Da bocciare la legge di bilancio. Osla

Da bocciare la legge di bilancio. Osla

Non si affronta la crisi con aumenti delle tasse, ma creando sviluppo

OSLA Organizzazione Sammarinese degli Imprenditori è costretta ad assegnare un
giudizio estremamente negativo, mancando un progetto complessivo e una visione
sistemica dell’intero sistema socioeconomico sammarinese. Anche se si tratta di
provvedimenti straordinari e provvisori, il progetto presentato introduce nuove
tasse, che avranno l’effetto di affossare i consumi interni e di colpire
l’economia privata e il settore dei servizi. OSLA è
preoccupata per la facilità con cui si arriva a proporre l’aumento della
pressione fiscale previsto, senza aver prima analizzato le inefficienze della
gestione del bilancio dello Stato in tutti i suoi centri di costo e di ricavo, o
ancor più senza introdurre a fronte delle nuove forme di pressione fiscale gli
scopi precisi o dei veri e propri impegni o tasse di scopo, finalizzati anche a
fare efficienza e ad un miglioramento dell’organizzazione pubblica.

Non troviamo un progetto di
sviluppo e di investimenti, se da un lato si colpiscono le imprese e i
cittadini, dall’altro risulta intoccabile il progetto di riorganizzazione ed
efficienza, di riduzione della spesa pubblica, dei costi del personale e dei
servizi pubblici. In questa finanziaria si adottano politiche contraddittorie e
ragionieristiche evitando scelte di fondo.

E’ quello di oggi il momento di
una riorganizzazione e di fare efficienza gestionale nella PA, che a nostro
avviso ingessa il bilancio e costituisce un costo complessivo pubblico molto
elevato. In questa finanziaria non si parla di soluzioni per rendere più
efficiente e meno costosa la pubblica amministrazione, che eviterebbero di
arrivare a soluzioni drastiche se il problema non viene affrontato.

Le risorse dello Stato devono
essere investite anche per far crescere l’economia e non solamente impegnate per
la spesa corrente. Particolare sollecitudine nel considerare quale programma
economico 2011 una pianificazione finanziaria dello sviluppo delle
infrastrutture dallo studio di fattibilità alla messa in opera.

Occorre ora impostare una
politica di sviluppo economico che sappia creare i suoi effetti prima possibile,
nello stesso tempo ridurre la spesa corrente, che permetterebbe la liberazione
delle risorse necessarie ad una politica di sviluppo dove vi è tutta una serie
di progetti che possono essere pianificati: da una normativa unica sulla
defiscalizzazione della ricerca e sviluppo o dell’avvio di nuova impresa alla
realizzazione delle infrastrutture di collegamento, già ampiamente presentate in
occasione di relazioni pubbliche e che sono in grado di autosostenere il sistema
economico, turistico e commerciale della Repubblica di San Marino;
dall’attuazione della nuova Legge del Commercio garantendo l’apertura di qualità
per nuovi insediamenti commerciali alla focalizzazione sullo strumento SMaC card
di tutte quelle iniziative volte alla valorizzazione del commercio sammarinese
per evitare dispersione e inefficacia di comunicazione come avvenuto con la
riduzione di 2 punti percentuali della monofase senza effetto sui consumatori
per poi aumentare il carico fiscale di lavoratori autonomi e dipendenti, che non
fa altro che ingessare l’economia e i consumi; dall’attuare lo sviluppo della
green economy alla realizzazione della separazione, valorizzazione e gestione
nazionale dei rifiuti per arrivare ad una facilitazione della conversione di
parte del settore industriale in commerciale e a servizi.

Occorre introdurre uno statuto
del contribuente, che oggi si vede piombare oneri fiscali senza sapere a cosa
contribuiranno queste disposizioni; così come introdurre il principio del
silenzio assenso dove possibile come avviene in altri paesi nei confronti
dell’amministrazione pubblica, quando i tempi di risposta e la funzionalità
dello Stato lasciano nell’incertezza l’impresa e il cittadino. Si fanno
politiche sociali di assistenzialismo anziché di sviluppo. Per evitare
l’appesantimento del debito pubblico e il default dei conti pubblici, anche alla
luce dei mutui in essere, siamo vincolati a ridurre la spesa corrente.
L’incertezza attorno alla proposta di introduzione di un’imposta indiretta
(complementare sui servizi) e dell’addizionale IGR, che rimandano all’emissione
di un decreto delegato, creano preoccupazione sulla correttezza della loro forma
tecnica con cui vengono introdotte, infatti il modo più corretto sarebbe quello
di inserire tale imposta in base ai dettami della direttiva IVA, se non altro
per evitare l’effetto a catena di una sua applicazione in altre forme; occorre
comunque definire su quali servizi verrà applicata.

OSLA è fermamente convinta che
serve equità fiscale, ma per garantirla occorre avere effettuato un analisi
della gestione del bilancio e della macchina pubblica per evitare di generare
effetti ancor più devastanti e che vanno a colpire indistintamente le imprese e
le famiglie. Piuttosto che l’accensione di mutui sarebbe utile pensare
all’emissione di prestito obbligazionario di scopo dello Stato.

OSLA rinnova la volontà già
espressa nel sedersi al tavolo con tutte le forze economiche, sociali, civili e
politiche per poter introdurre le numerose proposte sull’articolato della Legge
di Bilancio, con la collaborazione ad evitare da parte di tutte le parti una
crisi sociale. OSLA si dichiara pronta a forme di protesta se questo intervento
legislativo non verrà modificato.

Riteniamo che non sia
assolutamente responsabile chiedere adesso un sacrificio diretto o indiretto ai
cittadini attraverso l’aumento di imposte o tariffe oltretutto ingiustificate
senza prima attuare la riduzione della spesa corrente, non farebbe altro che
amplificare le criticità del paese, che viaggerebbe come un’automobile con il
serbatoio bucato.

 

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