Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: Le mani della camorra sulla Riviera / A Rimini i Casalesi schierano un “esercito” di 45 uomini «Ma ora vogliamo Riccione»
Un esercito a Rimini e, ora, i Casalesi volevano pure Riccione. «Ho 45 ragazzi con me a Rimini, 26 Casalesi – diceva il boss -. Riccione bisogna farlo per forza». Le ultime due grandi inchieste dell’Antimafia di Napoli portano entrambe in riviera. Sia «Staffa» (27 arresti, tra cui il notaio sammarinese Livio
Bacciocchi), sia «Il principe e le schede ballerine» (57 arresti, tra cui il patron del Beach Cafè di Riccione, Flavio
Pelliccioni, per associazione a delinquere e riciclaggio) lasciano emergere un quadro inquietante: almeno due clan – i Vallefuoco e i Russo – dopo aver conquistato Rimini, puntavano alla Perle Verde. Qui, il boss dei Casalesi Franco Vallefuoco – emerge ora dall’informativa della Direzione investigativa antimafia di Napoli – stava per comprarsi uno stabilimento di acqua minerale. Valeva un milione, due per metterlo a posto. Ma il boss, con gli amici, si vantava: «Con la finanziaria a San Marino, riesco ad avere finanziamenti fino a 12 milioni di euro». Ora, poi, con la seconda inchiesta che ha rivelato come broker romagnoli procacciassero soldi per la camorra (per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe), è emersa invece l’attenzione dei Russo sulle proprietà riconducibili a Pelliccioni. «Il Beach non sarà più suo», avverte Nicola Di Caterino (il cugino del boss «O’ padrino»).
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