Le criticità della – commissariata – Cassa di Risparmio di Rimini (Banca Carim) rilevate dagli ispettori di Banca d’Italia non riguardavano solo i rapporti col controllato Istituto di Credito Sammarinese, ma, secondo Stefano Elli di IlSole24Ore (Il ‘laser’ di Bankitalia sui conti di
Cassa di Rimini / Erogazioni e manager ‘distratti’ nelle carte
riservate di Palazzo Koch) anche la conduzione dell’operatività ordinaria della banca.
Tra le distonie operative riscontrate c’è in particolare un’anomalia dialettica interna caratterizzata da una totale incomunicabilità tra dirigenti ed amministratori.
Nota Banca d’Italia che il Consiglio di Amministrazione, essendo informato a più riprese circa elementi critici emersi nel corso delle ispezioni, ha ‘preso anno con una certa sorpresa della situazione presentata; (…) alcuni consiglieri hanno lamentato difetti di comunicazione e rimarcato il clima di scarsa collaborazione e condivisione degli obiettivi tra le diverse componenti della direzione generale’. Le istruttorie erano fortemente decentrate sul territorio ed affidate alle risorse della rete, anche se la gran parte degli affidamenti erano diretti nei confronti di aziende.
Come esempio Elli cita l’affidamento, nel 2007, di 15 milioni di euro al gruppo Antonio Merloni Spa su garanzia di un terreno stimato 27,5 milioni, che poi si scoprirà, successivamente, essere oggetto di esproprio.