Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: Vulcano, tre clan attorno a Fincapital: Vallefuoco, Mariniello e Casalesi.

Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: Vulcano, tre clan attorno a Fincapital: Vallefuoco, Mariniello e Casalesi.

L’Informazione di San Marino

Vulcano, tre clan attorno a Fincapital

 Vallefuoco, Mariniello e Casalesi. Quadro inquietante tracciato dal comandante dei Ros al processo a Rimini 

Antonio Fabbri

RIMINI. E’ una ricostruzione articolata e precisa quella fatta
dal Maggiore Elvio Sabino Labagnara, comandante della Sezione
anticrimine dei Ros di Bologna. Una ricostruzione che dà conto di come,
nel periodo cui si riferisce l’indagine Vulcano
tra la fine 2010 e l’inizio del 2011, la Riviera e San Marino fossero
in balia di almeno tre clan. Tre gruppi camorristici che, entrati in
conflitto tra loro prima dell’estate 2010, in seguito, nell’ottobre di
quell’anno, si erano rappacificati e operavano insieme taglieggiando gli
stessi impenditori, in particolare Michel Burgagni e la compagna, e
Luigino Grassi.


I tre gruppi criminali
.
Secondo la ricostruzione fatta dal maggiore dei Ros,
Labagnara, il gruppo maggiormente radicato 
in
territorio era quello che faceva capo a Franco Vallefuoco. A lui
facevano riferimento i soggetti sammarinesi entrati nell’indagine, in
particolare Roberto Zavoli, ieri contumace, e Livio Bacciocchi che non è
imputato in questo processo e che dovrà comparire, presumibilmente
nella prossima udienza del 2 aprile, in qualità di testimone.Il
secondo gruppo era quello
degli acerrani, capeggiato
dai fratelli Mariniello,
uno dei quali è Giuseppe
detto “zio Peppe” . Anche
nel soprannome, “zio”,
“c’è una attestazione dello
spessore e dell’autorità
che nel contesto criminale
il soggetto assume”, ha
specificato il Maggiore
dei Ros. Poi c’è il terzo
gruppo, che come risulta
dalle indagini, si era
insediato in Fincapital, e
faceva capo a francesco
agostinelli, cui si riferivano
soggetti come Pasquale
Maisto, Massimo
venosa e francesco sinatra,
oltre a salvatore
Di Puorto, collegato con i
casalesi del clan Schiavone.
Tra questi tre gruppi,
entrati in conflitto prima
dell’estate 2010, il 20 ottobre
di quell’anno c’è un
incontro chiarificatore nel
quale avviene la rappaci-
ficazione. Pace che viene
suggellata il giorno dopo
con la consegna di due
furgoni Renault da parte
dei fratelli Luciano, facenti
capo al gruppo di
Mariniello, alla Fincapital
che in quel momento era
in mano ad Agostinelli.
Consegna, ha sottolineato
Labagnara, che ha dunque
anche un valore simbolico
di ritrovata intesa.
I furgoni erano acquistati
in leasing da Fincapital e
nella disponibilità di Michel
Burgagni. Labagnara
ha ripercorso le intimidazioni
ai danni Grassi e
quelle subite da Burgagni,
anche percosso dai membri
del clan, e oggetto minacce
con la pistola e di
intimidazioni nelle quali i
membri dei gruppi criminali
gli facevano sapere
di conoscere quale asilo
frequentavano i figli.
La forza intimidatoria
La forza intimidatoria dei
gruppi criminali era tale
che nessuna delle vittime
ha autonomamente denunciato
i fatti. Solo quando
chiamati dai Ros, che da
tempo stavano conducendo
le indagini, sono stati
invitati a farlo e ad avere
un contatto con le forze
dell’ordine, hanno collaborato
con gli agenti.

L’attività frenetica
sotto natale

Emblematico notare come
attorno alle festività natalizie
del 2010, l’attività dei
tre gruppi diventa più frenetica,
allo scopo di capitalizzare
il più possibile.
“Comportamento che
rientra nella logica criminale
di queste organizzazioni
– ha sottolineato
il maggiore dei Ros -che
in particolare in vista del
Natale cercano di capitalizzare
più che possono
per trascorrere le feste in
stato di agiatezza, sia per
i liberi sia i familiari dei
detenuti”.

Gli atti estorsivi
Il Maggiore dei Ros ha
spiegato come avvenivano
gli atti estorsivi, ribadendo
quanto è emerso
nelle indagini. Di fatto il
gruppo Vallefuoco, che
veniva contattato per un
recupero crediti tramite
la Ises, recuperato il credito
per conto del cliente
gli consegnava dei titoli,
assegni postdatati o cambiali,
ma si faceva subito
consegnare una somma in
contanti a titolo di pagamento
per il lavoro svolto.
Quando il committente
andava ad incassare i titoli,
però, questi nella maggior
parte dei casi risultavano
scoperti. Tornava
quindi da Vallefuoco per
fare le sue rimostranze,
ma il più delle volte il
gruppo criminale finiva
per spillargli altri soldi attraverso
l’intimidazione.
Tra i beni estorti anche
orologi Rolex, i furgoni di
cui si è già detto, e abiti.


Presenti in aula
Diversi gli imputati presenti
in aula. Tra questi,
detenuti dietro i vetri della
cella dell’aula “Falcone
e Borsellino” di Rimini,
c’erano Franco Vallefuoco,
francesco sinatra e
francesco agostinelli.
Presente in aula anche
Leo raimondi, uno dei
due imputati sammarinesi.
L’altro è roberto Zavoli
che era contumace.
Al termine dell’udienza
Agostinelli ha voluto
rilasciare dichiarazioni
spontanee, ma appena
ha cominciato a parlare,
trattandosi di considerazioni
e domande e non
dell’esposizione di fatti,
è stato fermato dal presidente
della Corte, Massimo
Di Patria, che ha
quindi tolto l’udienza aggiornandola
al prossimo 2
aprile.

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