Convegno di studi “Tecnologia, Impresa e Territorio”

Convegno di studi “Tecnologia, Impresa e Territorio”

Convegno di studi
“Tecnologia, Impresa e Territorio”
Repubblica di San Marino
15-16 Maggio 2009

1. Premessa
Il Convegno vuole rappresentare un’occasione di riflessione da parte di studiosi e operatori su nuovi rapporti e relative forme organizzative, che possono proficuamente instaurarsi, nelle diverse aree territoriali, tra cambiamento tecnologico e sviluppo economico.
L’analisi potrà tentare di comporre in una visione organica problemi antichi e nuovi dello sviluppo economico del territorio, che a seguito della grave crisi in atto stanno assumendo dimensioni che possono divenire drammatiche.
Sono certamente problemi antichi: la presenza anche nell’Italia centrale di aree territoriali a ritardato sviluppo (i cosiddetti “coni d’ombra”), la scarsità e precarietà delle vie di trasporto e comunicazione, le deboli iniziative di tutela dell’integrità del territorio e di conservazione del patrimonio artistico-culturale ecc.
Sono problemi nuovi la progressiva “evaporazione” dei Distretti industriali, l’insufficiente risposta degli Enti Regione al ruolo assegnato loro, anche in tema di sviluppo della tecnologia nel territorio, dalla Legge n. 59 del 15/3/57 (trasferimento delle competenze ex-titolo V della Costituzione), la presunta inutilità di alcuni Enti territoriali come Province e Comunità montane ecc.

2. Le risposte alla crisi
In particolare, non si può ignorare, infatti, come nei mercati internazionali, anche per la crisi economica in corso, si sia ulteriormente acuita la competizione.
Anche le grandi imprese globali stanno ridisegnando le loro strategie, volte, prima, a resistere, salvaguardando le quote di mercato, e poi a rilanciarsi, dando fondo ai loro progetti innovativi.
In questi scenari segnati dall’incertezza, quale posizione saprà mantenere il sistema delle P.M.I. italiane nei mercati internazionali?
In molti studi, secondo le esperienze del passato, le P.M.I. nel concerto dei distretti hanno dimostrato di saper resistere bene – anzi avvantaggiarsi – nei momenti di crisi.
I nuovi contesti di mercato e l’avvento delle nuove tecnologie hanno messo in evidenza le difficoltà e i limiti delle P.M.I. a ridisegnare la loro operatività; d’altra parte i vantaggi di efficienza che in precedenza ottenevano dall’esser parte di un’area sistema, il “distretto”, si sono gradualmente erosi per le generali evoluzioni avvenute nell’organizzazione delle industrie, governate da nuovi regimi tecnologici e rapporti di competizione.
Il convegno ha l’ambizione di far riflettere sui principali cambiamenti in corso nell’organizzazione delle attività produttive. Tali cambiamenti hanno caratteristiche di particolare complessità in quanto sollecitati da una acuta crisi economica e finanziaria, che probabilmente influirà profondamente nella relazioni tra le grandi aree produttive del pianeta, e che pertanto merita approfondite riflessioni complementari a quelle relative alle tematiche più strettamente industriali e aziendali.
1. Si tratta, insomma, di riflettere sulla necessità che le P.M.I si attrezzino, anche culturalmente, per competere sui mercati sofisticati dei paesi tecnologicamente avanzati, laddove la strategia di delocalizzazione della produzione nei mercati emergenti – atout di una politica imprenditoriale attenta soprattutto al differenziale del costo del lavoro – è stata resa asfittica dalla crisi economica in atto. Per perseguire la nuova prospettiva, le P.M.I. devono, per così dire, “irrobustire” i modesti valori tecnologici che, generalmente, contraddistinguono il loro prodotto.

2. In particolare, vanno attivati decisi percorsi di innovazione. Fanno parte del “nuovo” possibile i recenti, nuovi paradigmi della diffusione dell’innovazione tecnologica (Open innovation) oltre al recupero e potenziamento, anche in Italia, dei Parchi scientifici e tecnologici (quali fattori della promozione del binomio innovazione – internazionalizzazione), i progetti di trasferimento tecnologico, la strutturazione di nuove forme di collaborazione tra Università e sistemi territoriali di imprese (soprattutto piccole e medie).
3. A tal fine è necessaria, altresì, una rinnovata politica industriale a sostegno dell’innovazione che può trovare un’adeguata espressione nelle misure regionali di rafforzamento del patrimonio tecnologico delle imprese medesime, così da consentire loro uno sviluppo anche nei mercati internazionali non motivato solamente dal differenziale del costo del lavoro.
4. Inoltre, le P.M.I. possono, per competere su mercati più sofisticati, rinnovare il proprio prodotto inserendo quei valori estetici e culturali che già contraddistinguono il “Made in Italy”.
5. Resta indispensabile supporto a tale percorso, un’innovazione gestionale, che fornisca alle imprese adeguate conoscenze sui mercati internazionali e soprattutto efficace ed efficiente assistenza finanziaria, evidenziando così l’ineludibile ruolo che le banche – soprattutto quelle fortemente radicate sul territorio – sono chiamate a svolgere.

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