Dibattito consiliare sul nuovo governo. 2 dicembre

Dibattito consiliare sul nuovo governo. 2 dicembre

2 DICEMBRE 2008: mattino-pomeriggio1-pomeriggio2- pomeriggio3-
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MATTINO

Si è aperta questa mattina la seduta del Consiglio Grande e Generale incentrata sulla presentazione, discussione e approvazione del Programma di Governo per la XXVII Legislatura, e la susseguente nomina del Congresso di Stato. Il primo a prendere parola è stato il segretario del Partito democratico cristiano sammarinese, Pasquale Valentini, che ha illustrato per sommi capi il programma della coalizione Patto per San Marino che ha vinto le elezioni del 9 novembre scorso. Subito dopo si è aperto il dibattito con iscritti 52 consiglieri.
In mattinata, prima della interruzione delle 11 per permettere la partecipazione al convegno sui diritti dell’uomo in corso al teatro Titano, sono intervenuti Roberto Giorgetti di Alleanza popolare, Claudio Muccioli del Pdcs e Romeo Morri dell’Unione dei Moderati. La seduta del Consiglio Grande e Generale riprenderà alle 15 con l’intervento di Claudio Felici del Partito dei socialisti e democratici.
Ecco un riassunto degli interventi:

Pasquale Valentini (segretario Pdcs): “Questo programma ha già ricevuto l’investitura dei cittadini con la vittoria alle elezioni e parte da due premesse fondamentali che danno tono a tutta la proposta: da un lato, programma e coalizione nascono dalla volontà di collocare al centro dell’azione politica l’interesse generale; dall’altro la premessa è governare il cambiamento tramite un disegno complessivo, sostenuto politicamente e condiviso socialmente. Tra le priorità c’è sicuramente la politica estera, indispensabile per San Marino: occorre qualificare le relazioni e completare gli accordi di cooperazione economica, manifestando doti di autorevolezza e credibilità.
In particolare con l’Italia, con cui dobbiamo recuperare comportamenti virtuosi, senza prestare il fianco a fenomeni distorsivi. Occorre ratificare l’accordo sulla doppia imposizione, di cooperazione economica, entrare nella white list e affrontare il tema dell’esterovestizione. Con l’Ue vanno verificati e aggiornati gli accordi del 1991, ma occorre anche approfondire il ruolo dei piccoli Stati. Per quanto riguarda le istituzioni e la partecipazione dei cittadini, le proposte riguardano l’abrogazione della legge sulla Reggenza, la revisione della normativa sul Congresso di Stato, gli ambiti di autonomia delle Segreterie di Stato, la separazione delle competenze politiche da quelle amministrative. Va data centralità al Consiglio Grande e Generale, abrogando le commissioni permanenti e rivedendo il ruolo dei consiglieri.
Sul fronte informazione vanno creati gli strumenti normativi e formativi per la crescita del settore, mentre per la giustizia occorre riequilibrare la composizione del Consiglio giudiziario, rendere più veloce il reclutamento dei magistrati e arrivare al nuovo codice di procedura penale. Spazio nel programma anche alla sicurezza, con la revisione dei regolamenti dei corpi di polizia per un controllo del territorio più efficace e un presidio maggiore dei confini. Dal punto di vista economico occorre favorire la crescita secondo la scelta della diversificazione, puntando sul riequilibrio del bilancio pubblico per assicurare maggiori investimenti e incrementando il consumo interno. Il tutto con una visione sussidiaria dello Stato che favorisce il protagonismo delle imprese. Il Governo dice invece no all’apertura di nuove sale da gioco nei prossimi 5 anni.
Per il settore, fondamentale, del credito e della finanza occorre attivare tutti gli accordi per operare in piena autonomia. A Banca Centrale occorre dare una presidenza di alta professionalità e potenziarne la struttura; ma va anche rafforzata l’Autorità di Vigilanza e assicurare piena operatività all’Agenzia di informazione finanziaria. La fiscalità va mantenuta leggera e proporzionata alle capacità economica di persone e imprese, ma ci deve anche essere un più efficace sistema di accertamento dei redditi.
Per San Marino sono molto importanti anche i settori del turismo e del commercio, per i quali è previsto un piano di valorizzazione che tiene anche contro dell’entrata nella lista Unisco. E che prevede interventi sulle infrastrutture, sul centro storico di Città e sugli alberghi. Grande attenzione anche al sociale, con il completamento del sistema previdenziale con il secondo pilastro a gestione pubblica, e a politiche ambientali e territoriali che privilegino la riqualificazione dell’esistente e interventi infrastrutturali di qualità.
Questo programma non vuole inventare una nuova San Marino, ma valorizzare ciò che funziona, correggere ciò che non funziona e sostenere lo sviluppo delle potenzialità inespresse, coinvolgendo tutte le realtà”.

Roberto Giorgetti (Ap): “È quasi paradossale discutere contenuti già noti da due mesi e approfonditi durante la campagna elettorale. Occorrerebbe raccordare la nuova legge elettorale agli altri regolamenti. La situazione è chiara: il Patto per San Marino ha vinto e ora occorre dare risposta alle diverse necessità del Paese, alcune gravi, come il recupero dei rapporti con l’Italia. Il vecchio governo su questo fronte è stato immobile.
Ap va al governo con due donne in ruoli di grande responsabilità, ma in Consiglio, e in generale in politica, il gentil sesso è ancora poco rappresentato. Colpa di un approccio culturale sbagliato. Le donne di Ap sono in quei ruoli non in quanto donne, ma perché capaci: dunque occorre promuovere la capacità e non la militanza, ma anche conciliare l’attività politica con quella delle persone. Altro tema è quello dell’esigenza del rinnovamento della classe politica, che Ap ha messo in atto. E un argomento da affrontare è anche il voto estero, che in queste elezioni si è differenziato da quello interno, soprattutto per Psd e Ddc. Ancora una volta è stata messa in atto una caccia al voto, anche con un dvd con illazioni: una deprecabile distorsione verso l’elettorato estero.
C’è chi parla di buona eredità dal governo uscente, ma è un’affermazione azzardata e temeraria. Sono state fatte anche cose buone, ma l’ultimo anno è stato molto negativo e il rapporto con l’Italia rimane difficile sotto vari aspetti, dalle banche alle possibili infiltrazioni malavitose.
Ap farà il proprio ruolo con senso di responsabilità e in linea con la fiducia che ci hanno dato i nostri elettori. Mediazioni ci saranno,ma nessun compromesso sui nostri valori basilari.

Claudio Muccioli (Pdcs): “Il tema centrale del programma è il sistema Paese e ci sono molti punti qualificanti. Certo non mancano le preoccupazioni dato che occorre risolvere problemi a volte esagerati. L’ultimo governo è stato immobile ora serve dare corpo alle proposte del nostro programma. C’è grande attenzione, per esempio, alle politiche ambientali, al sistema previdenziale, alla sanità e al binomio sport-turismo”.

Romeo Morri (UdM): “Questo dibattito è un momento importante per riprendere gli argomenti già trattati in campagna elettorale, a partire dal regolamento del Consiglio Grande e Generale, per il quale dobbiamo valorizzare i ruoli del consigliere e dell’opposizione. Negli scorsi anni è stato fatto un lavoro importante, c’è la base e ora occorre andare avanti in tempi rapidi.
Il settore della pubblica istruzione è molto importante e se sarò Segretario di Stato spero di dare il meglio di me stesso. Il programma di governo è attento sui vari ordini di scuola, che vanno qualificati, in particolare quegli iniziali. Vanno dunque sostenuti gli operatori scolastici e la formazione, per aiutare i bambini a crescere e diventare cittadini attivi. La scuola va pensata per i bambini, inserendo i concetti del tempo scuola e del tempo familiare.
Molto importante, anche sull’onda di quanto avvenuto in Italia, la sicurezza degli edifici scolastici. Infatti, tra le primissime cose che farò c’è il censimento delle strutture per verificare che tutto sia a norma. Altro passo è l’educazione permanente degli adulti.
Per quanto riguarda l’università, qui si gioca la sfida verso una crescita di qualità: deve essere dunque un nodo qualificato delle rete scientifica internazionale, comunque fortemente tradicata sul territorio. Per questo occorre puntare su accordi con gli atenei italiani e stranieri, per facilitare la mobilità e la partecipazione ai progetti. Certo non dimentichiamo i giovani, in particolare quelli che vivono nel disagio, ribadendo il no alle droghe di ogni tipo. La cultura non è solo ciò che dà identità a ciò che siamo, è la possibilità di costruire su valori solidi e conquistare il futuro che vogliamo”.
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POMERIGGIO-1

Con l’avvio della seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale è proseguito il dibattito, interrotto in mattinata, incentrato sul programma di Governo della XXVII Legislatura. Ad aprire la discussione, cui sono iscritti 52 consiglieri, l’intervento di Claudio Felici del Partito dei Socialisti e Democratici.

Di seguito un riassunto dei contenuti del dibattito:

Claudio Felici (Psd): “La lettura fatta in aula dal segretario Valentini è stata un elenco di titoli di un programma che aveva bisogno di essere estrinsecato nelle reali misure di intervento della maggioranza. E’ stato un elenco di problemi da risolvere, non di soluzioni.
La maggioranza ha infatti ora il diritto ma soprattutto il dovere di governare questo Paese, come ha il dovere di dire a questo Consiglio che soluzioni ha, con quali tempi e risorse e dove sono diverse dal passato. Questo mi aspetto come elemento per fare un ragionamento concreto. Per quanto riguarda il rapporto con l’Italia, Valentini ha detto che è necessario riaffrontarlo completamente. Sono d’accordo con lui, anche perché buona parte del lavoro è stato realizzato e completato, ma certo non è vero che tutto è sbagliato e da rifare, come ha detto prima il consigliere Giorgetti. Ci aspettiamo di capire, per esempio, come la nuova maggioranza intende affrontare il problema, al di là del ritornello, altrimenti non sarà un problema di facce ma ancora di contenuti.
Noi non faremo opposizione barricadera e astiosa, per noi si comincia un’altra vasca, e cercheremo di concorrere positivamente e in coerenza con il nuovo modello elettorale. I cittadini hanno avuto modo di scegliere governo e maggioranza e noi saremo coerenti con quanto scelto dai cittadini”.

Alessandro Rossi (Su): “Finora gli interventi sono stati deludenti, benché ci siano elementi importanti su cui riflettere. C’è un imbarazzo di fondo all’interno del centrodestra, con le elezioni che sono state vinte dalla legge elettorale, che ha dato possibilità di stabilità. Ma parlare del presunto nuovo governo genera molti imbarazzi. Il 27 luglio del 2006 un fantomatico fax interruppe la votazione dell’esecutivo e chi ne è stato l’artefice, con l’aiuto di Scaramella, ritorna adesso in sella. Prova oggi quel futuro Segretario di Stato un minimo di vergogna? È pentito? Dai cittadini è stato premiato alle elezioni, ma questo è un successo del suo partito o di un accordo con i poteri forti? Comunque sia, è imbarazzante che i cittadini abbiano premiato la politica del futuro Segretario. E altri personaggi che tornano al potere erano in passato con l’attuale maggioranza. Insomma a molti sembra di tornare indietro di 20 anni e infatti 6 membri del Congresso su 10 hanno poco del cambiamento. Certo sui nuovi, Mularoni e Arzilli, c’è particolare attenzione, ma è necessaria una inversione di marcia decisa per dare risposta ai problemi.
I media locali e i poteri forti sono contrari a un’idea di sinistra e un’euforia liberista sta intaccando la mentalità sammarinese, quando invece dobbiamo tornare con i piedi per terra. Le visioni del governo, della maggioranza e dell’opposizione devono basarsi su tre cardini: rispetto reciproco, onestà e responsabilità. Dal programma del Patto per San Marino scaturisce una declinazione liberista e noi metteremo in atto un’opposizione severa e oggettiva. Comunque auguriamo al nuovo governo buon lavoro”.

Gabriele Gatti (Pdcs): “Non voglio polemizzare con il patetico intervento di Alessandro Rossi, che dimostra una certa sofferenza nell’accettare i risultati elettorali. Lasciamo stare le polemiche. Dire che il Paese oggi è in ginocchio è dire la realtà. Nessuno di noi ha voglia di fare allarmismo, ma se andate a parlare con direttori di banche, imprenditori, con la gente, tutti sono spaventati. Non c’è un problema ce ne sono tantissimi e possono mettere in dubbio l’intero sistema economico del Paese. Viviamo nell’incertezza: tra l’altro, ci troviamo di fronte ad accordi importanti, come quello sulle doppie imposizioni, che sono fermi da tanti anni, e al problema grosso dell’esterovestizione. Tutto questo cade in una crisi generale che riguarda San Marino, l’Italia e l’Europa. Davanti a tutto questo non abbiano nemmeno potuto gioire della vittoria politica. Noi invece di gioire ci siamo dovuti preoccupare da subito di una situazione che ci dà un senso di paura di fronte alle difficoltà. Ma, pur sapendo che nessuno ha bacchetta magica, il nuovo governo avrà voglia di lavorare molto e di ricreare il rapporto con tutte le istituzioni politiche, tecniche e internazionali. E lavorerà nello spirito di servizio, con la gente e non contro la gente, sapendo che ci sono problematiche complesse, che cadono in una fase congiuntura difficile. La nuova maggioranza lavorerà con grande considerazione di tutte le rappresentanze di San Marino, Ma alla base, ci sarà il principio dell’interesse comune: gli interessi di parte devono essere messi in un cantone, perché in questa fase dobbiamo preoccuparci del Paese.
Sicuramente non sono uno nuovo della politica e non rappresento il rinnovamento, ma credo di non rappresentare nemmeno una continuità, al contrario rappresento una discontinuità di sei anni al governo. Credo di avere una grossa consapevolezza: quello che è degli anni passati rappresenta il passato, quello che sarà rappresenta il presente. Sono profondamente convinto che oggi inizia una fase nuova e che tutti coloro che assumono l’incarico di governo dovranno essere giudicati per i risultati e per il metodo, per l’onestà che rappresenteranno, tasto su cui maggioranza sarà molto intransigente”.

Glauco Sansovini (UdM): “Il Psd da anni tiranneggia il Paese e i suoi alleati e ha portato avanti per queste elezioni una campagna elettorale aggressiva. Ora continua il suo stile provocatorio, dicendo che la ex maggioranza ha lavorato bene e lascia una buona eredità. Dimentica che il fallimento del centrosinistra ha portato alle elezioni anticipate, con instabilità e fibrillazioni che hanno fatto soffrire molto il Paese. È quasi patetico che l’ex Segretario di Stato per gli Affari Esteri diffonda una bozza di accordo con l’Italia ora, un modo di agire improvvisato e arrogante che va di pari passo con l’incessante litania sulla coesione della nostra coalizione. Ma si tratta del canto del cigno. Psd e Su non sanno cosa sia la rappresentatività in una coalizione, noi del Patto abbiamo puntato sul metodo. La coalizione non è ostaggio dei piccoli, ogni lista dà il suo contributo. Il Paese ci ha dato fiducia ora ci mettiamo al lavoro: abbiamo le idee chiare e a fine legislatura i cittadini ci premieranno per quanto fatto”.

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POMERIGGIO-2
Prosegue il dibattito sul programma di governo del centrodestra. Ecco i sunti di alcuni interventi.

Giancarlo Capicchioni (Psd): “I cittadini hanno avvallato con il loro voto le azioni di forza di alcuni che credono di essere i padroni del Paese. Non hanno scelto il rinnovamento e il riformismo, ma la via della restaurazione e del conservatorismo, sia nei contenuti del programma che nelle persone. Se la squadra di governo è il nuovo che avanza, i cittadini avranno quello che si meritano. Non potranno lamentarsi più di tanto. Oggi discutiamo un programma di governo copia-incollato da altri, già obsoleto prima di presentarlo in Parlamento. E soprattutto di un governo che non contiene le misure necessarie per affrontare la crisi che colpirà la nostra economia”.

Marco Conti (Pdcs): “I sammarinesi hanno dato il loro assenso al Patto per San Marino perché rappresenta un modo di lavorare nuovo. Oggi San Marino necessita di un piano anticrisi per sostenere i contraccolpi internazionali e nel breve, servirebbe un’accurata ricognizione del nostro sistema produttivo. Ma uno dei primi interventi da mettere in cantiere è il recupero dei rapporti con l’Italia, con la ratifica dell’accordo sulle doppie imposizione. Ad oggi il governo sammarinese ha perso credibilità, dall’Italia non si fidano della controparte. Il nuovo esecutivo dovrà dare garanzie sui sistemi di controllo. Possiamo e dobbiamo uscire da questa delicata situazione mettendoci in regola con gli standard internazionali, creando sviluppo del sistema, puntando sulla qualità anziché sulle truffe agli altri Stati. Questo è l’unico modo per dare credibilità al Paese, tutto il resto sono chiacchiere”.

Giuseppe Maria Morganti (Psd): “L’infelice tentativo che ha fatto Gabriele Gatti di smentire il consigliere Rossi è basato su una idea opinabile, cioè che Rossi non conosce il sistema economico e finanziario sammarinese. Ma da Gatti non ho sentito proposte. Mi aspettavo soluzioni e risposte, ma non sono arrivate. E non possono arrivare perché la maggioranza ha il difetto strutturale: la metà pensa ad un modello di sviluppo economico, l’altra metà ne pensa un altro. Il futuro Segretario di Stato non può indicare uno dei due modelli perché deluderebbe o una o l’altra parte.
Nel 2001 il bilancio dello Stato era ai minimi termini. Se non mettevamo mano, con coraggio, al modello di riforma delle pensioni, noi oggi saremmo al collasso. Collasso causato da una classe politica che oggi sta prendendo il potere. Allora la sanità era ai minimi termini, mentre oggi dà un segnale di forte ripresa. Poi i giochi: li abbiamo presi per i capelli per riportali nell’ottica statale e strapparli a certi interessi privati. Allora c’era una situazione molto drammatica ma credo che in sei, sette anni di governo, incerti e traballanti, ma diretti al risanamento, è cambiato il vento. Qualche elemento di innovazione è stato introdotto. Il problema più grave è rimasto: le relazioni esterne con l’Italia. Una data ricordiamo bene, il 1997: il crollo verticale dei rapporti con la Repubblica italiana è avvenuto in quella occasione”.

Tito Masi (Ap): “Dopo il nove novembre ho annunciato che non avrei accettato un incarico di governo, ma sono deluso dalle scelte di continuità e da alcuni risultati anomali di alcune liste di entrambe le coalizioni. Ho sollecitato in prima persona il Patto al rinnovamento e una discontinuità effettiva c’è, nei contenuti e nel metodo. Ora però serve il ricambio delle persone ma il mio esempio non è stato seguito. Gli impegni sono stati disattesi ma comunque darò il mio voto favorevole al governo per senso di responsabilità: Il Paese, le imprese e i cittadini non possono permettersi ulteriori ritardi. I consiglieri di Ap sosterranno lealmente il governo, ma vigileranno sugli accordi e sull’interesse generale”.

Ivan Foschi (Su): “In campagna elettorale il centrodestra ha preferito lo scontro, non ha mai parlato del programma, che è lacunoso e ambiguo. Noi abbiamo preferito i contenuti e il centrodestra una campagna di bugia, che ha dato i suoi frutti. La scarsa coesione della nuova maggioranza è innegabile e costruita su un programma di discontinuità con il centrosinistra. Vogliono riformare il codice di procedura penale, ma non dicono come; sugli asili nidi vogliono uno Stato controllore e non erogatore; sulle residenze sono poco chiari, basterebbe permettere alla Gendarmeria di fare i controlli.
In due anni di legislatura spesso l’opposizione si è arroccata su posizioni demagogiche, ora vorrei sapere cosa volete fare per esempio della centrale del latte, delle antenne, dei giochi. Se si vuole rilanciare il rapporto con l’Italia occorre cambiare registro, non si può più fare la politica delle pacche sulle spalle. Il centrosinistra aveva imboccato la strada dei fatti concreti, ora c’è poco da stare allegri. L’accordo di cooperazione vi va bene, si riparte da lì? Dovete dirlo. Spero che Antonella Mularoni sarà il Segretario agli Esteri di tutti, ma la maggioranza è legata a vecchie logiche. Ora molti brindano ma la disillusione nei cittadini è già iniziata”.
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POMERIGGIO 3
Prosegue il dibattito in Consiglio Grande e Generale.
Gli ultimi interventi del pomeriggio:

Augusto Casali (LdL): “Non possiamo che essere soddisfatti del risultato elettorale, stando con i piedi per terra. Il Nuovo partito socialista ha pagato un prezzo per essersi schierato con il Patto per San Marino, ma è stato un rischio calcolato e una scelta necessaria per far comprendere che la nostra è una sinistra senza radicalismi, democratica, libertaria e socialista. È stata una scelta inevitabile di fronte a talune azioni tese ad erodere il Nuovo partito socialista attraverso la campagna acquisti rivolta ai soggetti politici più deboli.
L’analisi a proposito del rinnovamento e del cambiamento va fatta con realismo, guardando cosa è successo in tutti i partiti. Queste sono state nella sostanza le elezioni del non cambiamento.
I cittadini si sono espressi e comunque ci hanno messo nelle mani la possibilità di governare. Chi è stato investito dai cittadini ha il dovere di non mancare questa importante scommessa. Il nostro Paese deve cambiare rotta. Questo governo vuole agire su tutta una serie di problemi che sono stati sottovalutati. In particolare, riguardo alla Giustizia: occorre migliorare l’efficienza del sistema e migliorare la rapidità dei procedimenti. Non so se questo esecutivo riuscirà a portare a termine un nuovo codice di procedura penale: sono 20 anni che se ne parla, ma nemmeno il suo governo è riuscito a farlo”.

Pier Marino Mularoni (Ddc): “Più che un rinnovamento è in corso una restaurazione e le affermazioni di Tito Masi, una persona seria e coerente, indicano che nel Patto ci sono battaglie interne. Il senso di coesione che si vuole dare è già incrinato. Con la nuova legge elettorale ci sono certezze in più, a partire da quella che chi vince deve governare, ma nel Patto c’è bisogno di sentinelle per fare rispettare gli accordi. Speriamo che la paura di nuove elezioni non porti qualcuno ad accettare di tutto.
L’opposizione deve incalzare il governo sul programma e interpretare i sentimenti della gente sull’attività dell’esecutivo. Si parla di un coordinamento politico, formato da almeno 12 persone, con funzione di premier, cui vanno aggiunti i dieci Segretari di Stato. È una necessità o si fa avanti il rischio di immobilismo? Quello che vogliamo è sapere nel dettaglio come il programma verrà attuato, con quali tempi e con quali risorse: sul rinnovamento già serpeggia delusione, speriamo che su altri piani i risultati siano migliori. Noi non faremo né sconti ne sgambetti, faremo opposizione con amore verso il Paese”.

Gian Carlo Venturini (Pdcs): “Oggi è necessario un grande senso di responsabilità di tutte le forze politiche, ci vogliono uomini capaci di predisporre progetti e di realizzarli per il bene del Paese. In questo momento, c’è bisogno di un atto di umiltà di tutta la classe politica e di coraggio per scegliere la strada giusta, dando completa attuazione a quanto contenuto nel programma presentato ai cittadini.
Il presente patto programmatico ha al centro la qualità della vita, trova il proprio punto di forza nelle riforme e nello sviluppo del Paese. Parte importante è dedicata al rilancio del sistema Paese e al territorio. In particolare, la gestione del territorio e la tutela dell’ambiente rappresentano senza dubbio i temi principali dell’agenda politica e gli interessi dei cittadini.
Occorre concretizzare un nuovo assetto territoriale attraverso l’adozione di strumenti di Pianificazione e Programmazione più adeguati, rispetto a quelli attualmente in vigore, al fine di consentire una maggiore aderenza alle mutevoli esigenze della vita economica e sociale del Paese. Tali strumenti urbanistici saranno tesi a consentire uno sviluppo del territorio armonioso e rispettoso, nonché ad ottenere una migliore qualità dell’abitare per mezzo di un’efficace azione di programmazione. E anche mediante una riqualificazione del territorio, edificato e non, con interventi volti a migliorare i tessuti urbani, grazie a spazi che offrano occasioni di incontro e socializzazione. Nello stesso tempo, con l’adeguamento della rete delle infrastrutture, attraverso interventi prioritari con opere di urbanizzazione a supporto e a servizio dei settori economici (turismo, commercio, artigianato, industria), e la viabilità interna e di collegamento esterno. In programma anche il rilancio di iniziative dello Stato nelle opere pubbliche mediante l’elaborazione di un piano pluriennale di interventi, per fare tutto ciò sarà necessario rivedere alcune norme vigenti, tra le quali il Testo Unico in materia urbanistica ed edilizia, per superare dubbi e interpretazione riscontrati in fase applicativa. Allo stesso modo, sarà necessario riorganizzare il funzionamento e la composizione degli uffici deputati alla pianificazione, gestione e controlli del territorio, in ottica di valorizzazione e potenziamento delle risorse umane esistenti”.

Mauro Chiaruzzi (Psd): “Auguro alla nuova maggioranza di ben governare, ma certo non ci soddisfa essere il partito di maggioranza relativa e sarebbe meglio evitare inutili trionfalismi. Riforme e Libertà ha ottenuto il massimo risultato possibile. Il primo appunto che voglio fare riguarda il fatto che è stata sottostimata la potenzialità della coalizione: non siamo stati capaci di attrarre le forze che si potevano identificare nel nostro programma. Poca lungimiranza dunque e abbiamo anche trascurato il fallimento dei due governi precedenti. La campagna elettorale, inoltre, è stata discutibile e non ha espresso un forte messaggio positivo. Un altro aspetto rilevante è il fallimento del programma di rinnovamento iniziato del 2006, il cui responsabile è Ap. Non vorrei che il sondaggio diffuso a primavera sia stato manovrato per fare prevalere l’idea negli elettori di tornare a destra. Comunque sia Ap ha ridato forza al Pdcs. Sono amareggiato su quanto successo ma fare una sana oppostone non può che farci bene”.

Alessandro Scarano (Pdcs): “I cittadini da anni chiedono si risolvano certi problemi ma le risposte non sono arrivate. Penso alla carenza di infrastrutture, ma la priorità in questo momento è l’accordo di cooperazione con l’Italia, penso all’accordo sulle doppie imposizioni, ma anche alla sicurezza, un tema primario, e alla realtà giovanile. Auspico che il nuovo governo si metta fin da subito al lavoro dando risposte immediate, perché in politica non ci sono poltrone, ma gli interessi dei sammarinesi”.

Alberto Selva (Ap): “Questo programma è stato scelto dalla maggioranza dei cittadini e i consiglieri dell’opposizione devono essere rispettosi, sarà il governo poi dai fatti a rendersi credibile. I consiglieri di Ap forti del senso di responsabilità assunto dei propri elettori non tradiranno il mandato di essere buoni legislatori e controllori dell’operato del governo in carica. Cari segretari di Stato in pectore, noi consiglieri abbiamo il compito di vigilare sul rispetto del programma di governo, ma questa classe politica è troppo abituata a non tener fede alle promesse. Vorremo constatare che nei metodi non si parli più di restaurazione”.

Luigi Mazza (Pdcs): “La nuova legge elettorale ha portato con sé anche una nuova situazione politica. Prima infatti i partiti si presentavano alle urne con le proprie visioni. I programmi di governo delle due coalizioni hanno molti punti in comune. Come Patto quello è il programma di legislatura, non ci saranno leggi obiettivo, nuove idee o cambiamenti. È il programma di coalizione, su cui ci siamo confrontati.
Con il fallimento del centrosinistra il Paese è in ginocchio, ora però torniamo ad affrontare i problemi dopo due anni di insuccessi. Le soluzioni ci sono, ci sono politiche per l’impresa, la famiglia, lo sviluppo, la sicurezza. L’instabilità politica è un problema, per cui ora servono interventi concreti per porre san marino all’interno dei paesi capaci di integrarsi rispettando le proprie peculiarità. Per stipulare accordi con l’Italia e l’Ue occorre essere autorevoli e credibili, e se si vuole fare crescere il Paese occorre creare le condizioni per fare sviluppare le imprese, per creare nuovi posti di lavoro e per dare ai giovani la voglia di rischiare”.

Enzo Colombini (Su): “Il programma della coalizione del centrodestra resta molto vago, enuncia molti problemi ma non il modo per il risolverli. Giudicheremo questa maggioranza alla prova dei fatti, sulla capacità di essere coerente anche con quello spirito di cambiamento e rinnovamento, tanto invocato in campagna elettorale. Appello però che l’elettorato sembra non aver ascoltato, guardando il risultato finale: i terminali dei poteri forti e i dinosauri sono stati i più votati. Tengo dubbi anche sulla coesione della nuova maggioranza. Quando sento autorevoli consiglieri dire che faranno sentinelle sul nuovo governo, mi sembra evidente la mancanza di fiducia reciproca”.

Teodoro Lonfernini (Pdcs): “L’analisi va estesa alle ragioni che hanno portato alle elezioni anticipate. La responsabilità è dell’instabilità, ma anche di una classe politica da troppo tempo impegnata in uno scontro fine a se stesso. Ora è necessario dare da subito risposte, serve senso di responsabilità per recuperare credibilità da parte dei cittadini e del mondo esterno. San Marino deve restare nei limiti che le hanno imposto storia e tradizione: dobbiamo mantenere alta la qualità della vita, credendo tutti nel rinnovamento politico”.

Stefano Macina (Psd): “Dal risultato elettorale emergono il fallimento del progetto di alcuni partiti del Patto su rinnovamento della classe politica oltre che la perdita di centralità di Ap. Comunque non c’è nessuna preoccupazione perché siamo all’opposizione, continueremo a cercare le soluzioni per i problemi del Paese. Come Patto dovete dare certezze, non guardare al passato, e dare corpo ai titoli del programma. La gente è preoccupata perché le proposte non sono all’altezza del Paese: occorre dunque cambiare rotta e ridefinire elementi e situazioni, a partire dal controllo politico su Banca Centrale. L’ex governo poteva fare di più, ma in 11 mesi ha fatto il possibile e mi auguro si continui a costruire su alcuni dei percorsi avviati. Il rapporto con l’Italia non può essere impostato come 10 anni fa, il mondo cambia e servono interventi strutturali, non tamponamenti. Noi abbiamo cercato il confronto con tutte le realtà sammarinesi, spero che lo stesso faccia la nuova maggioranza”.

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