Dibattito sulla crisi di governo. Comunicato1

Dibattito sulla crisi di governo. Comunicato1

CRISI: LA DISCUSSIONE IN CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

Si è aperto il dibattito in Consiglio Grande e Generale sulla crisi di Governo. I primi tre consiglieri dei 63 iscritti a intervenire, sono stati Roberto Giorgetti di Alleanza Popolare, il capogruppo del Partito dei Socialisti democratici sammarinesi Claudio Felici e il capogruppo di Sinistra Unita Alessandro Rossi. Ecco un sunto dei loro interventi.

Roberto Giorgetti (AP): “Non è con soddisfazione che intervengo. Oggi decretiamo la fine di un percorso politico su cui Ap ha investito tempo, risorse e convinzione. In questi due anni determinate impronte sono state date, ma negli ultimi 10 mesi la maggioranza si è incagliata. Per un Governo servono programmi, scelta politica, numeri, metodo e fiducia reciproca: tutti elementi che sono venuti a mancare. Allora abbiamo chiesto elezioni anticipate. Difficoltà le abbiamo registrate fin dall’inizio, sulla legge elettorale, poi la grande tensione sui giochi nell’estate dell’anno scorso che ha quasi bloccato l’attività della maggioranza. E ancora la crisi sul giusto processo e le altre cadute della maggioranza fino alla presentazione della legge obiettivo che conteneva proposte in contrasto con gli aspetti più qualificanti del programma di Governo su politiche edilizie, residenze e giochi. Ap ha comunque cercato gli spazi per andare avanti ma il clima era quello di una conflittualità continua e di giochi sotto banco. Ora non ci sono più margini, non è possibile continuare: è venuta meno la reciproca fiducia. Non credo comunque che questa sia la fine dell’alternanza, l’importante è sapere quali sono gli alleati e quali i programmi”

Claudio Felici (Psd): “La scelta di Ap è premeditata, non dell’ultima ora e il Psd non è certo il parafulmine della politica sammarinese. Abbiamo infatti una logica coerente e un progetto politico chiaro. Abbiamo scelto di investire su Sinistra Unita e Alleanza Popolare, coscienti di correre il rischio ma convinti di potere fare maturare un progetto politico. L’errore è stato avere pensato che Ap rinunciasse ad alcune sue specifiche caratterizzazioni non compatibili con quelle degli alleati, invece ha portato avanti la politica della negazione, della punizione e del passo indietro. Il Segretario Masi poi si è inimicato gran parte delle categorie economiche, noi comunque fino all’ultimo abbiamo cercato di difendere le posizioni. Per quanto riguarda il tema dei giochi è stata proprio Ap, prima della formazione di Governo, a vedere nella chiusura della Giochi San Marino una scelta prioritaria e da lì è partito tutto il discorso. Ap ha fatto una scelta predeterminata, aveva un piano: i Governi pronti ci sono, ma mancano i numeri, siamo di fronte alla scena classica della politica del ribaltone, con l’unico elemento di coesione che è quello di dare addosso al Psd. La nostra unità dà fastidio a molti, siamo una forza coerente. Ap invece vuole fare da ago della bilancia è per progetti di distruzione, nega piuttosto che sviluppare. Quello che dovremmo fare è portare a compimento progetti importanti come la legge quadro sulle telecomunicazioni, il secondo accordo fiscale e l’accordo di cooperazione. Cerchiamo di dare forma e numeri per completare la legislatura e dimostrare che la politica ha ancora qualcosa da dire e da dare. Se il problema di un’alleanza è la fiducia, un semplice passaggio elettorale non lo risolve”.

Alessandro Rossi: “Siamo di fronte all’ennesima crisi politica con il gesto di Ap che, seppure non fatto con la massima trasparenza, ha fatto chiarezza. Il rilancio della maggioranza non era proponibile senza un chiarimento Noi rimaniamo fedeli a questo progetto di centrosinistra. Abbiamo peccato in progettualità e comunicazione verso il Paese e anche l’opposizione andava coinvolta maggiormente perché non si può fare riformismo senza contaminazione. E non siamo riusciti a dialogare nemmeno con i poteri forti. Ora dobbiamo cercare di modificare gli atteggiamenti negativi, come l’errore grave del Ministro degli Esteri, con la convocazione dei magistrati. Ci siamo poi fatti sentire poco sul ripristino dei vertici di Asset Banca. Le nostre dimissioni per nuove elezioni sono sul tavolo, ma siamo disponibili a confermare la nostra lealtà all’alternanza. Occorre consolidare coalizioni con patti franchi, fuori dalla logica del potere”.

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