Denise Bronzetti (Psd-Spl) sulla Consulta che apre i lavori domani

Denise Bronzetti (Psd-Spl) sulla Consulta che apre i lavori domani

Proprio nel giorno in cui si aprono i lavori della consulta dei cittadini sammarinesi residenti all’estero, mi fa piacere proporre alcune riflessioni e considerazioni. Certamente gli argomenti principali riguarderanno (oltre alla prossima consultazione generale) le decisioni assunte nelle ultime sedute consiliari e quindi: da una parte l’abrogazione dell’articolo 7 della legge sulla cittadinanza, dall’altra l’abolizione del voto di preferenza per i soli cittadini residenti all’estero.
Sono dell’idea che sarebbe stato meglio affrontare un argomento così delicato e complesso con il Consiglio Grande e Generale nel pieno delle sue funzioni e non dimissionario. Ciò nonostante il Partito dei Socialisti e dei Democratici è stato compatto nel votare l’abrogazione dell’articolo 7, convinto che questo rappresentasse una vera e propria discriminazione, che a suo tempo aveva “tagliato a metà” alcune famiglie: figli degli stessi genitori si trovavano ad avere diritti e doveri diversi, cittadinanze diverse. Ma la soddisfazione per il risultato raggiunto è anch’essa una soddisfazione a metà, in quanto si è poi verificato un vizio di forma, per cui oltre 700 ragazzi non sono stati iscritti nelle liste elettorali e quindi non potranno esercitare il diritto di voto il prossimo 9 novembre, poiché queste vengono chiuse a febbraio. A nulla è servito, grazie anche al voto contrario dei 2 ex consiglieri del PSD, un ordine del giorno proposto dal mio partito durante l’ultima seduta consiliare, che tentava di restituire a questi ragazzi il diritto negato.
Molto diversa invece, l’applicazione per legge dell’eliminazione del voto di preferenza per i cittadini residenti all’estero, che si è voluta rendere immediatamente esecutiva e quindi già effettiva per queste elezioni. Anche in questo caso il PSD, compatto.
In questi giorni di lavori della consulta dei cittadini sammarinesi residenti all’estero, torneranno, quindi, alla ribalta tutti questi temi. I politici che ne prenderanno parte dovranno, una volta tanto, confrontarsi con i nostri concittadini in maniera franca, senza veli né falsi moralismi, senza perciò cadere nel tranello della demagogia vista l’imminente consultazione generale e senza che, a causa di questa, il dibattito ne risulti falsato.
Sono curiosa di vedere e sentire molte forze politiche e i 2 transfughi consiglieri, che dentro al PSD gridavano a gran voce quanto fosse ingiusto l’art.7 e che hanno sempre sostenuto il voto di preferenza agli esteri: come spiegheranno questa repentina inversione di marcia?
Forse questa volta non saranno neppure sufficienti le invettive di Alleanza Popolare e di altre forze politiche verso l’uno o l’altro cittadino residente all’estero sulla base della propria provenienza. Se è vero, infatti, che nell’immaginario collettivo sammarinese, quando si parla di cittadini residenti fuori territorio, si pensa immediatamente agli Stati Uniti, all’Argentina, alla Francia, in realtà, ci si dimentica che la maggior parte di coloro che risiedono all’estero, vivono nella vicina Italia, moltissimi nel circondario, appena fuori dai nostri confini. Sono concittadini, questi, che seguono da vicino le vicende di San Marino ed il percorso politico di ogni consigliere; sono concittadini che magari lavorano qui, o hanno figli che vivono e lavorano qui, questo non dobbiamo mai dimenticarlo!
E’ tuttavia comprensibile e condivisibile il risentimento dei cittadini residenti nei confronti del voto estero quando questo viene utilizzato impropriamente e illecitamente per garantirsi il consenso, offendendo la dignità dell’individuo che deve essere sempre libero di potersi esprimere.
Quando si entra nella sfera dei diritti e dei doveri, compreso quello di cittadinanza, come è accaduto nelle ultime sedute consiliari a mandato “scaduto” e in mezzo a lotte politiche tra chi si apprestava a diventare maggioranza tradendo tutto e tutti e chi se ne stavo buono a guardare in attesa degli eventi, è molto difficile poter stabilire chi ne abbia diritto e chi no ed il rischio, altissimo, di creare discriminazioni è proprio dietro l’angolo.
Vorrei davvero evitare che, qualcuno pensi, come si legge in questi giorni su un blog sammarinese seppur in maniera provocatoria, che il diritto di voto ed espressione delle preferenze possano essere tolti anche agli ultra ottantenni e agli infermi, perché qualcuno potrebbe crederci e proporlo davvero!!
Ma io sono certa che ogni elettore, che prima di tutto è un individuo unico e a sé, con capacità di raziocinio, ovunque residente, saprà ragionare e scegliere liberamente cosa è meglio per il futuro di questa nostra Repubblica e quali possano essere le persone più giuste a rappresentarla.

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