ll movimento Rete ha depositato -presso la Segreteria Istituzionale- un’unterpellanza per richiedere chiarimenti rispetto al passato e al presente per quanto riguarda il versante sammarinese dell’attività di Vittorio Emanuele Bianchi, medico radiato dall’albo e finito agli arresti domiciliari.
Come può un medico radiato dall’albo (in ambito sportivo) e finito agli arresti domiciliari, esercitare indisturbato, da anni, a San Marino? Eppure Vittorio Emanuele Bianchi, noto medico riminese tra i protagonisti dell’inchiesta “Anabolandia” iniziata a seguito di un servizio di Striscia la Notizia, e finito agli arresti domiciliari nel 2011 insieme ad altre persone dell’industria farmaceutica Sandoz, pare collabori ininterrottamente con la Repubblica da tredici anni. Secondo i carabinieri del Nas di Bologna, che hanno portato avanti l’inchiesta “Anabolandia” coordinata dalla Procura di Rimini, Bianchi faceva parte di un’associazione a delinquere che, con la complicità di dirigenti, informatori scientifici ecc, era finalizzata a favorire la prescrizione, approvvigionamento e assunzione, anche nei confronti di minori, di ormoni, anabolizzanti, ecc.
(…) Nei progetti di Bianchi e dei rappresentanti della Sandoz c’era anche il progetto di trasferire tutta l’attività a San Marino ritenendo così di essere al riparo da inchieste convogliando in un centro medico appositamente realizzato tutti gli atleti e i culturisti seguiti dal medico. Non sappiamo se il centro medico sia stato realizzato, ma sembra comunque che il legame tra il dott. Bianchi e la Repubblica di San Marino esista da tanti anni. (…)
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Leggi la nota del dott. Vittorio Emanuele Bianchi (7/2/2015)