Decreto rifiuti. Pdcs

Decreto rifiuti. Pdcs
DIFFERENZIARE I RIFIUTI FA LA DIFFERENZA!
Dall’ultima seduta consiliare, seppur con qualche difficoltà è stato approvato anche il decreto delegato sulla gestione dei rifiuti.
Purtroppo, le polemiche ancora in atto, forse  anche fomentate ai fini di strumentalizzazioni di carattere politico, stanno facendo passare in secondo piano la portata di questo decreto e le potenzialità che da esso espresse. Per cui, per correttezza verso la cittadinanza, condividendo l’impegno e lo sforzo della Segreteria al Territorio sull’opportunità ed il valore di questo decreto, che definisce i contenuti  del Piano di gestione dei rifiuti di cui vorremmo illustrare alcuni passaggi.
Innanzitutto, questo Decreto scaturisce dall’analisi della normativa comunitaria, italiana e sammarinese attualmente in vigore sullo smaltimento dei rifiuti, e ne recepisce le istanze, nella volontà di una semplificazione dei rapporti con Italia verso la quale, a tutt’oggi, indirizziamo la totalità dei nostri rifiuti, differenziati o indifferenziati che siano.
Gli effetti immediati di questo adeguamento normativo sono di due nature: da un lato una medesima modalità di identificazione delle tipologie di rifiuto; dall’altro, un abbassamento dei costi di smaltimento, soprattutto per la parte di rifiuti speciali che necessariamente devono transitare attraverso le Regioni italiane, per essere smaltiti in siti appositi fuori territorio sammarinese. Dunque, una prima semplificazione nella procedura dello smaltimento, nello spirito della trasparenza di ciò che viene conferito in Italia. Chiarite le questioni normative, il Piano di gestione contiene una disamina della situazione attuale di San Marino, dalla quale partire per fare ulteriori passi.
Sinteticamente, da ciò è emerso che la quantità di rifiuti urbani nel 2009 è risultata inferiore a 20000 tonnellate, di cui circa il 23% differenziati (vetro, carta, plastica e metallo9, ma senza alcuna iniziativa per la parte organica che costituisce quasi il 30% dei rifiuti. Analoga situazione riguardo ai rifiuti speciali, pericolosi e non , totalmente esportati fuori territorio in siti appositi.
Proprio basandosi su questa analisi, sono stai realizzati scenari di pianificazione per la gestione dei rifiuti, con i seguenti obiettivi:
1.    Riduzione della produzione di rifiuti – l’obiettivo è quello che dal 2009 al 2014 la produzione si stabilizzi ai valori registrati nel 2009 con un incremento legato esclusivamente all’aumento della popolazione.  E che dal 2015 al 2016 la produzione diminuisca dell’1% rispetto ai valori del 2014.
2.    Potenziamento e integrazione dei sistemi di raccolta differenziata – l’obiettivo del Piano è quello di consolidare il trend della raccolta differenziata, in costante crescita negli ultimi 5 anni, per arrivare al 40% nel medio periodo (2014) e puntare al traguardo del 50% nel 2016.
3.    Riduzione della quantità di rifiuti biodegradabili da inviare in discarica – l’obiettivo è quello di avviare a discarica sempre meno rifiuti organici agendo su tre fronti: ulteriore incentivazione al compostaggio domestico, avvio della raccolta differenziata della frazione organica, avvio della sperimentazione di un piccolo impianto di compostaggio a biocelle della potenzialità di 200 t/anno.
4.    Riduzione indifferenziato in discarica – in prospettiva il Piano, in linea con i criteri di priorità definiti dalla normativa europea, verificherà la possibilità di inviare a recupero energetico i rifiuti urbani residui e non solo a smaltimento in discarica.
Naturalmente, al fine del raggiungimento di tali scopi, le azioni, che saranno puntualmente definite dall’AASS, dovranno comunque prevedere, entro il 2014:
1.    l’avvio della raccolta della frazione organica putrescibile c/o  le utenze domestiche, con esclusione di quelle che praticano l’autocompostaggio dei rifiuti. Sia per la raccolta dell’umido, sia per la raccolta  del verde  dovranno essere localizzati sul territorio cassonetti specificatamente dedicati. La raccolta della frazione organica dovrà essere avviata inizialmente c/o le grandi utenze alberghiere e i ristoranti e successivamente estesa alle utenze domestiche;
2.    una maggiore diffusione dei contenitori per la raccolta differenziata stradale della frazione secca;
3.    l’implementazione di raccolte differenziate domiciliari (ad es. per carta, vetro, organico) soprattutto presso le attività produttive e le utenze collettive (mercati, mense, settore della risto-razione, alberghi, negozi, ecc.);
4.    la realizzazione in ciascun castello di una o più isole ecologiche. Il numero e le caratteristiche strutturali saranno valutate in base alle peculiarità territoriali (estensione, numero di abitanti, aree disponibili per la realizzazione ecc..) dei castelli;
5.    l’adozione di sistemi di riduzione tariffaria che premino in maggior misura i conferimenti di rifiuti differenziati attribuibili al singolo utente ed in minore misura quelli attribuibili collettivamente.
 
Da questo punto di vista, è necessario comprendere che la fase finale di “distruzione” dei rifiuti è sempre successiva ad una buona differenziazione iniziale, per quale però è necessario l’impegno di ciascuno. Allo Stato compete la responsabilità di realizzare una struttura capace di realizzare e promuovere la differenziazione, mentre ai cittadini quella di farla quotidianamente nelle proprie ca-se.
Questo darà modo, in pochi anni, di acquisire una sempre maggiore autonomia nella gestione dei rifiuti, diminuendo l’impatto ambientale sul nostro territorio, e aprendo la strada a possibilità di recupero dei materiali che potrebbero rivelarsi vantaggiose anche dal punto di vista economico.
L’ufficio stampa del PDCS
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