Difficile evitare lo sciopero generale

Difficile evitare lo sciopero generale

Fuorvianti le dichiarazioni di membri di Governo e dei vertici ANIS, che tentano di “sgonfiare” i motivi dello sciopero. I problemi posti dalla CSU restano irrisolti! Nessun passo avanti nella firma del contratto industria: l’ANIS conferma la linea del muro contro muro! Solo alcune delle richieste CSU sono state accolte nel progetto di legge sugli ammortizzatori sociali

I motivi dello sciopero generale sono sempre più confermati. Infatti, i problemi posti dalla CSU con la campagna di mobilitazione “Rompiamo l’immobilismo” e lo sciopero generale del 16 dicembre, restano ancora irrisolti. Pertanto, sono fuorvianti e rischiano di creare confusione le dichiarazioni di membri di Governo e dei vertici dell’ANIS, che tentano di “sgonfiare” le ragioni dello sciopero. Così come la determinazione dei lavoratori a scioperare è forte e palpabile, come dimostra l’elevata partecipazione alle assemblee nei diversi settori, tra cui quella partecipatissima di questa mattina dei dipendenti della PA.


LA RIGIDITÀ DELL’ANIS – In questa situazione di stallo generale pesa come un macigno la rigidità dell’ANIS. I 15 punti che ha inviato al Governo e al tavolo tripartito, non hanno per nulla sbloccato la firma del contratto di lavoro del settore; anzi, hanno addirittura aggravato la situazione, con richieste strumentali e davvero “indecenti”!!! Tra queste, la pretesa di aumentare per legge l’orario di lavoro, quindi attraverso una imposizione unilaterale; una modalità che riporterebbe le lancette della storia indietro addirittura di un secolo…


Nel merito l’ANIS – come si legge nelle sue proposte – vorrebbe “elevare le ore di lavoro fino a 48 ore settimanali per i lavori discontinui, fino a 44 ore settimanali per il turismo e il commercio turistico, fino a 40 ore settimanali per gli altri settori.” Tra le altre richieste inaccettabili, prevedere “modalità diverse della retribuzione del lavoro festivo oltre a rivedere il numero delle festività…”. È evidente: l’ANIS continua a scegliere le linea del muro contro muro!

AMMORTIZZATORI SOCIALI – Circa il progetto di legge sugli ammortizzatori sociali oggetto del confronto di questa mattina con la Segreteria di Stato per il Lavoro, c’è sì l’impegno verbale ad avviarlo all’iter consiliare, ma soltanto alcune delle richieste CSU sono state accolte nel testo del progetto di legge. Per la CSU il progetto deve andare avanti, ma deve essere significativamente migliorato, al fine di raggiungere un testo condiviso e realmente efficace.

Contrariamente alle dichiarazioni di stampa, non vi è poi la necessaria chiarezza su come verranno reperite le risorse per coprire i costi degli ammortizzatori sociali. In particolare non è chiaro – neanche a seguito dell’incontro di oggi – se lo Stato è disposto a finanziare almeno quanto già prevedono le attuali norme, quando vi sarebbe addirittura la necessità di aumentare lo stesso intervento dello Stato.

In materia di Cassa integrazione e guadagni (CIG), è stata ribadita la richiesta della CSU – confermando l’attuale normativa – di comprendere tutti i lavoratori, a prescindere dalla anzianità lavorativa, essendo la messa in Cassa Integrazione una condizione non scelta dal lavoratore (il progetto prevede invece che il lavoratore abbia almeno 6 mesi di attività). Così come non è accettabile che al di sotto dei tre giorni di lavoro non sia possibile richiedere la CIG.


Circa la Commissione per la CIG, essendo formata dalle parti sociali, è necessario mantenere il principio per cui le decisioni sull’ammissione o meno alla Cassa Integrazione sono assunte all’unanimità, e non a maggioranza semplice, come prevede il progetto. Vengono inoltre diminuiti di circa un quarto i periodi di Cassa integrazione e mobilità, quando in un periodo di difficoltà occupazionale come l’attuale, sarebbe più opportuno lasciarli almeno come ora, ne non addirittura aumentarli.


Sul salario di cittadinanza, è necessario tenere conto del reddito familiare, e non distribuirlo a pioggia senza distinguere tra chi ne ha davvero necessità, e chi invece dispone di ingenti risorse economiche e patrimoniali.

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