Disposizioni in materia di associazionismo e volontariato. Le riflessioni di Matteo Tamagnini

Disposizioni in materia di associazionismo e volontariato. Le riflessioni di Matteo Tamagnini

13 giugno 2016  

In vista del dibattito in seconda lettura testo di legge del Progetto 

di legge “Disposizioni in materia di associazionismo e volontariato” 

nella seduta del Consiglio Grande e Generale

 Riflessioni personali 

Nelle realtà del non profit c’è sicuramente l’esigenza di una  norma specifica inerente al mondo dell’associazionismo e del volontariato che riconosca il valore del terzo settore e preveda norme distinte dalle attività prettamente profit. Ma questa deve poter essere un modo per valorizzare, sostenere e semplificare chi svolge meritorie attività a favore del Paese e di tutta la popolazione.

In questi anni ci sono state diverse occasioni di confronto sul possibile testo legislativo in materia, ma proprio nel momento finale è mancato un dialogo che permettesse di far capire l’importanza di una norma che sappia bilanciare necessità di trasparenza e di burocrazia leggera. Il testo definitivo è stato reso disponibile solo da alcuni giorni.

Mi permetto alcuni rilievi per la parte riguardante le associazioni:

–          Qualsiasi sia il testo che sarà poi approvato prevedere una fase transitoria congrua per passare dalle vecchie norme (legislative e di regolamenti) alle nuove (sui vari aspetti che interessano la vita delle associazioni). Prima di procedere all’abolizione di agevolazioni già presenti, provvedere a una loro inserimento nella nuova normativa. Armonizzare la presenza aggregazioni con diverse modalità statutarie (associazione e cooperativa). Armonizzare i diversi organismi previsti dalla legge. Definire meglio per le associazioni di fatto. 

–          L’organismo della Consulta che si va a costituire affinché sia realmente espressione libera delle realtà di base, occorre dotarla di personalità giuridica e la possibilità di incaricare, come dipendente, una persona di fiducia (segretario generale) che  esegua le direttive impartite e guidi l’ufficio della consulta e gli operatori presenti (per questo prevedere il necessario sostegno economico). 

–          Prevedere la possibilità di almeno due mandati per gli eletti all’interno del direttivo della Consulta. Così l’elezione diretta del Presidente della Consulta da parte dell’Assemblea. 

–          Prevedere un ruolo più incisivo delle associazioni culturali nei confronti della politica culturale, delle scelte e dell’impiego dei bilanci relativi da parte della Pubblica Amministrazione. 

–          Semplificazione prevedere (tramite regolamento) modulistica per la presentazione semplificata dei bilanci (come avviene per altri mondi  sportivo, cooperativo ecc.), almeno per bilanci inferiori ai centomila euro annui. E anche della presentazione di relazioni sulle attività preventiva e consultiva. 

–          Prevedere la suddivisione in sottogruppi delle associazioni dove essere inseriti in base alle finalità prevalenti della associazione. Così poi da favorire il rapporto con le Segreterie di Stato competenti nella materia. 

–          Prevedere nella partecipazione ala fondo economico delle Segretarie di Stato che intrattengono rapporti con le diverse associazioni in base agli ambiti. 

–          Togliere il comma a dell’articolo 8 inerente al 3%.

–          Le norme relative ai controlli e richieste preventive per contributi, c’è sicuramente la necessità di trasparenza, ma trovare modalità più congrue per non pesare sull’operatività delle associazioni (anche perché tali controlli non sono estese ad altri ambiti di realtà aggregative non soggette alla presente legge articolo 3 comma 2). 

Con l’intento di offrire un contributo al dibattito,  auguro buon lavoro.

Cordiali saluti.

Tamagnini Matteo 

Presidente Consulta Associazioni e Cooperative Culturali

 

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