Corriere della Sera, Cessna atterrato a San Marino, Mario Gerevini

Corriere della Sera, Cessna atterrato a San Marino, Mario Gerevini

Corriere della Sera

L’aereo per San Marino e i tre imprenditori

Mario Gerevini

È difficile tirare a fine mese con un reddito sotto la soglia di povertà e un Cessna da mantenere. E’ la condizione in cui purtroppo si trovano i tre non più misteriosi individui che intorno alle 10 del 14 ottobre atterrarono, cappottandosi, al piccolo aeroporto di San Marino (vedi Corriere del 28 ottobre). Nonostante l’incidente, uscirono di corsa dal velivolo, e due di loro si dileguarono con la ventiquattrore in direzione Monte Titano, ripresentandosi nel pomeriggio: invece del taxi, però , c’era un elicottero ad aspettarli.

Così mentre San Marino si interrogava sugli effetti dello scudo, sul trattato con l’Italia da firmare, sulla grana della Cassa di San Marino con il gruppo Delta, qualcuno (in Italia) si è fatto qualche domanda su quei tre connazionali in Cessna usciti di pista sotto gli occhi vigili di un cacciatore chiacchierone.

Da una parte le preoccupazioni degli ultimi giorni su un rischio crac del «sistema» San Marino sono state respinte con voce corale: politici e Banca Centrale (Bcsm) sopra tutti. «Io penso ha detto Biagio Bossone, presidente della Bcsm che il nostro sistema sia sostanzialmente forte, non temiamo assolutamente un crac».

Dall’altra parte, sul fronte Cessna, si è saputo che due dei tre a bordo, Adriano Marchetto e Marcello Bevilacqua di Latina, sono i titolari della società intestataria dell’aereo, la Sal Servizi Aerei Latini. Marchetto ha una serie di aziendine che operano in diversi settori, dal commercio di pesce e molluschi fino all’edilizia. Con loro come passeggero pare ci fosse un certo Frank Moratti, forse un italoamericano con interessi nel mondo della finanza. Tutti, comunque, ai limiti dell’indigenza.

La «pratica», secondo fonti dell’aviazione civile italiana, sarebbe sul tavolo della Guardia di Finanza per un doveroso controllo. Ma nulla, per ora, che faccia nemmeno lontanamente pensare a manovre elusive o d’altro tenore. E dunque nelle ventiquattrore così gelosamente incollate al polso dopo il cappottamento, potevano esserci soltanto spazzolino, dentifricio e canottiera di ricambio. Una scampagnata in Cessna sul Titano, per evadere dal tran tran quotidiano, vedere la Rocca o il museo dell’emigrante e magari dare una sbirciata a quell’attrazione turistica che è il mini-carcere, 8 posti di capienza. E i pasti in cella serviti direttamente da uno dei migliori ristoranti di San Marino città, «Il Ritrovo del lavoratore».

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