodo e le sue dinamiche e proprie storie, il finanziamento
stesso serve per non andare a trovare finanziamenti privati che
possono usare gli stessi finanziamenti ai partiti per interessi
propri. E’ importante il finanziamento pubblico ma anche fare un
passo indietro e chiedere l’abrogazione del raddoppio.

Guerrino
Zanotti, Psd/Per
Anche
noi abbiamo sottoscritto l’Odg, la politica ha necessità di essere
sostenuta per operare in piena autonomia, ma in un momento di
difficoltà del Paese non è demagogia fare la propria parte quando
forse con la spending review non sono arrivati i risultati previsti.
Non credo sia quindi scandaloso pensare alla riduzione del
finanziamento straordinario. A Giovagnoli: il percorso con Ssd ci ha
visto condividere l’analisi sul Paese e le soluzioni e le risposte.
Nel gruppo Ssd, anche se la distanza dei 15 metri non permetterà in
aula l’unisono perfetto, il rimbombo sarà sempre inferiore allo
stridore delle posizioni del resto del Psd con la Dc.

Gian
Carlo Capicchioni, segretario di Stato, replica
La
mia posizione sugli emendamenti è di affidarsi alle determinazioni
dell’Aula. Il governo ha presentato l’articolato come prevede la
norma.

 

San
Marino, 19 SETTEMBRE 2016/03

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