Contratto industria: tutti i numeri del referendum

Contratto industria: tutti i numeri del referendum

Sono 2.634 i sì che hanno dato il via libera al contratto industria firmato da CSU e ANIS.

I dati ufficiali del referendum nelle fabbriche sono stati resi noti oggi in una conferenza stampa. Due gli obiettivi raggiunti: aumentare le retribuzioni e mantenere un contratto unico nazionale.

Complessivamente sono state 152 le assemblee dove si è votato.

Il sì ha prevalso in 141 aziende , il no in 12.

I lavoratori aventi diritto di voto nelle assemblee aziendali sono stati 5.540, i votanti 3.612, i voti validi 3.580.

Il sì ha totalizzato 2.364 voti, pari al 73,6%; il no ha toccato quota 946, pari al 26,4%. Le schede bianche sono state 26 (0,7%) e le nulle 6 (0,1%).

I segretari della Federazione Industria, Enzo Merlini (CSdL) e Giorgio Felici (CDLS), hanno spiegato che questo “è il quarto contratto che è stato approvato dai lavoratori attraverso un referendum nelle aziende, ma il difficile momento storico-economico che sta attraversando San Marino aggiunge un valore più ampio e significativo al risultato di questa consultazione”.

“Crollati i vecchi pilastri del sistema economico, – continuano i due segretari – ovvero società anonime e segreto bancario, l’unica strada per dare una prospettiva di sviluppo a questo Paese è quella di puntare all’economia reale e al lavoro serio. Non c’è dubbio che il contratto approvato a stragrande maggioranza dai lavoratori va in questa direzione”.

Due gli obiettivi raggiunti: “Aumentare le retribuzioni e mantenere un contratto unico con regole chiare e precise in materia di orari e flessibilità, regole cioè che valgono per le aziende con 1 dipendente e per aziende con 600 dipendenti”.

Netta la presa di posizione dei segretari FLI-CSU contro la contrattazione aziendale: “Smantellare la struttura del contratto nazionale unico significa solo far regredire i diritti dei lavoratori. Parlare di contrattazione aziendale in un tessuto imprenditoriale composto da circa 700 aziende sotto i dieci dipendenti è davvero una favola, una brutta favola dal titolo si salvi chi può”.

In merito poi alla decisione di Usl e Osla di firmare un contratto parallelo, la Federazione industria della CSU sottolinea che “si rischia il caos, a discapito di tutti: imprenditori e lavoratori”.

Avvertono Merlini e Felici: “Sarà pur vero che saranno le aziende possono decidere quale contratto applicare, ma se qualcuno solleva il tema dell’erga omnes tutto finisce nelle mani di un giudice, con il forte rischio che entrambi i contratti vengano smontati e azzerati. Il che aprirebbe una pericolosa deriva di instabilità per il nostro sistema economico, che invece ha bisogno di regole certe per impedire la fuga delle aziende e attirare nuovi investimenti”.

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