Sole 24 Ore
Partono i controlli agli sportelli di confine – Al via controlli sugli istituti nelle aree “calde”
di Antonio Criscione
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Un piano di controllo per verificare la trasmissione all’archivio dei conti dei dati che gli intermediari sono obbligati a trasmettere all’anagrafe tributaria. Da quanto risulta al Sole 24 Ore i controlli, pronti a partire, dovrebbero interessare gli intermediari finanziari che hanno filiali nelle zone limitrofe ai cosiddetti paradisi fiscali vicini all’Italia (Svizzera, San Marino, Montecarlo) o in grossi centri di interesse economico finanziari.
L’operazione arriverebbe così all’indomani della circolare dell’agenzia delle Entrate che ha fissato per le banche il compito di trasmettere all’archivio dei conti anche i dati relativi ai conti detenuti all’estero in filiali di banche italiane. Anche se al momento non risulta ancora se le Entrate abbiano fissato i tempi per la comunicazione dei dati di questo tipo in possesso degli istituti di credito.
È verosimile che i dati raccolti dai verificatori saranno poi confrontati con quelli in possesso dell’anagrafe tributaria, per controllare infedeltà (totali o parziali) dei dati comunicati. In caso di violazioni, ovviamente, gli istituti si esporranno alle sanzioni previste dalla legge, che possono arrivare fino a 20mila euro (con il rischio di cumulo se le sanzioni dovessero essere inflitte da uffici fiscali diversi) .
In ogni caso un intervento di ‘vigilanza’ sugli istituti credito, in tempo di scudo fiscale, sembra destinato a dare forza allo strumento delle indagini finanziarie a cui sempre pi l’agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza fanno riferimento per gli accertamenti dell’evasione fiscale.
Con le indagini, infatti, è spesso facile trovare quegli «ulteriori elementi» che servono a corroborare un accertamento, sia esso fatto con lo strumento del redditometro o degli studi di settore. L’archivio dei rapporti con gli intermediari finanziari contiene, infatti, l’elenco di tutti i rapporti tra contribuenti e appunto – intermediari, La banca dati non contiene direttamente il contenuto dei conti o degli altri rapporti, ma serve per individuare a chi gli organi verificatori devono rivolgersi fare un’indagine su un contribuente. Con le comunicazioni per via telematica, poi, l’acquisizione dei dati concreti ha tempi molto ve- bei. Gfi stessi controlli dell’amministrazione finanziaria sono molto pi rapidi perché un software elaborato a questo scopo t’ripulisce i dati dei conti da operazioni non sospette (per esempio pagamento di bollette e movimenti legati alla vita personale dell’«indagato»).
Con il tempo, peraltro, l’archivio si è andato arricchendo di dati ulteriori rispetto a quelli originariamente previsti. Per esempio si sono aggiunte le deleghe su conti altrui e le operazioni fuori conto di cui, però , viene comunicata solo la prima per ciascun anno, perché la «filoso1i » dell’archivio è quella di essere un’anagrafe). E, successivamente, con l’apertura ai conti delle filiali di banche italiane all’estero (circolare 42/E del 2009, si veda «Il Sole 24 Ore» del 25 settembre), l’archivio ha messo le mani anche su dati finora ‘sconosciuti’ all’amministrazione italiana.