Convenzione monetaria San Marino Ue. Giuseppe Maria Morganti, La Tribuna Sammarinese

Convenzione monetaria San Marino Ue. Giuseppe Maria Morganti, La Tribuna Sammarinese

La Tribuna Sammarinese

Domani a Bruxelles la firma sulla nuova convenzione monetaria che consente
di continuare ad usare l’euro

Accordo tenuto segreto: si prefigura una
rivoluzione del sistema finanziario entro il 2015

  Fonti europee
confermano che San Marino dovrà adottare la quasi totalità delle normative
comunitarie ma ancora non si prevede la possibilità di operare fuori dai confini
della Repubblica

Giuseppe Maria Morganti

 

Il riciclaggio del denaro, questa la vera preoccupazione del
Consiglio dell’Unione Europea che nel corso del 2009 si è fatto
promotore di un’azione molto determinata nei confronti dei piccoli Stati
affinché questi, nonostante la loro esclusione dagli obblighi della
direttiva 60/2005, debbano comunque adeguarsi. Lo strumento individuato
non poteva che essere quello della revisione della convenzione monetaria
che lega i piccoli Stati con l’Unione Europea. Così il Consiglio ha
chiesto alla Francia di rinegoziare l’accordo con Monaco e all’Italia di
fare la stessa cosa con il Vaticano e San Marino. Apparentemente
l’effetto è quello di ridefinire i contingenti di monete in euro che
questi tre Stati possono emettere per le esigenze dei collezionisti e
come pura moneta circolante, ma sostanzialmente l’obiettivo è invece
quello di vincolare i sistemi finanziari di tali Paesi alle norme
europee in materia bancaria e finanziaria, al fine di eliminare alla
radice il problema di avere all’interno dell’area euro segmenti
operativi non perfettamente adeguati alle regole comunitarie. L’accordo è
stato relativamente semplice per il Vaticano che già il 17 dicembre
2009 ha siglato l’accordo con le autorità europee. Per il Vaticano, data
la peculiarità del sistema bancario chiuso, il problema è stato quello
dell’adeguamento alla normativa antiriciclaggio e anticontraffazione
delle monete. L’impegno è stato mantenuto e già il 31 dicembre 2010 il
territorio della Chiesa ha superato il proprio esame. Per Monaco,
sebbene la firma sia avvenuta solo il 29 novembre 2011, il problema è
stato ancora meno impegnativo in quanto le regole del sistema bancario
monegasco sono le stesse del sistema francese in una sorta di
integrazione protettiva dell’uno sull’altro sistema. Per San Marino il
percorso si è rivelato molto più complicato tanto che il via libera
dell’Italia è avvenuto solo a gennaio 2012, dopo una controversa
riunione mantenuta nel più stretto riserbo. Alla fine la richiesta di
adeguamento per San Marino non riguarda solo la materia del riciclaggio,
ma la quasi totalità delle norme europee in materia finanziaria.
Sebbene il testo definitivo della convenzione che verrà firmata domani a
Bruxelles, nella nuova logica politica attuata in questa legislatura è
stato mantenuto segreto dal governo, dalle fonti documentali europee è
possibile avere qualche delucidazione sugli impegni che la Repubblica di
San Marino sottoscriverà. Di fatto nell’ordinamento sammarinese verrà
trasposta grande parte della normativa comunitaria in materia bancaria e
finanziaria, con particolare riguardo alle attività di vigilanza, agli
standard per la gestione dei rischi degli intermediari (banche e
finanziarie) secondo gli schemi più evoluti (Basilea 3), alla
prevenzione del riciclaggio di capitali illeciti, alla prevenzione della
frode e alla contraffazione dei mezzi di pagamento, fino all’obbligo
della trasmissione dei dati statistici. Si tratta di parti sostanziali
dell’acquis comunitario che dovranno essere adottate da San Marino entro
il 1 gennaio 2015, con la supervisione della Corte di Giustizia Europea
posta a vigilare sulla loro piena applicazione. Pare che l’accordo
definito preveda l’assistenza dei tecnici europei per aiutare San Marino
ad adeguarsi alle nuove regole, aiuto che sarà indispensabile dati i
radicali cambiamenti che vengono richiesti al sistema per continuare ad
esistere. In questa situazione un vantaggio pare possa prefigurarsi,
quello di ottenere, una volta a regime le nuove regole, la possibilità
per gli operatori sammarinesi di agire sul mercato comunitario, ma
questa condizione non sarebbe per il momento prevista nell’accordo,
anche se potrà essere spesa diplomaticamente in sede di negoziati sia
con l’Italia che con l’Europa stessa. La convenzione prevede invece come
contropartita, l’ innalzamento del contingente di monete in euro che
potranno essere coniate con l’effige sammarinese: 500 mila euro in più.
Ma non è certo questo il motivo per cui Bruxelles chiede di firmare.

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