Ddc e leggi Moneyval

Ddc e leggi Moneyval

Nel corso della rituale conferenza stampa del lunedì, una delegazione del Congresso di Stato ha espresso la propria delusione per la mancanza di un contributo da parte dell’opposizione sul pacchetto di “leggi Moneyvall”.

Probabilmente la delegazione di Governo, presente in conferenza stampa, non era minimamente informata di ciò che stava accadendo proprio in quel momento nella Commissione Consigliare Permanente preposta alla discussione e all’approvazione delle leggi in questione.

Probabilmente, e formuliamo un’ipotesi per giustificare questa svista, i tre Congressisti non sapendo come riempire le pagine dei giornali, hanno preferito ripetere la solita litania accusando l’opposizione di essere composta di perditempo, dedita all’ostruzionismo e qualunquista.

Diciamo questo perché l’approvazione all’unanimità delle leggi sulle intercettazioni e sulle rogatorie internazionali è stata un risultato che ha visto collaborare maggioranza e opposizione concordemente rispetto a un obiettivo – quale quello dell’ingresso del nostro Stato all’interno della “White list” – che non può e non deve essere visto come un risultato di parte.

Già in sede consigliare avevamo annunciato che avremmo fornito il nostro contributo affinché si potesse rispettare la tempistica indicata, a condizione che il governo non intenda muoversi “a strappi” come fatto finora ad esempio in materia di politica estera e di riforma della pubblica amministrazione.

Diamo atto al Segretario di Stato alla Giustizia di avere accolto immediatamente la proposta delle forze di opposizione di avviare un confronto preliminare; confronto che ha prodotto una convergenza sostanziale su una serie di leggi estremamente delicate – si veda ad esempio quella delle intercettazioni – che deve trovare un equilibrio tra l’esigenza di reprimere i reati, l’efficienza della giustizia e la tutela dei diritti e della libertà delle persone.

Questa è la dimostrazione che quando è in gioco l’interesse del Paese, il nostro Movimento non si tira indietro e si assume le proprie responsabilità.

Ma è anche la dimostrazione che quando la maggioranza si apre al confronto, abbandonando quella sindrome di autoreferenzialità che l’ha contraddistinta finora e non intende privilegiare lo scontro “muro contro muro”, trova nell’opposizione un interlocutore responsabile e costruttivo.

Su questo tema abbiamo risposto prontamente perché ci sono state le condizioni per un confrontarsi in un clima di piena legittimazione.

Lo faremo anche in futuro – sul tema degli accordi internazionali, del bilancio e della crisi economica – se si abbandoneranno le rigidità e la chiusura dimostrata in questi mesi.

Lo faremo soprattutto perché ci pare che il Governo, oltre al mettere le mani in avanti e navigare a vista, non sembra raccapezzarsi dignitosamente rispetto ai problemi sul tavolo.

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