Direttivo CSdL: ‘Con questa finanziaria non si esce dalla crisi’

Direttivo CSdL: ‘Con questa finanziaria non si esce dalla crisi’

Direttivo CSdL: “Con questa finanziaria non si esce dalla crisi”

14 dicembre 2011 – Per il Direttivo CSdL anche il 2012 non si apre
sotto buoni auspici. Infatti, nel bilancio previsionale (finanziaria)
che l’Esecutivo intende approvare, non vi è nessuna misura volta a
favorire l’uscita del paese dal tunnel della crisi e per rilanciare lo
sviluppo.

Questa legge, iniqua e depressiva, si limita ad inseguire il deficit
di bilancio senza fare nessuna scelta di equità e giustizia sociale,
continuando a pesare interamente sulle spalle dei lavoratori dipendenti e
dei pensionati, e reiterando la odiosa discriminazione verso i
lavoratori frontalieri.

L’iniquità della finanziaria 2012, in cui vengono ripresentate molte
misure della finanziaria precedente fortemente contestate dalla CSU,
come l’addizionale IGR e la tassa etnica per i frontalieri, è aggravata
dalla mancata approvazione della legge di riforma tributaria decisa
dall’Esecutivo. Infatti, il Governo ha ripresentato queste misure
evidentemente anche per far fronte ai mancati introiti che avrebbe
portato la stessa riforma tributaria. 

Una riforma che, anche se non del tutto condivisibile, portava dei
primi elementi di equità, introdotti grazie al ruolo propositivo della
CSU, e serviva a reperire fin dal prossimo anno indispensabili risorse
per far fronte ai problemi di bilancio dello stato, per la tutela dello
stato sociale e per la promozione dello sviluppo. Alla base di questa
scelta di rinvio a data da destinarsi compiuta dal Governo, non ci sono
motivi tecnici, come sostenuto dallo stesso Esecutivo, ma vi sono
precise volontà politiche, che sono un’ulteriore testimonianza della
sudditanza della compagine di governo dai poteri forti del paese.

La riforma tributaria, peraltro, andava anche nella direzione di una
sostanziale parità di trattamento fiscale, all’interno di San Marino,
tra lavoratori residenti e non residenti. Invece, nel bilancio
previsionale 2012, l’Esecutivo intendere reiterare la tassa etnica a
carico dei lavoratori non residenti, limitandosi a introdurre un
meccanismo del tutto insufficiente e parziale. La CSdL ribadisce che
ogni differenza di trattamento tra lavoratori residenti e frontalieri è
del tutto inaccettabile.  

Altro tema fondamentale al centro del dibattito è stato quello dei
contratti scaduti in tutti i settori. Quest’anno si chiude con un nulla
di fatto su tutti i fronti contrattuali. L’unica trattativa che si è
sviluppata negli ultimi mesi, quella con l’ANIS per il rinnovo del
contratto industria, è naufragata mandando in fumo un intenso lavoro
negoziale.

Ogni volta che si sono delineate delle possibilità di intesa, l’ANIS
ha sempre rilanciato in avanti, per poi arroccandosi sulla pretesa di
riportare l’orario di lavoro a 40 ore e di gestire in maniera
unilaterale la flessibilità. Su queste basi, che riporterebbero le
condizioni contrattuali dei lavoratori indietro di decenni, per la CSdL
non vi sono le condizioni per raggiungere un’intesa contrattuale. 

Per il Direttivo della CSdL, tutta la tematica dei rinnovi
contrattuali va rilanciata fin dall’inizio del prossimo anno,
coinvolgendo i lavoratori di tutti i settori, per creare le premesse per
raggiungere per tutti i circa 18mila interessati il fondamentale
diritto al contratto di lavoro. 

CSdL

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