Corsera, La loggia di San Marino, nello scandalo protezione civile, Valerio Carducci

Corsera, La loggia di San Marino, nello scandalo protezione civile, Valerio Carducci

Roma 6 Maggio 2010 (Corsera.it)

Probabilmente nell’inchiesta sulla Protezione Civile c’è un intoccabile,un tal Cavaliere Valerio Carducci,già noto nelle cronache dell’inchiesta Why Not,chiamato anche lo Sceicco per aver da poco acquistato per diecimilioni di euro un attico a Via del Tritone 46.Valerio Carducci è un componente della Loggia di San Marino,potentissima organizzazione trasversale che conduce affari in Italia.A chi è destinato in realtà il superattico da miliardario arabo?

Case e dimore di lusso in luogo di tangenti,mignotte e ballerini froci,in luogo dei famosi Rolex.Diego Anemone e i suoi collaboratori inzuppavano il liquore della corruzione negli affari di Stato,e avevano raggiunto le sfere più alte del sistema.

Lo scandalo che ha investito la Protezione Civile,ormai sta dilagando in una vera e propria tangentopoli bis.Gli affari della cricca vengono a galla,mentre Claudio Scajola recita il mea culpa per una modesta dimora al Colosseo,il Cav. Valerio Carducci lo Sceicco,acquista per diecimilioni una residenza da sogno a Via del Tritone 46,dirimpetto a quella di un altro esponente del PDL il Senatore Enrico La Loggia,a cui il meraviglioso attico è stato “regalato” per 800mila euro, dalla Pirelli rel estate.Carducci paga dieci milioni e La Loggia 800mila euro.Anche lui ha… ….pagato l’appartamento come un etto di parmigiano,una strepitosa residenza di circa 400mq con terrazze giganti con vista panoramica su Roma antica.Appartamenti trasformati in dimore di lusso grazie alle ristrutturazioni compiute dalle imprese di Diego Anemone.Ma c’è qualcosa che stride in questa storia,quasi tutti i componenti della cricca sono finiti nelle patrie galere,mentre ancora qualcuno,che ha beneficiato del sistema protetto e chiuso degli appalti della Protezione Civile,continua a spendere e spandere,come una mignotta.

Indisturbato,tra gli altri, si muove infatti Valerio Carducci,milioni a palate che escono dai conti della sua società GIAFI srl.Faccendieri del Nord conducono il suo passo felpato nella capitale.Nell’acquisto degli immobili di Via del Tritone 46 il Cavalier Carducci si serve dell’opera di un mediatore professionista,tal Bellini fratello del più potente segretario dell’Anama,che non viene neanche citato nell’atto pubblico di acquisto.Oltre 800milioni delle vecchie lire di elusione delle norme antievasione fiscale e riciclaggio.Carducci aveva infatti l’obbligo di menzionarne l’attività,proprio come prescritto dalla legge.Una palese e gravissima violazione delle norme antievasione fiscale previste dal pacchetto di Pierluigi Bersani.Ma sappiamo tutti che il Cavalier Carducci fa parte di quella Loggia di San Marino,quella pescata dall’inchiesta Why Not,che pare essere protetta da una cappa di vetro(Corsera.it)

Ricostruzione del Corriere della Sera. A beneficiarne erano «politici e prelati», così come ha raccontato Laid Ben Hidri Fathi, l’autista di Angelo Balducci, che del costruttore era diventato collaboratore. Di fronte ai magistrati di Perugia l’uomo ha cominciato a fornire dettagli e identità.

E ha svelato: «Ero io ad accompagnare Diego agli incontri con queste persone. Ricordo in particolare che era in rapporti con monsignor Francesco Camaldo». Si tratta del cerimoniere del Papa, per quindici anni segretario particolare del vicario di Roma cardinal Ugo Poletti. I legami con il Vaticano sono uno dei filoni principali dell’indagine sugli appalti dei Grandi eventi, soprattutto dopo la scoperta che una delle «casseforti» dell’imprenditore era gestita da don Evaldo Biasini, 83 anni.Ma anche perché alcune compravendite di case passavano proprio da enti religiosi come «Propaganda Fide», di cui Balducci era consigliere. Dimore che sarebbero state acquistate seguendo la procedura già scoperta nel caso del ministro Claudio Scajola. L’attenzione della Guardia di finanza si concentra su 15 operazioni sospette: trasferimenti di denaro dai conti di Anemone a quelli dei suoi prestanome— in particolare il geometra Zampolini e la segretaria Alida Lucci—e poi trasformati in assegni circolari da versare al momento del rogito.

Gli incontri
Il testimone—che aveva ricevuto il compito di gestire una serie di conti correnti di Anemone e per questo aveva ottenuto anche la delega ai prelevamenti per contanti—non fornisce dettagli sui contenuti dei colloqui. Ma è preciso nel riferire in quali occasioni portò Anemone da monsignor Camaldo. Sinora l’inchiesta aveva fatto emergere una buona conoscenza tra il prelato e Balducci. Tanto che quando il provveditore è stato arrestato, monsignor Camaldo ha commentato: «Sono molto addolorato, è una persona di assoluta limpidezza morale, conosciuta e stimata in Vaticano da tanti anni, sono certo che dimostrerà la sua completa estraneità alle accuse». Adesso si intravede una rete più ampia. Anche perché nel 2008 lo stesso prelato finì nell’inchiesta avviata dal pm Henry John Woodcock su Vittorio Emanuele di Savoia, sospettato di complicità con alcuni faccendieri inseriti nella massoneria. Per quale motivo incontrava Anemone? Tra gli interessi comuni c’erano soltanto acquisiti e ristrutturazioni di appartamenti, come racconta Hidri Fathi? È presumibile che monsignor Camaldo venga ascoltato dai magistrati di Perugia quando saranno terminati gli accertamenti sulle 15 operazioni sospette emerse nell’indagine.

Rogiti e assegni
Nell’elenco delle persone da interrogare c’è anche il notaio Gianluca Napoleone che ha stipulato tutti i rogiti delle operazioni immobiliari gestite dall’architetto Angelo Zampolini. E sono proprio quelle «anomale » movimentazioni di denaro scoperte sui suoi conti presso la Deutsche Bank e su quelli della Lucci a celare — secondo i pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi— l’acquisto di case che Anemone avrebbe poi intestato ai politici, ai funzionari statali e a quei religiosi che lo avrebbero agevolato nella concessione degli appalti pubblici, ma anche nei lavori di ristrutturazione di interi stabili. Per questo, oltre alle verifiche effettuate presso istituti di credito e banche dati finanziarie, l’interesse degli investigatori si concentra sulle mappe catastali per rintracciare eventuali cambi di destinazione d’uso e verificare i proprietari degli appartamenti che spesso risultano intestati a società.

I sacerdoti
In questo vorticoso giro di case si inseriscono gli affari gestiti da Balducci e Anemone attraverso «Propaganda Fide» e soprattutto la Congregazione del preziosissimo sangue di cui era economo don Evaldo Biasini, che nella sua cassaforte conservava contanti messi a disposizione del costruttore in caso di emergenza. Il sacerdote, missionario in Africa, ha poi raccontato di aver messo a disposizione del costruttore i conti dell’Ente, di fatto utilizzati per depositare assegni e prelevare contanti.
Leggendo il verbale della perquisizione nella sede dell’Istituto dai Ros, si scopre che oltre a don Evaldo altri preti erano a conoscenza delle strane movimentazioni effettuate per favorire il costruttore. Afferma il sacerdote: «Sui depositi della Congregazione, intestati a me perché rivesto la carica di economo, sono autorizzati ad operare don Giuseppe Montenegro quale rappresentante legale e don Nicola Giampaolo, direttore di Primavera missionaria che ha sede ad Albano Laziale» cioè dove si trova anche la Congregazione.

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